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Autore: Scarlett Carson    20/08/2012    1 recensioni
I nostri eroi tornano insieme a scuola ma c'è qualcosa che deve ancora essere messo a posto per poter vivere tranquilli, è il turno di Kaito disfarsi dell'unica cosa che lo lega ancora a Kid.
spero vi piaccia. :)
Ringrzio anche tutti quelli che hanno recensito la mia prima fic ;) grazie Mille ;)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga The power of Love'
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Capitolo 13. Le ombre si muovono.

 

In quei giorni, l'uomo capì dall'atteggiamento di tutta la scuola che il ballo aveva un tema, un giorno, e delle regole. Innanzi tutto si sapeva che dovevano vestirsi con abiti simili al periodo dell'Ottocento, dovevano portare maschere e il giorno era il 24 dicembre. Ma questo già lo sapeva grazie alle persone che spiava. L'unica cosa che gli premeva sapere era i costumi che avrebbero indossato. Purtroppo quando erano andati da una coppia di loro amici che non sapeva chi fossero, ma poco importava, non aveva potuto vedere nulla perchè le tende dell'abitazione erano tirate, quindi doveva sentire se ne parlavano o vedere il costume e la maschera dell'interessata.

A scuola non ne parlavano molto perchè non volevano farsi sentire, ma poteva pur sempre seguire la ragazza fino a casa. Visto che aveva il permesso. Quel pomeriggio di sabato le seguì di nuovo, visto che tornavano dal quegli amici, ma purtroppo le tende erano sempre tirate “Che razza di abitudine, non vorrei che se ne fossero accorti” si disse l'uomo, ma si disse che era impossibile visto che niente avrebbe potuto far sospettare nulla. Quindi scacciò subito quel pensiero. Decise di aspettare fuori, e dopo un paio d'ore di attesa, finalmente uscirono, li seguì e finalmente la ragazza rimase sola a casa. La spiava da un albero li vicino che dava sulla finestra della sua camera. Per fortuna aveva il balcone e la portafinestra dava un ottima visibilità all'interno della camera, e riuscì a intravedere l'abito che avrebbe portato anche perchè se lo stava provando e apportava delle modifiche. Il ciondolo c'è lo aveva sempre addosso per fortuna e non lo aveva ancora mostrato a nessuno. L'abito era blu con ricami azzurri, molto ottocentesco si chiese dove aveva preso quell'abito favoloso. Poi si ricordò che doveva averglielo dato quell'amica di quell'appartamento anche se non sapeva chi era, si ricordava perfettamente che le ragazze erano uscite con qualcosa in in mano quel giorno, era una grande busta e ora sapeva il contenuto.

Il giorno dopo era riuscito a vedere la maschera che avrebbe portato. Era dello stesso colore dell'abito, ma potevano esserci tanti con la maschera di quel colore così sperava proprio di vedere l'abito e gli sembrava davvero unico. “Facile, anche questa è fatta!” disse tra se. E chiamò il suo capo per informarlo dei dettagli scoperti.

“Dimmi tutto cosa hai scoperto su di lei?”

“Ho scoperto l'abito che indosserà, sono riuscito a scattargli una foto con l'abito addosso e in mano ha la maschera che porterà. Un momento e gliela invio via mail.”

“bene attendo con impazienza” e subito sul suo pc, arrivo la mail. La guardò stupito e meravigliato.

“stupenda, meravigliosa, come mi aspettavo. Quell'abito è perfetto.” disse la voce al telefono.

“Ottimo lavoro. Il 24 verrai pagato e congedato dall'incarico. Sei stato un ottima spia”

“grazie capo. Sono felice di aver fatto bene il mio lavoro.”

“ti chiedo ancora questo, sorvegliala finché non la vedi andare a letto per dormire fino a quella data, mi sono spiegato?” disse lui.

“Certo, è un piacere per me fare tutto questo per lei.”

“Bene” e riattaccò.

Era sera ormai e la vide andare a letto e per quel giorno anche il lavoro era fatto.

Domani era domenica, sapeva che sarebbero tornati li, sapeva anche dopo quanto sarebbe uscita e quindi l'avrebbe aspettata una volta che sarebbe uscita. Ormai aveva rinunciato a guardare all'interno di quell'appartamento ma poco importava, l'unica casa che doveva sorvegliare era quella della ragazza.

Il resto non importava al suo capo e quello che non importava a lui, voleva dire che non era importante e pensando a questo e alla ragazza che ormai era a letto, si diresse a quella che ormai da mesi chiamava casa.

 

Nel suo ufficio al buio, l'uomo aveva stampato la foto della ragazza con il costume in formato A3 e un altra solo in primo piano di modo che si vedesse la gemma e se la mise sulla scrivania, a fianco aveva tutti i fascicoli dei ragazzi suoi amici a scuola e degli articoli sul ladro che tanto voleva avere tra le mani. Di loro ormai non gli importava nulla. Ormai l'unica cosa che gli interessava era la ragazza e Kid che sperava di poter incontrare faccia a faccia un giorno.

Accarezzando la fotografia della ragazza in primo piano con la gemma disse: “Mia dolce Pandora, a breve sarai mia, niente e nessuno potrà separarci e la tua portatrice sarà anch'essa mia, presto sarete tra i miei tesori più belli e importanti e vi nasconderò così bene al resto del mondo che nessuno vi troverà mai, sarete solo mie! Tutte mie!” e la sua risata che si fece sentire per tutto l'ufficio, piena di crudeltà e ambizione perchè presto quello che più voleva, sapeva che l'avrebbe ottenuto in un modo o nell'altro.

  
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