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Autore: Audrey Shadows    23/08/2012    3 recensioni
Mel ha quasi 18 anni, è una ragazza alta, con lunghi capelli neri, e occhi verdi che con il cattivo tempo diventano grigi.
Aveva poco più di 17 anni quando le venne diagnosticata la leucemia.
Improvvisamente, a differenza del carattere forte che l’aveva sempre contraddistinta, smette di lottare e si abbandona alla chemio e ai sintomi postumi che essa causa.
Iniziò a dividersi tra l’ospedale di LA e casa sua, nella quale aleggiava una forzata allegria.
Solo una cosa ancora le lascia un briciolo di speranza: la musica.
In particolare 4 ragazzi, che continuano a farle battere il cuore, pompando sangue nelle vene.
I Tokio Hotel.
Quando li vide la prima volta di innamorò immediatamente; sognava di poterli incontrare, andare ai loro concerti, farsi delle foto con loro etc….
Sognava che Bill un giorno potesse ricambiare il suo amore.
Poi era arrivata quella cazzo di malattia.
E la sua vita era finita, ancora prima che potesse cominciare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Gordon? Georg?? dove siete??- la casa era silenziosa e Simone si allarmò immediatamente.
-mamma ... non ti preoccupare, saranno andati a fare un giro ...- ma in quel preciso istante Georg e Gordon comparvero sulle scale.
-Georg mi stava facendo sentire qualche sessione di basso. è migliorato ancora!- esclamò Gordon.
Simone sorrise.
-tutto merito del sottoscritto- si indicò Tom facendo ridere Kate.
Parve che solo in quel momento, grazie a quella risata cristallina, Georg e Gordon si fossero accorti di lei.
-e questa bellissima donzella chi è?- Quello che doveva essere il padre del ragazzo si avvicinò e le porse la mano, la quale fu stretta vigorosamente.
-sono Kate, piacere di conoscerla!-
-chiamami Gordon!- il signore rise -Georg, brutto maleducato! vieni a salutare!-
-Ciao Kate! Qual buon vento??- chiese avvicinandosi e mettendole un braccio sulle spalle, con conseguente occhiataccia del moro.
-mi hanno invitato a cena, e Ana mi ha lasciato addirittura uscire prima da lavoro, ne ho approfittato- fece spallucce la ragazza.
-ci fa enormemente piacere- Georg le sorrise -te l'hanno detto che Bill ha in ostaggio la mia ragazza? Sì, l'ha portata a NY per scegliere l'abito da sposa ... poverina, non la farà vivere-


Intanto a NY ...
-perfetto, le porterò subito alcuni abiti. A tra poco- l'assistente uscì dal camerino e finalmente Michelle poté dare libero sfogo ai suoi pensieri.
-oddio, ancora non ci credo! Siamo da Kleinfield, mi sto per provare degli abiti da sposa e tutto grazie ad uno dei miei migliori amici!!- guardò amorevolmente Bill.
-è un piacere ... ma dicci, non stavamo ascoltando ... come hai deciso che sarà l'abito?- chiese Bill curioso.
La sua passione per la moda non si smentiva. Aveva accavallato le gambe e si era proteso verso la ragazza, per ascoltare meglio.
-stile impero ... oddio, tipo una tunica romana, ovviamente arricchita un pochino ... sai no...- si indicò le varie parti del corpo dove avrebbe voluto qualche sbrilluccichio.
Bill annuì attento alla sua descrizione -credo che ti starebbe bene ... sì ...- annuì poi convinto.
-lo so, lo penso anche io!!- batté le mani contenta Michelle, strappando
Bill rise -oh santo cielo ...-.
Qualche minuto dopo l'assistente tornò con circa 5 abiti inbustati -vi prego di accomodarvi fuori sulle sedie ... per motivi pratici ...-
Gli ospiti annuirono; Mel fece un cenno di incoraggiamento a Michelle prima di raggiungere gli altri fuori dal camerino.
-non vedo l'ora di vederla!- Mel batté le mani contenta, appoggiando la testa sulla spalla del suo ragazzo -hai avuto una bellissima idea!-
-lo so, modestamente sono il ragazzo che tutte vorrebbero avere- Mel si sentì punta nel vivo. Ancora non aveva fatto i conti con le fans, e sapeva esattamente che Bill era molto desiderato. I problemi erano dietro l'angolo.
Michelle uscì 5 minuti più tardi con un vestito a sirena, con qualche sbuffo di pizzo; il corpetto terminava in un orlo di brillantini.
Le fasciava il corpo come una seconda pelle, ma dalla sua faccia i ragazzi capirono che non era quello.
Salì sul piccolo piedistallo e si guardò allo specchio: per quanto fosse emozionante avere indosso un abito da sposa, quello non era proprio il suo genere, ma l'assistente aveva detto che era per dare un'occhiata ad altre opzioni, dato che non l'aveva vista molto convinta.
-il vestito è carino ...- tentò di dire Mel, risultando poco convincente.
-Micky? No, non è il tuo vestito- si intromise Gustav con grande sorpresa di Bill e Mel.
Michelle gli sorrise -lo sapevo ... ma mai scartare qualcosa senza provarlo- la ragazza scese dal piedistallo sorridendo all'assistente, e si rigugiò nuovamente in camerino.
Gustav sorrise; conosceva Michelle da una vita, e fu assalito dai ricordi.

Era l'ultimo anno di asilo.
Una mattina l'insegnante, particolarmente predisposta alla bella giornata, li portò fuori in giardino e li lasciò scorrazzare.
Gustav stava giocando a guardia e ladri con Klaus e Kirk, quando cadde e si sbucciò un ginocchio. Aveva le lacrime agli occhi per il bruciore, ma non voleva piangere, non davanti ai suoi amici.
Era seduto in terra, nel retro del giardinetto della scuola, quando una bimba dai capelli bindi a caschetto gli si avvicinò.
-stai bene?- gli aveva chiesto gentilmente posandogli una mano sulla spalla. Era piccolina, ma sembrava una dolcissima mamma.
-sì- aveva mugugnato Gustav.
-se vuoi chiamo la maestra per farti medicare ...- Gustav si perse negli occhi castani e profondi di quella bambina tanto gentile.
Gli sorrise e scomparve oltre l'angolo della scuola, da dove poco dopo sbucò nuovamente insieme a Frau Hilgerald, con un'espressione non propriamente felice in volto.
Dal giorno seguente, i due bambini diventarono inseparabili. Frequentarono le scuole elementari insieme, ma purtroppo la famiglia dell'ormai bellissima ragazza che era diventata Michelle, dovette trasferirsi a Berlino per il lavolo del padre.
Gustav si accorse di volerle veramente bene, e decise che non l'avrebbe lasciata perdere solamente a causa del trasferimento. E così si tennero in contatto, e ogni tanto si incontravano, una volta ad Amburgo e una volta a Berlino.
Poi era entrato anche Georg nella sua vita e successivamente gli strampalati gemelli di Loitsche. E poi era arrivata l'uscita del  singolo e la fama.
Ma Gustav era stato fedela alla sua promessa di non perdere i contatti con Michelle.
I suoi compari lo prendevano in giro all'inizio, quando si rintanava nella sua stanza a parlare con lei. Era cambiata negli anni: si era alzata (lo poté constatare con le sue visite a Berlino), aveva aquisito delle belle e sensuali curve che la rendevano molto femminile, si era tinta i capelli, che ora erano di un nero pece e lunghi fin poco sotto il seno.
Era sempre bellissima.
Non ne aveva mai parlato apertamente con i ragazzi, ma era la sua migliore amica e spesso doveva subire le sue lamentele riguardo i ragazzi, sentendosi la maggior parte delle volte impotente data la situazione.
Poi, nel 2009 la invitò ad un party. La ragazza fu ben felice di accettare, e quando fece la sua entrata lasciò tutti a bocca aperta.
Indossava un vestito bianco, che risaltava sulla pelle bronzea (merito delle prolungate vacanze in Italia), e fasciava il corpo curvilineo e "ben fornito" dedusse dallo sguardo di apprezzamento del chitarrista.
Si era vvicinata e Gustav l'aveva abbracciato, sotto lo sguardo allibito degli amici. Poi l'aveva presentata.
-questa è Michelle, la mia migliore amica ... Michelle, loro beh ... sono i cretini con cui lavoro!- disse ridendo, beccandosi diverse battute poco carine dai colleghi.
Ma Michelle quella sera non ebbe occhi che per Georg. Gustav inizialmente ne ebbe quasi paura; non voleva che rimasse ferita dai comportamenti dell'amico.
Però sembrò che anche Georg fosse rimasto rapito dal magnetismo di Michelle. E poi, dopo due mesi, era iniziata la storia d'amore idialliaca con la quale, con tanto amore, Georg aveva sfracellato i maroni al resto della band.
Ma Gustav non poteva essere più felice: Michelle era al settimo cielo, Georg pure e lui non poteva che esserlo di conseguenza.

Sorrise, e vide la porta del camerino aprirsi. Durante le sue reminiscenze, Michelle era uscita con altri 7 abiti, dei quali nessuno la convinceva.
Secondo Bill erano uno schifo, ma aveva saggiamente taciuto quel pensiero.
Gustav aveva notato che Michelle era diventata un fascio di nervi e stava per scoppiare in lacrime perché "era sicura che non avrebbe mai trovato il vestito adatto a lei"; ma quando uscì da camerino, questa volta rimasero tutti a bocca spalancata.
Dire che era bellissima era niente: sembrava una vera e propria dea.
Michelle notò subito dalla faccia dei presenti che il vestito non era brutto come pensava. Sorrise, si mise sul piedistallo e si guardò.
Era un vestito lungo, il seno veniva racchiuso in un top a cuore, con alcune pieghe; immediatamente sotto il seno una fascia, composta da stringhe di taffettà. Vi era una sola spallina, sempre composta da stringhe di taffettà, ornata nella parte in cui si congiungeva all'inizio del top, da qualche fiore in tessuto, probabilmente tulle.
La gonna, di satin bianco sotto e un Chiffon sopra, non fasciavano il corpo, ma ricadevano entrambi morbidi sulle curve della ragazza.
Michelle non era abbronzata come la sera in cui conobbe Georg, ma aveva abbastanza colorito da sembrare che fosse andata al mare per una settimana.
Il bianco candido del vestito creava un contrasto sì, ma morbido in sé.
Mentre risaliva per l'ennesima volta sul suo corpo,  con lo sguardò si soffermò sul suo viso, e si accorse che stava piangendo.
Si voltò verso gli amici.
-credo ... credo che sia questo ...- disse piangendo e ridendo.
Bill batté le mani e si avvicinò ad abbracciarla, Mel fece lo stesso e Gustav attese che si scambiassero convenevoli. Poi si avvicinò guardandola negli occhi e l'abbracciò.
-grazie per tutto- gli sussurrò all'orecchio, stringendolo maggiormente a sé.
-grazie a te per avermi fatto soccorrere quel giorno all'asilo- le rispose, facendole sbuffare una risata.
-lo prendo... è addirittura della mia taglia!- disse poi quando i suoi amici si furono seduti nuovamente -è questo- guardò l'assistente.
-perfetto ... se vuole andarsi a svestire ...- Michelle, dopo un'ultimo sguardo ai ragazzi, si rinchiuse nuovamente nel camerino e si svestì aiutata dall'assistente.
Mentre quest'ultima era intenta a rinfilare l'abito nella busta, notò il cartellino del prezzo.
9 mila dollari.
Fece un rapido calcolo, contando che 1 dollaro era circa 1.13 euro. Quell'abito le sarebbe costato 10'170 euro!
Non che magari per Georg fossero un problema i soldi, ma ... era troppo.
-mi scusi ...- disse poi rivolta all'assistente -non avevo notato il prezzo prima ... ma mi sembrava di averle detto che potevo raggiungere massimo i 5000 dollari ... questo supera il budget di ben 4 mila ...- qualcosa dentro di le si era spezzato. Aveva finalmente trovato il vestito dei suoi sogni ... e ora lo vedeva sfumare in quel modo.
-è tutto a posto ...- vide l'assistente in difficoltà -ci sono gli sconti- e fece un sorrisetto nervoso, prima di uscire dal camerino con il suo abito.
Michelle si sedette sul divanetto crema, sconsolata. Fu l'irruzione di Bill in camerino a spaventarla.
-hey ... volevo parlarti di una cosa ...- disse sedendosi accanto a lei, prese un bel respiro e poi riprese a parlare -non ci sono sconti, quel vestito viene quanto hai visto sul cartellino ...-
-oh ...- Michelle si prese la testa tra le mani -quindi dobbiamo andare alla ricerca di altri vestiti ...-
-shh ... ascoltami ... guardami- le tolse delicatamente le mani dal viso e la fece voltare verso di sé -non è un problema il suo costo ... ne abbiamo parlato tanto io e Tom-
Michelle strabuzzò gli occhi -NO, NO E POI NO! NON VI LASCERò PAGARE IL MIO ABITO DA SPOSA!-
-mi faresti finire?- Michelle si era alzata di scatto dal divano, voltandosi verso Bill e puntandogli un dito contro. Per tutta risposta, il ragazzo era rimast immobile a sedere, attendendo che finisse di gridare.
-ne abbiamo parlato tanto, sai che si fanno dei regali per i matrimoni ... e ti giuro che non sapevamo cosa farti. Così poi mi è venuta l'illuminazione divina. E per noi sarebbe una gioia, sarebbe ... il più bel regalo che tu potresti farci, se accettassi il vestito come nostro regalo di nozze ...-
Michelle non sapeva se urlargli contro, abbracciarlo e ringraziarlo, o fare entrambe le cose.
-Bill ... credimi, sono innamorata di quel vestito e ... sarei la ragazza più felice del mondo se potessi comprarlo ... ma è troppo, anche se vi considero due dei miei miglior amici ...-
-ti prego ...- dopo qualche secondo di silenzio il ragazzò alzò lo sguardo verso Michelle, sfoderando la sua ultima arma: gli occhioni.
In media bastava uno sguardo di 2 secondi per far cambiare idea a suo fratello, e 5 per ogni qual si voglia altra persona.
Per Michelle non avrebbe dovuto attendere molto.
-Bill, perchè mi stai facendo questo?- si vedeva che era combattuta. Era come una bambina che aveva a disposizione davanti a lei due dei più prestigiati cioccolatini, ma doveva sceglierne uno e lasciar perdere l'altro.
Come faceva a dire di no a Bill e Tom? Come faceva a non sentirsi in colpa per il patrimonio che avrebbero speso per una cosa che avrebbe indossato una volta sola?
-a noi andrebbe bene lo stesso, se ti rendesse felice tutto un giorno. La cosa più importante è che il tuo matrimonio sia esattamente come tu l'hai immaginato-
-Diamine ... vi odio, ecco cosa!- Bill capì nell'istante in cui Michelle si passò una mano sul viso, che aveva carta bianca. Gli aveva detto sì.
Si alzò al settimo cielo e l'abbracciò, praticamente la prese in braccio facendo un giro su sé stesso.
-ti prometto che sarà il più bel matrimono di tutti i tempi. Poi se proprio ti senti in colpa, pensa che devi ancora comprare i vestiti alle damigelle e gli accessori per l'abito!- Bill le fece l'occhiolino, e lei non poté fare altro che farsi scappare una risata.


-beh ... buonanotte ragazzi, e vedete di fare poco rumore, intesi?- Gordon rivolse uno aguardò particolarmente eloquente a Tom, che alzò gli occhi al cielo.
-Gordon ha ragione ... fate i bravi!- Simone sorrise e con il marito, a braccetto, raggiunsero il piano superiore.
-mi vuoi spiegare perchè ti hanno raccomandato di non "fare rumore"? Tom che combinavi a casa?- Georg lo sguardò trattenendo le risa.
-ma piantala ... è successo che una volta sono tornato a casa con una tipa, e non avevo idea che i miei fossero a casa. Non sono così svergognato!- ma arrossì comunque. Farsi beccare dai propri genitori mentre si è sul più bello proprio non è il massimo.
Kate prese tutto alla leggera. Non sarebbe andata a letto con Tom, non quella sera.
-vi lascio anche io ... mi sento il terzo incomodo. Vedo di contattare la mia futura moglie ... buonanotte-
-'notte Ge- salutò la ragazza. Tom semplicemente fece un cenno della testa.
Kate si guardò un po' intorno, poi si soffermò sul viso di Tom.
-mi vuoi raccontare qualcosa?- gli chiese. Veramente era rimasta incuriosita da come avevano parlato della migliore amica di Tom quel pomeriggio al negozio.
-tipo cosa?- Tom la fece avvicinare a sé; erano comodamente abbracciati sul divano.
-chi è la tua migliore amica?- il voltò di Tom cambiò immediatamente espressione, come se avesse visto un fantasma.
-cosa vuoi sapere?- mandibola contratta, e domanda sputata tra i denti.
-se non vuoi ... lascia stare- Kate si scostò e guardò l'orologio -è meglio che io vada ... è tardi ... e domani mattina sono a lavoro-
Tom annuì -ti accompagno- il viaggio fino a casa di Kate fu alquanto silenzioso, la salutò con un frettoloso bacio a fior di labbra, attese che entrasse nel casermone dov'era il suo appartamento e poi partì sgommando.
Gli occhi gli bruciavano, ma non doveva piangere, non poteva piangere.
Non pensava più a Liz ... da anni. Perchè sua mandre l'aveva rivangata? Perchè kate non se ne era semplicemente dimenticata?
I pensieri che gli affollavano la mente gli fecero bruciare un semaforo rosso, ma perfortuna non c'era nessuno.
Guidò oltre il limite di velocità fino a raggiungere la spiaggia, parcheggiò, attraversò Venice Beach e andò a sedersi a riva.
Guardò il cielo, la luna piena che gli illuminava il viso e si rifletteva sull'acqua.
Finalmente diede sfogo al suo dolore.


Spazio Autrice: bene bene ... capitolo striminzito, lo so, ma è un'altra transizione. Ci sarà una New Entry :) e potete constatarlo.
Vorrei, sempre se vi va, di farmi sentire la vostra. Chi sarà? cosa sarà successo? Tom era innamorato di lei?
Mi piace leggere le vostre opinioni :)
Detto questo mi dileguo :) fino a LUNEDì 27 AGOSTO non pubblicherò, scusate :)
Vi ringrazio tutte, chi recensisce e chi secmplicemente segue la storia.
Siete fantastiche e mi date un sacco di gioie.
Un bacio ad ognuna :)
Cat

   
 
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