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Autore: VidelTitania94    21/08/2012    5 recensioni
La battaglia contro Majin Bu si è conclusa e tutto è tornato alla normalità. Videl e Gohan sono amici più che mai,ma forse l'essere semplici amici a loro non basta.
Piano piano aggiungerò gli altri capitoli c:
Questa è la mia prima FF e tutti i consigli sono ben accetti!
Hope u like it!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il sole splendeva alto nell'azzurro cielo di Satan City e stava filtrando nella camera di Videl che stava ancora dormendo.
Il calore di quest' ultimo si appoggiò sul suo viso,illuminandolo.

Videl strizzò gli occhi e si svegliò dolcemente. Si stiracchiò e si levò dal letto,in cerca della sua vestaglia,che trovò appesa all'attaccapanni antistante al letto. Non faceva altro che pensare alla sera prima.

-Oh Gohan..- sospirò sedendosi sul bordo del letto,esattamente dove lui si era seduto e passò una mano fra quelle lenzuola che avevano assistito alla loro chiaccherata,che avevano accolto le lacrime di Videl e che si erano lasciate strapazzare dalla forte mano di Gohan.
La giovane chiuse gli occhi e inspirò profondamente cercando il profumo del ragazzo. Per un attimo aveva avuto paura che tutto fosse stato un sogno,un meraviglioso sogno,ma per fortuna non era così,infatti con le mani creò una leggera pressione sulle braccia e si rese conto che le facevano un po' male.

Era la forza del suo abbraccio.

Un enorme sorriso apparse sul suo viso e il suo sguardo si rivolse verso la finestra che era stata aperta per tutta la notte.

Videl era ancora immersa nei suoi pensieri quando qualcuno busso alla porta della sua stanza.

la ragazza tornò immediatamente alla realtà.

-Avanti- disse.

Sulla porta della camera si presentò un donna,non più giovanissima,ma che a suo tempo doveva essere stata molto bella. Non era molto alta ed era piuttosto magra. Aveva grandi occhi verdi e gentili, lunghi capelli biondo cenere che stavano raccolti in un ordinato chinion acconciato dietro alla testa e il suo sorriso ispirava simpatia.
Questa signora era la cameriera di Videl,la conosceva da sempre ed era stata anche la sua balia,quando la madre della giovane morì parecchi anni prima. A Videl piaceva molto: a differenza di tutte le altre, e, nonostante il suo aspetto così gioviale da risultare quasi fuori dal comune,lei non era un'impicciona e si faceva i fatti suoi,ma quando c'era bisogno di un consiglio,era sempre disponibile, e senza fare domande chiariva qualunque situazione.

- Buongiorno signorina! La volevo informare che la colazione è pronta. Suo padre è già di sotto che la sta aspettando.- comunicò allegramente la cameriera.

- Buongiorno Agatha! Grazie mille,ora mi cambio e scendo- rispose Videl,ancora seduta sul letto. Il suo sorriso non era ancora svanito.

-Molto bene signorina- squittì Agatha.

-Videl- la corresse la ragazza.
-Quante volte ti ho detto di chiamarmi Videl?- riprese la giovane.

-Mi perdoni,ma mi riesce difficile,vorrà dire che mi sforzerò!- rispose Agatha,sempre con quel suo fare allegro e spigliato. La camerierà si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso la sala da pranzo.

Videl si levò la vestaglia e il pigiama e si diresse verso il bagno della sua camera da letto per farsi una doccia.
Sotto l'acqua scrosciante della doccia continuò a pensare alla sera prima e non smetteva di sorridere.



Il suo,ormai, era un pensiero fisso.



Una bizzarra idea le balzò in testa e decise di metterla in pratica il giorno stesso.

Dopo questa bella doccia rinfrescante,tornò in camera e si cambiò,tirando fuori dall'immenso armadio un paio di pantaloncini neri da ginnastica e una t-shirt blu e dopo essersi infilata un paio di scarpe da ginnastica,scese di corsa le scale che conducevano al piano di sotto dove suo padre,Mister Satan, stava facendo un'abbondante colazione insieme al suo amico Bu,che ormai era diventato parte della famiglia, e al cucciolo di cane che Mister Satan e lo stesso Bu avevano salvato.

-'Giorno papà,Buongiorno Bu!- disse una incosueta Videl stranamente raggiante,appena giunta nella stanza. Scostò la sedia e si sedette di fronte al padre.

-Buongiorno tesoro!Come mai sei così allegra di prima mattina?- chiese Mister Satan mentre stava addentando una coscia di pollo.

-Ciao Videl!- disse Bu,sempre con la solita allegria.

Videl si rivolse al padre.

-Perchè è una bellissima giornata e penso proprio di andare a farmi un giro in città,non aspettatemi per il pranzo,probabilmente mangerò fuori- rispose Videl.

-Ehm,ok d'accordo,però portati il cellulare- acconsentì Mister Satan allungando un pezzo di carne al cagnolino che dritto sulle zampe posteriori si appoggiava al bordo del tavolo.

I tre,anzi i quattro,continuarono a fare colazione e Videl non vedeva l'ora di uscire,tanto è vero che per poco non si strozzava con un pezzo di toast.

-Tesoro stai bene?- si informò Mister Satan,alzandosi dal suo posto e dando una leggera pacca sulla schiena della figlia.

Videl tossì. -Si,sto bene papà,grazie-

Finì di mangiare il toast e si precipitò verso la porta di ingresso.

-Videl,non hai dimenticato qualcosa?- chiese il padre fintamente arrabbiato.

-Oh si,scusa! Ciao papà e buona giornata!-

Videl sparì dietro l'enorme portone.

Videl si diresse,a passo sostenuto,verso una stradina laterale del centro città e quando fu certa che nessuno si fosse accorto di lei,si alzò in volo verso nord.










Verso i monti Paoz.

Purtroppo Videl non era al livello di Gohan in quanto a velocità nonostante si fosse esercitata molto e ci mise circa un'ora prima di scorgere la casa del giovane Saiyan.

Atterrò di fronte alla porta di casa Son.

Videl era agitata,il cuore le batteva ritmicamente contro il petto ad una velocità spaventosa. Quello era il loro primo incontro dopo quello della sera prima,ma si fece forza e bussò energicamente alla porta.

-Chi è?- chiese una voce femminile dall'interno della casa.

-Oh cavolo.- pensò Videl.
Non si era minimamente preoccupata della reazione della madre di Gohan riguardo a quella visita. Quella donna era molto gelosa di suo figlio e non sapeva come comportarsi con lei,nonostante si fossero consolate a vicenda durante l'assenza del giovane.

Respirò pofondamente. -Buongiorno Chichi,sono Videl.- rispose,tutta ad un fiato.






Attese speranzosa una risposta dalla donna,ma quella stava tardando ad arrivare.

  
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