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Autore: bice_94    23/08/2012    1 recensioni
Inutile negarlo.
Stella sapeva di aver lasciato in quella città non solo un pezzo del suo passato, ma anche un pezzo di se stessa.
Un caso, un amore, scelte e conseguenze..
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mac Taylor, Stella Bonasera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il colloquio con George Bishop fu piuttosto breve.
Era strano vedere un uomo serio e rigido come lui piangere in maniera incontrollata.
La vita però era in grado di fare anche questo.
Un dolore intenso, unico, indescrivibile.
Questo doveva essere perdere un figlio.
Stella guardò per l’ultima volta quell’uomo prima di uscire dal suo studio e pensò che avrebbe preferito 100 volte morire piuttosto che un giorno veder morire suo figlio.
Il cellulare però interruppe i suoi pensieri e si precipitò a rispondere.
S: ehy Flack, che succede?
Il suo volto si tirò immediatamente in un’espressione di preoccupazione.
S: dove? Arriviamo.
Lindasay la guardò, mentre si dirigevano di nuovo alla macchina.
L: che c’è?
S: un altro cadavere. Sulla 13 esima. È il nostro uomo. Di nuovo.

Le due donne arrivarono velocemente, essendo a soli 5 minuti da lì.
Questa volta lo spettacolo che si presentava era molto diverso.
Il pavimento era ricoperto da candele profumate.
L: lo senti?
Stella annuì.
S: già. Comincio ad averne abbastanza di questo incenso.
I due agenti si diressero verso Flack, già nel centro della stanza.
F: ciao Stella. Questa è Roberta Fardison. 27 anni, assistente sociale. La vicina ha chiamato poco fa, dopo aver sentito un po’ di rumore dall’appartamento. Credi sia lui?
La detective annuì.
S: Flack, puoi chiamare Mac?
Il poliziotto annuì e sparì dietro la porta della sala.
Stella si guardò attorno e iniziò a fotografare.
Quella casa era sicuramente molto lussuosa per essere quella di un’assistente sociale.
Molto probabilmente la famiglia era benestante.
Effettivamente entrambe le vittime erano di origini benestante ed anche Peyton rientrava in questa categoria.
Osservò attentamente il corpo.
Capelli ricci, riccissimi, biondi come il sole, lineamenti delicati.
Inevitabilmente gli occhi di Stella andarono a cercare un bigliettino.
Niente sul corpo della ragazza.
Eppure la sua attenzione fu attratta da un grosso pianoforte a coda.
Nero, imponente, bellissimo
Si avvicinò delicatamente e notò qualcosa nel ripiano per gli spartiti.
Eccolo.
S: ehy Lindasay! Vieni..
La ragazza smise di fotografare e si avvicinò.
L: che hai trovato?
S: un altro bigliettino.
Lindasay scattò una foto e poi la incoraggiò ad aprirlo.
Stella tirò un sospiro prima di leggere ad alta voce.
S: “ il tuo cuore piange, ma io lo consolerò. Queste candele siano una carezza sul tuo corpo. L’Anziano non vede la realtà, non ti ama come dovrebbe. Io ti salverò.”
Lindasay osservò il volto tirato della donna.
S: dobbiamo trovare qualcosa. E di corsa.
Lindasay annuì e raccogliendo le sue cose finì in fretta di analizzare ogni dettaglio.

Stella bussò leggermente alle porte dell’ufficio di Mac.
L’uomo osservava con concentrazione tutte le foto della nuova scena del crimine.
S: ehy, Mac, posso?
L’uomo alzò lo sguardo e annuì leggermente.
S: Adam ha trovato un possibile collegamento.
Mac portò la sua attenzione sulla collega.
M: e sarebbe?
Stella si sedette nel suo solito posto, di fonte alla scrivania.
S: Jessica Bishop in realtà è stata adottata dalla famiglia, proprio in un orfanotrofio di Londra, mentre Roberta si è appena trasferita dall’Inghilterra. Certo, in una zona molto distante da Londra, però è comunque qualcosa, no?
Mac scattò in piedi.
M: e questo ti basta? Insomma, stiamo parlando di una psicopatico che studia ogni cosa nel dettaglio. Sa che non abbiamo prove che possano identificarlo, prepara le sue scene con cura spaventosa, conosce la mia vita e quella di Peyton e a te basta questo?
Mac aveva alzato la voce, troppo di sicuro.
Stella ascoltava ogni singola parola, senza staccare i suoi occhi dal corpo furioso di Mac.
Ogni suono era una coltellata.
Non dormiva da 2 giorni.
Era rimasta chiusa in quel luogo ad analizzare ogni singola prova ora dopo ora, aveva tirato avanti il lavoro dell’intero laboratorio, coordinato i ragazzi, aiutato Flack e aveva tentato di tenere in piedi se stessa.
Questo era il ringraziamento?
Si sentì soffocare in quello studio, si sentì inadatta per quel luogo improvvisamente troppo piccolo.
S: Mac, non trattarci come degli idioti. Abbiamo passato qui le ultime 48 ore, stiamo facendo del nostro meglio.
M: evidentemente non basta, Stella!
Non la stava guardando, stava solo fissando la sua lavagna.
Stella sentì le sue guance andare a fuoco e così si alzò di scatto.
Lo guardò con occhi furenti e poi uscì di corsa da quell’ufficio.
Mac la guardò andarsene, impettita.
Aveva fatto una gran casino.
Era nervoso.
Peyton stava diventando isterica, lui non era in grado di gestire la sua paura.
Doveva proteggerla e allo stesso tempo tenerla in piedi.
Era stanco e aveva riversato la sua frustrazione su Stella e sul resto della squadra che non avevano fatto altro che aiutarlo, sostenerlo.
Spesso aveva litigato con Stella, ma erano rare le volte in cui i suoi occhi avevano gridato come 5 minuti fa in quello spazio.
Era uscita la leonessa che solitamente sopiva.
Mac sospirò, appoggiandosi pesantemente alla scrivania.

   
 
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