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Autore: lelia_chan    20/08/2012    3 recensioni
Capitolo 1
-Smettila idiota-
-Senti non so che problemi hai, ma io non sono sicuramente la causa-
-No infatti non sei tu il problema, ma quel bastardo dell’Uchiha- grido mentre le lacrime cominciano a rigarmi il viso
-Itachi? Che cosa ha fatto?-
In un attimo mi ritrovo con gli occhi di Sasori che mi trapassano da parte a parte e le sue mani bloccarmi i polsi al muro...
Salve eccomi con una nuova storia, una SasoxDeixIta, spero di riuscire a fare qualcosa di decente anche questa volta e di avervi incuriosito con l'introduzione. Spero la leggiate in tanti e recensiate ciao ciao. Nel corso della storia alzerò il raiting
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori , Deidara, Itachi | Coppie: Itachi/Deidara, Sasori/Deidara
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Non-con, Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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Distanza

 

Il mattino dopo mi sveglio in camera mia sotto le coperte. Sasori deve avermi portato dentro. Chissà cosa gli passava per la testa.

Corro in bagno a lavarmi senza farmi vedere e poi mi vesto. Mi decido poi ad andare in cucina dove Sasori è intento a servire la colazione. Faccio un grande sospiro.

-Colazione occidentale? Che bello- mi siedo sorridendo, ma all’improvviso mi ritorna in mente il ricordo di cosa era successo la sera prima.

-Sasori, ma cosa ti è preso ieri sera?- chiedo

Non mi risponde, continua a mangiare i pancakes in silenzio. Cerco di farlo parlare ma niente, non mi rivolge nemmeno la parola. Andrà avanti così per tutta la settimana, senza dire una parola e sparendo spesso, lasciandomi quasi sempre solo.

E la cosa peggiore è che l’ho anche visto in compagnia di quell’Uzumaki Naruto, che mi prende spesso di mira. Davvero non lo capisco, mi fa andare ai matti.

Finalmente arriva il venerdì pomeriggio, ma dopo la lezione mi tocca tornare a casa da solo perché Sasori è sparito, ancora.

Corro a casa e tiro fuori tutti i vestiti dall’armadio, in cerca qualcosa di decente. Dopo ore e ore di estenuante ricerca, opto per un completo di giacca e pantaloni neri con una maglietta blu chiara sotto, un po’ leggera per la stagione, ma di grande effetto; mi vesto in fretta, mi piastro i capelli e mi trucco con la solita matita nera e per le cinque e venti sono pronto… e già in ritardo.

Esco dalla mia stanza e mi trovo Sasori davanti, piantato davanti alla porta con uno sguardo più freddo e arrabbiato del solito.

-Che ci fai lì?- lo guardo mentre continuo a sistemarmi la giacca

-Ti impedisco di fare una cazzata Deidara-la sua voce era gelida, i suoi occhi più vuoti del solito.

-Una cazzata? Guarda che devo solo uscire- prendo le scarpe dal pavimento e me le allaccio per bene

-Appunto, ma esci con l’Uchiha no?- si appoggia alla porta e mi trapassa coi suoi occhi, comincia a spaventarmi -Si ma che ti frega?-

-Me ne frega eccome!-

-Spostati dai che faccio tardi- mi avvicino intenzionato a passare, ma non si sposta di un centimetro –Sasori fammi passare per favore- dico guardandolo seriamente negli occhi.

-Stai facendo un grosso errore, non fare la femminuccia innamorata e ascoltami- mi trattiene per un braccio e non mi lascia, allora sentendomi trattenuto gli mollo un pugno. Non pensavo che mi sarei fatto male alla mano anche io.

-Fatti gli affari tuoi- apro la porta e me ne vado sbattendola dietro di me, sento un mugolio proprio nel momento in cui mi appoggio alla ringhiera del terrazzo. Cos’ha?

Essendo già in ritardo di parecchio comincio a correre verso il parco evitando di andare addosso ai passanti. “Chissà se Danna sta bene” non dovrebbe importarmene però non posso non pensarci.

Sul cellulare cominciano ad arrivarmi i suoi messaggi che mi dice di tornare a casa, allora decido di spegnere il telefono così almeno non disturberà. Non aveva mai fatto così.

Arrivo al parco e lì vedo Itachi, che appena mi vede, mi fa un sorriso che mi lascia senza fiato. O forse era per il fatto che avevo corso per parecchi isolati. Mi avvicino a lui cercando di calmare il respiro sorridendo –Ciao Itachi scusa il ritardo-

-Non preoccuparti non sono qui da molto- dice lui sedendosi sul muretto al quale era appoggiato.

Comincia ad alzarsi un vento piuttosto forte che mi fa rabbrividire –Hai freddo eh? Forse sarebbe stato meglio andare in un posto chiuso- L’aveva notato. Che figura.

-N-no sto bene tranquillo, i tuoi amici quando arrivano?- chiedo mentre mi stringo alla giacca e maledico di aver messo una maglietta troppo leggera

-Non credo che verranno, altrimenti sarebbero già stati qui. Hidan e Kakuzu sono due tipi puntuali- dice mentre si accende una sigaretta- Hidan e Kakuzu…? Vuoi dire quelli che hanno dato fuoco ad una cattedra l’anno scorso?- quei due mi terrorizzavano a morte anche se non lo ammettevo.

Hidan era un ragazzo che sembrava avere qualche rotella fuori posto e Kakuzu era un armadio che nascondeva sempre il viso lasciando scoperti solo gli occhi verdi.

-Proprio loro… ne vuoi una?- mi avvicina il pacchetto di sigarette ma io rifiuto con un cenno –Scusa se lo chiedo ma che ci fa uno come te con due come loro?-

-A conoscerli non sono così male- dice scendendo dal muretto.

Mi sorride buttando fuori il fumo dal naso. Il mio cuore impazzisce.

Cominciamo a parlare della scuola per un oretta buona e io quasi mi dimentico del vento che mi scompigliava  i capelli e mi attraversava la schiena.

 –Che ne dici di venire a casa mia?- mi guarda con un sorriso strano dopo un’altra mezz’ora

-A casa tua? – la mia mente comincia a vagare e sento la sua voce che ripete “A casa mia”.

-Si mi sembri piuttosto infreddolito e poi non c’è un granché da fare - ricomincia a camminare e io lo seguo subito, come un cagnolino. Non potevo farmi scappare questa occasione.

-Va bene, però non ho freddo!-dico io arrossendo un po’ –Se lo dici tu. Dai andiamo non è molto lontano-

Cominciamo a camminare intorno al parco, il vento tira forte, troppo forte per essere solo metà settembre. Io mi stringo alla mia giacca nera cercando di sembrare il meno infreddolito possibile, anche se stavo gelando. Itachi che mi camminava affianco invece, sembrava completamente a suo agio mentre il vento gelido gli sfiora la pelle pallida e bianca come la neve. Di tanto in tanto lo osservo mentre lui guardava dritto davanti a lui con quegli occhi scuri e profondi e rimanevo incantato per qualche secondo, finché anche lui non si girò verso di me e mi fece un piccolo sorriso.

-Siamo arrivati, mio fratello oggi non c’è, è a dormire a casa di Naruto- tira fuori le chiavi e apre il cancello che dava sul giardino di casa sua. Gli alberi che sono nel giardino sono un po’ inquietanti e la casa sembra un po’ mal ridotta, ma appena apre la porta la casa all’interno è completamente diversa, è bellissima sembra quasi un antico castello pieno di quadri e foto di famiglia.

-Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo Deidara?-dice lui togliendosi la giacca e lasciandola su una sedia della cucina mentre io lo raggiungo guardandomi intorno –No non disturbarti, sto bene-

-Nessun disturbo ma se non ti va non importa vieni ti faccio vedere la mia stanza- dice sorridendomi mentre comincia a salire le scale “La camera di Itachi, la camera di Itachi non ci credo” non riuscivo a credere che mi stesse portando in camera sua.

-Eccoci, questa è la mia camera- mi fa entrare e mi fa togliere la giacca –Sei molto ordinato vedo- dico osservando la sua gigantesca stanza che oltre il letto matrimoniale conteneva una libreria piena di volumi giganteschi e fotografie. C’era un pianoforte a coda che occupava una buona parte della stanza –Immaginavo avessi un pianoforte in casa- dico io sedendomi sullo sgabello e premendo un tasto -Mi piace suonare- mi guarda mentre si siede vicino a me e comincia a premere qualche tasto.

–Si vede l’altro giorno che ti ho visto suonare sembravi così preso ed emozionato ma allo stesso tempo sapevi cosa fare- mi lascio prendere un po’ troppo dai pensieri e lui comincia a fissarmi con uno strano ghigno  -C-che c’è? Itachi?- lo guardo arrossendo

-Nulla Deidara è che sei arrossito- dice avvicinandosi al mio viso col suo facendomi arrossire ancora di più –N-non è vero- davvero pessimo sono completamente rosso col viso di Itachi a pochi centimetri dal mio quando mi ricordo di avere il cellulare spento.

-Oh no ho lasciato il telefono spento- si allontana da me ridacchiando e toccando i tasti del piano, io tiro fuori il telefono e lo accendo.

Pieno zeppo di messaggi di Sasori che mi chiede di tornare a casa.

“Ma che gli prende…” mi alzo dallo sgabello e comincio a girare per la stanza leggendo tutti i messaggi e le chiamate perse. Mi avvicino alla libreria e vedo varie foto di Itachi da piccolo con i genitori, col fratello e qualche foto con gli amici, ma resto a fissare una foto in particolare. Itachi e Sasori abbracciati in una foto che poteva avere tre anni al massimo “Com’è possibile… non può essere Sasori insomma, lo odia!”

All’improvviso il telefono comincia squillare ed è Sasori, rispondo immediatamente un po’ stranito per la foto che continuo ad osservare.

-Hei Sasori non sapevo conoscessi Itachi- dico sottovoce

-Che cosa?! Dove sei? Torna subito a casa e non fare l’idiota Deidara- mi dice lui quasi urlando e con una voce strana –Sono a casa di Itachi  e non strillare così-

-…S-sei a casa sua? Mi prendi in giro?-

-No Danna e qui c’è una tua foto con lui, credevo che l’avessi conosciuto quella volta a scuola… pronto? Pronto!-

Mi aveva attaccato il telefono in faccia, era così strano sentire Sasori così agitato.

-Tutto bene Deidara?- mi chiede Itachi alzandosi e avvicinandosi a me –Certo Itachi è solo Sasori che è un po’ strano ultimamente… non sapevo che vi conosceste, insomma quella volta a scuola vi siete presentati-

-Ah si… l’ho fatto per cortesia pensavo che avrebbe fatto qualche battuta e invece si è presentato- ridacchia –E’ sempre il solito imbronciato vero?-

-Sempre e in ogni caso- rido pensando alla faccia imbronciata ma allo stesso dolce di Sasori.

-E tu sei sempre così carino?- dice avvicinandosi ancora di più a me e spingendomi contro la libreria, mentre io divento rosso come un pomodoro e non riesco a spiccicare parola. Mi accarezza il viso con una mano e poggia le sue labbra calde e morbide sulle mie che sono bollenti dall’imbarazzante momento.

Mi bacia prima piano con le sue mani sulle mie guancie bollenti e poi in un modo sempre più passionale con la sua lingua che scivola e cerca di insinuarsi nella mia bocca mentre sento un calore corrermi sul ventre, quando all’improvviso qualcuno bussa con foga sulla porta di casa e sul campanello.

Itachi si stacca da me un po’ rosso, ma sicuramente molto meno di me e sussurrando qualcosa si avvicina alla porta della sua stanza –Andiamo a vedere chi è vieni- lo seguo senza dire una parola ancora troppo scosso e col cuore che va a mille ma cercando di darmi un contegno. Lo seguo fino al piano di sotto e quando apre la porta di casa con mia grande sorpresa vedo Sasori, col fiatone e uno sguardo quasi assassino –Sasori! Che cosa ci fai qui?! Ma stai bene?- dico io avvicinandomi a lui, era così scosso.

Ma che cosa gli stava succedendo.

-Ciao Sasori che bella sorpresa vederti qui, non ci vieni da un bel po’ a casa mia vero?- dice Itachi con un tono un po’ diverso dal suo tono dolce e pacato di sempre.

-Fottiti Uchiha, Deidara vieni per favore-

Mi guarda con degli occhi così penetranti che quasi non mi accorgo che mi sta tirando via per il polso. Mi volto verso Itachi senza parole, ma ormai ci stiamo allontanando attraverso il giardino.

Mi trascina e io sono come in trance.

Mi tiene per il polso fino a che non arriviamo a casa, io non sono riuscito a dirgli una parola e nemmeno lui ha detto niente per tutto il tragitto. Appena arrivati a casa mi ricordo di aver lasciato la giacca a casa di Itachi.

-Ho lasciato la giacca da Itachi- Sasori non dice una parola –Perchè sei venuto a casa di Itachi?- Niente se ne sta solo fermo li davanti alla porta della sua stanza.

-Sasori mi devi una spiegazione, perché in casa di Itachi c’era una tua foto insieme a lui?-

Mi avvicino cominciando ad innervosirmi –Hai perso la lingua? Rispondimi! Non puoi ignorarmi come sempre!- Ho i nervi a fior di pelle. Comincio a non sopportarlo.

-Lasciami in pace Deidara- entra nella sua stanza e chiude a chiave.

-Che ti è successo Sasori? Cos’hai contro Itachi?- mi avvicino alla sua porta e mi ci siedo.

Resto li per parecchio cercando di convincere Sasori ad uscire, ma non mi rispondeva nemmeno e io mi sentivo sempre più strano e confuso.

 

NdME

Oddio mi sembra una vita che non scrivo, è quasi un anno ma fortunatamente  sono tornata.

Spero che questo capitolo vi piaccia! Sono ore che lo scrivo e continuerò a scrivere e ad aggiornare le mie altre fif.

Sono così contenta di essere riuscita a finire questo capitolo anche se è passato troppo tempo quindi spero apprezziate.

Un bacio a tutti!

   
 
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