Capitolo 16. Il piano delle ombre.

L'uomo che stava sorvegliando la ragazza da giorni, non notò nulla di sospetto, sembrava che nessuno sapesse nulla della sua preziosa gemma.

Aveva sentito che nella scuola durante il ballo sarebbe stata esposta una gemma e che i sei ragazzi erano interessati a scoprire se quella poteva essere la gemma che cercavano. Peccato che l'uomo sapeva tutto riguardo a quella gemma, il suo capo glielo aveva raccontato quando aveva saputo dell'esposizione.

Sapeva che quella gemma era una trappola per Kid per allontanare dalla vera gemma che cercavano.

Quel giorno seguendo la ragazza aveva notato qualcosa di strano. Si domandò se avesse saputo la verità o se semplicemente erano affari di cuore. Alla fine pensò più alla seconda: “Impossibile che sappia!” si disse e la seguì fino a casa, era sola come sempre.

Mangiava, guardava la tv e poi a mettersi la camicia da notte e andava a letto.

E così anche lui andava via al suo rifugio.

Andò avanti così per settimane, stessa routine a scuola, stesso lavoro al pomeriggio. Al fine settimana si incontravano tutti a casa di uno dei ragazzi, uscivano a fare un giro, passeggiavano e qualche volta c'era anche la misteriosa coppia di amici che si era unita a loro da poco.

Non sapeva dire chi fossero ma comunque non era importante erano amici e nulla di più, e tra l'altro si erano trasferiti da poco quindi non potevano sapere tutto.

Il cellulare squillò. Era ormai dicembre inoltrato, ed era quasi arrivato il giorno stabilito. Il suo lavoro era ormai al termine.

“Allora quali novità dalla ragazza?” chiese la voce.

“nessuna, tutto procede come da piano. La ragazza non credo sappia il peso che porta. E i suoi amici nemmeno lo sanno che gli nasconde di possedere una tale gemma.”

“molto bene, la data è prossima. Il tuo lavoro si concluderà il 24. la spierai quel giorno stesso. L'ultimo tuo compito sarà di confermare che indosserà l'abito e la gemma.”

“certo capo. E poi verrò pagato?”

“Si ti verranno recapitati i soldi al tuo covo. Nessuno saprà di te te lo assicuro”

“Bene. Allora consideri il lavoro già svolto”

“Ne sono certo. So che farai un buon lavoro. Al resto penserò io. Tanto sarò comunque presente al ballo. Da li la gestisco io.”

“si agli ordini” disse lui e la voce riagganciò.

Gli sarebbe davvero piaciuto sapere chi fosse ma qualcosa gli diceva che era meglio non saperlo.

Intanto il pedinamento diventava monotono e decise di sorvegliarla con meno attenzione. Avrebbe fatto solo quello che gli era stato detto verificare che la ragazza avesse tutto al giorno giusto. Il resto poteva anche lasciar stare.

E decise di prendersi del tempo libero. Quella sera sarebbe andato alla festa del maid caffè della sua piccola pedina.