Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Alex_Horan93    21/08/2012    1 recensioni
Perchè nei ghetti più oscuri di Londra poteva nascondersi qualunque cosa.
Ma questo lo avrei capito più tardi.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

     

Katherine
 I walk a lonely road
The only one that I have ever known...
Mi sveglio con Buolevard of Broken Dreams, dubitavo che qualcuno avrebbe potuto svegliarmi dallo stato di coma in cui mi ritrovavo qualche minuto fa, ma cosa c’è di meglio che iniziare una giornata con i Green Day... perché ho attivato questa stupida sveglia? Il volume continua ad alzarsi man mano che il tempo passa, ma non ho il controllo dei miei muscoli quindi, per quanto mi stia sforzando di alzare il braccio e spegnere la sveglia non riesco a muovermi se non di qualche centimentro; alla fine, con uno sforzo immane riesco ad alzare la mano per raggiungere il telefono, ma una mano grande e calda la scosta e toglie la musica.
 Okay, missione 2: alzare la testa e capire di chi sia quella mano... anche se un’idea già me la sono fatta...
 “Buongiorno Katty! Sono le undici e mezzo, forse dovresti alzarti” mi dice tutto contento, poi apre le tende e spalanca sia finestra che balcone “Un po’ di luce non può farti altro che bene!”. Non so perché, ma questa situazione mi ricorda qualcosa, e il fatto che stia guardando divertito la scena in cui io sono mezza morta di sonno su un letto mi fa venire voglia di vendicarmi di lui... anche questa sensazione non mi è nuova però.

 Zefiro
 Osservo divertito la scena di Katherine che mi lancia sguardi assassini dal cuscino sotto il quale ha nascosto la testa, mi ricorda quando eravamo piccoli e io le facevo sempre i dispetti, so che in questo momento sta architettando la sua vendetta e so anche che per me non sarà per niente piacevole... l’ ultimo anno in cui eravamo insieme, lo stesso in cui me la portarono via, le avevo fatto lo stesso scherzo e lei mi aveva la colla al posto della crema che mettevo solitamente nei capelli per non farli schizzare a destra e sinistra, poi sia i miei che i suoi genitori ci avevano sgridati, ma quando siamo rimasti io e lei siamo scoppiati a ridere.
 “Zefiro...” dice con la voce di un assassino psicopatico che escogita il prossimo omicidio “Io. Ti. Uccido!”. Io continuo a guardarla, è semplicemente adorabile quando è arrabbiata, sembra un cucciolotto incavolato, il che mi ha sempre fatto ridere; ora vederla con i capelli spettinati e un cuscino in testa è esilarante tanto quanto la sua espressione. Stavolta sono io a scoppiarle a ridere in faccia.
 “Abbassa la voce! C’è mia mamma nella camera affianco” mi sibila contro.
 “ Tranquilla...” riesco a malapena a dire tra una risata e l’altra “è uscita mezz’ora fa per andare in centro...”. Riesco a stento a finire la frase, poi continuo a ridere, mi sento un peso in meno sullo stomaco... ma quanto durerà? Sono certo che dopo quello che le dirò non vorrà più saperne di me, in fondo io non ho impedito ai suoi genitori di portarla via da me; ma questi complessi mentali non riescono comunque a smorzare la felicità del momento.
 “Ma certo, ridi pure finchè puoi, tu hai i giorni contati.”. E questa sarebbe una minaccia? Si gira dall’altra parte stizzita dandomi le spalle, e io rido ancora più forte; mi è mancata in tutto questo tempo, mi sono mancate le sue espressioni irritate e i suoi “insulti” (se così si possono chiamare, avevamo quattro e sei anni in fondo) quando le facevo un dispetto, soprattutto mi sono mancate le sue risate, quelle che facevamo ogni volta che i nostri genitori ci lasciavano da soli dopo averci sgidati... mi mancava assolutamente tutto della mia Katherine.

 Katherine
 Sento lo sguardo di Zefiro sulla schiena, ha smesso di ridere ma non smette di fissarmi... vorrei girarmi e chiedergli cosa vuole ma ho paura di guardarlo negli occhi, mi deve delle spiegazioni e lo sa.
 Mi alzo dal letto, rendendomi conto troppo tardi di essere mezza nuda, con indosso il mio “pigiama” fatto di un paio di pantaloncini mooolto corti e una canottiera che lascia poco all’immaginazione, esattamente la roba che avevo ieri sera, ma adesso è diverso perché uno: siamo in camera mia; due: in casa non c’è mia madre e tre... mi sta guardando con occhi tutt’altro che indifferenti, come mi era sembrato ieri sera.
 “Katherine, vai in bagno e cambiati, non vorrei approfittare della situazione...” dice deglutendo e divorandomi con gli occhi finchè non entro in bagno e mi chiudo la porta alle spalle.
 Mi  appoggio alla porta, ho il viso rosso come un peperone, l’irritazione per quello che è successo prima è totalmente oscurata dalla rabbia che provo adesso... ma chi si crede di essere? “Non vorrei approfittare della situazione”?! Che sbruffone antipatico, non posso credere di essere mai stata sua amica, io non ho mai avuto amici del genere, magari prima non era così... uff, sto impazzendo!
 Vado sotto la doccia, proprio quello che mi ci vuole per riprendermi dalla specie di dialogo che ho avuto con Zefiro.
 Certo, è bello e, sotto certi punti di vista, simpatico, ma davvero crede che schioccando le dita cada ai suoi piedi? Bè, forse lo farei... ma che diavolo mi prende?! Ho deciso, esco dalla doccia e gli chiedo spiegazioni , preferibilmente a distanza di sicurezza... sai com’è... non ho ancora capito con chiarezza cosa sia successo ieri sera, ma Zefiro non mi è sembrato troppo contento di quello che ho fatto, anzi, sembrava fosse arrabbiato...
 Esco dalla doccia e mi avvolgo nel soffice asciugamano che ho preparato come sempre sopra i vesti... un attimo, dove sono i vestiti?! No, no, no! Quando sono uscita da camera mia, diretta al bagno, nella fretta non ho preso i vestiti, il mio pigiama ho pensato bene di metterlo a lavare, così, se Zefiro viene un’altra volta, non mi trova conciata in quel modo... e ora dovrei andare di là, con solo un asciugamano addosso e fare finta di niente con lui che mi guarda come un maniaco pervertito... oppure potrei chiedergli di portarmi la roba davanti al bagno con l’eventualità, anzi, la sicurezza che veda le mie assurde mutandine di Minnie e Paperina o le magliette de “I Soliti Idioti” comprate in Italia...
 Meglio rischiare, preferisco subirmi il suo sguardo addosso che l’umiliazione che proverei se vedesse QUELLA roba!
 Prendo un respiro e apro la porta del bagno.

 Zefiro
 Katherine scappa in bagno, è rossa come un peperone, forse non avrei
dovuto dirle quella frase, ma è la verità... be’, il fatto di essere stato il suo migliore amico quando era piccola e ritrovarmela davanti ora, cresciuta e semplicemente meravigliosa... non riesco più a vederla come una sorellina a cui badare, vedo solo una bellissima ragazza dagli occhi castano intenso e... meglio non scendere nei dettagli.
 La verità è che oltre alla paura di saltarle addosso (mettere un pigiama con dei pantaloncini un po’ più lunghi?!) volevo anche lasciarle i suoi spazi, quindi le ho detto di muoversi ad andare a cambiarsi e... be’, la più vera delle due è la prima, al solo pensiero di noi due... ho le guance in fiamme, mi sto comportando come un maniaco.
 Faccio un giro veloce della camera con lo sguardo, non ha nemmeno una foto o una qualunque cosa avrebbe un’adolescente in camera, è una camera da persona adulte se non fosse... -.-‘ la camera più disordinata del mondo. Almeno in questo non è cambiata.
 Mi dirigo verso l’armadio e apro un cassetto a caso, trovo l’intimo... ma che diavolo?... Faccio per richiudere il cassetto con il viso rosso quanto, se non di più, quello di Katty qualche minuto fa, ma vedo delle mutandine di aspetta... PAPERINA?! Cerco di sopprimere la risata ma poi ricordo che nella fretta di sfuggire al mio sguardo Katty non si è presa la roba da vestire.
 Acchiappo un paio di pantaloncini, una maglietta e dell’intimo e formo una piccola montagnola davanti alla porta, in quel momento il portone chiudersi e l’abitazione si riempie del nauseante odore dolciasto della madre adottiva della mia Katty, corro in camera sua e scrivo velocemente un biglietto, le devo delle spiegazioni e Hide Park, di notte, era un ottimo luogo in cui parlare tranquillamente di ciò che Katherine era... e non era.
 Lo metto in cima alla pila di vestiti e corro fuori dalla camera per poi saltare dal balcone e andare a fare... mmh “shopping”?

 Katherine
  Hide Park
    22.30 
   Rose Garden
                       Zefiro
 

"Spazio autrice! ^.^" "No.... -.-'"
Hello people! Sono riuscita a trovare una connessione ^.^... e quindi pubblico!!! Spero di non essere troppo fastidiosa con questa sottospecie di storiella...Devo dire che una delle mie migliori amiche... tale Hope_1999 ... ha scritto una storia che chiunque sia un fan di Licia Troisi vorrebbe leggere... e mi è stata di un aiuto inimmaginabile quindi la ringrazio nuovamente. Grazie, grazie, grazie anche a ZephyrSelyne per le recensioni che, pultroppo ho visto da poco... quindi oltre al grazie anche SCUSA!
Spero che il capitolo piaccia a qualcuno...
Al prossimo capitolo
                      Alex XP 
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Alex_Horan93