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Autore: Lacus Clyne    22/08/2012    8 recensioni
Sono trascorsi sei mesi dalla caccia di Tom Culpeper al branco di Mercy Falls. L'inverno è tornato, e alle porte del Natale, Isabel torna a casa, nel gelido Minnesota. Una voce di lupo totalmente inaspettata e le sue speranze si riaccendono. Sam, Grace, Cole sono tornati? O è solo un miraggio dettato dal desiderio di rivederli?
Genere: Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio! <3 Ebbene, eccoci arrivati al finale! <3 Devo dire che quando ho cominciato a scrivere non avevo benissimo in mente tutta la storia, ma scrivendo, man mano erano gli stessi personaggi a "suggerirmi" cosa scrivere! Ne approfitto per ringraziare Nuala, Diley, Marta e Ginny per aver commentato (i vostri pareri sono stati davvero meravigliosi!! *---*) e aver condiviso con me questa saga stupenda e l'amore per Cole e Isabel!! Grazie infinite!! Un grazie di cuore anche a chi ha silenziosamente letto e seguito! <3 Aggiungo un paio di bonus! <3 http://lacus-clyne.deviantart.com/#/d4wl4vu  Qui c'è un disegno delle coppie di Shiver che ho fatto io! <3 E se qualcuno ha dimestichezza con le fanlisting, http://www.lacusclyne.altervista.org/isacole/ qui c'è la fanlisting di Cole e Isabel su TFL, sempre mia! <3 Ma torniamo a noi! Così com'è cominciata, la storia finisce con Isabel! <3 Alla fine, la nostra eroina, riuscirà a spuntarla? <3 *retorica XD* Buona lettura!! <3

 

 

 

 

ISABEL

 

 

Avevo lasciato Sam e Grace ad amoreggiare sul divano e Cole a parlare con suo padre. Era quasi surreale l’atmosfera. Buoni sentimenti ovunque, potevo lasciarmi investire totalmente, se lo volevo. Ma temevo che ciò che stavo per fare avrebbe necessitato di una buona dose di faccia tosta. Avevo lasciato il cellulare spento tutto il giorno, e quando lo riaccesi, vidi le chiamate di mia madre. Questo già di per se bastava a farmi venire un groppo in gola, ma cercai di pensare al modo migliore di risolvere una volta per tutte la cosa. La richiamai, rispose quasi subito.

“Isabel?” Aveva il tono di chi aveva passato un bel po’ di tempo a piangere.

“Mamma.” Mi sforzai di essere quanto più determinata possibile. Non che fosse un grande sforzo, ma dovevo ammettere che a modo suo, mia madre mi era stata vicina, quando ne avevo avuto bisogno.

“Tesoro, stai bene?”

“Sto bene. Sì, sto bene. Mamma, ho deciso di non tornare a casa.”

Mia madre esitò.

“E se a papà dovesse venire in mente di venirmi a prendere con la forza, beh, sono pronta a oppormi di nuovo. Lo farò tutte le volte che sarà necessario. Sono stanca, mamma. Stanca di dover vivere la mia vita senza che voi mi capiate in alcun modo. Jack è morto. Io sono viva… e voglio vivere secondo le mie regole, non le vostre. Mi capisci?”

Sentii un singhiozzo, ma cercai di rimanere quanto più calma possibile.

“Isabel, mi dispiace. Ti vogliamo bene. Tutto quello che abbiamo fatto…”

“L’avete fatto per i vostri scopi! Per la prima volta in vita mia io sono felice! Felice di essere al mondo, e di poter essere semplicemente Isabel, non la figlia di Tom Culpeper. E poi, Cole…”

“Cole… il ragazzo delle scale, vero? E’ sempre lui?”

“Certo. Cosa credi, che vada a prostituirmi, mamma?!” Strillai.

“No. Non pensarlo nemmeno!” Si affrettò a dire. “Quel ragazzo ha avuto dei problemi…”

“Sì, è un ex drogato. Ed è anche uno stramaledetto genio, lo sai? E soprattutto, io lo amo. Lo amo, mamma, e voglio stare con lui. Non me lo toglierete un’altra volta.”

“E’ davvero questo quello che vuoi?”

“Mai stata più sicura di qualcosa in vita mia.”

Sospirò. Era strano sentirla così remissiva. O aveva qualcosa in mente o forse la magia del Natale l’aveva momentaneamente fatta rincretinire.

“Ho chiesto a tuo padre di aspettare. Abbiamo discusso, ma adesso almeno si è calmato. Non è stato facile per noi, ma credimi, ti scongiuro di credermi, se ti dico che la sola cosa che desidero è che tu possa essere felice. Proprio perché abbiamo perso Jack, non voglio perdere anche te, Isabel. Sei la sola cosa che ci è rimasta. Noi ti vogliamo bene…” Scoppiò a piangere.

Mi sedetti sulla poltroncina ai piedi del letto, stringendomi le ginocchia con le braccia. Non volevo che mia madre piangesse. Non volevo sentire il peso di quelle lacrime che mi premeva addosso.

“Mamma.”

Mia madre continuava a singhiozzare.

“Smettila, per favore.”

Niente. Era inarrestabile. Poi forse capì, o si fece forza, ma si decise a parlare di nuovo.

“Scusa. Scusa, tesoro.”

Mi rannicchiai ancor di più. “Sei sincera?”

“Ti ho mai mentito finora?”

No, non l’aveva mai fatto. Anzi, spesso mi aveva coperta con papà per Cole, pur non sapendo chi fosse davvero.

“No.”

“Allora credimi, ti prego.”

“Fallo anche tu. Per una volta, fidati di me.”

Il tacito accordo tra una madre e una figlia, quello su cui tutto si basa. La fiducia.

“Va bene. Va bene, Isabel.”

“Grazie.” Bisbigliai, speravo troppo a bassa voce perché mi sentisse.

“Buon Natale, tesoro mio.”

Toccò a me sospirare. “Anche a te, mamma.”

Riattaccai, lasciando il cellulare sul letto. Avevo la sensazione di aver combattuto una battaglia, e anche se l’avevo spuntata, in un modo o nell’altro, non provavo alcuna soddisfazione. Affondai il viso nelle braccia, sperando che qualche stanza più in là, a Cole fosse andata meglio. E poi, ripensai a Grace, ai suoi problemi coi genitori, alla sua pazza idea di far credere loro di essere in Norvegia con Rachel a studiare. Nonostante tutto, tra noi due, era lei la vera vincitrice. Sicura di sé, capace di combattere per i suoi sentimenti e di dare buoni consigli. Sentii bussare alla porta.

“Avanti.” Dissi.

Cole si affacciò.

“Vuoi rimanere al buio?”

“Come ti pare. E’ uguale.”

Non accese nulla, ma nell’entrare, lasciò la porta socchiusa, così che la luce del corridoio potesse filtrare. Si sedette accanto a me, per terra.

“Non è andata come speravi?”

Rialzai la testa. “Sì, più o meno.”

“E non sei soddisfatta?”

“Per niente.”

Cole incrociò le mani e fece schioccare le nocche.

“Ho detto a mio padre che non tornerò a casa. E mi ha detto che lascerà comunque la porta aperta. E’ un problema. Se qualche malintenzionato entrasse e rubasse la mia Mustang non risponderei di me.”

Lo guardai perplessa.

“Non ti preoccupa che possa far del male alla tua famiglia?”

“E’ un altro modo di vedere le cose. Se lasciasse la macchina, i miei potrebbero fuggire.”

“Semantica. Se li uccidesse prima e rubasse la macchina, rimarresti doppiamente fregato.”

“Vorrà dire che mi terrò stretta la mia piccola Mustang. Quella non me la porterà via nessuno.”

Le sue parole completamente prive di senso mi fecero ridere.

“E’ così divertente?”

“Tu sei divertente.”

“Divertente. Ancora non me l’avevi detto.”

“E sei scemo.”

“Ti preferivo quando mi dicevi che ero tossico.”

“Quello lo penso ancora.”

“Mi lusinghi.”

Mi sporsi, fino a che le nostre fronti non si toccarono. “Sono innamorata di te, Cole St. Clair. E voglio starti accanto, qualunque cosa accada. Voglio venire con te al rifugio Knife.”

Cole sorrise.

“Non ti verrà la nostalgia per il caldo sole della California?”

“Dipende da quanto caldo mi farai provare.”

Arricciò le labbra in un sogghigno.

“Mi stai sfidando?”

“Tu che dici?” Domandai, ridacchiando, poi lo spinsi via e mi alzai. Mi guardò, le mani che lo sorreggevano. Mi stiracchiai, poi uscii dalla stanza. Sentii Sam e Grace ridere in lontananza. Complici e felici, come erano sempre stati. Cole mi raggiunse in qualche istante. Mi voltai a guardarlo. Alla luce, il suo volto era ancora più bello. E non c’era persona al mondo capace di farmi passare dalle lacrime alle risate come lui. E quando ero insieme a lui, mi sentivo forte e in grado di far fronte a qualunque difficoltà. Ne avevamo fatta di strada da quando ci eravamo incontrati, e allora mai avrei pensato che quel ragazzo così strafottente e maledettamente sexy avrebbe finito col farmi vivere emozioni che mai, e sottolineo mai, avrei anche solo pensato di vivere in quella cittadina sperduta in mezzo al nulla. Quei tre giorni mi avevano dato una consapevolezza nuova. Ero partita senza alcuna speranza di rivederlo, ero arrabbiata, anzi, furiosa, totalmente in sospeso, mentre in quel momento avevo tutto ciò che desideravo accanto a me. Sapevo che non sarebbe mai stato semplice, perchè Cole era incostante, e io non avevo pazienza. Ma sapevo anche che non avrei rinunciato a lui per nulla al mondo. L’amore che mi aspettava, probabilmente era di quel tipo. Un sentimento nuovo, proprio come le parole della canzone che aveva scritto per noi.

“Isabel?”

“Che c’è?”

Cole mi rivolse il suo più largo sorriso.

“Ti amo.”

Sorrisi a mia volta. Non ero mai stata così felice di festeggiare il Natale.

 

 

 

FINE

  
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