LA FEBBRA 4
by
Crazybulma
"Perchè diavolo Trunks ha saltato gli allenamenti, oggi?"
Bulma sentì una mano serrarle la spalla e la voce di Vegeta, fatta di rabbia e
di fiato ancora caldo, rimbombare nella sala.
Lei non parlò e tenne il viso, una maschera cupa e sofferente, chino sul
tavolo. Allungò verso di lui il braccio, mostrandogli ciò che teneva in mano: un
termometro digitale che segnava i 40 gradi.
Vegeta spostò rapidamente lo sguardo
dall'oggetto alla donna, fissandola in modo interrogativo.
Lei si lasciò sfuggire un sospiro prima di parlare.
"Trunks si è ammalato. Gli ho detto io di restare a letto e saltare gli
allenamenti... Non aveva mai avuto
la febbre così alta, sono molto preoccupata."
"E' colpa tua" Vegeta si piantò le mani sui fianchi e scrutò Bulma da capo a
piedi.
Lei si alzò di scatto, ed esclamò una sola parola incredula "Cosa?"
"E' colpa tua e del tuo sporco sangue terrestre. Se Trunks fosse stato un vero
saiyan, e non un moccioso mezzosangue, non si sarebbe mai preso quella stupida
malattia". Pronunciò quelle parole con calma, ma anche con un tale sdegno che quasi se ne vergognò
subito dopo. Vide le labbra di Bulma muoversi senza parole, ed il suo viso
arrossarsi nell'impeto dell'ira.
Non capì che lei non era arrabbiata con lui, ma con se stessa perchè non trovava
niente di valido da ribattere: quello che Vegeta aveva appena detto, per quanto
crudele, le pareva rigorosamente vero.
"Non puoi pensarlo davvero" disse poi Bulma, quando ebbe recuperato il
controllo di sé. "Nemmeno voi scimmioni siete imbattibili... Ti ricordo che Goku una
volta rischiò di morire per una malattia al cuore! Per un microscopico virus che non
potevate né individuare né sconfiggere con la vostra incredibile forza."
Nel sentir nominare Goku, Vegeta si ritrovò suo malgrado con una smorfia amara
sul viso.
Intanto una piccola sagoma, avvolta nell'ombra del pianerottolo, aveva ascoltato
ogni singola parola, nascosta nel tetro rifugio del buio. E il luccichio delle sue lacrime
rifletté la semioscurità della notte che c'era intorno a lui e dentro il suo
cuore.
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Bulma prese nota della temperatura di Trunks, e mise in ordine sulla
scrivania le diverse pillole che avrebbe dovuto prendere; accanto vi erano una bottiglia
d’acqua ed un bicchiere.
“Vuoi che ti legga qualcosa?”
“Si, se vuoi” disse Trunks, infelice. Aveva la faccia bianchissima e due
occhiaie marcate. Stava disteso immobile nel letto e sembrava molto distante.
Bulma sedette accanto a lui e cominciò a leggere a voce alta un avvincente
racconto di fantascienza, ma si accorse quasi subito che lui non l'ascoltava
affatto, nonostante quel libro gli fosse sempre piaciuto tantissimo.
“Come ti senti, tesoro?” chiese.
“Come prima” farfugliò lui, imbronciato.
Bulma continuò a leggere per conto suo, aspettando l’orario per somministragli
la prossima medicina.
Pensò che presto il bambino si sarebbe addormentato ed invece, quando alzò gli
occhi dal libro, notò che lui la stava guardava fisso, con un’espressione
strana.
“Perché non cerchi di dormire un po’? Quando sarà l’ora della medicina, ti
sveglierò io.”
“Preferisco stare sveglio. Ma se ti sei stancata di stare qua, puoi anche andare.”
Bulma scosse la testa e pensò che il figlio avesse solo un po’ di delirio a
causa della febbre che permaneva alta. Continuò la sua lettura per lungo tempo,
finché non fu lei la prima a scivolare nel sonno. Il piccolo ne approfittò per
sgattaiolare, in silenzio perfetto, fuori dal proprio lettino. Lasciò sua
madre a dei sogni placidi e sereni che lui, quella notte, non sarebbe riuscito a
trovare.
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Trunks sentì le proprie gambe cedere sotto la forza magnetica della gravità. Gli sembrò di non riuscire quasi più a respirare, e il battito del suo cuore era diventato un susseguirsi rimbalzante di brevi contrazioni. Un velo di sudore gelato gli copriva la fronte e cercò di sollevare le braccia per asciugarsi il viso ma la gravità, unita alla debolezza delle febbre, gli impediva ogni movimento.
"Che diavolo stai facendo, Trunks?!"
Il bambino girò lentamente la testa, e fissò terrorizzato la minacciosa figura
di suo padre sulla soglia della Camera Gravitazionale.
"Mi... sto... allenando!" rispose, deglutendo a fatica.
"Ma hai la Febbra, dovresti essere a letto adesso!" lo rimproverò Vegeta,
spegnendo il controller di gravità.
"Papà, non si dice febbra..."
"Osi contraddire tuo padre? Credi di sapere più cose di me, moccioso?"
"No... certo che no..."
Trunks chinò il capo, sfregando lo stivale sul
freddo pavimento della Camera.
"Ed ora spiegami cosa ti è saltato in mente! Sai che non devi entrare in
questa stanza se non ci sono anche io."
Vegeta lo stava fissando con occhi così gelidi che il bambino temette di
ricevere uno schiaffo da un momento all'altro. Si morse il labbro per non
piangere e poi, facendo ricorso a tutto il suo coraggio, disse. "Vi ho sentiti
prima, in cucina... Ti sei arrabbiato con la mamma per colpa mia, perchè oggi
non mi sono allenato". Trunks si obbligò a non distogliere nemmeno un istante lo
sguardo da suo padre e, notando che Vegeta non diceva niente, sentì di dover
continuare a spiegarsi.
"Hai detto che il mio sangue è sporco, e che un vero saiyan non si ammala mai...
Ma io sono forte, papà!"
Vegeta sentì gli occhi inumidirsi di colpo, e l'immagine di Mirai Trunks si
sovrappose per un istante a quella del bambino di fronte a lui. Anche lui, nella
Stanza dello Spirito e del tempo, gli aveva detto quelle stesse parole, con lo
stesso tono di voce insolente e disperato allo stesso tempo.
"Io sono forte, papà!"
Come poteva fargli capire? Come poteva dirgli che lo considerava fortissimo per
la sua età, che era terribilmente orgoglioso di lui, che era l'unica cosa bella
che avesse mai fatto nella sua vita, che gli voleva bene?
"Io voglio che tu sia fiero di me, papà! Voglio diventare un vero saiyan,
proprio come te!" aggiunse il bambino singhiozzando. Desiderava davvero essere
un degno figlio per suo padre, e lo desiderava con la forza, l'intensità e la
malinconia che solo un bambino può avere.
*Spero che non diventerai mai come me, Trunks. Ho fatto troppe cose di cui
non vado fiero, e sarebbe un grave errore prendermi da esempio... Tu sei
perfetto così come sei, capriccioso, onesto, coraggioso... tale e quale a tua
madre!* pensò Vegeta, dandogli la schiena per non mostrargli l'espressione
di sofferenza e rimpianto che le sue parole gli avevano dipinto in volto.
"Vai subito in camera tua!" gli ordinò dopo qualche minuto.
"E vedi di guarire al più presto... ho intenzione di appesantire gli allenamenti non
appena ti sarai ripreso."
Trunks sorrise e annuì energicamente.
Insieme uscirono dalla Camera
Gravitazionale e percorsero lentamente il corridoio, in un silenzio tale che
Vegeta ebbe l'impressione di poter sentire il battito furioso del proprio cuore.
Quando raggiunsero la cameretta di Trunks, la prima cosa che Vegeta vide fu
Bulma addormentata sulla scrivania adiacente al letto, con un libro per bambini
stretto tra le dita. Riaffiorano subito alla mente ricordi di un pomeriggio di
molti anni addietro...
Lui, costretto all'immobilità su di un letto, dopo una tremenda esplosione della
Camera Gravitazionale.
Lei, premurosa e testarda, intenta a prendersi cura di lui giorno e notte senza
mai lasciarlo solo.
"Prendi la medicina e fila a letto. A lei ci penso io..." mormorò verso Trunks,
interrompendo il flusso dei propri ricordi. Poi si chinò a sollevare tra le
braccia la donna terrestre di cui tanto aveva disprezzato il sangue, e di cui
non avrebbe mai più potuto fare a meno.
Pochi minuti dopo la stava adagiando nel proprio letto, ma non fu abbastanza
delicato perchè lei si destò.
"V-Vegeta... Dov'è Trunks? Sta meglio?" mormorò con la voce impastata dal sonno.
"Certo che sta meglio. Lui è mio figlio".
- Fine -
Credo che questo sarà l'ultimo episodio, al momento non ho nessuna idea per una
5° febbra.
Intanto ringrazio tutti coloro che hanno recensito, e in particolare:
ACCHAN: sei sempre gentilissima, e
non mi vergogno ad ammettere che senza i tuoi incoraggiamenti probabilmente non
riuscirei a scrivere nulla di decente. Non te l'ho mai detto ma sono veramente
contenta di averti conosciuta.
LILLY81: Ricevere i tuoi pareri è molto importante per me giacché, come saprai,
ti apprezzo
moltissimo come scrittrice. Ed hai perfettamente ragione quando dici che il mio
Vegeta è un po' troppo *sensuale*; purtroppo molto spesso tendo a renderlo
esattamente COME LO VORREI IO, e da brava pervertita quale sono finisco con
renderlo troppo appassionato, in amore come in guerra.Spero in futuro di
riuscire a correggermi e a migliorarmi.
LILAC: In effetti il filo conduttore della Febbra è stata un'idea un po' folle
che mi è venuta mentre ero tramortita dall'influenza. Ti ringrazio tanto per
aver commentato ogni episodio e sono veramente felice di averti trasmesso così
tante emozioni.
E ancora grazie a TOPY (anche tu pazza per Vegeta? :p Ma mai quanto me!),
HELEAMICACHIPS, SHAVANNA, MAJINANNETTA, LORIGETA, VEGETA83, SOPHIE e
il mio adorato SAMAUN.