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Autore: MartaAka97    21/08/2012    1 recensioni
-Dimitri, Attento!-urlò Whilliam. Veloce come una saetta corse verso la creatura che stava per uccidere il suo amico. Girò su se stesso e con un solo e secco colpo di spada, tagliò la testa a quell'essere. Guardò il suo Capitano, ma si accorse di una cosa: Dimitri era una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani e limpidi occhi color del mare.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14. Una dura verità Era seduta sugli scogli. Andrew e Debora le avevano raccontanto tutto quello che le era successo da dove non si ricordava.
Aveva scoperto di aver "fatto prigioniero" questo Whilliam, un ragazzo sicuramente Zephyriano che era sopravvissuto all'attacco della Vergine Bianca, quattordici anni prima.
L'avevano portato sulla nave per fare il mozzo, ma non per pietà, nè per gentilezza: lo avevano fatto solo perchè molto probabilmente questo "Whilliam" era il fratello di Debora.
Ma la cosa che più l'aveva sconvolta era stato scoprire che lei era innamorata di questo ragazzo. E a sentire il fratello e la sua amica, lo amava. Lo amava davvero.
Aveva pianto. Aveva pianto perchè non sapeva come comportarsi ora. Non ricordava niente e sfortunatamente molte cose le aveva scoperte lei e non le aveva dette a nessuno. Erano di nuovo punto e a capo.
Avrebbe dovuto sperare. Sperare che i ricordi sarebbero tornati da soli.


-Cosa facciamo Andrew?- chiese preoccupata Debora.
-Cosa vuoi fare? Si potessero impiantare i ricordi lo farei subito - rispose scorbutico il biondo.
Debora sospirò. Erano lì seduti al tavolo della casa del porto. Quel pomeriggio il Sole era oscurato da un manto di nuvole nere, che non promettevano nulla di buono. Il vento entrava dalla finestra e muoveva alcuni dei fogli dentro i libri.
Erano lì appoggiati sul tavolo: quella decina di libri era tutto quel che rimaneva delle testimonianze del popolo di Zephyro.
Quella sera di quattordici anni fa, la Vergine aveva fatto piazza pulita di tutto e di tutti. Tranne loro due.
Perchè aveva risparmiato due bambini, ma aveva ucciso un popolo intero? Perchè li aveva marchiati? A che scopo?
Erano state le tre domande che la perseguitavano da una vita.
-Debora non fare quella faccia ... sai che non ce l'ho con te- disse Andrew pensando di averla offesa.
-Cosa? Ma no! Stavo solo pensando- si giustificò la ragazza.
-A che cosa?-
Stette in silenzio.
-Andrew, per favore? Puoi dirmi cosa hai scoperto in quei libri? So che sei riuscito a tradurli, o almeno in parte...-
Lui la guardò con uno sguardo dispiaciuto.
-E va bene. Ti dirò tutto quello che so-


Le aveva detto quello che aveva scoperto: di Nhadine, sua madre, dell'attacco della Vergine Bianca e dell' "Amore del Destino" che avrebbe legato due dei quattro discendenti del pirata e della Regina.
Era rimasta in silenzio, con lo sguardo fisso nei suoi occhi. Il giallo era intenso e quando le aveva parlato della madre, si accorse che una velatura di lacrime le avevo coperto gli occhi, ma fece finta di nulla per non peggiorare la situazione.
Alla fine del racconto erano stati in silenzio per qualche minuto. Poi fu la ragazza a prendere l'iniziativa:
-Quindi... Due di noi quattro, cioè i marchiati dalla Vergine, siamo legati da un amore voluto dal destino che servirà a far morire la Vergine.- riprese fiato - Quindi supponendo che tu abbia tradotto tutto bene, se è vero che Alice ama davvero Whilliam e Whilliam ama davvero Alice, quei due legati da questo "amore" .... - non finì la frase
-Già .. saremmo io e te...- concluse il biondo.
Lei sospirò rumorosamente e iniziò a fissare il pavimento.
Debora iniziò ad accarezzare il diario che una volta era appartenuto alla madre. Lo aprì e cercò di leggere qualcosa, poi scoppiò in lacrime.
-Perchè io non ci riesco?! Perchè!? Ero più grande di Whilliam e sapevo già leggere e scrivere, perchè adesso non ce la faccio più!?- disse disperata
Andrew si alzò e l'andò ad abbracciare.
-Sai Debora... Molto probabilmente quella notte la Vergine ti ha portato via qualcosa. A tutti e quattro è stato portato via qualcosa. A quanto ho capito, Whilliam non si ricorda la sua terra natale e la sua famiglia. Tu non riesci più a leggere e di conseguenza a scrivere nella tua lingua. Alice non ricorda più cosa successe la notte in cui morì nostro padre ...- smise di parlare. Non ce la faceva. Non riusciva a dirlo.
La ragazza si scostò dal suo petto e guardandolo in lacrime, chiese:
-A te cos'ha portato via la Vergine?-
La guardò negli occhi. Poi finì:
-Io non riesco più a ricordarmi nè il volto nè il nome dei miei genitori-



Era rientrata. Aveva cominciato a piovere e non voleva prendersi un malanno.
Andrew e Debora avevano già iniziato a preparare da cena e così si limitò ad apparecchiare.
Mangiò in silenzio, mentre ascoltava il fratello e la mora che parlavano di un posto chiamato Zephyro e altri nomini strani e altisonanti.
Cercava in tutti i modi di ricordarsi il volto di questo Whilliam. In base alla descrizione che le avevano fatto Andrew e Debora, doveva assomigliare in un modo impressionante alla ragazza.
Si sforzava in tutti i modi. Ad un certo punto lanciò il cucchiaio nel piatto e si strinse le tempie nei pugni.
-Avanti! Avanti! Avanti!- urlò disperata Alice.
-Smettila così ti farai solo del male!- le disse Deb.
-Avanti ... - finì con un filo di voce la bionda.
Quando ormai stava per perdere le speranze e rinunciare a combattere contro la sua memoria, una fitta terribile alla testa le bloccò il respiro per qualche secondo, dopodichè svenì.

Si risvegliò poco dopo, era ancora sdraiata sul pavimento e Andrew le teneva il viso tra le mani.
-Alice stai bene?- chiese preoccupata il fratello.
-Si ora mi ricordo tutto. Sia di quella notte di quattordici anni fa, sia quello che è successo negli ultimi quattro mesi- affermò la bionda.
-Anche di Whilliam?- fece Deb.
-No... il suo viso non riesco ancora a ricordarlo-
-Senti. Cosa ti sei ricordata di quella notte?- disse sviando il discorso Andrew
-Tutto. La nave di papà salpò. Io e te eravamo sul molo. Tu hai iniziato a piangere sei scappato nel bosco. Io ero rimasta lì a vedere la nave che prendeva il largo e qualche minuti dopo il nostro paese era avvolto dalle fiamme. Non feci in tempo a girarmi di nuovo verso il mare che vidi che anche la nave era avvolta dalle fiamme, ma quelle erano fiamme azzurre.- fece una pausa e si mise a sedere. Andrew e Debora la stavano ascoltando con il fiato sospeso.
-Io ti avevo seguito nel bosco e finalmente ero riuscita a trovarti. Eri steso a terra in mezzo a una pozza di sangue. Stavo per venirti a salvare, quando una creatura mostruosa, un cane gigante e scheletrico mi si parò davanti e mi spinse contro un albero, facendomi rompere un braccio. Si reggeva sulle zampe anteriori, un po' come le scimmie quando camminano, ma era gigantesco: solo in quella posizione sarà stato alto almeno due metri, se non di più-
-E poi?- chiese il biondo
-E poi apparve Lei. Era lì, fra te e me. Quel bestione le si avvicinò e si sedette ai sue i piedi. Lei iniziò ad accarezzarlo e pochi secondi lui si dileguò in un fumo nero. Non so cosa fosse quella creatura, ma sicuramente era un demone della Vergine. Avete presente ? Una specie di demone preotettore dello spirito. Ogni spirito ne ha almeno uno. Ma il punto non è questo.-
I due rimasero in silenzio senza dire una parola.
-Ragazzi devo confessarvi una cosa... Mi dispiace non avervela detta prima, ma ho preferito non mettervi in mezzo- si scusò Alice
-Avanti diccela ora, ormai ci siamo dentro fino al collo- disse Debora, parlando per entrambi.
-Sulla nave ho scoperto una stanza segreta. Molto probabilmente è la stanza dove nostro padre prima di morire aveva intrappolato la Vergine Bianca, sperando che morisse lì insieme a lui, invano. Lo Spirito, credendo anche lei di morire in quella stanza buia e lugubre scagliò una maledione sulla nave ...-
-E tu sei riuscita a scoprire cosa dice la maledizion?- chiese il fratello.
Alice annuì.
-Bene, allora raccontala- ordinò la mora.




Aveva camminato per ore insieme a quella donna che per adesso era la sua unica ancora di salvezza: Lei a differenza di lui, sapeva tutto su il suo passato e se n'era accorto. Quella donna aveva un segreto che stava ben attenta a non dire. Perchè? Non lo capiva.
-Senti... Tu sai qualcosa su il mio passato vero? Intendo sul "pezzo di passato" che mi sono dimenticato- fece il moro, mentre spostava una grossa foglia di pianta Nheros. Quella foresta era piena di alberi e piante che nel mondo dove aveva sempre vissuto, o che almeno si ricordava, non esistevano.
-Perchè dovrei? Ti ho trovato svenuto e ho pensato avessi bisogno del mio aiuto, tutto qui- improvvisò la Vergine.
-Si certo, come no. Intanto sapevi che sono uno zephyriano e che conoscevo questa Alice, anche se tu non lo hai voluto ammettere- controbattè Whill.
La Vergine si fermò e dopo essersi girata verso il ragazzo lo spinse contro un albero e lo afferrò per la gola. I suoi occhi divennero bianchi e la sua carnagione impallidì in un modo impressionante. I capelli si tinsero di un rosso sangue e la donna divenne scheletrica
-Che t'importa Whilliam?- chiese posseduta, la donna -Tu hai detto che mi aiuterai vero? Lo hai giurato- continuò mentre la mano stringeva sempre di più il collo di Whill.
Lui fece cenno di si e Lei lo lasciò cadere a terra. Tossì più volte e quando la guardò, vide che era tornata normale e lo stava guardando con faccia preoccupata.
-Ehi Whilliam ti senti bene?- disse
Le si scaraventò a dosso e dopo avergli bloccato le braccia le urlò:
-Secondo te sono stupido?! Eh!? Pensi che avresti potuto ingannarmi?! Lo so che non è stata una visione! Io so cosa sei!-
La vergine smise di fingersi spaventata. Iniziò a ridere di gusto e dopo aver preso fiato disse di rimando al moro:
-Certo che no. Altrimenti perchè ti avrei ingaggiato per uccidere quella ragazza?- fece una paura. Riuscì a liberarsi dalla presa e allontanandosi dal ragazzo, fece qualche passo per poi rigirarsi e aprire la scollatura del vestito, per far vedere una piccola cicatrice a forma di "X" sul petto all'altezza del cuore.
-La vedi questa?- chiese
Il moro annuì.
-Vedi è un giuramento che ho fatto. Quando uno spirito fa un giuramento non può più liberarsi. E io ho giurato che mi sarei vendicata. Mpf! Fortuna che ho tralasciato il modo. Ma questo c'entra poco. Sai perchè te lo sto spiegando Whilliam?- fece maligna.
-No.-
Si avvicinò al ragazzo. Piano, piano gli sbottonò la camicia, e dopo avergli accarezzato il busto, si fermò sulla cicatrice.
-Questo è un giuramento che hai fatto Whilliam. Se tu non ti attenessi a questo giuramento, perderesti la vita. Te lo ricordi qual è?-
-Beh ... Ho promesso che ti avrei protetta da questa "Alice" che vuole ucciderti. - disse lui.
-Ahahahahahah! Ma certo, non te lo ricordi!- sghigniazzò la donna.
-Che c'è da ridere! E' questo che mi hai fatto giurare poche ore fa!- sbraitò il moro, rosso in viso.
-Quella era un stupidaggine, Whill. Quello che tu hai giurato, esattamente quattordici anni fa è stato di "Vendicare la tua gente" . Dopodichè mi hai tirato un coltello- spostò la spallina destra del vestito, mostrando un'altra cicatrice  -E sei svenuto. Tua sorella piangeva disperata, un po' per il dolore e un po' per la paura che tu fossi morto- finì la Vergine, con un sorriso sulle labbra.
-Mia .. sorella?- il moro impallidì.
-Si tua sorella. Quella "Debora" che a te non dice nulla. E' tua sorella. E vuoi sapere una cosa?- fece velonosa la donna.
-Alice è la ragazza che ami.-
  
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