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Autore: ooswin    21/08/2012    5 recensioni
può una punizione noiosa e antipatica trasformarsi in un anno da sogno?
Dal capitolo 1
Ho solo inondato una città, ma non l'ho fatto apposta. insomma, può capitare a chiunque, se sei una giovane figlia di Poseidone e non sei affatto brava a controllare le emozioni.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Insomma, ho solo inondato una città!”

 
Stupida, idiota, rompiballedi una sveglia. Le tiro un cazzotto per farla zittire e mi giro dall’altra parte. Non ho nessuna voglia di alzarmi dal letto,  lavarmi, vestirmi e andare a scuola. Per il primo giorno di scuola. Nella mia nuova città.  Dove non conosco assolutamente nessuno. Dove non so orientarmi. Dove non sarei mai voluta venire. E il motivo principale di tutta questa ripugnanza per Londra, che è una città bellissima, sta principalmente nel fatto che qui non c’è la mia migliore amica. Perché la mia migliore amica è mia cugina e anche se in teoria sarebbe potuta venire, in pratica suo padre non gliel’ha consentito.  Altrimenti che punizione sarebbe stata? Che poi, a dircela tutta, neanche avessi fatto chissà cosa. Ho solo inondato una città  - che poi la città in questione sia New York è solo un dettaglio -  ma non l’ho fatto apposta. Insomma, può capitare a chiunque, se sei una giovane – si fa per dire – figlia di Poseidone e non sei affatto brava a controllare le tue emozioni. E quindi, eccomi qui a sospirare rassegnata, tirare via le coperte ed alzarmi. Tiro fuori il mio I-Pod
  - regalatomi clandestinamente da mio cugino, nonché amico di sempre/barra rompiballe cronico, Apollo (il dio della musica, già..) -
  e metto a tutto volume il primo album che mi trovo davanti mentre vado in bagno e poi m’infilo sotto la doccia. Coldplay, A Rush of Blood to the Head. Mica male questa musica mortale.
 
Chiasso, confusione, casino.  Questo è solo uno dei motivi per cui ho sempre preferito prendere lezioni da Atena invece che andare alle scuole pubbliche di New York. Private no, perché mio zio aveva avuto la brillante impressione – azzeccata, peraltro – che il mio carattere impulsivo e l’arroganza dei pupilli della società americana non sarebbero andati d’amore e d’accordo al fine  di una convivenza pacifica. La prima campanella suona e appena le porte si aprono io mi avvio verso la segreteria per farmi dare il modulo, la chiave dell’armadietto e altre  467464564 cose che non mi è dato sapere ma che è importante dare ai professori. Come se ne dimenticassi qualcuna succedesse qualcosa. Basterebbe uno schiocco di dita e.. ah, no, aspetta. L’annullamento del mio potere sulla Foschia fa parte della mia punizione. Maccheppalle. Mi fiondo verso il mio armadietto il più velocemente possibile o potrebbero cadermi tutte e due le braccia per quanta roba sto portando; perché ovviamente oltre alle 567885345 cose che la gentile signorina (sì, quanto una manticora infuriata) con il sorriso sincero (come quello delle sirene quando ti stanno per affogare) e la voce dolce (come quella di mia madre quando torno alle 3 di notte da un festino sull’Olimpo) alla segreteria ha scaraventato (sempre molto gentilmente) fra le mie braccia, ho anche 2342461345 libri dentro la borsa appesa alla mia spalla. Sìì l’armadietto! È un miraggio? Armeggio con la chiave e quando finalmente riesco ad aprirlo mollo dentro la  roba e mi lascio scivolare a terra, sfinita. «Tutto bene?» mi chiede una voce gentile, prima che una mano bianca compaia nel mio campo visivo. «Sì, grazie» sorrido allo sconosciuto – e che sconosciuto! – accettando il suo aiuto e alzandomi. Capelli castano chiaro, occhi color del mare, corpo asciutto e leggermente muscoloso. «Sicuro di non essere figlio di Apollo?»  mi lascio sfuggire. Insomma, è identico! «Come?» chiede spiazzato. Certo pure io, che vado a fargli queste domande.. mi schiaffeggio mentalmente. «Io sono Lily» mi affretto a dire, cercando di recuperare. «Louis» mi sorride. «Sei nuova? Non ti ho mai vista»«Sì. Sono arrivata l’altro ieri da New York.. sai il lavoro dei miei..» rispondo mentre ci incamminiamo per i corridoio. Intanto lancio un’occhiata all’orario: prima ora-Epica greca. Potrebbe andare meglio? «Che corso hai in prima ora?» domanda sbirciando l’orario da sopra la mia spalla. «Epica, quarto anno»
«Allora ci vediamo in mensa, magari, io adesso ho letteratura e se arrivo in ritardo la Brown mi spenna! Ciao rossa» gli sorrido e lo saluto con la mano. Era simpatico.
Risse e prepotenze fra gli studenti. Ecco il secondo motivo per cui non sono mai voluta andare a scuola dopo le elementari. Al centro del corridoio della mia classe c’è un capannello di gente che guarda due armadi pestare un ragazzo. Io non sopporto le prepotenze immotivate. Non sopporto la gente che sta a guardare le prepotenze immotivate senza fare niente. Per cui mi faccio spazio tra la folla e raggiungo i tre al centro. Il ragazzo non sembra messo tanto male, forse perché è appena iniziata o perché non è proprio un pappamolle. Picchietto il dito sulla spalla dell’Armadio n.1, che sta per dare un pugno al ragazzo mentre l’Armadio n.2  lo tiene fermo. Lui si ferma e si gira, incredulo. «Smettila» gli dico tranquillamente. Lui si riprende subito e mi rivolge un sorriso sbruffone. «Ah si? E perché dovrei farlo? Chi me lo impedisce?» strafottente e arrogante. Inizia a salirmi la rabbia. Ho già detto che non sopporto i prepotenti? «Io» la mia voce è carica di una rabbia fredda, gelida come il mare in tempesta. «E come pensi di fare, visto che sei alta un metro e un tappo e la tua forza non è neanche un terzo della mia?» stupido cretino. Ho più forza e potere io nella punta del mignolo che tu in tutti i muscoli che ti ritrovi. Come al solito quando sono arrabbiata, sprigiono potere. Sembro più grande e più alta, e tutti – tranne i più idioti, come l’ebete che ho davanti – si sentono in soggezione. Mi avvicino al suo orecchio alzandomi sulla punta dei piedi e gli sussurro «posso batterti con un dito solo, se voglio» lui, per tutta risposta, si fa una sonora risata. Non provare a picchiarmi, potresti pentirti sul serio.. Perché, sai, dopo che hai passato gli ultimi 12 anni ad allenarti con Ares e Artemide per combattere i mostri dei miti che hanno una voglia matta di ucciderti solo perché si annoiano, beh, non è che ti trovi completamente impreparata davanti ad un tipo palestrato e con i muscoli pompati. Quindi,  quando prova a rifilarmi un pugno (con l’angolazione sbagliata, peraltro) gli afferro il polso senza troppi problemi e lo rigiro facendolo restare incastrato. «Non ho neanche un terzo della tua forza, eh?» gli bisbiglio, mentre  lo prosciugo un po’ dell’acqua che ha all’interno dei muscoli, facendo diminuire notevolmente la sua potenza. Poi lo spingo per terra. «Patetico» dico con sufficienza  «tu, e quell’altro là» aggiungo poi, girandomi verso l’Armadio n.2  «Beh, cosa aspettate tutti quanti? Lo spettacolo è finito, vigliacchi.» Piano piano la folla si disperde e i due armadi se ne vanno a smaltire l’umiliazione prendendo a pugni le porte dei bagni delle ragazze. Per gli dei, che passatempi idioti. «Tutto bene?» chiedo al ragazzo, ormai l’unico rimasto. «Sì, grazie.» dice sorridendo. Che belle fossette carine che gli vengono quando sorride. E ha dei riccioli bellissimi. E degli occhi ipnotici. Verdi, come i miei. Ma i suoi sono dello stesso colore dello smeraldo, verdi e puri. I miei sono verdi e tempestosi, come il fondale marino in un giorno particolarmente ventoso. E i suoi sono bellissimi. Mi incanto a guardarli, con un sorriso da perfetta idiota stampato sulla faccia. Lilian, santi numi, finiscila di fare la cretina! È solo un mortale! E che mortale.. «Se non fosse stato per te adesso sarei una pappetta di Harry Styles» dice in tono leggero. Quindi il mortale mozzafiato si chiama Harry.. «A proposito, come hai fatto? Bruce non è precisamente una piuma» la sua voce mi riporta bruscamente alla realtà «Eh? Oh, niente di che, a New York c’era di molto peggio..» affermo ancora un po’ persa nel mio mondo fatato, in cui io e quell’Harry stiamo facendo cose molto poco caste sul letto di camera mia. Se mi sentisse Artemide.. «E comunque, come mai Armadio 1 e  2 volevano picchiarti?» chiedo, incuriosita.  «Armadio 1 e 2?» ripete, divertito.  «Aspetta,  che materia hai adesso?» lo interrompo. «Epica con McFarren, del quarto anno.»
«Allora siamo insieme. Comunque, perche' volevano picchiarti?»
«Oh beh.. Loro sono i popolari della scuola, sai.. capitani di football e tutto il resto ma.. Ehi, io sono quello figo» gli lancio un'occhiata in tralice e lui scoppia a ridere. Intanto molliamo le borse e ci sediamo all'ultimo banco vicino alla finestra. Che bell'arietta che c'è.. Un colpo di vento entra, fa volare alcuni fogli, mi scompiglia i capelli - che diventanto un nodo unico - e mi sibila all'orecchio "carino il ragazzo". È ufficiale. Eolo morira' fra qualche ora. Ah no, aspetta. Eolo è immortale. Perche' devo complicarmi la vita essendo una semidea? Perche'? «Vaffanculo, Eolo!» Sbotto irritata. Ma sono idiota nel cervello? «Cosa?» Chiede Harry, un attimo scioccato «Niente, ho detto, ehm.. "Che bel pendolo!"» esclamo indicando un orrendo pendente di ferro attaccato ad un chiodo sul muro dietro la cattedra. «È un crocifisso» mi risponde perplesso Harry. Cro-che? «Oh, è, uhm, molto bello.. A che serve?» Lui mi guarda strano «Che ho detto?»
«Non sei cristiana?» chiede. Cristiana? Ah, aspetta la strana religione dei mortali in questo secolo.. Facevano meglio a continuare a credere negli dei ma vabbe'. «No, io sono.. » Com'è che si diceva? Ah si. «Atea. Sono Atea» che poi non è vero. Negli dei credo. Anche perche' se non ci credessi penserei di essere veramente nata sotto ad un cavolfiore. «Comunque io sono Harry, Harry Styles» dice sorridendo. «Lily»
«Lily.. Bel nome. E poi?» Oh merda. Mi sono dimenticata di chiedere il mio cognome. Impreco in greco antico.

MYSPACEYEAH
buongiorno gente! allora come potete vedere Lily non è una ragazza normale, anzi! ovviamente non ha un cognome, perchè non mi sembra che Poseidone ne abbia uno, e la madre che è una nereide neanche. occheeei (?) detto questo me ne vado, se c'è qualcosa di poco chiaro scrivetemelo e mi raccomando RECENSITE bye bye
   
 
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