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Autore: Dave637    22/08/2012    0 recensioni
Calore e polvere. Un cammino, alcuni ricordi, tanti dolori. Una vita trascorsa.
Si tratta di un vecchio racconto che ho scritto quando ero piccolo, e abbandonato per varie ragioni. Per il momento non è destinato ad avere una conclusione, a meno che non sia richiesto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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riadan si alzò lentamente dalla branda e si mise seduto.
Tutto a posto, Signore? chiese il soldato.
Sì, grazie. Tutto a posto. Che ore sono?
Manca poco all’alba, Signore
Allora è bene che mi alzi poi guardò i due soldati Grazie, potete andare.
I due si congedarono e uscirono dalla tenda. Triadan si prese la testa tra le mani. Detestava ogni volta che faceva quel sogno. Era stata la sua prima battaglia, e il suo primo atto di codardia. Era stato l’unico superstite di tutta la compagnia. Ma il problema non era quello. Il problema era che aveva ottenuto la salvezza scappando. Aveva voltato le spalle ai propri compagni d’arme e ai propri uomini e si era dato alla fuga. Un’onta che sarebbe riuscito a lavare solo trovando la morte in battaglia. Da quella volta aveva sempre combattuto con la prima linea dell’armata sotto cui si trovava a servire, persino ora che era diventato Generale. Tuttavia, non aveva mai avuto il coraggio di abbandonare gli Angeli della Morte. Si alzò e si avvicinò al catino pieno d’acqua gelida. Chissà, magari quello sarebbe stato il giorno giusto. Si sciacquò il viso e osservò la sua immagine riflessa nell’acqua. Ormai i suoi capelli erano brizzolati, ma la cicatrice sulla guancia si vedeva ancora perfettamente. Sospirò lievemente e si diresse verso il tavolo sul quale aveva appoggiato la propria attrezzatura la sera precedente. Prese in mano lo spallaccio e guardò il sole e le tre stelle che lo decoravano. Iniziò a prepararsi.
Appena ebbe finito, un capitano entrò nella tenda da campo.
Generale, le truppe fremono. Devo dare ordini?
Triadan prese tra le mani lo scudo e lo osservò. Pure lì erano state sbalzate le tre stelle e, sotto di esse, il sole.
Falli schierare, capitano.
Sì, Signore.
Con un battito di tacchi il capitano, come era arrivato, se ne andò, lasciando nuovamente Triadan solo con i suoi pensieri. Il Generale posò lo scudo, prese tra le mani l’elmo piumato e andò a sedersi sulla branda. Osservò attentamente il metallo lucido, fino a ritrovare i graffi di vecchie battaglie. Solo allora gli scappò un sorriso. Si alzò di scatto e si infilò l’elmo. Lui era il Generale e, proprio lui non poteva essere abbattuto gli attimi prima di una battaglia.
Imbracciò lo scudo, infilò la spada nel fodero e si diresse a lunghi passi verso l’uscita della tenda. Un raggio di sole lo colpì. Si guardò intorno e vide tutti gli uomini elettrizzati, ma allo stesso tempo tremanti per il terrore. La sensazione che si provava prima i scendere in battaglia era proprio quella. Chi non aveva mai combattuto non poteva capirlo.
Respirò a pieni polmoni la frizzante aria mattutina.
Generale…
Triadan si voltò e vide il suo attendente. Era un giovane sottotenente che gli ricordava tremendamente sé stesso, quando ancora frequentava i corsi all’Accademia.
Il vostro cavallo, Generale
Grazie ragazzo
L’attendente si allontanò. Triadan accarezzò il muso del suo destriero. Si trattava di uno splendido stallone da battaglia, con il manto completamente bianco. Era già stato bardato di tutto punto, pronto per la battaglia.
Sei pronto, vecchio mio?
Il cavallo rispose con un nitrito, e poggiò il proprio muso sulla spalla del Generale.
Vediamo di farci onore anche questa volta
Con un agile balzo montò in sella al destriero e si diresse verso il fronte. Quando passava, i soldati si aprivano e lo salutavano, dimostrandogli grandissimo rispetto. Tutto perché nessuno sapeva come era andata a finire la sua prima missione. Da allora non aveva mai osato a farlo di nuovo, ed era sempre stato l’ultimo a lasciare il campo di battaglia.
In breve raggiunse il fronte, e passò in rassegna le truppe schierate. Si voltò e osservò lo schieramento dei demoni oscuri, dall’altra parte della vallata. Gli eserciti erano spiegati su due alture, tra le quali si apriva una conca. Il luogo ideale per un massacro. Stormi di avvoltoi e corvi volavano in cerchio nel cielo, pregustando un lauto banchetto. I demoni sembravano essere molti di più, ma Triadan non diede molta importanza al fatto.
Si voltò verso le proprie truppe, guardò negli occhi di uomini, serafini, nani e di tutte le creature che componevano le forze della sua armata. Erano occhi terrorizzati, spaventati da quello che sarebbe potuto succedere, ma allo stesso tempo come ardenti di una fiamma che risiedeva nei cuori dei soldati.
Iniziò a parlare per incoraggiare le truppe
Per anni e anni ho combattuto e ho visto le Tenebre di questa terra
Cominciò a muoversi avanti e indietro, per poter osservare tutti i propri uomini.
Ho assistito alle nefandezze dei Demoni e alle eresie dei Negromanti. Sono stato testimone del peccato della possessione.
Fece una breve pausa.
Ho visto tutto il Male che si annida in questo mondo e ho abbattuto tutti coloro i quali la cui presenza offende il Re della Luce. Ho visto ciò che voi vedrete, ho combattuto ciò che voi dovrete combattere e ho ucciso ciò che voi ucciderete
Vide i petti dei soldati gonfiarsi e gli occhi orgogliosi scrutare agguerriti il nemico in lontananza.
I nostri nemici sono innumerevoli migliaia e vi combatteranno con zanne e artigli, con spade e archi, con malvagie stregonerie e corrotte illusioni. Sono armati con tutta la forza a disposizione del Male
Vide gli animi tingersi di rancore
Voi, Fratelli, avete però qualcosa in più… Siete protetti dal Re della Luce in persona. La rettitudine è il vostro scudo. La fede è la vostra armatura. L’odio è la vostra arma.
I soldati erano ormai galvanizzati
Non temete quindi, e siate orgogliosi. Poiché siamo i figli della Luce, i custodi del Bene! INVERO… NOI… SIAMO… GLI ANGELI… DELLA… MORTE!
Urla di giubilo si levarono dallo schieramento udendo quelle parole. Le spade venivano fatte cozzare contro le armature e contro gli scudi.
DISSETATEVI CON LA VITTORIA, RIMEMBRATE I CADUTI!
Si voltò e, con un gesto imperioso della spada ordinò di caricare lo schieramento avversario. Il primo a partire all’assalto fu proprio il Generale Triadan.

  
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