Storie originali
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Autore: Be A Weasley    20/08/2012    3 recensioni
Una ragazza a cui il suo nome va stretto, il viaggio che aveva da sempre aspettato, l'incontro con un ragazzo dai capelli rossi.
Buona lettura,
Delilah :)
Recensite? Mi farebbe taaaaaanto piacere :3
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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06-12-12.


«Allora, sei pronta per domani?» «Zia, mi stai chiedendo se sono pronta per andare nella città dei miei sogni? Certo che lo sono!» risposi a mia zia con un po' troppo entusiasmo di quello dovuto ma una domanda del genere era inammissibile. Voglio dire, domani sarei salita su un aereo con fermata diretta all'aeroporto di Londra. È da anni che aspetto questo giorno: tutti i miei corsi extra di inglese, tutte le ore passate a memorizzare la corretta pronuncia, tutte le immagini rappresentanti la cara vecchia e uggiosa Londra salvate sul cellulare, tutta la mia completa venerazione verso attori come Hugh Grant, Alan Rickman, Colin Firth, Julia Roberts. E poi, a Londra c'era lei. La mia dea, la donna verso la quale erigerei una statua in oro zecchino se ce l'avessi, Johanne Kathleen Rowling. La mia intera infanzia, la mia adolescenza, la mia vita fino ad ora si basa sui suoi scritti e sui film da loro prodotti! Andare a Londra per me non significava soltanto fare un viaggio, significava passeggiare e visitare posti che persone ben più importanti di me avevano visto. «Bhe, scusa, era una domanda retorica! Domani fatti trovare pronta, passiamo a prenderti alle 5 della mattina, l'aereo non sta ad aspettare noi!» le parole della donna grassoccia al mio fianco mi fecero ritornare alla realtà. Ancora un po' con la testa fra i mille progetti londinesi mi limitai ad annuire e a scrollare la mano in segno di saluto. Appena mia zia chiuse la porta mi abbandonai ad un sorriso, uno di quelli che raramente ti concedi. Salii le scale nel modo più veloce possibile, percorrendo due gradini alla volta e in cameretta mi ripetei mentalmente ciò che già era in valigia e ciò che mancava. -Cuffiette, ci sono. Mp3, c'è. Qualche libro per ingannare il tempo, c'è. Pantofole, ci sono. Pigiama, c'è. Marea di vestiti, ci sono. Spazzolino.. Lo spazzolino!- corsi in bagno, lo recuperai insieme a un tubetto di dentifricio alla menta e tornata nella mia stanza lo infilai nella trousse. -Ora dovrebbe esserci tutto!- con un ultimo sorriso chiusi la valigia e diedi un colpetto al tesserino porta nome ad essa attaccato. "Delilah, 16-11-94, paesino sperduto di provincia, via delle rose s.n.c., Italia" Ah, Delilah è il mio nome. No, non è vero, ma mi piacerebbe che lo fosse, lo trovo a dir poco meraviglioso e mi ispira sensazioni miste di pace e libertà. Ma nessuno mi chiama così purtroppo, tutti mi chiamano col mio vero nome: Sonia. Bleah, mia madre cosa si era fumata prima di sbattere mio padre all'anagrafe con questo nome in testa?
 
"Driiiiiin, Driiiiiin!" la mia mano si mosse meccanica verso l'aggeggio malefico, pronta a spegnerla. Mi alzai dal letto, diedi uno sguardo fugace allo specchio, giusto il tempo di vedere che i miei capelli erano una massa ingovernabile di ricci, e scesi di sotto. La cosa che subito mi saltò all'occhio una volta in cucina fu il giorno di oggi evidenziato più volte di rosso e, sebbene fossi miope, distinsi chiaramente la scritta "LONDON, I'M COMING!". Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. «Ommioddio!» quasi urlai. Mi precipitai in bagno, mi lavai, mi infilai un maglione a righe e un paio di jeans, diedi una scrollata ai miei capelli e presi la borsa con dentro oggetti essenziali come portafogli, borsellino e cellulare. Afferrata la valigia sentii il citofono suonare. «Sono zio, scendi!». Persino il rumore delle ruote del trolley sul parquet mi eccitavano, così tanto da non essermi minimamente accorta della mia famiglia, mia sorella compresa, in piedi di fronte alla porta. «Bhe? Neanche saluti adesso?» disse una donna sulla quarantina, con capelli arruffati e una vestaglia arancione con strani ghirigori sopra. Sorrisi e andai verso di loro, stampando ad ognuno un bacio sulla guancia. «Mi mancherete!» dissi soffocata in un abbraccio paterno. «Bugiarda!» dissero tutti in coro. Risi di gusto, facendo loro la linguaccia. Dopo le ultime raccomandazioni e le varie preghiere di mio padre di portarmi la valigia fuori casa, montai in macchina dei miei zii diretta all'aeroporto. «London, i'm coming!» dissi in un sussurro. «Come, scusa?» domandò mio cugino che a malapena teneva gli occhi aperti. «Niente, niente!» una risatina mi sfuggì dalle labbra mentre, con gli occhi puntati verso il cielo ancora buio, pensavo a quanto speciale sarebbe stato il mio viaggio.


 

SPAZIO AUTRICE*
Ciao! E' la mia prima ff quindi, per favore, siate clementi >.< La storia si svilupperà nel corso del tempo, spero veramente sia di vostro gradimento. Recensite? 
Peace and love,
Delilah <3

  
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