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Autore: _Aras_    23/08/2012    6 recensioni
Dafne è in vacanza a Rodi, un’isola della Grecia, e incontra Michael, un ragazzo del posto che ogni mattina passa davanti alla sua casa correndo. Cosa succede quando lui si ferma e le parla? Cosa nascerà tra di loro in quei miseri nove giorni di vacanza che le restano?
“Smettila di essere così sarcastico.”
“Perché?”
“Perché non mi piaci così!”
“Quindi quando non sono sarcastico ti piaccio?” domandò, cogliendo al volo l’occasione.
“Oh, ma smettila!” Rise e lo spinse ancora, questa volta abbastanza forte da farlo sbilanciare e cadere di schiena.
“Che manesca!” si lamentò lui, afferrandola per un braccio e tirandola sopra di sé. Dafne si ritrovò allora a cavalcioni sui suoi fianchi, il polso destro stretto dalla sua mano.
“E ora che vorresti fare?” lo provocò lei.

SEQUEL IN CORSO: "BOLLE DI FELICITA'"
Capitoli revisionati: 1/10
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 8
Molecole di vita


GIORNO 8
Dafne se ne stava sdraiata sul muretto di cinta con un sorriso sulle labbra e la voce di Christina Aguilera nelle orecchie, quando qualcuno le tolse una cuffietta e commentò: "Seriamente, Christina Aguilera? Stai scherzando?"
"Smettila di criticare i miei gusti!" lo rimproverò, voltando il capo verso di lui.
Michael le sorrise, sussurrò un saluto e si avvicinò al suo viso per darle un bacio. Un bacio che non arrivò mai, perché Dafne saltò giù dal muretto dal lato del giardino. "Che c'è?" domandò lui, confuso.
"È meglio evitare contatti pericolosi: oggi voglio passare la giornata con Allie. Ultimamente sono stata un sacco di tempo con te e anche ieri l'abbiamo lasciata in spiaggia da sola per più di un'ora. La sto trascurando e non è giusto."
Michael annuì. "Potresti portarla alla spiaggia che ti ho fatto vedere," propose, appoggiandosi al muretto con le braccia.
"Sì, sarebbe carino. In ogni caso, stasera vorremmo fare una sorta di festa d'addio, quindi invita i ragazzi che hai portato l'altra volta, per favore."
Lui annuì di nuovo, senza smettere di guardarla. “Allie si è già svegliata?”
“No, credo che dormirà almeno per un’altra ora. Perché?”
“Andiamo a fare il bagno? O anche questo rientra nella categoria dei contatti pericolosi?”
“Effettivamente sì, rientra in quella categoria.”
“Oh.” Michael incassò il colpo: credeva davvero che non sarebbe riuscito a resisterle per un’ora? O temeva di essere lei a non farcela?
“Prendo l’asciugamano.”
Michael sorrise e si voltò, appoggiandosi al muretto con la schiena. Aveva fatto bene a definirla una sirena: era splendida e dannatamente pericolosa. Lo stava facendo impazzire con quel suo continuo cambio d’idee: un attimo lo teneva a distanza, quello dopo gli saltava addosso. E l’indomani se ne darebbe andata. Sospirò. Come aveva fatto quella piccola incantatrice a diventare così importante per lui in così pochi giorni?
“Eccomi.” Dafne lo raggiunse e gli sorrise.
“Cosa farai quando tornerai a casa?” le domandò mentre s’incamminavano verso il mare.
“Inizierò a lavorare allo studio fotografico di mia zia.”
“Da quale parte dell’obiettivo?” la punzecchiò, ricevendo in cambio una smorfia e una risata.
“E tu?”
“Io sono già a casa.”
“Cosa farai dopo che io… ed Allie saremo partite? Troverai altri turisti da tormentare?” Cercò di buttarla sul ridere, ma non le riuscì molto.
“Suppongo che continuerò a cercare lavoro.”
“Sai, stavo pensando…”
“Davvero?” la interruppe, con voce sorpresa e occhi spalancati.
“Non prendermi in giro! Sto cercando di aiutarti!” Dafne lo spinse a terra e lui la trascinò con sé.
“A che pensavi?” la incitò, sistemandosela sulle gambe.
Dafne non tentò nemmeno di liberarsi dalla stretta delle mani di lui sui suoi polsi o di alzarsi, se ne restò semplicemente accovacciata su di lui e continuò a parlare.
“Beh, grande marinaio… su uno degli infiniti dépliant su Rodi che mia madre aveva portato a casa dall’agenzia prima della partenza c’era la possibilità di fare sci nautico o di farsi trascinare su un gommone dal motoscafo e altre cose del genere. Non credi che potresti farlo?”
“Far annegare turisti in mezzo al mare?” domandò, scettico.
“Michael! Se sei così bravo come dici non vedo perché non potresti riuscirci.”
“In effetti è fattibile. Non ci avevo mai pensato.”
“Ci proverai?” insistette, fissandolo con un sorriso.
“Perché t’interessa così tanto?”
“Perché ti ho osservato l’altro giorno: ti diverti a guidare quel coso, a schizzare la gente e a stare in mezzo al mare,” spiegò e lo vide sogghignare al ricordo di quei momenti. “Credo che il lavoro migliore sia quello che ci piace di più, quello che vorremmo non finisse mai. Per me è questo il lavoro che fa per te.”
“Grazie.”
“Di cosa?”
“Di essere così.” Si avvicinò al suo viso e la baciò, lentamente e con dolcezza. E chissenefrega dei contatti pericolosi.

“Così oggi ti ho tutta per me?”
“Fino a stasera. Mi hai detto tu di invitare i ragazzi, no?”
“Sì, ma fino a quel momento siamo solo io e te!” continuò Allie, girandosi a pancia in giù sull’asciugamano.
“Sì e parliamo solo di te.”
“Oh, tutte queste attenzioni mi faranno montare la testa!” scherzò, sciogliendo i lacci del costume e appoggiando la testa sulle braccia incrociate.
“Sai,” continuò, guardando Dafne che stesa accanto a lei si stava raccogliendo i capelli. “Stavo pensando di andare a vedere Freerunner?”
“Dovrei sapere che cos’è?”
“Quel film con il giocatore di baseball barra cameriere che ci prova con Bonnie in The Vampire Diaries. Quello a cui mettono un collare al collo e ha un’ora per correre dall’altra parte della città o lo fanno saltare per aria.”
“Non è quello che voleva andare a vedere mio fratello?”
“Sì.”
“Ma non avevi detto che non t’ispirava?”
“Beh, ho cambiato idea.”
Dafne la guardò scettica: Allie non cambiava mai idea, era cocciuta come poche persone al mondo. “E cos’è che ti ha fatto cambiare idea?”
“Beh, l’attore è un gran figo,” rispose sorridendo, poi arrossì e distolse lo sguardo da quello dell’amica mentre concludeva la frase. “E pensavo di dare una chance a tuo fratello.”
“Cosa?” Era impazzita? “Ma se non l’hai mai sopportato!”
“Lo sai come vanno queste cose… e poi in questi giorni è stato molto carino.”
“In questi giorni?”
“Sì. Ha chiamato mentre stavi facendo il servizio fotografico, ricordi che mi avevi lasciato il cellulare? Ho risposto io e gli ho spiegato che eri impegnata, così ha cominciato a parlare e parlare e parlare e non mi ha mollato per quasi un’ora. E mi ha fatto ridere come non mai,” concluse, con le guance rosse e un sorrisino imbarazzato.
“Ecco con chi stavi parlando! Mi sono sempre scordata di chiedertelo!”
“E poi mi ha chiamato tutti i giorni, sul mio telefono ovviamente, e… non lo so, era così naturale e spontaneo che non riesco proprio a ricordarmi perché non lo sopportavo.”
“Wow. Aspetta, hai detto che vuoi provare a dargli una chance, ma lui non ti ha mai chiesto di uscire, no?”
“In realtà, l’ha fatto,” confessò, passandosi la mano sul collo, a disagio.
“Quando? E perché non me l’hai detto?”
“Qualche mese fa… ma era mezzo ubriaco ed  è stato così strano che ho preferito non dirtelo. Lo so, avrei dovuto farlo! Ma lui non se lo ricordava più, o perlomeno non ne ha mai fatto riferimento, così ho pensato che se non l’avesse saputo nessuno sarebbe stato come se non fosse mai successo.”
“E’ stato così tremendo?”
“Mi ha rovesciato una lattina di birra sul vestito e poi mi ha detto che saremmo dovuti andare in lavanderia a farlo pulire e che visto che eravamo di strada ci saremmo potuti fermare in un locale per bere qualcosa. Due secondi dopo è crollato addormentato sul divano.”
“Oddio! Avrei voluto vederlo!” commentò Dafne, ridendo.

“Due volte in una giornata?” ripeté Allie, incredula.
“Non ci ho creduto nemmeno io quando me l’hanno raccontato! A quanto pare hanno passato la notte da Sophia e stamattina il papà di lei li ha beccati giusto un attimo prima che arrivassero al sodo. Come potete immaginare non hanno concluso niente me la voglia era rimasta, così durante la pausa pranzo si sono appartati in una spiaggetta che di solito è deserta, oggi però non lo era: si sono ritrovati davanti il capo di Alex.”
Il racconto di Margaret sulle disavventure dei due fidanzati assenti li fece ridere tutti, ma in Dafne e Allie si risvegliarono ricordi imbarazzanti. Dafne lanciò un’occhiata all’amica e si rese conto che aveva un sorriso poco rassicurante sul viso.
“Allie, non pensarci neanche,” l’avvertì, senza risultato.
“Perché no? Sapete, anche Dafne ha fatto le sue belle figure,” iniziò, catturando all’istante l’attenzione di tutti. Nonostante le proteste della ragazza, continuò: “Un giorno si è intrufolata in casa del suo ragazzo per fargli una sorpresa, il resto della famiglia doveva essere in vacanza, e lo stava aspettando in salotto, nuda.”
“Non ero nuda!” protestò lei, indignata.
“No, è vero, avevi un babydoll trasparente addosso,” le concesse, tralasciando un dettaglio che Dafne si premurò di aggiungere.
“Che mi avevi prestato tu, non dimenticarlo.”
“Okay, come ti pare. Comunque, lei lo stava aspettando sul divano quando la porta di casa si apre. Lei, convinta che fosse il suo ragazzo, gli ha detto… non mi ricordo, quali erano le parole, Daf?”
“Non crederai davvero che le ripeta, vero?”
“Ci avrei giurato. Vabbè, diciamo che è stata particolarmente esplicita. Quando il tizio è entrato in salotto, però, non era chi si aspettava. Era il fratello! Molto più figo, secondo me.”
“Vogliamo parlare delle tue, Allie?” Era giunto il momento di ricambiare il favore, no?
“C’è poco da raccontare, Daf. Ci sono andata vicino qualche volta, ma non mi sono mai fatta beccare.”
“Per ora.”
“Cosa vorresti dire?”
“Sembra che questa abilità nel venire scoperta sia una cosa di famiglia. Attenta, Allie,” l’avvisò e le fece l’occhiolino, alludendo alla possibilità di una futura relazione tra lei e suo fratello.
“Non comincerai con le frecciatine adesso, vero?”
“Puoi giurarci.”

Dafne si sfilò il vestito e corse in acqua, si tuffò e si lasciò sommergere da quella fredda corrente che le risvegliò i sensi.
“A qualcuno va un bagno di mezzanotte?” domandò, avvicinandosi di nuovo alla riva. Nessuno sembrava intenzionato a seguirla, troppo intenti a svuotare lattine di birra e a ingurgitare gelato.
“Allie?” chiamò, ma la sua amica scosse il capo e tornò a ridere con Margaret e Monique.
“Michael?” Ritentò, sperando di essere più fortunata.
“Esci, Dafne.”
“No.”
Michael sbuffò, poi si sfilò maglia e pantaloni e la raggiunse in acqua, tentando di nascondere un sorriso divertito. “Contenta?” le domandò quando se la ritrovò davanti.
“Sì,” rispose, schizzandolo e allontanandosi da lui. Non abbastanza in fretta, perché Michael poteva anche definirla una sirena, ma lui era decisamente più allenato di lei. Non aveva percorso che pochi metri che lui l’aveva presa di nuovo tra le braccia e non sembrava intenzionato a lasciarla andare.
“E ora?” sussurrò, incantato da quegli occhi così luminosi nel buio della notte.
“Ora...” A Dafne si mozzò il respiro quando si rese conto di quanto il corpo di Michael premesse contro il suo. Lo stava abbracciando, sentiva sotto le dita la sua schiena forte e il petto ben definito premere contro il suo, percepiva la presa delle sue mani sulla vita. Chiuse gli occhi e appoggiò la fronte contro quella di lui, estasiata dalla sensazione di benessere e dai brividi di eccitazione che provava sentendo il suo respiro caldo infrangersi sul suo viso.
“Mi stai facendo impazzire.” Michael sospirò e la baciò di slancio, stringendola più forte tra le braccia.
“Usciamo di qui.” Dafne quasi gemette, staccandosi dalla sua bocca e cominciando a nuotare verso la riva. Non fece nemmeno in tempo a uscire completamente dall’acqua che già Michael l’aveva afferrata. In un istante era intrappolata tra la sabbia e il suo corpo forte, con le labbra e le mani di lui su ogni centimetro del suo corpo. Immerse le dita nei suoi capelli mentre lui scese a baciarle l’incavo tra i seni. In lontananza, ovattate da quella bolla di stordimento che l'aveva avvolta, poteva sentire le voci degli altri, seduti a qualche decina di metri da loro.
“Andiamocene,” sussurrò con il fiato corto, sollevandogli il viso per guardarlo negli occhi. Dopo una breve tappa alla doccia del giardino per liberarsi della sabbia che si era inevitabilmente attaccata ai loro corpi e una passata di asciugamano, stavano salendo a tentoni le scale per arrivare alla stanza di Dafne. Si fermavano di continuo, aggrappandosi alle pareti per sostenersi, incapaci di lasciare l'uno le labbra dell'altra.   Quando finalmente arrivarono a destinazione, Michael sbatté la porta dietro di sé e si gettò con ancora più voracità su Dafne. Stesa sul letto e stretta sotto di lui, Dafne inarcò la schiena per aderire meglio al corpo di lui. "Cosa stiamo facendo?" mormorò, staccandosi dalle labbra di Michael e ribaltando le posizioni.
Lui le prese il viso tra le mani e le accarezzò le guance, fissandola negli occhi. "Domani te ne vai," disse, senza rispondere alla domanda, e continuò a percorrere con la punta del dito il profilo di quel viso così bello che l'aveva catturato.
Dafne si fece bastare quelle poche parole e tornò a baciarlo, questa volta con calma e tenerezza. "Gli amici speciali fanno anche questo?" domandò mentre lui le sganciava il reggiseno del costume.
"Noi possiamo fare qualsiasi cosa insieme," rispose lui, carezzandole le gambe e osservandola incantato mentre si sedeva a cavalcioni sul suo bacino e si spogliava di quel piccolo pezzo di tessuto. La sua sirena. Era perfetta. L'afferrò per i polsi e la fece cadere nuovamente su di sé, tornò a baciarla mentre rotolava sopra di lei. "Non hai idea di quanta fatica ho fatto a non saltarti addosso al servizio, con quel completino eri sexy da morire, ma ora sei ancora più bella," sussurrò, mentre le carezze diventavano più audaci e le frasi sempre più difficili da articolare. Poi furono solo baci e carezze, gemiti impossibili da trattenere e sospiri eterni, passione e calore e anche amore che cresceva, ma questo nessuno dei due lo sapeva ancora.

*            *            *

Note:
Ciao, ragazze!
Intanto, GRAZIE per tutti i magnifici commenti che mi avete lasciato, sono  davvero felice che la storia vi stia piacendo e mi dispiace che stia già per finire, poiché mancano solo il nono giorno e l'epilogo.
Comunque, parliamo di questo capitolo: c'è poco da dire, avete visto che nonostante i loro tentativi, non sono riusciti a resistersi. Ma quello di cui voglio parlare davvero, però, è questo: Allie. Incredibile, eh? -.- La storia di cui vi avevo accennato parla di Allie e di Thomas, il fratello di Dafne. Spero di non essere caduta nel cliché con questa coppia, ma in ogni caso io li amo già da morire! Spero che vorrete seguire anche quellaquando sarà pubblicata (non ho idea di quando, dipende tutto da quanto lunga sarà e da quanto traumatico sarà il ritorno a scuola).
Detto questo, vi lascio lo spoiler del prossimo capitolo, online Lunedì 27.

“Buongiorno,” la salutò Michael, avvicinandosi e posandole un bacio dolce e casto sulle labbra.
“Ciao,” rispose lei, la voce tremante d’emozione. “Sei sveglio da molto?” domandò, mettendosi seduta e tenendosi il lenzuolo contro il petto. Era ancora nuda.
“No, non da molto.” Dafne sospirò e si massaggiò la fronte con la mano destra, cercando le parole giuste da dire.
   
 
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