Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Dem_One    20/08/2012    0 recensioni
Un ragazzo, solitario e chiuso in sè stesso, deve sopportare un'oscura presenza che lo metterà davanti a un grande bivio.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Peter

-Guarda Peter, ho preso in ‘prestito’ un libro da mio papà…- disse soddisfatto Marco. –Preso in prestito?- ripetè Peter non molto convinto delle parole dell’amico. –E va bene, l’ho preso e basta.- -Che cos’è,Marco?- Proprio in quel momento entrò anche Fred nella stanza. –Non lo so con certezza, ma mio padre lo teneva ben nascosto. È un libro sui demoni e cose del genere.- Tirò fuori dallo zaino un grosso libro nero, sciupato e impolverato, e lo buttò sul letto. –Ma in che lingua è scritto? Non ci capisco niente!- osservò Peter stupito. –Russo. Mio padre lavora là, e io più o meno conosco la lingua.- -Davvero?!- urlò Fred –E in tutto questo tempo non ci hai mai detto che conoscevi il russo?-
Marco si sedette sul letto e iniziò a leggere ad alta voce: - ‘Come evocare un demone’.- Gli altri due ragazzi scoppiarono a ridere. –Spiritosi. Se avete coraggio proviamo stanotte, sempre che voi non abbiate troppa paura.- -Ma dai, Marco!- replicò Peter –Lo sai benissimo anche tu che queste cose non esistono. Ma se stanotte vuoi provare… sono d’accordo, così ti togli dalla mente una volta per tutte queste cazzate.- -‘Per il rito’- continuò a leggere –‘serve trovarsi in una città sacra’. Beh siamo a Roma, no? ‘Candele nere da accendere davanti a uno specchio alle tre del mattino in una stanza buia.’ Guarda a caso le ho portate. ‘E infine recitare la formula sottostante. Esecrit…’ eccetera eccetera. Allora, stanotte siete con me?- Fred e Peter si guardarono negli occhi per un breve istante, poi annuirono.
-Forza dormiglioni, è ora!- urlò a bassa voce Marco. I tre ragazzi si sedettero davanti allo specchio che c’era di fianco all’armadio; presero un paio di candele nere e le accesero; spensero la luce e attesero le tre in punto. –Vedrai che è tutto falso, non per prenderti in giro… ma renditi conto che è ridicolo ciò che stiamo facendo.- -Taci Peter. Se sei così coraggioso perché non cominci a leggere tu la formula?- -Ah ah mica ho paura.- Si schiarì la voce: -‘Esecrit Mortex, pulividus demetrios, sertementre… ‘ Sembra latino.- -Taci e vai a vanti!- -…‘regolayor moridus eretrec et fulligidas!’- La stanza era silenziosa come un cimitero di notte. –Magari ho sbagliato qualche accento, non lo so. O magari non succede proprio nulla! Vero Marco? Sei convinto ora che sono tutte cazzate? Cos’è? Ti aspettavi che un demone apparisse dal nulla?- Peter e Fred si alzarono per tornare a dormire, arrabbiati per aver sprecato delle preziose ore di sonno. –Ra… ragazzi?- balbettò Marco. –Ma che cosa… o porca…- Il vetro si era appannato improvvisamente. –Che cosa hai fatto idiota?- disse Peter, –Non è divertente.- -Ti giuro che non ho fatto assolutamente nulla. Improvvisamente è diventato così!-
La finestra sbattè furiosamente. –Ma non è possibile.- piagnucolò Marco. –Non c’è vento fuori. E cos’è questo freddo?- Nonostante fosse il mese di giugno, nella stanza la temperatura calò di una ventina di gradi. I ragazzi cominciarono a battere i denti. –Non mi piace, non mi piace per niente.- disse Fred invaso dal terrore, –Io esco da qui!- Si precipitò verso la porta della stanza e cominciò a girare freneticamente la maniglia: -Chiusa, è chiusa!- urlò sconvolto. Peter prese le chiavi: -Strano, nessuno di noi l’ha chiusa a chiave, ma ora rimedio io.- Le inserì nella serratura e le fece girare a vuoto un paio di volte. –Ma che…- tentò ancora una decina di volte, senza però ottenere nulla. –Hai visto?- cominciò a piangere Fred, -Siamo fottuti! Fottuti ti dico!- -Smettila!- gridò Peter che voleva far mantenere la calma, nonostante fosse anche lui spaventato a morte. –C’è una spiegazione per tutto.- -Marco!- disse Fred tra le lacrime.
Marco giaceva per terra davanti allo specchio in preda a furiosi spasmi, come se fosse stato posseduto. Peter non credeva ai propri occhi: davvero era tutto reale? I ragazzi tentarono di tenere fermo l’amico, cercando di tranquillizzarlo anche con parole rassicuranti. Improvvisamente gli spasmi cessarono. –Ottimo.- disse con calma Peter –Sicuramente si è fatto troppo suggestionare dalla cosa, ed è stato male. Ora riportiamolo sul…- Qualcosa nello specchio si mosse. –L’hai visto anche tu, vero?-  Peter si girò di scatto per capire se quella cosa si aggirava realmente nella loro stanza. -Purtroppo sì, Fred.- rispose con voce fleble e sottile. Fred si alzò e andò all’interruttore per accendere la luce: lo cliccò una ventina di volte senza ottenere alcun risultato. Entrambi tremavano più per la paura che per il freddo. –Peter, guarda.- disse Fred tra le lacrime –Le candele non si sono consumate!- Peter fece un balzo indietro dalla paura: erano le tre e venti minuti, e le due candele nere sembravano appena state accese. Qualcosa si mosse nuovamente nello specchio, come un’ombra contornata di bianco. –È tornato, è tornato!- Ormai anche Peter diventava sempre meno scettico. –Salve ragazzi.-  Una voce profonda e lugubre si sparse e si insinuò prepotentemente nei loro cervelli. -Chi è?- disse Fred con una voce che ormai sembrava essere di una ragazzina. –Chi sono? Ma se mi avete chiamato voi.- -Smettila- gli intimò Peter –chiunque tu sia la tua voce cavernosa non mi fa paura. Divertente, davvero, ma ora basta.- -Oh che coraggio. Vedremo se sarai così coraggioso dopo che vi avrò mostrato ciò che ha ridotto così il vostro amichetto là in fondo.-
Peter si trovò tutto ad un tratto completamente solo in un ambiente vuoto; tutto era nero, non vedeva più nulla. Improvvisamente davanti a sé comparve un piccolo buco rosso che pian piano si allargava sempre più, senza mai arrestarsi. Peter guardò all’interno: vide delle strane creature umanoidi, nere e contornate di bianco, in fila davanti a un pozzo incandescente. Da quell’abisso di fuoco emerse Peter, o meglio, una sua copia. Il Peter originale continuava ad osservare esterrefatto la scena dall’alto, mentre indietreggiava a gattoni per non cadere nel buco. Una di quelle creature si avventò sul Peter-clone e con il suo braccio scheletrico gli trapassò il torace come se fosse burro. Il ragazzo sentì un dolore allucinante nel petto, come se quel gesto glielo avessero fatto su di lui. La ferita in mezzo al corpo del fantoccio guarì, e anche il dolore cessò immediatamente dopo.
Una seconda creatura si fece avanti sulla copia del ragazzo; gli afferrò il braccio e con un colpo secco lo staccò, producendo il rumore di un ramo secco spezzato; il sangue uscì a fiotti, come l’acqua che esce da un buco in una diga. Peter urlò per il dolore, e istintivamente si guardò l’arto per verificare che non si fosse staccato realmente. Poco dopo anche l’altro braccio venne strappato, e il ragazzo urlò di nuovo. Come prima, il corpo del fantoccio tornò come nuovo. –Ma che diavolo è questa roba? Se non smettono penso che impazzirò dal dolore prima o poi.-
Come lupi affamati che si lanciano addosso a una facile preda, così le creature d’ombra si gettarono sul corpo del ragazzo-copia. In quel preciso istante Peter si sentì morire: tutto il suo corpo chiedeva pietà, mentre un dolore mai sperimentato in vita sua pervadeva tutte le sue membra; piangeva e supplicava di smettere, ma cercava di resistere e di non uscire di senno. Intanto, nel buco del pavimento, il fantoccio veniva dilaniato, i muscoli, le ossa e gli organi venivano letteralmente strappati e lanciati in aria, e il sangue sembrava una pioggia rossa che bagnava quelle creature; le ombre si stavano divertendo, provavano gusto a torturare così quel corpo inerme. Peter non riusciva più a controllare i movimenti del suo corpo, il dolore ormai aveva preso il sopravvento su di lui. Tuttavia rimaneva lucido, resisteva, restava attaccato al sottile filo della ragione, cercava di opporsi ai tormenti.
Inevitabilmente, il buco nel pavimento si allargò fino a far piombare di sotto Peter; il ragazzo si lasciò abbandonare all’oblio mentre precipitava verso la sua copia che nel frattempo si era ricomposta.
Peter si svegliò nella sua camera, ansimando come se avesse fatto una lunga corsa. Si alzò dal pavimento e vide sia Marco che Fred distesi per terra; quando notò che si stavano per svegliare, il suo cuore si riempì di gioia, realizzando che tutto ciò che aveva vissuto non era stato che un brutto incubo. –Fred, Marco! Allora, che brutta nottata vero? Scommetto che i fumi di quelle candele ci hanno fatto mal..- I due ceri erano spenti, ma completamente intatti. –Marco, Fred?- ripetè Peter spaventato. I due amici avevano lo sguardo perso nel vuoto, non riuscivano a focalizzare la loro attenzione su un qualsiasi oggetto. –Amici?- disse piangendo –Cosa vi sta succedendo?- -Non ti possono sentire, ormai sono persi.- Peter cadde a terra per il terrore. –Chi sei? Dove ti trovi? Che cosa hai fatto? Dimmelo!- -Con calma, ragazzo, con calma. Io sono un demone, uno di quelli che hai visto poco fa. Evocandomi mi hai chiamato a te, e ora non ti abbandonerò finche non morirai e la tua anima non sarà mia. Oppure potresti barattarla con…- -Non mi interessa, vai via! Ma prima dimmi cosa hai fatto ai miei amici, e falli ritornare come prima.- -Mi dispiace, ma non posso. Ormai hanno perso la ragione dopo che hanno visto ciò che li avrebbe attesi dopo la vita.- -Quindi quello che mi hai mostrato mi accadrà quando morirò? E perché io non sono diventato come loro?- -Sì, quello che hai visto ti capiterà se la tua anima venisse presa da un demone, come ti accadrà con me al tuo fianco. E il perché tu non ti sia lasciato andare come quei due… non ne ho idea; il novanta percento delle persone perde la ragion e si abbandona al proprio destinoe, ma c’è una piccola percentuale che rimane lucida, come te. In realtà io sono contento di seguirti fino alla tua morte, sai che noia nel mio mondo! Sempre uccidere e uccidere, squartare e squartare… all’inizio è divertente, ma col passare del tempo… uffa!- Cosa ne sarà di Marco e Fred?- Stai tranquillo! Tra pochi secondi le loro sofferenze termineranno per sempre. Ah, tra pochi secondi arriva il professore. Io fossi in te farei sparire un po’ di cose.-
Peter prese le candele, le spezzò, e le fece scendere nello scarico bagno, così come il libro. –Peter, Marco, Fred! È ora di svegliarsi!- Il professore entrò nella stanza (senza trovare alcuna difficoltà nell’aprire la porta) e rimase a bocca aperta vedendo i due ragazzi ridotti in quello stato: -Buon Dio, cosa gli è capitato? Dobbiamo intervenire subito! Perché non mi hai avvertito?- -Li ho trovati così appena mi sono svegliato, e stavo giusto venendo a chiamarla.- -Mi piacciono le bugie.- -Stai zitto!- -Come scusa?- disse il professore. –No, non stavo dicendo a lei…- -E a chi allora?- -No… no… niente. Piuttosto occupiamoci di loro.-
Pochi istanti dopo un’ambulanza portò i due ragazzi ormai morti al più vicino ospedale, mentre tutta la classe fissava Peter con sguardi accusatori. –Hai capito che nessuno può sentirmi a parte te; quindi cerca di non parlarmi in pubblico, altrimenti rischi di sembrare pazzo.- -Poche ore con te e già mi hai stufato. Esiste un modo per liberarmi di te in modo permanente?- -Sì che esiste, ma non ti piacerà.-

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Dem_One