Parto
in casa Son
–Desolata
di doverla disturbare a quest’ora, signora Son, ma credo che
lei stai per
diventare nonna!
Chichi ci mise
qualche secondo buono a capire che la voce dall’altro capo
del telefono era
quella di Videl.
–Sì,
Videl lo so che aspetti un bambino, sono nove mesi che non parliamo
d’altro!-
disse con la voce impastata dal sonno.
–No, signora, quello che intendevo dire…- rispose
l’altra con voce strozzata -…è che
credo che Pan stia reclamando di
uscire…
Chichi restò in silenzio per qualche secondo. –Oh,
cribbio.- esclamò poi,
senza alcun modulo della voce, mentre sudore freddo iniziava a
imperlarle la
fronte.
–Goku, svegliati!- urlò la
donna, gettando letteralmente giù dal letto il marito. Il
Saiyan cadde con un
sonoro tonfo dalla sua parte di letto.
–Chichi, ma ti sembra questo il modo di svegliarmi?
–Non
è questo il momento di discutere!- lo rimproverò
la moglie, mentre si infilava
la prima cosa trovata nell’armadio. –Dobbiamo
raggiungere l’ospedale più vicino
il prima possibile…
–L’ospedale?
Ma, Chichi, l’ospedale più vicino dista a due ore
di volo!
-Oh, santa madre!- esclamò Chichi, avvilita.
Lesta, afferrò la cornetta, dove Videl attendeva ancora in
linea.
–Videl,
tesoro, non spaventarti ma abbiamo un piccolo problemino:
l’ospedale più vicino
dista due ore di volo, credi di potercela fare?
–Signora…-
esordì la ragazza, respirando profondamente –Ho
doglie così forti che al
confronto esseri schiacciati da un camion è una passeggiata,
Pan ha deciso di
venir fuori con due settimane di
anticipo, a momenti strariperò acqua e sangue tra urla
disumane…e lei mi chiede
se potrò resistere per altre due
ore?
–Allora
non
muoverti, stiamo arrivando.- disse Chichi, risoluta.
–E
dove vuole che vada in queste condizioni!?- rispose Videl,
sull’orlo di una
crisi di nervi.
–Ehi,
non
credere che il fatto che tu stia partorendo ti dia il permesso di
mancarmi di
rispetto!- aggiunse offesa la donna, prima di riagganciare.
–Goku, rintraccia
tuo figlio e digli di correre a casa immediatamente!-
ordinò al marito, scandendo con particolare enfasi
l’ultima parola.
–Perché
dovrei svegliare Goten?- chiese Goku ancora in pieno sonno. Chichi
sbuffò
sonoramente.
–Mi riferivo a Gohan!- esclamò come se fosse la
cosa più ovvia del
mondo.
–Gohan? E perché dovrei? Ma poi
come faccio a rintracciarlo, se è a chilometri di distanza
da qui? E
soprattutto, dov’è che stai andando a
quest’ora?
–A
far nascere sua figlia!- urlò Chichi, sbattendo la porta
dietro di sé e
lasciando un Goku ancora confuso e perplesso.
Gohan
spalancò la porta improvvisamente.
–Sono a casa, tesoro!- esclamò con un largo
sorriso, aspettandosi che la
moglie corresse alla porta e gli gettasse le braccia al collo.
Purtroppo, non
fu questa la scena che si trovò davanti, bensì
quella di una moltitudine di persone
che avevano tutta l’aria di attendere qualche evento
importante. C’era la sua
famiglia e quella di Vegeta al completo , il Genio con
l’inseparabile
tartaruga, Yamcho, Oscar, Crilin con moglie e figlia.
Il tutto coronato da urla disumane che
provenivano dal piano di sopra.
–Qualcuno
mi spiega cosa sta succedendo?
–Oh, nulla di straordinario.- prese parola C-18. –
A parte il fatto che
tua moglie sta per dare alla luce tua figlia.
–Ah, sta nascendo
Pan. – concluse Gohan, sfregandosi le mani. –Sta.
Nascendo. Pan.- ripetè
meccanicamente, esattamente un secondo prima di cadere a terra
svenuto.–Oh santo cielo, Gohan! Riprenditi, ti prego!
Crilin trascinò l’amico sul divano, mentre Yamcho
prese a sventolarlo
con un giornale capitatogli sotto mano. –Goten avverti tua
madre che è arrivato
Gohan…
-… e che è svenuto- aggiunse
Yamcho con un sospiro.
Il
piccolo Goten corse al piano di sopra per fare quanto gli era stato
ordinato,
spalancò la porta e urlò con quanto fiato aveva
in gola:
–Mamma, Gohan è svenuto all’ingresso!
Chichi e Bulma stavano per rimproverare il bambino per essere entrato
nonostante avessero vietato l’ingresso a chiunque, ma Videl,
tra una doglia e
l’altra, sovrastò la loro parola. –Sono io
quella che dovrebbe svenire non lui!
Quella scena pietrificò letteralmente Goten. No, non per le
urla
disumane della ragazza, bensì per il mare di acqua e sangue
che si era formato
ai piedi del letto.
–Dilatazione
quattro!- urlò Bulma in preda all’ansia.
–Goten,
esci subito da questa stan…
Chichi non terminò la frase, che vide il secondogenito
correre in
direzione del bagno con una mano premuta sulla bocca.
–Goku, quello non era Goten?- chiese Trunks tirandolo per un
lembo della
maglietta.
–Credo
di sì…- rispose Goku allibito, seguendo con lo
sguardo il figlio sfrecciare in
bagno.
–Dilatazione
cinque!- esclamò nuovamente Bulma asciugandosi la fronte
madida di sudore.
Chichi osservò l’amica operare con estrema cura e
professionalità: d’altronde,
suo padre era anche un veterinario, qualcosa
l’avrà appreso da lui.
–Bulma…- esordì la donna dai capelli
scuri,
attirando l’attenzione della scienziata. –Grazie di
essere corsa, o meglio dire
volata qui. Il tuo aiuto
è stato
prezioso, davvero. Bulma sorrise. –Non avrei mai potuto
lasciarti sola in una
situazione del genere. Ne abbiamo passate tante insieme, forse anche
troppe!
–Scusate…-
intervenne Videl con un falso sorriso, di quelli che fanno presagire
l’orlo di
un esaurimento nervoso –Potrei chiedervi la
cortesia… DI MANDARE A DOPO I VOSTRI
CONVENEVOLI? Si da il caso che io sia nel bel mezzo di un parto, stia
patendo
dolori allucinanti, mi trovi in un mare di sangue, sudore e liquido
amniotico e
stia patendo tutto questo da sola, visto che mio marito è
troppo impegnato a
giacere svenuto giù in salone!
–Oh, scusa tesoro!- cinguettò Chichi.
–Per un attimo ci eravamo dimenticate di te!- aggiunse
Bulma.
Una vena iniziò a pulsare pericolosamente sulla fronte della
giovane. –Come avete fatto
a dimenticarvi di me se siete qui proprio
per questo motivo!
Videl
urlò l’ultima frase tutto d’un fiato,
facendo persino scoppiare una lampadina
in soggiorno, il che terrorizzò tutti i presenti, Vegeta
incluso.
Dopo
quattro ore di travaglio e di snervante attesa, un pianto
squarciò il silenzio
della casa del primogenito Son, il quale giaceva ancora mezzo privo di
sensi,
balbettando parole scollegate come “Videl, parto,
Pan.”. Tutti i presenti
tirarono un sospiro di sollievo e levarono alte grida di gioia quando
videro
Chichi affacciarsi alla balaustra
eesclamare: –E’ nata! La mia nipotina
è nata!
–Gohan!
Gohan, riprenditi!- lo scosse violentemente Crilin. –Tua
figlia è nata!
Il giovane si riprese a poco a poco e non appena realizzò le
parole
dell’amico, si precipitò in camera sua per
accertarsi della salute della
moglie. La trovò insieme a Bulma che le bagnava la fronte
con un panno, mentre
lei reggeva in braccio un fagotto bianco.
–Io vi lascio
soli- annunciò poi con un occhiolino la
scienziata,–Le mie congratulazioni,
Great Saiyaman!- esclamò, dando una pacca sulla spalla al
ragazzo, il quale
sorrise con un po’ di rossore sulle guance. Si
avvicinò lentamente al letto, lo
sguardo basso sui piedi come chi riconosce di aver commesso un grosso
errore.
Allargò i polmoni e stringendo gli occhi le disse tutto
d’un fiato: –Perdonami,
Videl, è stato più forte di me! Ho fatto di tutto
per non svenire, ma proprio
non ce l’ho fatta!
–Tesoro…“Ecco,
ci siamo: adesso ti spella vivo!” pensò
il giovane Saiyan.
–…se mai un giorno dovessimo decidere di dare un
fratellino alla nostra
piccola Pan, ricordami di non chiamare nessuno. Preferisco partorire da
sola in
mezzo ai boschi durante il tragitto da casa all’ospedale,
piuttosto che
rivivere la situazione di stanotte.
Gohan sorrise sbattendo più volte le palpebre. “Sono vivo…SONO ANCORA
VIVO!”
Il suo sorriso si trasformò ben presto in una risatina
nervosa, poi
in riso, fino ad arrivare a urla di gioia, trascinando in quelle risa
anche la
giovane moglie.
–E
anche questa è fatta!- esclamò Chichi
soddisfatta, mentre, con il sole che sorgeva, si avviava nuovamente
a casa col marito e con il piccolo Goten, ancora sconvolto dalla scena
di poco prima. –Sangue, tanto sangue...un mare di sangue!- ripeteva meccanicamente con uno strano tic all'occhio sinistro.
–Ah, cara, quasi dimenticavo: in quel momento non
c’ho
pensato, ma se avessimo usato il teletrasporto saremmo arrivati in
ospedale in
un batter di ciglia!- esclamò Goku
ingenuamente, ignaro di ciò che sarebbe accaduti di
lì a pochi istanti. La
donna tirò fuori da chissà dove una padella in
puro acciaio inox e colpì con
tutta la sua forza il marito.
–E tu solo ORA te lo fai uscire?
E
fu così che tra svenimenti, sangue, vomito, urla,
festeggiamenti e una
padellata, anche quell’impresa terminò. Adesso ai
nostri amici non restava
altro che aspettare il giorno in cui Videl avesse avuto intenzione di
concedere
un fratellino alla piccola Pan, nella
speranza che quel giorno non giungesse poi tanto presto.
*Angolo
dell’autrice*:
Era
un po’ che volevo
pubblicare questa cosuccia, mi piaceva l’idea di un parto in
perfetto stile
“Son”: divertente, caotico, frenetico.
Perché il tema del parto? Perché queste
situazioni sono quelle,
generalmente, dove è necessario mantenere la calma
più assoluta e i nervi
saldi. Cosa per cui non è certo nota la famiglia Son! XD
In realtà la fanfiction doveva terminare molto prima, ma su
richiesta di alcuni recensori l'ho allungata descrivendo anche il
momento del parto, sperando che non abbiate avuto la stessa rezione di
Goten, nel leggere quella parte! C:
A presto
PiccolaEco