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Autore: Cutepanda    22/08/2012    0 recensioni
" Driiin. Il suono della campanella è la cosa che mi rende più felice al mondo. Non la campanella di fine ma quella di inizio lezioni " una storia divertente e romantica per una protagonista sfigata, ma non poi così tanto infondo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Vi avevo promesso che vi avrei raccontato la mia storia no ? Bene, iniziamo. Tutto iniziò quel 12 settembre. Quella mattina mi ero svegliata con un casco di banane in testa; i miei capelli sembravano un cespuglio che aveva il disperato bisogno di essere potato. " Il buongiorno si vede dal mattino" pensai stiracchiandmi e avviandomi in bagno. Mi misi il mio solito maglione sformato color ciclamino e indossai i miei jeans scoloriti. Scesi a fare colazione. I miei erano seduti sul divano a leggere il giornale, non mi degnarono di uno sguardo. Mio fratello era seduto a capotavola, così facendo stava infrangendo la regola numero quattro : Il posto a capotavola è riservato a papà. - Hei, Bryan- lo salutai afferrando la scatola dei cereali e versandomeli nella tazza. - Ellie - Che programmi hai per oggi ? - Scuola- solo la parola gli faceva venire il voltastomaco. Avrebbe preferito buttarsi giù da un burrone piuttosto che andare a scuola e vi assicuro che lo farebbe. - Già. Verifiche ? - No, solo interrogazione di fisica. Quell stronza .. -Bryan non parlare così delle tue inseganti- lo ammonì mia madre, ripiegando il giornale e venendosi a sedere vicino a me. Io finì in fretta i cereali e andai a posare la tazza nel lavandino. - Bè, io vado- annunciai - Ciao, cara buona giornata- questa era la mamma - Ellie, mi raccomando comportati bene- papà - Cerca di non farti pestare- Bryan - Maaao- bè questo era.. Jambo che voleva uscire a fare pipì. Lo presi in braccio e uscii di casa, appoggiandolo sull'erba. Aspettai Noa, seduta sui gradini. Noa abita a due isolati da me e andiamo sempre a scuola insieme. - Eccomi- mi salutò, dopo essere sceso dalla bici. - Eccoti !- replicai, andandolo ad abbracciare. Per la cronaca, Noa è l'unico maschio che abbraccio ( già, non abbracciò nemmeno mio padre ) Ci incamminammo verso la scuola. Le lezioni furono interessantissime, beh almeno per me. La prof di algebra ci consegnò la verifica del martedì precedente: A. Sorrisi soddisfatta, ma non sorpresa. Era arrivata anche l'ora di pranzo. Io e Noa ci sedemmo nel nostro solito tavolo. Stavamo chiaccherando del più e del meno, quando la mia ex migliore amica si materializzò davanti a noi. Julia. Capelli biondi, cotonati. Tre chili di trucco e vestiti sempre abbinati. Troia, eh già. Adesso volete sapere anche perchè non siamo più amiche vero ? Beh, in poche parole lei si è fatta un ragazzo che mi piaceva, solo perchè piaceva anche a lei. Ehm.. fine della storia. Comunque torniamo al racconto. Julia era con altre due sue amiche, si sedette accanto a Noa e incominciò ad accarezargli i capelli. - Noa, mio caro Noa, perchè stai con una sfigata come Ellie ?- incalzò - Julia, piantala- disse Noa, scostandosi da lei. - Julia, te l'ha mai detto nessuno che ti si vedono le tette con quella maglia trasparente- dissi io - Lo so, mia cara. Ma almeno io ce le ho-le sue amiche oche si misero ridere. E poi arrivò lui, il ragazzo per cui racconto la mia storia. La causa dei miei guai, o forse no. - Oh,James- Julia gli mise un braccio intorno alla vita e lo baciò sulle labbra- lui è il mio ragazzo - Per quanto ce ne frega- disse Noa. Ma io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Il bello è che mi guardava anche lui, wow ! Era davvero,bè è ancora, carino. Moro, occhi neri, con piercing e tatuaggi. Un bullo insomma. Non solo per i tatuaggi e i piercing, ma per la faccia soprattutto. Solo Julia si poteva trovare uno così. Ci guardammo per un pò, ma poi lui distolse lo sguardo e si concentrò sulla sua ragazza. Perchè non l'avevo mai visto ? - Bè ora andiamo, buon pranzo, sfigati- ci "salutò" Julia. Noa stava per rispondere, ma io gli sorrisi dicendo " lasciala perdere". Fu quel 12 settembre che mi cambiò la vita. In bene o in male, dite? Bè lo scoprirete.
  
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