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Autore: Dave637    21/08/2012    1 recensioni
Calore e polvere. Un cammino, alcuni ricordi, tanti dolori. Una vita trascorsa.
Si tratta di un vecchio racconto che ho scritto quando ero piccolo, e abbandonato per varie ragioni. Per il momento non è destinato ad avere una conclusione, a meno che non sia richiesto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I

l calore era insopportabile. Il sole brillava alto nel cielo. Un’aria rovente sollevava nuvole di polvere dal terreno riarso. Non si trattava che di una landa desertica e desolata, spazzata dai venti. I militari stavano avanzando alla rinfusa, senza mantenere le formazioni, diretti verso la città ormai deserta. Per un motivo non ben precisato gli esploratori avevano segnalato che l’intero avamposto dei Demoni Oscuri era stato abbandonato. Dal comando era giunto l’ordine di occuparlo.
Triadan era esausto. La spada e lo scudo gli pesavano. L’elmo lo soffocava. Si fermò un attimo, si slacciò la cinghia e se lo sfilò. Osservò il suo spallaccio sinistro e guardò con orgoglio la stelletta bronzea sbalzata sul metallo. Era uscito da nemmeno due mesi dall’Accademia e già era stato assegnato alla sua prima compagnia che, qualche giorno dopo, era stata mandata in missione nelle Lande Desolate.
Si guardò intorno e vide i volti dei soldati allegri e baldanzosi. Sarebbero stati ricordati per sempre per aver conquistato un avamposto nelle Lande Desolate e non avrebbero subito nemmeno una perdita. Tuttavia Triadan sapeva benissimo che non sarebbe stato che un successo minore se rapportato alle altre imprese portate a termine dall’armata di cui faceva parte la sua compagnia. Era una delle più famose e agguerrite. Tutti loro erano conosciuti come gli Angeli della Morte.

Rimettiti immediatamente quella barbuta, sottotenente, non siamo qui per una scampagnata
Triadan si voltò e vide le tre stelle sullo spallaccio.
Subito Capitano
In un lampo si rimise in testa l’elmo e lo riallacciò.
Che spettacolo, vero? disse contemplando le truppe in marcia La miglior missione che io abbia mai portato a termine
Ne sono convinto, Capitano disse provando a immaginarsi le peggiori.
A loro si affiancò un terzo ufficiale.
Capitano…
Ah, ecco. Ti stavo cercando, tenente
Comandi
Come si stanno concludendo le operazioni di occupazione?
A perfezione, in breve dovremmo raggiungere l’avamposto. Tra poco dovrebbero arrivare anche le due colonne di rinforzo che avevo richiesto
Colonne di rinforzo?
Sì, signore
Che vuoi che me ne faccia? Urlò stizzito.
Ma Signore…
Qui l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è il valore dei nostri uomini e l’acciaio delle loro spade, null’altro.
Sì, Signore. Ora possiamo inviare gli esploratori ad accertarsi della situazione definitiva?
No, non voglio far tardare il mio trionfo
Ma, Signore, potrebbe essere successo qualcosa mentre…
Il Capitano fulminò l’ufficiale con lo sguardo.
Sì, Signore
Detto questo il tenente si allontanò, seguendo il flusso degli uomini.
L’avamposto sorgeva su una collina, che distava alcune centinaia di metri dalla posizione più avanzata delle truppe.
Lo senti quest’odore, sottotenente?
Triadan annusò l’aria.
Non sento nulla, Signore
Si vede che sei nuovo. Questo è odore di una missione portata a termine con pieno successo
Sì, Signore rispose Triadan per nulla convinto.

La terra tremò.
Cosa ci fa la cavalleria pesante sul mio campo?
Non c’è la cavalleria, Signore rispose Triadan con la voce un po’ incerta.
Voglio immediatamente qui l’idiota che ha fatto chiamare la cavalleria! sbottò il Capitano.
Signore, non l’ha chiamata nessuno disse preoccupato.
Il Capitano socchiuse gli occhi per guardare in lontananza, nei pressi dell’accampamento.
O... mio... dio…
Un urlo si levò da un soldato delle prime linee.
MASTINI!
Immediatamente seguì il sibilo metallico delle spade che venivano sguainate.
I Mastini Infernali erano delle bestie immonde generate dalla potenza del Demone Supremo, potevano sembrare cani, ma avevano il muso innaturalmente prolungato, con una mandibola potente e irta di zanne acuminate. Sul capo spuntavano due corna, mentre dal costato fuoriuscivano altri due arti dotati di artigli e questi assumevano una colorazione dal rosso acceso al viola cupo. Un Mastino Infernale risulta essere un avversario degno di rispetto quando incontrato singolarmente, ma ora dalla collina ne stavano scendendo migliaia, se non decine di migliaia
Ritirata! Ripiegare!
Le prime linee in breve si trovarono a combattere un acceso corpo a corpo contro quelle bestie immonde, ma la raffinata disciplina militare dei Cavalieri della Luce non poteva nulla contro la brutalità e il numero di quei demoni.
Triadan osservava la scena immobile, non aveva nemmeno sfoderato la propria spada. Sentiva le urla agonizzanti degli uomini, feriti crudelmente dalle bestie. L’acciaio delle corazze non poteva nulla contro le fauci dei demoni.
Una divisione di picchieri venne spostata in prima linea, per cercare di infrangere le ondate dei Mastini, ma in breve vennero accerchiati e sbranati uno dopo l’altro. L’aria era intrisa dell’odore acre e pungente del sangue. Quando si aggiunse quello di carne bruciata, il giovane ufficiale capì che erano entrati in azione i maghi della compagnia. Molti guerrieri perirono, nel tentativo di proteggere i propri incantatori, ma anche il loro sacrificio si rivelò completamente inutile. Per ogni Mastino che veniva ucciso, almeno due lo rimpiazzavano. I demoni continuavano ad avanzare, sfondando gli schieramenti improvvisati dei Cavalieri della Luce.
Dove diavolo sono quelle dannate colonne di rinforzo!? Le voglio qui ora! sbottò il Capitano sfoderando la spada e stringendo più saldamente lo scudo.
Solo allora Triadan si ricordò di sguainare la propria arma per cercare di salvarsi o, se non altro, di vendere cara la pelle. Ormai le sue orecchie erano sature delle urla della battaglia e dei lamenti dei feriti che giacevano a terra, mentre tentavano di mantenere le interiora all’interno del proprio corpo, o mentre si stringevano i moncherini degli arti amputati di netto.
Udì un urlo, si voltò verso la sinistra e vide il capitano steso a terra e senza una gamba. Davanti a lui i cadaveri di tre Mastini e uno ancora in vita mentre stringeva tra le fauci la parte mancante dell’ufficiale. Senza pensarci troppo, Triadan affondò la propria lama nel ventre della bestia, ma un’altra gli fu addosso scaraventandolo a terra. Gli aveva causato un taglio non molto grave sulla guancia sinistra. Il ragazzo chiuse gli occhi in preda al panico
Generale, Generale…
Triadan aprì gli occhi. Vide due soldati.
Stavate urlando nel sonno…

  
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