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Autore: Sofy_m    22/08/2012    12 recensioni
Dal testo:
-Non dividerò la stanza con te, Martha e Alexis vanno bene, ma non dormirò con te...
-Detective, perchè pensa sempre male di me?
-...e devi smetterla di chiamarmi Kate!
Castle sbuffò. -Sei un mostro, vuoi rovinarmi tutto il divertimento?

Beckett accetta di partire per una vacanza con la famiglia Castle in un'isoletta sperduta in mezzo all'oceano indiano.
Spiaggia, mare, sole... sembra quasi un paradiso.
Ma loro sono pur sempre una detective della omicidi e uno scrittore di gialli, no?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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capitolo 14


Mi ha salvata in tutti i modi possibili.



Castle si svegliò dolcemente quando i primi raggi del sole iniziarono ad entrare dalla finestra. Ciò che vide di fronte a sè lo fece subito sorridere.
Kate Beckett dormiva beata vicino a lui, la fronte aggrottata e le labbra leggermente socchiuse, le lunghe gambe lasciate scoperte dalla vestaglia intrecciate a quelle dello scrittore. Aveva una mano sotto il cuscino e l'altra appoggiata al petto dell'uomo, i capelli sparsi disordinatamente.
Rick fece passare un braccio intorno ai fianchi della donna e la strinse contro il proprio corpo, attento a non svegliarla. Non riusciva ancora a credere di poterle stare così vicino.
Ripensando agli avvenimenti del giorno prima sentì il suo stomaco contorcersi. Quel bacio...Quante volte l'aveva sognato e desiderato? Ed era stato perfetto.
-Castle...- Beckett si mosse leggermente e lui si scostò lasciando che si svegliasse.
-Buon giorno mia musa!- la salutò baciandole la fronte.
-Buon giorno scrittore!- rispose lei con un sorriso splendente.
-Dormito bene?- chiese lui sistemandole i capelli.
Kate annuì senza smettere di guardarlo. Come poteva un uomo del genere voler restare al suo fianco?! Si perse nei suoi profondi occhi azzurri per poi passare ad ammirare il suo petto nudo.
-Le piace quel che vede, Detective?- domandò Castle malizioso sorridendole.
Lei arrossì e si morse il labbro inferiore. Poi aggrottò le sopracciglia e lo guardò confusa. -Perchè sei in mutande?
L'uomo si grattò la testa imbarazzato e leggermente impaurito. -Ehm... No, ecco, io... Stanotte avevo caldo... Non pensare male... Perciò mi sono tolto il pigiama... e...- si giustificò.
Beckett sorrise e gli diede un dolce bacio. -Castle, non è mica un interrogatorio!
Lo scrittore tirò un sospiro di sollievo. -Ottimo. Vado a prepararti la colazione!- le diede un veloce bacio per poi alzarsi di scatto e dirigersi verso la porta della camera.
-No, Castle! Ehi, aspetta!- Kate cercò di fermarlo ma il suo partner la ignorò, entrando nel salotto.
La detective lo maledì mentalmente, cercò di sistemarsi i capelli arruffati e lo seguì velocemente.
Martha e Alexis erano comodamente sedute sul divano e chiacchieravano allegramente quando sentirono la porta aprirsi e si voltarono.
-Buon giorno caro!- salutò la madre osservando il figlio in mutande di fronte a lei con un sorriso soddisfatto in volto e i capelli spettinati. -Scommetto che è stata una bella nottata.- continuò sorridendo innocentemente.
Il sorriso sul volto dell'uomo si allargò. -La migliore della mia vita.
Beckett, che si era appena fermata di fianco a lui gli tirò uno scappellotto.
-Ahi!- si lamentò lui guardandola sorpreso. Alexis trattenne una risata. -Che c'è? Dovresti esserne lusingata!
-Comunque complimenti,- Martha si alzò dal divano dirigendosi verso il frigo. -siete stati davvero silenziosi, noi non abbiamo sentito nulla, vero Al?- disse rivolgendosi alla nipote.
La ragazza scoppiò a ridere.
Kate alzò un sopracciglio e lanciò uno sguardo omicida allo scrittore.
-Cosa...? Oh... Oh.- aveva capito anche lui. Si voltò velocemente verso le due donne dai capelli rossi. -No, no, no! Non è successo nulla! Non siamo andati a letto insieme! Cioè, sì...- Beckett avvampò e lo guardò spaventata. -Voglio dire, abbiamo dormito insieme, nello stesso letto, ma... ma... non è successo nulla. Non abbiamo fatto l'amore... E comunque non sono affari vostri!- concluse velocemente imbarazzato.
Sua madre lo guardò dubbiosa, poi spostò il suo sguardo verso Beckett. -Davvero?- domandò delusa.
Le guance della donna divennero ancora più rosse. -Sì.- sussurrò.
L'attrice scrollò le spalle. -Peccato.
Castle sorrise. -Bene, ora che abbiamo risolto posso preparare la colazione! Amore mio, quanti pancakes vuoi?- chiese dolcemente.
La sua musa in risposta lo guardò malissimo. L'uomo alzò le mani. -Parlavo con Alexis!
Kate scosse la testa divertita e si sedette vicino al bancone della cucina. -Due andranno bene.
Rick sorrise soddisfatto e si mise ai fornelli. Beckett cercò di non soffermarsi a fissare la sua schiena muscolosa o il suo fondoschiena perfetto nascosto solo dai boxer blu.
-Verrete alla festa questa sera?- la voce della giovane Castle la riportò alla realtà.
-Quale festa?- il padre la guardò confuso.
La ragazza estrasse una specie di volantino dalla tasca. -E' organizzata da Penny dopo cena. Per festeggiare la risoluzione del caso. C'è scritto di vestirsi eleganti.
Lo scrittore si voltò verso la sua musa. -Tu cosa ne dici?
Lei sorrise. -Per me va bene.
-Fantastico!

-Sai che prima o poi dovremmo occuparci anche del caso, vero?- Beckett e Castle passeggiavano l'una al fianco dell'altro verso la spiaggia. Finito di mangiare si erano cambiati ed avevano deciso di andare al mare.
L'uomo sbuffò. -Possibilmente poi.
-Rick, è il mio lavoro!
-Adoro quando mi chiami Rick.- rispose lui sorridendo.
La detective scosse la testa. -Non cercare di cambiare discorso!
-Uff! Ma anche qui dovevano seguirci i cadaveri?!
-Rick non sei...
-Ehi Kate!- la voce di un uomo li interruppe. Beckett si girò e sorrise vedendo lo spagnolo venire verso di loro. Castle, invece, sentì tutti i muscoli del proprio corpo irrigidirsi.
-Ciao David!
-Volevo ringraziarti per l'ottimo lavoro che hai svolto con il caso.- disse lui.
Lo scrittore digrignò i denti. -Che abbiamo svolto.- precisò.
-Sì, grazie ad entrambi. E volevo chiederti se avevi già un accompagnatorie per la festa, perchè in caso contrario sarei davvero felice se tu venissi con me.- disse sorridendo senza staccare gli occhi dalla detective.
Rick non poteva credere alle proprie orecchie. Quel dottorino spagnolo ci stava provando spudoratamente con la sua Kate! Davanti a lui!
Senza pensarci fece un passo in avanti per mettersi in mezzo fra i due. -Scordatelo.- sibilò freddo.
La detective rimase stupita. Raramente l'aveva visto così arrabbiato.
-Non l'ho chiesto a te.- rispose seccato lo spagnolo.
-Non verrà alla festa con te.
-E perchè no?
-Lei è mia.- la voce profonda dello scrittore e le sue parole provocarono alla detective un brivido lungo tutta la schiena. -Ha già un accompagnatore.
Sanz annuì. -Bene.- rispose arrabbiato. -Bene.- si voltò e se ne andò velocemente.
Beckett guardò il suo partner. -Sarei riuscita a cavarmela da sola, sai?
-Non mi piace quel tipo. Non può provarci in quel modo con te!- sbottò.
-Rick...- la donna tentò di calmarlo accarezzandogli il viso.
-Maledetti dottori!
-Ancora Josh?! Seriamente Rick?!
-Tu avevi scelto lui, tu gli volevi bene.- sussurrò tristemente e Beckett vide la disperazione nei suoi occhi.
Kate si morse il labbro inferiore. Era giunto il tempo di affrontare quella ferita che bruciava ancora. -Rick, io ho scelto lui quando non potevo avere te!
Il suo partner la guardò confusa. -Non capisco.
-Il giorno... il giorno in cui sei partito per gli Hamptons con Gina io avevo lasciato Demming. Volevo confessarti i miei sentimenti e venire in vacanza con te. Ma poi...- abbassò lo sguardo, quei ricordi continuavano a farle del male.
-Poi io sono arrivato con lei...- continuò lui incredulo.
-Esatto. E io sono rimasta scottata. E in quei tre mesi, in cui l'unica cosa che potevo fare era sognarti ed odiarti, ho conosciuto Josh. Lui riusciva a farmi sentire meglio.
Lo scrittore si sentiva tremendamente in colpa, se l'avesse ascoltata quel giorno avrebbe risparmiato sofferenze ad entrambi. -Io... mi dispiace. Non lo sapevo. Ti chiedo scusa.
La donna scosse la testa e lo abbracciò. Non voleva più pensare a quella storia. -E così ho già un accompagnatore, eh?
-Certo!- rispose lui con un piccolo sorriso.
-E saresti tu?
-Ovviamente!
Lei rise.
-Scusa per quello che ho detto a David e per come mi sono comportato, ma quando ha iniziato a flirtare con te non ci ho più visto.
-Sì, avevo notato.- Kate gli baciò la guancia. -Comunque mi piace il Rick geloso.
Lui la guardò dolcemente, per poi avvicinarsi alle sue labbra per baciarla appassionatamente. Fece scorrere la sua lingua sulle labbra della donna invitandola ad aprirle e con le mani le accarezzò la schiena al di sotto della canottiera bianca. Kate rispose al bacio mordendogli il labbro inferiore e facendo incontrare le loro lingue, stringendosi contro di lui. Si staccarono solo quando il bisogno d'ossigeno divenne più forte della necessità di sentire le loro labbra unite.
-E scusa anche per questa mattina...- continuò Castle ansimando, cercando di recuperare fiato. -Quelle due insieme sono tremende.
La sua musa lo guardò negli occhi. -Ieri hai detto una cosa.
Lo scrittore ripensò alla loro conversazione. -Che ti amo?- tentò sorridendo.
-Sì, anche.- rispose lei sorridendo a sua volta. Poi tornò seria. -Hai detto che quando mi hai conosciuta pensavi solo ad un modo per portarmi a letto.
Castle annuì silenziosamente, aspettando che continuasse.
-Avresti voluto che prima Martha avesse avuto ragione?- chiese timorosa. Si sentiva una ragazzina insicura.
Rick sospirò e sorrise stringendola a sè. -Dipende.
-Non è una risposta.- obiettò lei.
-Lasciami finire. Se mi stai chiedendo se ti voglio anche in quelsenso, la risposta è sì. Ti amo e ti desidero molto più di come ti desideravo il primo giorno. Non puoi immaginare quante volte io abbia sognato di averti nel mio letto. E, nel caso non ti fidassi delle mie parole, questo- le strinse dolcemente i fianchi facendo aderire i loro corpi. -è quello che mi provochi solamente con un bacio.
Beckett trattenne a stento un gemito sentendo l'eccitazione dell'uomo contro la propria coscia.
-Se mi stai chiedendo se avrei voluto fare l'amore con te questa notte, la risposta è no. Voglio che tu ti senta pronta, che tu non abbia paure o timori, che tu lo desideri davvero. Voglio che accada nel momento giusto.
Kate gli diede un leggero bacio sulle labbra. -Grazie.- rispose commossa.
Lo scrittore sorrise. -Ora è meglio se raggiungiamo mia madre e mia figlia in spiaggia prima che inizino a farsi altre strane idee.

Kate si tolse i vestiti superflui e rimase in costume, in piedi sopra al suo asciugamano steso sulla sabbia. Lo scrittore, che si era abbassato per sistemare il suo telo, rimase abbagliato da quella visione. Il fisico perfetto della detective coperto solo da un bikini viola, le lunghissime gambe scoperte, i capelli castani che le ondeggiavano sulla schiena.
Non aveva mai visto nulla di più bello.
-Papà, smettila di sbavare!- lo prese in giro Alexis, in piedi vicino alla sua musa.
La donna si voltò e vedendo lo sguardo del partner sul proprio corpo avvampò, anche se dentro di lei sentiva una punta di soddisfazione. -Castle...- lo richiamò.
Rick scosse la testa cercando di riprendersi. -Scusami.- rispose con un bellissimo sorriso, poi si voltò verso sua figlia. -Tesoro, cosa vuoi fare?
-Pensavo di fare una nuotata in mare, Kate ti andrebbe di venire con me?- la detective annuì con un sorriso.
-Ok. Dov'è tua nonna?- chiese poi notando la mancanza di Martha.
-Si è fermata a guardare i negozi.- rispose la ragazza scrollando le spalle. Sua nonna non cambiava mai.
-Con la mia carta di credito, immagino.- si lamentò Castle storcendo il naso.
Alexis rise. -Ovviamente.- poi si avviò verso il mare.
-Castle, tu non vieni?- domandò confusa Beckett vedendo che lo scrittore si era disteso per prendere il sole.
-Ehm, no... Ecco... Io...- mormorò imbarazzato.
-Papà non sa nuotare.- le rispose la giovane donna dai capelli rossi con un'espressione divertita sul volto.
Richard socchiuse gli occhi. -Io so nuotare, Al! Solo... preferisco farlo in piscina.- disse convinto.
Sua figlia sorrise. -Sì, possibilmente dove tocchi!
Kate scoppiò a ridere. -Seriamente Castle?!
L'uomo sbuffò e fece finta di essersi offeso. -Smettetela di prendermi in giro e andate a farvi la vostra nuotata!- le due donne entrarono in mare continuando a ridere. -State attente!

-Sono felice per voi.- disse d'un tratto Alexis rimanendo ferma a galla.
La detective sorrise imbarazzata. -Grazie.- sussurrò.
-E' la prima volta che vedo mio padre così innamorato.- continuò la ragazza. -Non era mai accaduto prima, neanche con Meredith, e avevo iniziato a temere non sarebbe mai accaduto. Ma poi sei arrivata tu.- sorrise. -Gli hai sconvolto la vita.
-E ti posso assicurare che lui ha sconvolto la mia. Mi ha salvata in tutti i modi possibili e non gliene sarò mai abbastanza grata.- rispose Beckett con una nota di tristezza nella voce.
-No, ti sbagli. Anche tu l'hai salvato. Prima era... vuoto. Le uniche persone con cui non usava una maschera eravamo io e la nonna. Prima per lui una donna valeva l'altra. Poi sei arrivata tu. Grazie.
-Non ho fatto nulla di speciale Al.
-So che lo ami, hai il suo stesso sguardo.- continuò la ragazza dai capelli rossi guardandola negli occhi. -Ma so anche che hai il terrore di ammetterlo.
Kate abbassò lo sguardo e non rispose, rimanendo in silenzio per alcuni minuti, ammirando l'acqua limpidissima dell'oceano e la sabbia bianca sul fondo. -Stanotte...
Alexis si mise le mani sopra le orecchie con un'espressione di disgusto. -No ti prego, non voglio conoscere questi dettagli. Solo immaginare mio padre...
-Non è successo nulla Al!- la interruppe ridendo.
-Oh.
-Non era il momento giusto, non dopo tutto ciò che è successo. E poi volevo parlare con te.- disse seria.
La giovane Castle la fissò perplessa. -Vuoi... la mia benedizione?
-No.- Beckett sorrise. -Ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.
Alexis si fermò un attimo a riflettere. -Ti chiedo solo di non fargli del male, tutto qui. Per il resto, mi piacerebbe fare da damigella prima o poi.
La detective rimase paralizzata, spaventata. Aveva sognato un'infinità di volte di sposarsi con il suo scrittore o di tenere tra le braccia un loro figlio, ma pensare che potesse accadere davvero la terrorizzava.
-Perchè hai tanta... paura?
-Al, io lo desidero davvero, con tutto il cuore. Ma ho già perso tante persone nella mia vita e se perdessi tuo padre non riuscirei a sopravvivere...
-Kate, penso che ormai sia troppo tardi. Ci siete dentro, entrambi, fino al collo. Vi amate e lo sapete, scappare ora è impossibile.
Beckett rimase colpita dalle sue parole, quella ragazza era davvero straordinaria. -Al, sei la ragazza più matura ed intelligente che io abbia mai incontrato.
Le guance della figlia dello scrittore divennero quasi dello stesso colore dei suoi capelli. -Grazie Kate. Ora è meglio se torniamo da papà prima che mandi il bagnino a controllare se siamo ancora vive.

Kate uscì dall'acqua rivolgendo un grande sorriso allo scrittore, per poi dirigersi verso una delle docce della spiaggia. Si mise sotto il getto e lasciò che l'acqua fredda scorresse sul suo corpo.
Castle, che l'aveva seguita con lo sguardo, deglutì a quella scena e, cercando di mantenere la calma, si alzò per raggiungerla.
Beckett aveva gli occhi chiusi, la testa leggermente sollevata verso l'alto e si passava le mani tra i capelli. Le gocce d'acqua scendevano lentamente sul suo corpo.
Richard Castle non aveva mai visto nulla di più straordinario ed eccitante.
Senza fare rumore si avvicinò a lei, fino a bloccare il corpo della sua musa tra il suo e le piastrelle del muro alle sue spalle.
La detective aprì gli occhi di scattò. -Castle!
Lo scrittore, senza curarsi dell'acqua che continuava a scendere, fece aderire completamente i loro corpi e le baciò dolcemente il collo, fino alla spalla.
Kate boccheggiò. -Che stai...?
-Non puoi farmi questo.- sussurrò l'uomo con voce roca e profonda. Beckett sentì un brivido percorrerle tutto il corpo. -Non puoi prenderti gioco di me in questo modo.- disse appoggiando le mani alle piastrelle, di lato alla testa della donna. Poi scese a baciarle il petto, la cicatrice semi nascosta dal costume, lo stomaco, l'ombelico.
-Rick...- sospirò Beckett stringendogli i capelli tra le mani. L'uomo le leccò sensualmente il collo per poi passare ad accarezzarle il seno attraverso il tessuto del bikini.
La sua musa gemette piano. -Rick...- disse cercando di restare lucida, le mani dell'uomo sul suo corpo la stavano facendo impazzire. -Siamo in spiaggia... C'è tua figlia che potrebbe vederci... Oltre a metà villaggio...
-Mia figlia e tutti gli altri saranno così carini da distogliere lo sguardo.- sussurrò lui in risposta con un sorriso malizioso ad un centimetro dalle sue labbra. Poi le strinse i fianchi facendo strusciare la propria eccitazione contro la donna.
Kate dovette mordersi il labbro inferiore per non farsi sfuggire un gemito di piacere e sentì una morsa chiuderle lo stomaco e un fuoco crescere dentro di lei.
Lo desiderava, voleva accarezzare completamente quel corpo quasi perfetto, sentirlo dentro di sè, fare l'amore con lui.
-Rick...- supplicò quasi. -Non qui...
Il suo partner non le diede ascolto, iniziando a baciarla appassionatamente.
La mente della detective si spense completamente.
Si alzò in punta di piedi per ricambiare il bacio, aggrappandosi alle spalle di quello che ormai poteva definire il suo uomo, muovendo i fianchi contro di lui. I sospiri eccitati di Castle la facevano sentire potente. Lentamente scese con le mani lungo la sua schiena muscolosa, per poi passare ai fianchi e infine ad accarezzare dolcemente il rigonfiamento sospetto attraverso il tessuto del costume.
Rick sospirò più forte. -Dio Kate...
Beckett sorrise e gli leccò le labbra. -Ti voglio Castle.- gli sussurrò sensualmente all'orecchio.
L'uomo aprì gli occhi facendo incontrare i loro sguardi. La detective non aveva mai visto i suoi occhi così accesi e profondi. Avrebbe potuto annegarci dentro.
-Mi dispiace interrompervi ma state dando spettacolo.- la voce divertita di una donna li riportò alla realtà. I due si staccarono immediatamente l'uno dall'altra.
Martha li guardava con un sorriso stampato in faccia.
Kate, riordinando i suoi pensieri, si rese conto che erano ancora in spiaggia, sotto la doccia, davanti a tutti. Imbarazzatissima abbassò lo sguardo, mentre Castle respirava a fondo cercando di recuperare fiato.
-Non che questo mi dispiaccia eh, ma le cose stavano prendendo una piega piuttosto seria, non volevo che qualcuno vi accusasse di atti osceni in luoghi pubblici.- continuò la madre dello scrittore sorridendo.
Rick annuì, ancora incapace di riprendersi dal tutto.
-E ah, tesoro, è ora di pranzo e avrei abbastanza fame. Vado al ristorante.



Angolo dell'autrice:
Ok, come al solito sono in super ritardo! Chiedo scusa!
Il capitolo è completamente incentrato su Castle e Beckett, sperò vi piaccia :) Nei prossimi si parlerà meglio anche della soluzione del caso.
Non so che titolo mettere perciò mi scuso già per la schifezza che sceglierò. Non ho riletto il capitolo perchè sono esausta perciò mi scuso per eventuali errori o ripetizioni.
Grazie mille a tutti coloro che hanno recensito, prometto che cercherò di rispondere!
Spero di riuscire ad aggiornare presto :)
Un bacio, alla prossima
Sofy_m
P.S. Vi prego, non uccidete Martha.
  
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