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Autore: FloEvans    20/08/2012    1 recensioni
Il destino mi aveva appena imposto la sua folle danza. Potevo scappare , ma il destino è egoista e ciò che vuole prende senza chiedere. Oppure potevo sfidarlo sfacciatamente e lanciarmi nella sua danza. La paura si sostituì ad un emozione molto simile alla grinta e alzandomi da terra accettai la sfida. Debora, la cacciatrice di demoni!
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La storia di Emiliana
                                            La storia di Emiliana
La mattina arrivò in un attimo ed io non avevo chiuso occhio. C'era così tanto da scoprire. Dovevo sapere il più possibile sui demoni, non potevo liberare il mondo da una cosa che non conoscevo affatto. Perciò passai tutta la nottata a leggere tutti i libri che mia madre aveva nascosto dove non si parlava altro che di demoni, della loro origine, dei loro poteri e, soprattutto, di come eliminarli.
Un altro motivo che rese la mia notte priva di sonno era il senso di rabbia che provavo verso mia madre. Mi aveva lasciata con una missione quasi impossibile da terminare e neanche uno straccio di indizio. La grinta della sera prima aveva velocemente lasciato il posto alla confusione. Non sapevo neanche da dove iniziare la mia ricerca, ma sapevo che, se mia madre mi aveva lasciato determinati oggetti, voleva solo significare che essi celavano un indizio. Il puzzle della mia identità era quasi terminato, ma quello della mia missione no.
Novembre passava, ma io ero ad un punto morto nelle mie ricerche così come lo ero nel trovare un lavoro. Avevo consultato giornali, cercato su siti internet, chiesto ad amici, ma non trovavo nessuna occupazione. Ero stata stupida a lasciare il mio lavoro alla banca.
Una mattina particolarmente fredda gironzolavo tra le stradine con le buste della spesa quando mi imbattei nella libreria Serrante. Non avevo più messo piede in quel negozio accogliente, magari avrei dovuto dare delle scuse ad Emiliana. In fin dei conti ero scappata via come se fosse pazza. Rimasi immobile a fissare il negozietto per un po', finché non avvertii la strana sensazione di essere osservata. Mi voltai e vidi un paio d'occhi di uno strano punto di marrone che mi fissavano ardenti. Il ragazzo che mi aveva accompagnata alla mia auto quando essa sembrava rotta poggiava sul muro accanto. Aveva le braccia scoperte nonostante il freddo di quella mattina e uno strofinaccio poggiato sulle spalle muscolose. L'avrei anche valutato attraente se non fosse per quel ghigno insopportabile che aveva stampato in faccia. Sbuffai vistosamente, odiavo essere osservata! Continuai a contemplare il negozietto indecisa se entrare o meno, quando il ragazzo parlò.
Sì, dovresti entrare!”
Sgranai gli occhi e mi voltai stupita. Come faceva a sapere …
C-cosa?” balbettai voltandomi così velocemente da farmi male il collo.
Bé, prima di tutto temo che tu diventi un ghiacciolo” rispose senza abbandonare il suo stupido ghigno e avvicinandosi a me di qualche passo “e poi cercano una commessa”.
Di nuovo i miei occhi uscirono dalle orbite.
Non cerco un lavoro” mentii spudoratamente. Lui alzò un sopracciglio e rise. La sua risata era melodiosa e irritante nello stesso tempo. Come diavolo faceva a sapere che cercavo un lavoro? Si vedeva così tanto che non avevo decisamente nulla da fare?! Stavo cercando qualcosa da dire, ma un altra voce giunse alle mie spalle
Deb!”
Mi voltai lentamente, stranamente voltare le spalle a quel ragazzo era difficile. Alba mi correva incontro affannata, con il viso rosso e frustato dal vento.
Ciao” la salutai abbracciandola.
Sei sparita, non ti vedo da una vita!” mi rimproverò lei perforandomi con i suoi occhi indagatori.
Bé, ho avuto da fare” risposi a mo di scusa, ma qualcosa mi fece pensare che Alba sapeva che mentivo. Era proprio quello il problema, avevo bisogno di un impiego, mi avrebbe distratta dal fallimento della mia vita.
Cosa?” mi chiese impertinente Alba.
Ehm... si, pulire casa, cercare un lavoro, sai quel genere di cose ...” balbettai, ma Alba non mi ascoltava più. Guardava un punto alle mie spalle mordicchiandosi il labbro maliziosa. Guardai la direzione del suo sguardo e capii esattamente cosa attraeva l'attenzione di Alba. Il ragazzo dell'officina sembrava compiaciuto delle sue attenzioni, così tanto da avvicinarsi a lei a presentarsi.
Alexander” disse porgendo la mano, appena ripulita con il suo strofinaccio, ad Alba.
Lei sorrise e afferrò la sua mano.
Alba” rispose con una risatina degna di una quattordicenne. Alzai gli occhi al cielo mentre Alexander baciava la mano di Alba. Lei arrossì confusa da quel gesto di estrema,ECCESSIVA, galanteria.
Che nome insolito” commentò Alba senza smettere di sorridere.
Lui inclinò la testa e regalò ad Alba un sorriso che le mozzò il respiro.
Ho origini Egiziane” rispose “mia madre è egiziana”
Interessante” commentò Alba sorridendo smielata. Non potevo restare tra quei due, lei era troppo dolce e lui era un gran mascalzone. Non c'era un motivo preciso per la mia definizione, ma tutto di lui mi gridava che non sbagliavo sul suo conto.
Bene, io entro un attimo in quella libreria” annunciai ad Alba senza guardare Alexander.
Certo, certo” rispose Alba distratta mentre io entravo nella libreria.
Era esattamente come l'ultima volta che ero entrata, ma io ero una persona diversa. Più consapevole del mio destino e meno sicura di me stessa. Quando entrai uno scaccia pensieri vibrò suonando ed annunciando il mio ingresso. L'uomo brizzolato dietro la cassa mi guardò e sorrise gentile senza smettere di digitare sulla cassa. Rimasi ferma a guardarlo in silenzio, non sapevo cosa dire esattamente. Mentre meditavo sul da fare un anziana signora dai capelli grigi raccolti in una treccia morbida fece il suo ingresso dalle scale a chiocciola dietro il bancone. Aveva l'aria stanca, ma quando si accorse di me le sue labbra si aprirono in un sorriso dolce.
Mia cara ragazza” disse alzando un braccio per afferrarmi la mano mentre mi raggiungeva. La strinsi nella mia e dissi tremante
Mi dispiace per il mio comportamento dell'altra sera. Avrei dovuto crederti ...”
Non preoccuparti, è stata una reazione normalissima” mi interruppe indicandomi una sedia. Io mi sedetti e guardai gli occhi grigi di Emiliana. Il suo volto era segnato da rughe ma celavano un volto bello e regolare. Doveva essere stata una ragazza bellissima da giovane. Mi offrì dei biscotti ed io mi chiesi come mai mia madre non mi aveva mai parlato di lei.
Come mai sai tutte queste cose sui demoni?” chiesi senza neanche darle il tempo di sedersi. Lei sorrise ancora e si sedette accanto a me.
Bé, è una storia lunga da raccontare, ma se hai tempo...”
Annuii curiosa e lei socchiuse gli occhi tuffandosi in chissà quali ricordi.
Era l'anno 1965, avevo diciott'anni, ero poco più di una bambina, ma mi sentivo già una donna” iniziò a raccontarmi “quell'anno passai l'estate più bella della mia vita, ma tutto ciò che è bello purtroppo ha un brutto vizio: termina.
Andai a stare un po' con la mia vecchia zia acquisita, con lei non vi erano regole, amava la libertà e non la negava neanche a me. Fu un estate afosa, e il mio cuore non ha mai battuto tanto come in quei momenti. Conobbi un ragazzo bellissimo, Roberto. Me ne innamorai subito, ma lui ostentava indifferenza verso di me. Non capivo, ero giovane e, detto tra noi, anche un po' stupida. Ero una ragazza bellissima e nella mia vanità era inaccettabile rimanere indifferente ad un ragazzo.
Quella sua indifferenza riuscì tuttavia ad attrarmi più di quanto faceva il suo sguardo e la sua travolgente bellezza. Così lottai, finché non ottenni ciò che volevo. Io e lui vivemmo un amore segreto, ma esso bruciava più veloce di noi.” mentre raccontava improvvisamente ebbi l'immagine chiara di una giovane ragazza bella e spensierata. Quanto l'aveva cambiata il tempo. Ora le rughe celavano la sua storia tormentata, e la spensieratezza era appassita come una bella rosa.
Eravamo totalmente persi l'un dell'altro, ma c'era qualcosa che ci teneva sempre distanti. Non sapevo nulla sul suo conto. Ogni volta che chiedevo qualcosa in più sulla sua vita, lui si chiudeva in se stesso, e parlare era quasi impossibile. Spesso spariva, e non lo rivedevo per giorni, e quando ricompariva aveva sempre l'aria di essere stanco, malato. Bé, la nostra storia correva così, tra alti e bassi, era una tortura dolcissima per me. Alla fine dell'estate però accadde una cosa che cambiò tutto per sempre.” Si interruppe e lo sguardo nostalgico, che aveva avuto Emiliana mentre raccontava la sua storia, lasciò posto ad uno sguardo di rabbia e di paura.
Un giorno ritornai a casa della mia zia dopo una serata con delle mie amiche. Appena varcai la soglia di casa avvertii la sensazione che qualcosa di grave era accaduto. Entrai nel salotto e trovai mia zia, con un buco in petto, gli occhi sbarrati e vuoti e il volto sporco di sangue.
Vicino a lei c'era lui, Roberto. Aveva le mani sporche di sangue e gli occhi che un tempo erano verdi in quel momento erano di un rosso intenso.”
Fece una pausa e percepii tutto il suo dolore nel ricordare quel che era accaduto. Con il pollice si asciugò una lacrima e ricomponendosi un po' continuò
Appena mi vide non scappò via, cercò di giustificarsi. Mi raccontò che non poteva sfuggire alla sua missione, che lui era un demone, che doveva uccidere la cacciatrice e mi informò che mia zia lo era. Non credetti ad una sola parola, quel mio affascinante angelo misterioso era diventato un mostro ai miei occhi. Gli gridai addosso, cercai con tutta me stessa di fargli del male, ma lui schivava ogni mio colpo. Così dopo avermi implorato più volte di perdonarlo scappò via devastato, lasciandomi al mio straziante dolore. Come ben sai, il compito di uccidere i demoni si tramanda di padre in figlio, così mio cugino ebbe questo incarico. Quando si confidò con me ebbi quasi un colpo. Mi fece vedere la lettera che aveva lasciato mia zia a lui in cui spiegava chi fosse realmente e chi era diventato lui e credetti a tutto ciò che mi aveva detto Roberto.
Da quel momento decisi di aiutarlo e iniziai a ricercare tutto ciò che potevo sui demoni, il mio desiderio di vendetta bruciava come non mai.
Quello che allora non capivo era che ciò che volevo vendicare non era mia zia, ma il mio amore spezzato così brutalmente.”
Rimasi in silenzio per un po' stringendo i pugni.
Lui alla fine è mai tornato da te?” domandai con tutta la delicatezza possibile. Emiliana non mi guardò e con il capo basso rispose
Si, dopo ben tredici anni. Io ero ormai una donna sposata e con due meravigliosi figli.” Lanciò uno sguardo fiero all'uomo brizzolato che si stava occupando della clientela.
Tornò da me e si dichiarò pentito. Ma io avevo raccolto così tante informazioni sui demoni da sapere che non era nella loro natura il pentimento. Lo odiavo con tutta me stessa, per il male che aveva inflitto a me e ai miei cari, ma quando lo vidi non riuscii ad impedire al mio cuore di tremare come quando ci incontravamo segretamente in quella così strana estate. Ma resistetti ai bei ricordi che rievocava quel viso, e negai il mio perdono. Mi disse che aveva una dannazione, non quella di essere un demone, ma quella di avermi perso. Così quella sera, sotto i miei occhi, Roberto si uccise.”
E come?” chiesi stupita.
Si accoltellò con uno dei pugnali che la famiglia di mia zia custodiva da generazioni. Questi pugnali avevano e hanno il potere di uccidere i demoni. Sicuramente tua madre te l'avrà detto o lasciato per scritto”
Mi si formò un nodo in gola, no, mia madre non aveva scritto nulla per me. Mi sentii estremamente sola, non sapevo nulla, come facevo a essere pronta per una missione così importante. Emiliana strinse ancora la mia mano e disse tornando la signora anziana e dall'aria gentile di sempre.
Non sei sola, Emiliana. Ci sono io con te. Ti aiuterò come ho fatto con tutte le cacciatrici dall'età di diciott'anni. Non temere.”
L'abbracciai forte e finalmente mi sentii protetta come non mi sentivo più da troppo tempo. Quell'abbraccio sembrò durare un eternità, e quando ci staccammo sentii che tra me e Emiliana si era instaurato un forte legame.
Grazie, di tutto! Davvero, non so come farei senza di te. Grazie” dissi alzandomi e dirigendomi alla porta.
Di nulla ragazza mia, vieni qui quando vuoi. Considera questa vecchia libreria una seconda casa. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, basta chiedere” disse con leggerezza. Le sorrisi mentre afferravo la maniglia della porta d'uscita.
Su di essa vi era un cartello con su scritto: CERCASI COMMESSA. Alexander aveva ragione, avrei potuto ottenere un lavoro per la libreria.
Bé, effettivamente vorrei chiedere un altra cosa” dissi guardando Emiliana che mi sorrideva cordiale
Qualunque cosa” rispose Emiliana.
Indicai il cartello e lei sorrise comprendendo ciò che volevo dire.
Considerati assunta! Ci vediamo domani mattina alle otto qui!”
Sorrisi sollevata. Finalmente un lavoro! Ringraziai ancora e uscii dal negozio.
L'aria fredda mi fece tremare e rimpiangere il caldo tepore della libreria Serrante. Alba e Alexander erano ancora fuori a chiacchierare e quando mi vide arrivare la prima esclamò
Ehi ci hai messo una vita!”
Già” ammisi aggiustandomi il mio cappello di lana.
Cosa hai fatto li dentro?” mi domandò Alba
Sono appena stata assunta come commessa nella libreria!” annunciai felice e Alba mi abbracciò forte.
Ma davvero?!” fece sarcastico Alexander. Lo guardai torva mentre lui ridacchiava. “Allora avevo ragione”
Non sopportavo il fatto che avesse ragione, e perciò decisi di ignorarlo.
Io devo proprio andare” annunciai ad Alba.
Vengo con te” cinguettò lei seguendomi senza smettere di guardare Alexander.
Allora ci sentiamo, magari un giorno usciamo insieme” parlò quest'ultimo rivolto ad Alba
Ma certo, chiamami quando vuoi!” rispose lei ammiccando. Io ebbi un conato di vomito per tutta quelle smancerie gratuita. Entrando in macchina Alba si voltò verso di me e fece ridacchiando
Ho il numero di Alexander!”
Ho un lavoro!” esclamai facendole il verso. Lei mi fece la linguaccia sapendo quanto la odiavo quando si comportava come una quattordicenne, ma cosa potevo farci, era la mia migliore amica!
Sospirai e partii con Alba al mio fianco, un nuovo lavoro, nuove informazioni e una buona dose di autostima riconquistata.

   
 
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