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Autore: Iknowisnteasy_    22/08/2012    3 recensioni
Solo una semplcie storia di due persone che si sono amate. la vita di Kurt cambia costantemente quando, decisosi finalmente di tornare a suona il pianoforte, incotra Blaine... un ragazzo bello come un raggio di sole dagli occhi di un verde così intenso dentro i quali si perdeva l'infinito..
-Avrebbe tanto avuto bisogno di qualcuno che lo confortasse in quel momento.
Qualcuno che gli avesse ricordato che non c’era nulla di sbagliato in lui.
Qualcuno con il quale poter condividere per un ultima volta, i tasti freddi e lucidi d un pianoforte..
Qualcuno a cui donare un po’ del suo amore, perché ne custodiva molto dentro di se, qualcuno per il quale poter essere, almeno per un momento, speciale…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
Grazie a te, se hai seguito questa storia, fino proprio alla fine


<< Amore svegliati>> una voce dolce mi svegliò di soprassalto dandomi una scossa sulla spalla.
Avevo il braccio destro che formicolava le palpebre mi pesavano sugli occhi serrandomeli quando cercavo di riaprirli invano.
<< Che ora sono?>> chiesi con gli occhi ancora socchiusi e la testa coperta tra le coperte calde.
<< E’ notte, se ti svegli ti faccio vedere una cosa..>>
<< E’ una cosa bella?>> domandai girandomi per tentare di darmi una motivazione per interrompere il sonno e alzarmi dal letto.
<< Sono più che sicuro che ti piacerà..>> disse Kurt mentre mi alzai dal letto cercando a tastoni le scarpe che avevo lasciato sotto il letto.
<< Forza, mettiti le scarpe che andiamo..>> disse guardandomi con un sorrisetto sulla faccia. Mi stupii di come, anche a quell’ora, Kurt fosse così sveglio e pieno di energie.
<< Ti prendo in braccio se non ce la fai, coraggio>> la voce di mio padre riempì la stanza di un calore surreale, doveva essere più o meno mezzanotte..
<< papà.. dove stiamo andando?>> domandai ancora insonnolita mentre mio padre mi prese sopra di se e mi conduceva lentamente fuori casa.
<< Lo vedrai Eleonor lo vedrai.>> Mi condusse nell’enorme prato dietro casa nostra
Era una calda serata estiva, limpida come il cristallo e tranquilla, tranquilla e silenziosa.
Mio padre camminava nel silenzio surreale del prato fino a che non arrivò ad un punto dove la luce della nostra piccola casa risplendeva come una torcia nella quiete dell’oscurità.
Mi disse di sdraiarmi accanto a lui, subito mi rannicchiai accanto a lui sentendo il fresco dell’erba sotto di me cullarmi.
<< Alza gli occhi.. cosa vedi?>> mi disse mentre mi guardava con un sorriso dolce sul volto.
Subito alzai gli occhi e vidi sopra di me milioni e milioni di stelle,
sembrava appena uscito da uno dei miei libroni con la foderina di cartone che leggevo a quell’età.
Fino a quel momento credevo che fossero solo foto e immagini scattate con chissà quale strano congegno dell’industria fotografica,
invece ora erano esattamente sopra di me, così vicine. Così belle.
<< E’ bellissimo..>> dissi impressionata dalla tanta meraviglia di quell’immagine.
<< Si lo è..>> aggiunse mio padre mentre anche lui, fissava quello spettacolo con faccia incantata.
<< Sono stelle.. >> dissi io senza staccare gli occhi che mi affacciavano alle porte dell’universo.
<< Sono anime, sai, se le persone si sono comportate bene nella vita, diventano stelle, e vegliano su di noi dall’alto.>> disse mio padre mentre mi stringeva a sé, nei suoi occhi vidi lo stesso luccicare che riflettevano le stelle sopra di noi
<< Mah, io .. io credevo fossero solo ammassi di tanti gas messi a forma rotonda che brillano a milioni di chilometri di distanza.>> dissi io con la conoscenza di una bambina di otto anni così già troppo legata alla realtà.
<< No invece, sono anime. Le stelle hanno una loro vita.. vegliano su di noi, impediscono che ci accadano cose brutte..>> mi rispose mio padre sorridendo.
<< Oh, come degli angeli?>> risposi io infantilmente.
<< Come degli angeli>> disse mio padre mentre rideva fissandomi.
Poi il mio viso si fece serio, << Allora, se le stelle sono anime buone, anche la Nonna e Blaine… sono stelle?>> dissi io fissando il viso di mio padre che, preso da una strana malinconia
aveva cambiato espressione, diventando triste
<< Esatto, Elly, ecco perché ti ho portato qui fuori, perché voglio raccontarti una storia. Una storia che forse ti avrò già raccontato, ma voglio raccontartela meglio, forse non capirai subito. Ma con il crescere rifletterai su come questa storia, abbia dato una svolta ben diversa alla mia vita..>>
Mio padre mi aveva sempre parlato di Blaine, dicendomi che era partito per ‘ un lungo viaggio’ tentavo di non chiedergli quando sarebbe tornato.
Sapevo che se mio padre usava quel termine per dire che sarebbe stata una grande attesa. Forse eterna.
Mi raccontò di lui quella sera, di tutte le cose fecero assieme, del pianoforte, del viaggio a New York, del concerto e dei loro piani per il futuro
Ma non andavai mai oltre, diceva che quella era una parte della storia, e che il resto l’avrei scoperto con il crescere.
E forse, fu così, solo quando ebbi all’incirca quattordici anni mi ritrovai a frugare nel terzo cassetto della scrivania di mio padre, venendo a conoscenza di una cartellina contenete resti di fogli accartocciati, con numeri, nomi e indirizzi.
C’era anche un vecchio ritaglio di giornale, parlava di un incidente.
<< Quindi Blaine è… è morto?> domandai con il foglio di giornale in mano e gli occhi lucidi.
Mio padre sospirò e mi disse di sedermi, che mi avrebbe spiegato tutto.
Credo che lui sapesse che quel momento sarebbe arrivato prima o poi.
Doveva dirmi la verità. Io dovevo sapere il continuo della storia.
Così venni a sapere della parte brutta della favola
Dell’ incidente di Blaine.
Uscì salvo dall’incidente. O almeno così sembrava se lo si vedeva esternamente, mi disse.
Ma dentro gli era stata diagnosticata una malattia celebrale che lo avrebbe poi portato alla morte nel giro di tre anni .
Mio padre non mi disse quello che lui e Blaine si dissero durante gli ultimi mesi di vita di Blaine. E io non voglio intromettermi.
Perché sono sue cose personali, e non sarebbe giusto entrarci dentro e affondare in qualcosa di privato.
Ora nella vecchia casa dove abitavamo, ci vivo solo io.
Mio padre si è trovato un impiego a New York, e li ha conosciuto un ragazzo.
Sono felice che ora non sia più solo, almeno riesco a vedere il sorriso sulle sue labbra quando vado a trovarlo.
Mi ha insegnato a suonare il pianoforte. Mi dice che la musica è l’unica cosa che non mi tradirà mai, ed è per questo che va tratta con rispetto.
Mi dice che non devo perderla, mai.
Mi dice che tutto attorno a noi è musica. Che devo chiudere gli occhi e ascoltare ogni piccolo rumore che la natura ci offre.
Perché è questo l’importante. Vivere a pieno la nostra vita.
Dice che glielo ha insegnato Blaine.
Avrei dato tutto per averlo conosciuto, anche solo vederlo negli occhi e non in una vecchia foto stropicciata che mio padre tiene sul comodino.
Doveva essere una persona speciale, felice di vivere in armonia con se stessa, senza farsi abbattere.
Ha salvato mio padre.
E forse, anche me.
Kurt mi adottò quando io avevo solo un anno. Perché glielo chiese Blaine.
Perché voleva che Kurt fosse felice, perché se lui non lo fosse stato Blaine avrebbe perso un po’ della sua lucentezza. E Kurt non l’avrebbe mai permesso.
Mi portò via da un ospedale, di li a pochi giorni dovevo essere trasferita all’orfanotrofio della città.
Credo che sia stato Blaine a guidare mio padre verso di me.
Perché voleva che lui fosse felice e voleva che anche io lo fossi.
Anche se ora sono grande, mio padre trova sempre uno spazio per venirmi a trovare.
E io lo accolgo sempre a braccia aperte, ho sempre la camera degli ospiti pronta per lui.
Non vuole che i nostri rapporti si disfino in qualche modo, vuole sempre rimanere in contatto con me. Qualunque cosa accada, se sto male o se poco poco ho voglia di parlare.
Lui c’è sempre per me.
E io per lui.
Inoltre credo che venga qui perché sente il bisogno di staccare per un po’..
Di togliersi dall’enorme caos che popola le grandi città come New York per venire a trovare un po’ di tranquillità e pace dentro il quale riflettere. Dentro il quale ricordare
Viene quasi sempre d’estate, e si ferma per uno o due mesi.
Solitamente durante l’anno sono io che vado a trovarlo assieme a mio nonno Burt per le festività.
Capita spesso, che quando lui sia qui
Sgattaioli fuori dal letto e si metta a fissare l’infinito mare stellato che si trova sopra di lui.
Solo che ora, non deve più svegliarmi come faceva una volta, basta sentire i suoi passi pesanti sul corridoio.
Così esco fuori anche io e mi stringo vicino a lui mentre mio padre come ogni volta, mi avvicina a sé e delicatamente mi porge la mano, dandomi un bacio sulla fronte.
Sospirando e fissando le stelle sopra di noi.
Senza dirci nulla
Ecco perché io vi ho raccontato questa storia.
perché volevo che ognuno di voi ne tragga qualcosa, perché l’amore non è un sentimento banale.
L’amore può dare e tutto, ma può anche togliere tutto.
Io personalmente credo che Kurt e Blaine abbiamo ricevuto tutto dall’Amore.
Perché non sempre le storie più belle hanno un lieto fine.
Non sempre il principe azzurro viene in salvo alla principessa rapita dai pirati, e spesso le tocca cavarsela da sola.
Ma non è questo il nostro caso, perché Blaine ha salvato Kurt.
E Kurt ha lasciato che Blaine glielo fece fare, senza chiedergli nulla in cambio.
Perché Blaine non gli avrebbe mai chiesto di arrampicarsi sopra un pino.
Gli avrebbe chiesto solamente tutto il suo amore.
e fu quello che lui gli donò.
Gli donò il suo cuore, e forse è questo che gli permette di dormire senza rimpianti la notte.
La consapevolezza di aver fatto la cosa giusta, di essersi fidato nonostante tutto ciò che era accaduto.
Di fidarsi del destino.
Anche se esso, alla fine decide di toglierci tutto quello che sembrava perfetto.
Ma a Kurt non importa, glielo leggo negli occhi.
Ora sta a ognuno di voi ricavare la propria morale da questa storia.
Ma io vi dirò lo stesso la mia.
Credo che bisogna imparare a vivere l’attimo.
Bisogna imparare a vivere la propria vita, perché è il dono più bello che possiamo farci.
Bisogna imparare che non sempre tutto ciò che noi pensiamo o immaginiamo di riuscire a fare da soli, non sempre è possibile, e alla fine bisogna trovare qualcuno con il quale condividere il peso del dolore, prima che diventi troppo grande.
Bisogna imparare ad Amare.
Proprio come fece Kurt.
Si lasciò amare da Blaine.
Perché glielo disse il cuore.
Bisogna imparare a fidarsi di se stessi.
Perché il cuore di Kurt, portò dritto a quello di Blaine.
Perché quando la musica sembrava essere cessata nella vita di Kurt, Blaine apparve assieme ad un pianoforte color panna..
Ed insegnò a Kurt, come vivere.





Autrice, le note finali;
Allora siamo giunti alla fine della storia miei cari.
Qualcuno di voi vorrebbe vedermi morta piuttosto che viva, perché ho fatto finire questa storia con la morte di Blaine.
Non ho scritto che uno dei personaggi moriva perché altrimenti il risultato sperato non sarebbe stato uguale.
(tipo visualizzazioni ‘sotto lo zero’) spero di non rischiare la pelle per questa cosa, anche perché mi sento un po’ in colpa.
Ma l’idea di far morire Blaine mi è venuta verso la metà di questa storia, all’inizio avevo pensato di far vivere la Klaine per sempre felice e contenta scrivendo che Blaine era vivo e salvo dall’incidente e che la loro vita sarebbe stata rosa e fiori per sempre.
Purtroppo come a volte la vita ci insegna, non sempre è così.
E ho deciso di farla finire così.
Ribadisco, spero di non ricevere denunce ;_____; ad ogni modo potete insultarmi quanto vi pare nei commenti, me li merito tutti sono stata tanto cattiva.
Anche perché io scrivo solo FF piene di fluff e arcobaleni e ho detto ‘ora scrivo qualcosa di triste e svolto un po’
Comunque la storia era stata raccontata da me ovvero Eleonor ‘Elly’ Hummel-Anderson (che cavolo di nome le ho dato D: ) Comunque spero che vi sia piaciuta.
Ringrazio con ogni fibra del mio corpo tutti coloro che hanno seguito questa storia, che l’hanno recensita e che l’hanno messa nelle preferite |seguite| ricordate.
Grazie di cuore
Per ora staccherò un po’. Mi godrò una vacanza di un mese in Galles con la mia famiglia, e non pubblicherò fino a Settembre
Poi tornerò in carreggiata con qualche storia.
Per ogni cosa, continuate a seguirmi sulla mia pagina facebook
Grazie di tutto cuore ancora ragazzi.
Davvero.
Un enorme abbraccio e un grosso bacio.
June_

  
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