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Autore: SweetLady98    21/08/2012    2 recensioni
E se il destino di Rose fosse stato diverso?
 
 
Ha finalmente avuto la vita che sognava... Ma, ripensandoci, è davvero quella che sognava?
Quando il sogno diventa la realtà può assomigliare a un incubo....
 
Riuscirà Rose, affiancata da 3 strani tipi, un’amica e il Capitano Jack Harkness, a tornare alla realtà dal Dottore o rimarrà per sempre intrappolata nel suo sogno?
 
- Dottore? -
- Si? -
- Quando la smetterai di chiedere se nell’hamburger ti possono mettere anche il tonno? -
- Quando le mie converse saranno divorate da un Pwccm, mia cara Rose -
(Dedicata a KillerQueen86)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3 CAPITOLO:    Il Pianeta dai tramonti verdi
 
Rose rientrò nel Tardis canticchiando. Qualche melodia sentita per caso, o magari inventata da lei stessa. Non lo sapeva.
Trovò il Dottore steso per terra, con le mani dietro la testa, e si fermò.
<< Continua pure >> disse lui << Hai una bella voce >>
Invece di continuare, Rose si avvicinò e si stese accanto a lui.
<< Che fai qui? Per dormire c’è un letto, sai >>
<< Non sto dormendo. Penso >> le indicò il soffitto, dove si vedeva un cielo con tanti piccoli pianeti che si muovevano contemporaneamente. Rose sapeva che lui teneva d’occhio la sua costellazione, quella del suo pianeta, Gallifrey. Quando gli capitava di parlarne, i suoi occhi si riempivano di malinconia, ma quando raccontava della sua bellezza, dei suoi cieli arancioni e dei suoi alberi argentati, si illuminava.
Rose li guardò, affascinata. Pensò a come lei si sarebbe sentita se la Terra fosse scomparsa dall’ Univeso, e con lei tutte le persone che conosceva.
Tranne lei. Come si sarebbe sentita? Uno schifo.
Cercò la mano del Dottore, e la strinse.
<< Accidenti, ma sei gelato >> non ebbe però nessun istinto di ritrarla, come avrebbe fatto con qualsiasi altra mano fredda come il ghiaccio.
<< La mia temperatura corporea è di circa 15° gradi >> spiegò semplicemente lui << Perché quando mi rigenero arrivo ai 40-45°. Se fossi caldo come te forse esploderei in quel momento. Davvero >> confermò alla faccia stupita della sua compagna di viaggio.
Per un po’ nessuno parlò.
<< A che pensi? >> il Dottore si girò verso Rose, e si accorse che lei lo stava già guardando da molto.
<< A Ros >> rispose lei senza pensarci. In verità le era venuta in mente solo due secondi prima.
Il Dottore trasalì. Non se lo aspettava di sicuro.
<< Si! Mi chiedo come tu possa aver sopportato la sua morte. Cioè … Se io ti perdessi, credo che impazzirei >>
Il Dottore sospirò, riportando lo sguardo sul soffitto stellato.
<< Non ci sono parole per descrivere quel momento… Quando ti hanno sparato, l’ho rivissuto. Ho rivisto lei nei tuoi occhi, ho risentito lei nella tua stretta. Stavo rischiando di perderti, come ho perso lei. Non potevo permettere che accadesse di nuovo. Non te. >>
Guardò la ragazza negli occhi e a lei sembrò vedere delle ombre muoversi nei suoi.
<< Per un momento ho temuto di perderti, per sempre. Io ho perso tutti nei secoli: alcuni se ne sono andati di loro volontà e altri no. Nessuno è mai rimasto abbastanza per cui potessi aprirgli il mio cuore. Ma è il mio destino... Il tempo passa e io non passo mai.
Non sai quant’è difficile vedere la terra che si sgretola sotto i piedi, tutto che muore e se ne va e non poter fare nulla.. Mi consolo andando in giro a salvare la gente, ma poi penso: ne vale la pena? >>
Rose restò impressionata dal discorso del Dottore, che le aveva messo addosso una tristezza pazzesca come se quelle parole le avesse dette lei e lo abbracciò, nascondendo il viso nel suo mantello.
<< Io non ti lascerò mai >> riuscì solo a sussurrargli, con voce soffocata. Il Dottore le accarezzò i capelli.
<< Dopo Ros ero in uno stato che tu nemmeno immagini. Per fortuna trovai Jack. Fu un bene per me, gli devo molto. Se fossi rimasto solo, la solitudine mi avrebbe divorato e dopo poco sarei impazzito. Le sue barzellette un po’ squallide mi facevano ridere, mi facevano dimenticare tutte le mie sofferenze.. >>
<< Jack ti raccontava le barzellette? >> lo interruppe Rose, sorridendo.
<< Già. Barzellette americane del 51° secolo. >> Rose si scordava sempre che Jack era americano, parlava l’inglese più perfetto che lei avesse mai sentito. << Ma come, non te le ha mai raccontate? Ma cosa avete fatto tutto quel tempo insieme? >>
<< Studiare piani, parlare di te … uhm, che altro … Andare in giro in moto … che altro?? >>
<< Andare in giro in moto? >> il Dottore alzò un sopracciglio, non gli sfuggiva nulla. << Io ti affido il mio Tardis, la mia vita e lui te la fa rischiare portandoti in moto? Quello guida come un pazzo. Oh, certo, tanto alla fine quello che si salvava era lui >
<< Giusto >> Rose rise. Ormai non era più così. Si sarebbero salvati tutti e due.
<< Jack ha avuto davvero un’influenza benefica su di me.. E poi sei arrivata tu, come non paragonarti a Rosalie? All’inizio lo pensavo, ora non più. Potete sembrare simili, ma siete più diverse di quanto immaginavo >>
Rose si chiese se anche quella ragazza aveva provato le stesse cose che provava lei per il Dottore, e se lei avesse mai avuto il coraggio di dirglielo.
Poi pensò: quali possibilità aveva lei di sentirgli dire che lui la ricambiava? Nessuna. Ecco.
<< Perché? In cosa siamo diverse? >> Rose lo guardò negli occhi, chinò la testa tanto che potevano toccarsi, con i capelli che solleticavano il collo del Dottore. Lui ricambiò il suo sguardo, immobile e smarrito.
<< Oh, bè … Non saprei dirlo neanche io … Credo il modo in cui vi comportate >> Poi guardò l’orologio al polso della ragazza << E’ tardi! Dobbiamo andare >> cercò di liberarsi dalle braccia di Rose e poi la tirò su. Lei sorrise, era l’ennesimo modo per allontanarla da lui, non era affatto tardi.
Ma non era così tanto delusa. Avrebbe avuto altre occasioni…
<< Quando torno, ti aspetto con una camicia bianca, Dottore >> Rose sperava che avrebbe scelto qualcosa di più elegante del suo solito.
<< Bianca? E perché? >> lui corrugò la fronte.
<< Il bianco ti dona molto >> la ragazza gli sorrise, per salire le scale che portavano ai piani superiori.
Il Dottore mormorò un grazie di risposta, che non fu neppure udito da lei.
 
 
Quando Rose tornò, lui quasi non la riconobbe. Era magnifica con i suoi capelli dorati sciolti sulle spalle, quel suo vestito senza spalline blu… Blu? Blu Tardis?
Rose notò la sua espressione stupita, e diede spiegazioni.
<< L’ho tinto io! Ho trovato il colore uguale a quello del Tardis, così siamo in coordinato >> fece una giravolta e si appoggiò alla parete. Sembrava quasi parte integrante del muro tranne per le gambe, le braccia e il viso pallido in perfetto contrasto.
<< Non pensavo di averti contagiato con la mia pazzia >> sorrise il Dottore, prendendo per mano la ragazza. La guardò ammirato, sospirando << Sei bellissima >>
Il sangue colorò le guance di Rose, e abbassò gli occhi imbarazzata, per poi dare un’occhiata a lui.
<< Vedo che hai seguito il mio consiglio >> indicò la sua camicia bianca da sotto all’immancabile cappotto. Era perfetto quel colore chiaro con la sua carnagione olivastra e gli occhi castani. Rose guardò tutto l’insieme affascinata, constatando che era ancora più  bello vestito elegante. Come se non lo fosse già…
Lui rispose con un sorriso, passandosi velocemente una mano tra i capelli, che si scompigliarono ancora più di prima. Era quello il bello dei capelli del Dottore, non erano mai a posto. Come lui!
<< Sai, Limnos non è famoso solo per i suoi Gran Balli… Viene chiamato “ Il pianeta dai tramonti verdi”, perché quando tramonta il sole ogni due giorni, è un vero spettacolo, unico in tutto l’universo. Ci vanno in molti per vederlo. >>
Rose si abbracciò al palo mentre lui digitava le coordinate per partire.
<< Quindi questo pianeta è usato solo ed esclusivamente per le feste? >>
<< Anche per le vacanze. Già, le vacanze… Le ferie non mi farebbero male, ricordami di prendermele >>
Rose rise tra se e se, sapendo che il Dottore non si sarebbe mai fermato, perché ci sarebbe sempre stato qualcuno da salvare.
Si sentì la solita sirena del Tardis che annunciava l’atteraggio.
<< Perfetto! Il tramonto! Vieni >> prese la mano di Rose e la tirò verso la porta, lei a mala pena riuscì ad afferrare il suo mantello.
Erano su una collinetta, la ragazza vedeva dei prati estendersi per kilometri sotto di lei. Ma non era quello che doveva guardare.
Quando alzò gli occhi, vide il tramonto. Il cielo era illuminato da tutte, tutte le tonalità di verde, più di quelle che Rose immaginava. Una striscia rosa luminosa avvolgeva il sole che stava calando.
Era uno lo spettacolo più romantico che lei avesse mai visto.
<< Magnifico >> sussurrò Rose, quasi senza fiato, stringendosi al fianco dell’alieno.
Si ricordò di quando si sposò la signora Jones, la loro vicina molto amica di sua madre. Era uno dei pochi ricordi rimasti, se lo ricordava vagamente.
“ Mio marito mi porterebbe anche sulla Luna, se volessi” disse la signora al momento del discorso. Era ovviamente un modo di dire, ma Rose ci credette davvero, aveva neanche 7 anni.  Quella sera si stese sul prato a guardare luna, chiedendosi se anche lei avrebbe trovato qualcuno che prima o poi l’avrebbe portata lassù.
E non sapeva, che sì, qualcuno c’era, che la stava aspettando… Qualcuno anche per lei.
<< Torniamo nel Tardis, atterreremo più in là, dove c’è il castello >>
Rose non sapeva proprio immaginarsi quel castello di cui raccontava il Dottore, ogni volta che provava a fare un esempio lui scuoteva la testa e diceva “ E’ molto più grande di quello che pensi”
 
Appena lo vide, capì quello che intendeva il Dottore. Era immenso! Si estendeva a perdita d’occhio, sembrava non avere fine.
Il castello era color porpora, illuminato da tantissime luci verdi, che coloravano le altissime torri, che sembravano bucare il cielo ormai buio.
Ma la cosa più bella erano le centinaia di tendoni gialli che costellavano il prato blu, tutti intono al castello.
Tutto l’insieme doveva essere almeno metà di Londra, pensò Rose, non aveva mai visto qualcosa di così grande.
Ed era anche strapieno di persone…
<< Che ti dicevo? Enorme! >> Il Dottore riprese per mano Rose, camminarono per un po’ e arrivarono all’entrata.
<< Sono il Dottore >> si presentò lui ad una donna con lunghi capelli rossi raccolti in una coda, dagli strani lineamenti, porgendo un foglietto.
Lei lo lesse, e poi squadrò il Dottore.
<<  Salve. Entri pure >> poi trafisse Rose con lo sguardo, e quest ultima si sentì avvampare << E lei chi è? >>
<< La mia compagna di viaggio, Rose Tyler >> il Dottore la strinse a sé, come per proteggerla.
 
Più stavano in mezzo a tutti quegli alieni, più Rose si sentiva a disagio. Sentiva delle occhiate addosso, i bisbigli della gente quando passavano, convinta di essere coperta dalla musica di sottofondo.
Cercava di non farci caso, ma non ci riusciva..
<< Non mi piace esser guardata in quel modo >> bisbigliò, rafforzando la stretta di mano del Dottore. Lui si girò, per poi ridacchiare.
<< Ti guardano perché sei con me >>
<< Pensavo fosse perché sono diversa >>  
Il Dottore la guardò, scuotendo la testa.
<<  Gli alieni non si fanno problemi di razza. Accettano chiunque come se fosse il proprio fratello>>
Quella era una cosa bella. Magari fossero stati così anche i terrestri! Niente guerre.
<< Tiddley! >> il Dottore prese un po’ di qualcosa che sembravano confetti << Assaggia >>
Rose scoprì che sapevano di frutta. Un confetto, un frutto. Alcuni li riconosceva, altri…no. Ma erano buoni comunque.
<< Ehi, non male! Ne porterò un paio a mia madre >>  Ne prese una manciata e la fece scivolare nella tasca del suo cappotto.
<< Ma se ha rifiutato quel rarissimo pompelmo che le avevi portato da Teus?  >> Il Dottore alzò gli occhi al cielo, ma sorrideva divertito.
<<  Mia madre non è una che va pazza per i pompelmi.>> la giustificò Rose << Però poi mi ha rivelato che le è dispiaciuto non assaggiarlo neanche >>
<< Ovviamente >> il Dottore ricordava la faccia di Jackie quando gliel’aveva offerto. “ Robaccia aliena”. Sospirò. Non capiva come Rose aveva potuto viverci insieme per 23 anni. Lui non l’avrebbe sopportata neppure per una mattinata.
<< Forse pensava fosse avvelenato >>
<< Grazie per la grandiosa idea, Rose! >> il Dottore si prese uno schiaffo sul braccio, mentre lei rideva. Rose adorava quei momenti spensierati tra di loro, quando si scordavano di loro stessi e pensavano solo a ridere, ridere, ridere, fino allo sfinimento. Ricordava che avevano passato tutta una sera così.
<< Gira voce che è arrivato il Dottore. Sei tu? >> una ragazza con dei svolazzanti capelli corvini si parò davanti ai due, con un sorriso.
<< Si >> rispose semplicemente il Dottore, socchiudendo gli occhi, e osservandola con estrema attenzione. << Ci conosciamo? >>
Pazzesco quanto sapesse essere distaccato, a volte.
<< Non proprio. Mia madre mi ha mandato a cercarti. Comunque, io sono Eilidh >> si presentò, stringendo con energia le mani di tutti e due.
Sembrava umana, pensò Rose, anche se quel nome non l’aveva mai sentito.
<< Tua madre? E posso sapere chi è? >> il Dottore sembrava ancor più interessato.
<< Teresa Simkey >>
Rose piegò la testa da un lato. Aveva già sentito quel cognome… Le era familiare. Lanciò un’occhiata al Dottore. Poi vide un sorriso aprirsi sul suo viso.
<< Terry! >> ecco chi era, Terry, la vecchia compagna di viaggio del Dottore! Ma non aveva un cognome diverso? << Come sta? Si ricorda ancora di me? E si è sposata? >> fece il Dottore, entusiasta.
<< Venite con me >> Eilidh fece un cenno e li portò ad un tavolo, dove c’era una donna bionda china su dei fogli e un uomo sulla 40ina di spalle.
La donna alzò la testa appena sentì il suo nome dalla figlia, che la stava chiamando. Si vedeva che non era più giovanissima, ma neanche molto anziana. Lei spalancò i grandi occhi verdi quando capitò con lo sguardo sul Dottore.
<<  Dottore? >> si capiva che non ci credeva, da come lo stava analizzando, poi scosse la testa << Ma il Dottore è un tipo molto alto con i capelli corti e gli occhi celesti. >> fece un sorriso di scuse << Scusatemi, credo che mia figlia abbia sbagl…>>
<< Sono io >> la interruppe il Dottore, sembrava divertito dalla confusione di Terry. Eilidh le fece la linguaccia, come per dire che non aveva sbagliato un bel nulla, ed era lei a sbagliarsi. << Sono solo un po’ cambiato >>
La rigenerazione … Allora Terry aveva conosciuto il Dottore quando aveva l’aspetto precedente. Ma Rose non se lo riusciva proprio ad immaginare con i capelli corti! A lei che piacevano così folti, da passarci le mani… Non che l’avesse mai fatto, ma moriva dalla voglia di sapere se erano così morbidi come sembravano! 
 
 
 Terry non dava ancora segno di crederci, e per un attimo guardò Rose. Quest’ultima fissò intensamente i fogli che stavano sul tavolo,  imbarazzata. Ma perché le persone la dovevano sempre sezionare con lo sguardo?
<< Questo ti basta? >> il Dottore si alzò la manica per un attimo, rivelando delle lettere e dei numeri minuscoli sulla pelle del braccio. Rose sobbalzò istintivamente, e a quanto pareva anche Eilidh ne fu impressionata.
<< No, ora che ti guardo … Non ne ho bisogno >> Terry si alzò e lo guardò negli occhi << Si, i tuoi occhi… Sono più scuri, *ma sempre molto vecchi >>  E poi lo abbracciò. Il Dottore ricambiò, ma senza lasciare la mano di Rose.
<< Sai che emozione, Dottore, riabbracciarti dopo 20 anni… Anche se non sei proprio come ti ho conosciuto io! Ti trovo bene, però… Sei forse più giovane di prima >> Sorrise, con gli occhi lucidi. ( e certo, dopo 20 anni! ) Rose ebbe la sensazione che Terry era un bel tipo loquace. << E lei chi è? >> guardò la ragazza con un misto di compassione e tenerezza. Come le nonne guardano i nipoti.
<< Lei la mia compagna di viaggio, Rose >> la presentò il Dottore, poi posò lo sguardo sull’uomo seduto allo stesso tavolo che li stava osservando da molto tempo. Lui si sporse per stringere le mani dei due.
<< Gareth Grey, piacere >>
Il Dottore fece una faccia come per dire “ E chi sarebbe? ”
<< Lui è un nostro caro amico, il governatore del centro abitato più grande di Dives. Dove abitiamo io ed Eilidh… Ha ricevuto l’invito e ha portato anche noi. Rose… sei terrestre, vero, cara? >>
<< Si, sono inglese >> rispose Rose. Eilidh guardò la ragazza come se fosse un animale raro.
Terry, invece, si oscurò e abbassò gli occhi.
<< L’Inghilterra … Mitch era scozzese. >>
<< Che è successo a Mitch? >> il Dottore abbassò la voce, come se si trattasse di un segreto. Aveva notato la tristezza che Terry ci aveva messo nelle sue parole.
Mitch Simkey! L’altro compagno di viaggio del Dottore… Se Terry aveva lo stesso cognome, voleva dire che si erano sposati!
<< E’ morto due anni fa >>
<< Mi dispiace >> il Dottore le posò una mano sulla spalla.
Lei fece un cenno con il capo.
<< Sai, Dottore, per un po’ ho rimpianto la nostra vita nel Tardis, le risate che ci facevano io, te e Mitch. Poi mi sono riabituata alla vita normale. Dives è un bel pianeta, molto simile alla Terra, e la mia città è meravigliosa!! Sto molto bene lì con Eilidh… >>
<< Eilidh ti somiglia molto! Tua madre ti ha raccontato le nostre avventure? Ti sono piaciute? >> il Dottore si rivolse alla ragazza bruna, sorridendole. Lei annuì con vigore.
<< Tanto che sto scrivendo un libro a proposito >>
Gareth sospirò.
<< Una grande scrittrice >> disse in tono ironico.
<< Bè, scrivere un libro sulle avventure del Dottore non è sicuramente facile >> si intromise Rose. Gareth la guardò male, mentre Eilidh la graticò con un sorriso. Terry sembrava interessata. Dall’inizio aveva mostrato interesse per Rose. Forse si ricordava di quando era stata lei al suo posto.
<< Tu da quando viaggi insieme a lui? >>
Difficile tenere un conto. Non aveva festeggiato neanche il suo ultimo compleanno. Oh, si … Con Jack, che l’aveva scoperto per caso e aveva messo più impegno a cucinare del solito ( il tutto era quasi mangiabile )
<< Credo da due anni >>
<< Credi? Non ne sei sicura? >> il Dottore la guardò meravigliato. Ma che, credeva che tenesse un diario per ogni giorno e poi alla fine li contasse? O che avesse la mente di un Signore del Tempo?
<< Allora hai avuto molti altri compagni di viaggio, in questi 20 anni >> che conclusione brillante, Terry!
<< Un bel po’. >>
<< E tutti andati… >>
<< Male. Già >> sospirò il Dottore << Però uno c’è ancora, un grande amico… E Rose ovvio >> aggiunse dopo qualche secondo, come se l’avesse scordato per un attimo.
Terry annuì distrattamente con la testa, e guardò sovrappensiero la figlia.
<< Faccio fare un giro a Rose >> la prese sottobraccio e sorrise a Terry << E’ stato un piacere. Non pensavo di rincontrarti più, sai?  Ci vediamo qui in giro >>
<< Certo, Dottore. Spero di rincontrarti presto >>
Rose non capì perché il Dottore stesse salutando la sua amica. Lo conosceva, non avrebbe finito di parlare più con Terry. 20 anni, e chissà quante cose da dirsi!
Ma non disse niente, fece solo un sorriso a Terry ed Eilidh, e uno sguardo a Gareth, che non le stava così tanto simpatico.
 
Arrivati a una delle tante tavolate bianche, il Dottore riempì due bicchieri di una strana sostanza arancione. Rose pensò a che cosa avrebbe scoperto tra qualche attimo.
<< Bevi, è buono >> lo tese alla ragazza, che, titubante, accostò il bicchiere alle labbra provandone un sorso.
<< * M.A.C! Miele, arancia, cannella. O almeno, gusti che ci si avvicinano >> le spiegò il Dottore, lasciando vagare lo sguardo tra i tavolini e i tendoni.
Rose era tutta presa dalla sua bibita, quando sentì una mano posarsi sul suo braccio.
<< Vuoi ballare? Molla il bicchiere e fai un giro con me >> Il Dottore sorrise quasi a se stesso. Dato che lei lo guardò con tant’occhi, le tolse il bicchiere di mano, posandolo sul tavolo. << Dai, stanno ballando tutti >>
Il che non era affatto vero, c’erano pochissime persone ( diciamo ) in piedi tra i tavoli, seguendo una musica che Rose non aveva mai sentito.
<< Ma… io non sono… Non so bene… >> era stupita, nonostante quell’invito le facesse più che piacere.
Il Dottore ignorò il suo balbettio, avvolgendola con un braccio.
<< Non fare la bambina, lo sai che questa è un’esclusiva, io non faccio mai ballare nessuno. Solo quelli che mi vanno a genio >>
Rose strabuzzò gli occhi.
<< Non pensavo che avessi tempo per imparare a ballare, occupato com’eri a salvare il mondo, Dottore >>
<< Dopo 900 anni non impari soltanto il funzionamento di una penna a Gautex  >>( ps dall’autrice: mi sono inventata tutto di sana pianta, non so neanche cosa sia questa penna ).
<< Sai, per una volta la mia mente è addormentata così profondamente che non voglio svegliarla per conoscere il funzionamento di questa fantastica penna a Gautex, qualunque cosa sia >>
Rose poi restò in silenzio per ascoltare la sua risata, che amava. Era cambiata la musica, ma non se n’era accorta tanto era incantata a guardare i suoi occhi.
<< Tu sei un dottore, vero? >> un uomo dall’aria seria coi capelli brizzolati arrivò trafelato << Scusami se ti  interrompo, ma c’è mia figlia... E’ urgente >>
Il Dottore sospirò, ma dalla voce dell’uomo preoccupata sembrava davvero importante.
<< Dipende da quanto urgente >> Ma fu supplicato dagli occhi di quel tipo e cedette. Poi si rivolse a Rose, con aria dispiaciuta << Ti dispiace…? Farò subito >>
Il lavoro viene prima di tutto.
<< Figurati >> gli rispose Rose, anche se era un po’ dispiaciuta.
<< Resta qui,  non voglio che ti perda… >> le raccomandò il Dottore, facendole un sorriso di scuse.
La ragazza annuì, obbediente, sedendosi su una sedia e guardandoli allontanarsi. Sperava davvero che fosse una cosa veloce, non le andava di stare da sola sotto le occhiate della gente.
Stava sorseggiando tranquillamente il suo m.a.c, quando una voce squillante le invase le orecchie.
<< Ciao! Tutto bene? Ti ho vista qui da sola… >> Rose si girò di colpo, e vide che era la figlia di Terry, quel col nome strano… Com’era?
<< Oh, ciao… Eilidh >> grazie a Dio se l’era ricordato.
<< Non si pronuncia così >> la ragazza fece una smorfia, sedendosi su una sedia accanto a quella di Rose.
<< Eilidh! Che ho detto ?>>
Eilidh scosse la testa.
<< Vabbè, non importa… >>
<< E’ un nome insolito >> spiegò Rose, come se quello la giustificasse.
<>
<< Si, sicuro. La maggior parte della superficie è occupata dall’acqua, ma ha anche panorami meravigliosi, una vasta gamma di paesaggi, ed enormi città con altissimi palazzi di vetro >>
Eilidh spalancò gli occhi. Si vedeva che era molto interessata, e a Rose venne quell’idea.
<< Ci torno oggi, se vuoi chiedo al Dottore se ti può portare con noi >>
La ragazza annuì tutta contenta.
<< Tu sei molto legata al Dottore, vero? >>
<< Già… Ho fatto grossi sacrifici per rimanere con lui.. Ho lasciato mia madre da sola e abbandonato amici e lavoro per lui >>
Era la prima volta che Rose diceva quelle cose ad una persona che non era Jack o sua madre, gli unici che sapevano tutto.
<< Lo devi amare davvero tanto per aver fatto tutto quello >> disse Eilidh con un’occhiata di “ ho capito tutto” .
Rose non riuscì mai a risponderle qualcosa perché vennero interrotte da una voce maschile.
<< Che ci fanno due belle dame sole solette? >>
Quando le due alzarono gli occhi, videro tre persone. Rose sobbalzò quando vide che al posto dei capelli avevano dei caschi, tutti decorati e colorati. Non sembravano caschi da moto… Erano proprio parte integrante della testa… Rabbrividì al pensiero ma cercò di non farlo notare.
<< Io sono Eldegor, lui Gess e lei Siemma >>
Parlava un uomo con un casco viola decorato con piccole spirali verde chiaro. Erano colori molto accesi, ma mai come quelli della ragazza, Siemma, che lo portava giallo canarino con palline lilla.
<< Piacere, io sono Eilidh e lei è Rose. Di dove siete? >> Eilidh fu la prima a parlare perché Rose era impietrita a fissare gli occhi di Gess, arancioni e rosa come il suo casco.
<< Gadoxi nella costellazione di Horo. Piacere. Voi? >> Siemma si avvicinò a Rose e cominciò a toccarle i capelli con varie esclamazioni di meraviglia.
<< Terra e… >> Rose guardò la sua amica << Dives >> completò lei.
<< Come si chiamano questi fili che avete attaccati alla testa? >> chiese Sienna, con un boccolo biondo di Rose attorcigliato al lungo dito.
<< Siemma >> la rimproverò dolcemente l’uomo che si faceva chiamare Eldegor ( molto strano come nome ). Era il più carino, aveva degli occhi a mandorla e un’espressione dolce.
<< Si chiamano capelli. Ne vuoi un po’? >> Rose non pensava che nessuno le avrebbe creduto se a casa avesse raccontato di aver regalato una ciocca dei suoi capelli a un’aliena.
<< Appena trovo delle forbici te li do >> le sorrise la ragazza. Siemma fece sì con la testa, entusiasta, guardandola con i suoi occhi gialli e lilla. La viaggiatrice capì che quegli alieni avevano il casco e gli occhi dello stesso colore.
<< Con chi siete? >> chiese Gess. I tre misero delle sedie vicine a quelle delle ragazze.
<< Io con un mio amico, il Dottore >> rispose Rose, chiedendosi appunto dove fosse finito.
<< E tu, Ellie? >>
<< Eilidh >> lo corresse la figlia di Terry << Sono con mia madre e un suo amico. Voi… non mi sembra che siate qui per ballare e divertirvi >> Eilidh notò che erano vestiti con una tuta tutta d’un pezzo, con delle borse a tracolla.
<< No, infatti >> Eldegor tirò vicino a sé Siemma che lasciò di malavoglia i capelli di Rose, e abbassò la voce << Abbiamo rilevato un forte flusso di energia, qui. E siamo venuti a controllare >>
<< Flusso di energia? >> Rose si fece tutta d’un tratto molto interessata. Strano che il Dottore non le avesse detto nulla. << Di solito c’è nei cunicoli spazio-temporali intra e inter universo, oppure quando si apre una fessura del tempo >>
Eldegor corrugò la fronte e guardò la ragazza quasi con sospetto.
<< Vedo che sei informata su queste cose. Ci potresti aiutare… >> sussurrò tra sé e sé, mentre Gess e Siemma annuirono.
<< Che ne dici di accompagnarci a vedere da dove viene? Controlliamo e ce ne andiamo. In pochissimo tempo. L’ho rilevata dal castello >>
Rose guardò in lontananza il castello, pensando. Che male c’era ad accompagnare quei 3 alieni così gentili e simpatici e farsi un giro tra quelle magnifiche decorazioni? Il Dottore le aveva detto di non allontarsi, ma lei non era il tipo che si perdeva.
Forse, il Dottore non si sarebbe neanche accorto che se n’era andata, tanto avrebbe fatto presto. E poi, non era una bambina. Sapeva badare a se stessa, e sapeva come comportarsi in situazioni strane.
Sospirò, ormai convinta.
<< Certo >> fece una specie di sorrisetto di sfida. Prese per mano Eilidh, indossando il suo mantello blu e argento, immancabile compagno. Si alzò << Andiamo >>
 
<< Ehi, no! Io resto qui, se mia madre non mi trova qui le viene un colpo >> protestò l’amica, risedendosi a braccia incrociate.
<< Dai, Ellie! Non succederà nulla! >> cercò di persuaderla Rose, aiutata poi da Gess, che la tranquillizzò << Torneremo subito >>
Alla fine Eilidh cedette e si incamminarono verso il castello.
<< Ma voi…siete solo amici? >> non sembrava fossero legati da qualcosa di particolare.
<< Siemma è la mia sorella più piccola >> disse Gess << Ed Eldegor è un nostro amico >>
<< Ma nel castello possiamo entrare liberamente? >> chiese Rose, presa dalle cose più importanti. Aveva qualche dubbio.
<< Bè, non direi, Ma con tutto questo viavai di gente nessuno si accorgerà di noi >> sorrise Siemma.
Cercarono di passare inosservati, ma non era facile con due ragazza vestite eleganti e 3 tipi con dei caschi in testa.
<< Non abbiamo mai rilevato un’energia più forte di questo, vero, Eldegor? >>
<< Mai >> annuì a Gess << Sono proprio curioso di sapere cosa si nasconde in quel castello >>
Eilidh non era dello stesso avviso. Camminava un po’ incerta.
<< Tu quanti giri hai, Ellie? >> chiese ad un certo punto Eldegor.
<< 32 giri >> rispose lei, sorridendo.
<< 32 che? >> si intromise Rose, che non capiva. Che erano quei giri?
<< Giri >> Gess scosse la testa, stupita dall’ignoranza di quella ragazza per le cose più semplici che però sembrava sapere tutto sul tempo e lo spazio << I giri sono un’unita di misura universale ( nel vero senso della parola ) per far capire quanto hai vissuto >>
<< Ah, gli anni! >> Rose si battè una mano sulla fronte. 32 giri per Ellie? Forse anni e giri non corrispondevano, la sua amica non poteva avere 32 anni. Ne dimostrava poco più di 18!
<< Anni? >> ora era Eldegor a non capire.
<>
Stavano per entrare nel castello ( che da vicino era ancora più bello, color porpora ), e Siemma aveva ragione: era strapieno di persone, e nessuno si accorse di loro.
Dentro c’era una sala che sembrava non avere fine, dove la gente stava ballando un valzer o bevendo strani miscugli. Rose pensò che l’interno era per i pochi importanti, come governatori o principi.
Sfoderò il cacciavite sonico, vedendo che Gess aveva già un rilevatore di energia, un dischetto verde. Il cacciavite cominciò a cantare ( Jack le aveva registrato il cinguettio di un passerotto! Che pensiero carino ), indicando la strada da seguire.
<< Seguiamo il rumore del cacciavite, ci porterà alla fonte dell’energia >> Eilidh guardò l’oggetto con gli occhi enormi << Che caspita è quell’aggeggio? >> sussurrò, proprio come Eldegor.
<< Ma chi sei? >> per la prima volta l’alieno guardò Rose diffidente.
Lei rise.
<< Sono la compagna di viaggio del Dottore >>
Salirono poi in silenzio le scale, e si trovarono su un corridoio semibuio. Il cacciavite faceva luce, ma era comunque un posto da brivido, dato che avrebbero potuto sbattere da un momento all’altro al muro della fine del corridoio, che sembrava continuare per un bel po’.
Ad un certo punto, il cinguettio del cacciavite divenne fortissimo, davanti a una porta.
<< Si, è da lì che viene l’energia >> mormorò Gess, con il suo dischetto, tenendo per mano la sorella Siemma, in silenzio, forse per la paura.
<< Io non entrerei >> disse Eldegor << Muoio dalla voglia di scoprire il perché di questa forte energia, ma ho uno strano presentimento. >>
Rose, che aveva ereditato un po’ del sangue freddo del Dottore e aveva imparato a non avere paura di nulla, si avvicinò di più alla maniglia della porta.
<< No, per carità, non la aprire >> piagnucolò dietro di lei Eilidh, stringendosi al fianco di Eldegor.
Rose illuminò il suo volto.
<< Dai, Ellie. Non ci sarà nulla di tanto spaventoso dietro quella porta. Entriamo e usciamo immediatamente. E’ solo una camera, innocua. Non ci può fare del male >>
Ma Rose non sapeva ancora quanto si stava sbagliando.
Prese la mano della sua amica, stringendola forte, e dopo aver lanciato un’occhiata ad Eldegor, Gess e Siemma, spalancò la porta.






* M.A.C : miele, arancia e cannella. Già, l’ho inventato, ma qualcuno mi può fare il piacere di provare il miscuglio e poi dirmi com’è? Io non ho gli ingredienti.
Grazie!
( se è una schifezza mi scuso in anticipo )
 
 
 
Allora….Cosa c’è oltre quella porta? Siete curiosi di scoprirlo?
Rose lo saprà tra qualche secondo… Ma voi?
Dove capiterà e, soprattutto, riuscirà ad uscirci…???
 
Se volete che io continui il racconto, e magari scoprire cosa si nasconde in quel castello, dovete solo dirmelo con una piccola recensione. Se non volete… Bè, affari vostri! Ihihihih!
 
Accetto critiche di qualsiasi tipo, se mi aiutano a migliorare!! Fatemi sapere… Io ho pronti tutti gli altri capitoli, voglio solo sapere se siete interessati e volete proseguire la lettura…
 
Baci dalla sempre vostra SweetLady98!
 
  
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