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Autore: immy    23/08/2012    10 recensioni
Damon Salvatore... beh è sempre il solito Damon solo che è umano e che una delle sue tante ex gli gioca un brutto tiro, con lo scopo di fargliel pagare per averla lasciata dopo neanche una settimana che si frequentavano.
Il raiting per ora è giallo, ma probabilmente più avanti potrei modificarlo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Meredith Sulez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il "primo" giorno di lavoro



 

In redazione erano tutti in fermento.

Proprio quel giorno Damon doveva sparire? Non rispondeva ai messaggi, alle telefonate... sembrava si fossse volatilizzato.

Damon entrò in ufficio, ma nessuno gli prestò attenzione, le ragazze continuavano a lavorare e tutti gli altri lo cercavano.

Anche Cooper faceva avanti e indietro per il corridoio, di fronte alla sala riunioni.

Ad un tratto decise di riprovare per l'ennesima volta a chiamarlo, quindi dando la spalle alla ragazza che era appena entrata, per avere un minimo di privacy, premette il tasto di chiamata rapida e sentì squillare un telefono dietro di lui.

<< Damon... >> cominciò a dire contento, ma notò che era solo il telefono della ragazza, che in quel momento sembrava in completa crisi, nel cercare il proprio cellulare.

Non ci fece molto caso.

Chiuse la chiamata e poi riprovò nuovamente a chiamare e ciò che successe lo stupì e insospettì allo stesso tempo: nello stesso istante in cui lui aveva riattaccato, il telefono della ragazza davanti a lui smise di suonare e proprio quando lui richiamò Damon, il cellulare della ragazza aveva ripreso a squillare.

La ragazza, ignara di tutto e tutti continuava imperterrita a cercare il cellulare in quella borsetta minuscla. Cooper si stupiva del perché trovasse tanto difficile tirare fuori un cellulare da una borsetta tanto piccola. Ad un certo punto, spazientita, andò verso un tavolino, prese la borsa e la rovesciò letteralmente sul tavolo e il contenuto della borsa era, udite udite: un mazzo di chiavi e il cellulare in questione.

Ancora non si spiegava così tanta fatica.

Appena vide il cellulare Damon, veloce come un fulmine, lo prese per poi alzare le mani al cielo.

<< Ce l'ho. >> gridò, come un calciatore che aveva da poco segnato il gol della vittoria.

Trovato il cellulare, Damon se lo tenne in mano, in modo da non perderlo più in quell'inferno di borsetta.

Si ripromise che dal giorno dopo avrebbe girato in marsupio.

In ogni caso, si affrettò ad andare verso l'ascensore, ma la strada gli venne sbarrata da Cooper, che con uno sguardo che traboccava sospetto gli intimò di dirgli perché avesse il cellulare del signor Salvatore, minacciando anche di farlo buttare fuori dalla sicurezza.

Un contrattempo del genere non se lo poteva permettere.

L'azienda non poteva permetterselo.

Così dopo avergli assestato un calcio degno di Messi negli stinchi, fece una corsa verso l'ascensore, che per sua fortuna aveva aperto le porte proprio in quel momento.

Alcuni minuti a salire e poi si ritrovò al ventesimo piano. Fece un mini corsetta, che a lui sembrò una maratona con i tacchi e in pochi secondi era già di fronte alla sala riunioni.

<< Ferma! >> sentì urlare a Cooper dietro di lei di qualche metro.

Quel vecchio aveva veramente fatto le scale tanto in fretta per fermarlo?

Prima che lo potesse raggiungere Damon aprì la porta ritrovandosi davanti tutto il suo staff che cercava di calmare Giapponesi ormai spazientiti dal ritardo del capo.

<< E tu chi sei? >> gli domandò il fratello, confuso, mentre Alaric gli faceva una radiografia.

Ma prima che potesse parlare Cooper lo raggiunse prendendolo per un bracico cercando di farlo uscire dalla sala il più elegantemente possibile,.

<< Lasciami fare e ti farò concludere l'affare più redditizio della tua vita. >> gli disse Damon fra i denti con un sorriso stampato in faccia.

<< Spero per te di sì anche perché ormai sei dentro. >> le rispose Cooper alla stessa maniera.

<< Allaroa? >> domandò nuovamente Stefan aspettando una risposta.

Non aveva mai visto quella ragazza in redazione e poi le uniche ragazze che lavoravano da loro o erano delle o erano segretarie, in ogni modo nessuna delle due poteva entrare in sala riunioni soprattutto quando questa era occupata.

<< Dam.... Deborah Salvatore. Cugina e collaboratrice diretta di Damon Salvatore. Per ora lo sostituisco io. >> disse Damon, sotto lo sguardo malizioso di Alaric e quello indagatore di Stefan.

<< Si accomodi signorina. >> lo invitò Cooper a sedersi, andando anche lui a prendere posto sul tavolo ovale.

Ci volle meno di un'ora, in cui Damon diede sfogio a tutti i suoi miracoli e “Don” era in affari con i Giapponesi.

Damon, stremato, per l'inizio di quella giornata e anche bisognoso di soddistare certi bisogni andò in bagno, ma si accorse, troppo tardi, di essere entrato nel bagno sbagliato, o meglio, era quello giusto ma non lo era allo stesso tempo.

Era davanti ad un pisciatoio con due uomini che lo guardavano come se provenisse da un'altro pianeta.

<< Ok, ok ho sbagliato! >> disse allargando le braccia spavaldamente, mentre sempre barcollando a mò di pinguino a causa dei tacchi che non sapeva usare si dirigeva verso l'uscita, sempre borbottando.

<< Non si può? - continuò a dire facendosi sentire dagli uomini in bagno- Ho sbagliato, ora vado in quello delle s- si... signore. >>

Non riusciva neanche a pronunciarlo!

Entrò un pò circospetto nel bagno delle donne, come se avesse paura che qualcuno lo scoprisse. Fece in fretta e furia ciò che doveva fare ed era lì a lavarsi le mani quando sentì urlare praticamente tutte le donne del bagno.

Per un momento ebbe il terrore di essere stato scoperto, quando sentì la voce di Alaric.

<< Perché urlare belle signore ? >> domandò appoggiandosi allo stipite della porta, con fare ammiccante.

<< E' solo per le donne! >> esclamò una delle ragaze, mezzascandalizzata.

<< Beh... anche questo. >> rispose lui, con sguardo malizioso mentre si indicava il cavallo dei pantaloni.

Se Damon fosse stato nel proprio corpo si sarebbe immediatamente cacciato a ridere, ma in quel momento era un'altra la domanda che gli ronzava in testa.

Che ci faceva lì? E aveva paura di saperlo.

Le donne uscirono indignate, pronunciando appellativi che nessuna scrittrice per bene ripeterebbe e poi uscirono, lasciandoli soli.

Il ghigno di Alaric, si trasfornmò immeditamente in una smorfia.

<< Chi diavolo sei? Chi ti manda? Perché ti sei fatta passrare per la cugina di Damon? E soprattutto... dov'è lui? >> cominciò il suo interrogatorio, tornando serio.

<< Sono Deborah Savatore, mi manda Damon, mi sono fatta passare per la cugina di Damon perché io sono la cugina di Damon e lui in questo momento è in Germania, da nonna Gertrude, che sta male. >> rispose Damon, in ordine di domanda, per poi cercare di svignarsela.

<< Non così in fretta, piccola... hai da fare questa sera? >> domandò ammiccante.

<< Sì, ora devo andare, Rick. >>

<< Sai che è la seconda volta che mi chiami per nome e ancora non so... come lo sai? >> gli fece presente, l'amico sbarrandogli nuovamente la strada impedendogli di uscire.

<< D... Damon mi ha parlato di te, qualche volta. >> s'inventò sul momento il ragazzo terrorizzato che Alaric lo potesse scoprire.

<< Quindi mi conosci bene? >> domandò Alaric maliziosamente.

<< No! >> sbottò Damon; secco e deciso, poi con una scusa lasciò Alaric in bagno e uscì.

Doveva andarsene il più in fretta possibile da quell' ufficio.

Uscito dal bagno si imbattè in Stefan che lo trascinò praticamente di peso nel suo ufficio.

<< Mia nonna è morta tempo fa quindi non sta in Germania e ne io ne mio fratello abbiamo mai avuto una cugina, quindi o mi dici che sta succedendo e che fine ha fatto o io ti faccio incarcerare senza pensarci due volte. >> disse Stefan arrivando subuto alsodo, dopo aver chiuso la porta.

Aveva sentito tutta la conversazione che la ragaza aveva avuto con Alaric in bagno e certe cose non gli quadravano.

<< Senti Santo Stefano... >> comicniò a dire Damon, ma venne interrotto dallo stesso Stefan.

<< Come conosci questo monignolo? Solo Damon mi chiama così, e non lo fa mai in ufficio. >>

<< Lo so... so molte cose... ma te le spiego questa sera. A casa. Quando ci sarà anche Bonnie. Non credo sia proprio il momento adatto per parlarne. >>

<< D'accordo. >> rispose il fratello guardandolo con sospetto, come a volergli dire:"ti tengo d'occhio".

La giornata finì grazie a chissà quale miracolo. Damon pensò che non sarebbe più finita, tra l'invidia delle colleghe per la nuova arrivata e Alaric che continuava a provarci c'era da impazzire, se non peggio. E come se non bastasse... Cooper lo trattenne in ufficio, così mandò un messaggio a Bonnie dicendole che non sarebbe passato a prenderla. Cooper lo aveva chiamato per fare una chiacchierata su come era riuscito a convincere i Giapponesi e approfittando dell'occasione gli chiese anche dove fosse finito Damon. Naturalmente la scusa fu quella della nonna malata in Germania.

 

Anche per Bonie quella giornata fu infinita ancora non credeva a quello che era successo a Damon e sperava che tornata a casa avrebbe ritrovato il suo Damon con in mano il suo bicchiere di Whisky che palava al telefono con una delle sue tante tagazze.

Ci sperava davvero.

Tornta a casa ancora con la testa fra le nuvole, non avendo la minima idea di come aiutare l'amico, si fece una doccia veloce, si cambiò e andò a preparare la cena, ancora incantata.

Lo suonare del campanello, però, la ridestò dai suoi pensieri.

Sicuramente non era Damon. Lui le aveva le chiavi.

Quando aprì si ritrovò davanti un sorridente Stefan.

<< Stefan! >> urlò saltandogli addosso, per poi stritolarlo in un abbraccio da Koala.

Era da tempo che non lo vedeva un pò perché entrambi erano impegnati con il lavoro, ma soprattutto perché lui e il fratello non andavano molto d'accordo per ciò non poteva invitarlo a casa e se usciva con lui poi Damon le urlava contro costringendola a scegliere: lui o Stefan.

E lei da innamorata pazza qual'era non poteva che sceliere lui.

Stefan naturalmente questo lo sapeva, perché una volta in una delle loro uscite si era sfogata con lui e le era sfuggito anche quel particolare, che lasciò non poco arrabbiato il ragazzo che poi conoscendo il fratello si dimostrò comprensivo con lei e le propose di vedersi di nascosto, neanche fossero degli amanti!

La proposta piacque molto alla ragazza che quindi accettò, ma Damon non era uno sprovveduto, infatti, anche lui conosceva bene il fratello e quindi aveva intuito che le avrebbe proposto qualcosa del genere così aveva preso a monitorare ogni suo movimento.

La accompagnava al lavoro, la riportava a casa, e ci dormiva e solo una volta ogni morte di papa quando lui dormiva dalle una delle sue ragazze lei e Stefan potevano andare a cena.

<< Ciao piccola! >> la salutò lui altrettanto entusiasta di rivederla.

<< Che ci fai qui? Damon sta per tornare. >> disse Bonnie dimenticandosi che Damon ora era donna.

<< Sono qui per questo. oggi non è venuto al lavoro e ha mandato una ragazza di nome Deborah, a completare l'affare con i Giapponesi e questa si è pure spacciata per sua o meglio, nostra cugina, dicendo che la nonna, in Germnia, stava male e lui è andato ad assisterla. >> le comunicò al quando alterato.

Damon quella volta l'aveva combinata grossa. Non poteva mandare una sconosciuta a fare il lavoro al posto suo.

Bonnie sentendo il resoconto di Stefan non potè fare a meno di cacciarsi a ridere, divertita.

<< Che c'è da ridere? >>

<< Che Damon ha fatto resucitare e morire vostra nonna almeno una decina di volte. >> gli disse Bonnie, che continuava a ridere a crepapelle, contagiando anche Stefan.

In effetti il fratello ogni volta che non aveva una scusa plausibile per le sue bravate uccideva la nonna... già morta!

<< Oddio, ma sei ancora sulla porta, scusami... entra pure. >> disse Bonnie quando smise di ridere e si accorse che l'amico era ancora sulla porta.

<< Abbiamo qualcosa da dirti. >> continiuò a dire riferendosi a quello che era successo a Damon. Stefan entrò e Bonnie stava per chiudere la porta quando sentì un: << Bonnieeeee.... >> sussurrato. sembravano i sussulti di qualcuno in fin di vita.

Così la ragazza, preoccupata, si precipitò verso le scale trovando Damon, o meglio Deborah, da quanto aveva capito da Stefan, che strisciava letteralmente per le scale esauto/a.

<< Che fai? Alzati in piedi! >> lo rimproverò a metà fra l'indignato e il divertito.

Quello era solo il primo giorno...

<< Aiutami... >>

Bonnie un pò scocciata scese gli ultimi due scalini che mancavano all'amico per arrivare al piano e lo aiutò ad alzarsi. Una volta in piedi lo mollò, pensando che potesse reggersi in piedi e cominciò ad andare verso l'appartamento, peccato che non finì neanche le scale quando sentì tanti tonfi, uno dietro l'altro; segno o che stava arrivando un terremoto o che il ragazzo era rotolato giù per le scale e girandosi la ragazza potè appurare che era la seconda opzione quella giusta.

<< Damon! >> esclamò la ragazza preocccupatissima. Non credeva che fosse messo tanto male!

<< Stefan... aiuto! >> chiamò la rossa precipitandosi più per le scale.

<< Damon... non entrare nella luce. >> esclamò quando arrivata a terra vide che lui la continuava a guardare con una faccia da ebete.

<< Divertente... se becco il bastardo che ha inventato i tacchi gli stacco braccia e gambe e poi le uso per picchiarlo, gli strappo le orecchie e le uso come portacenere, gli strappo la spina dorsale e ce lo frusto, gli..- >>

<< Che succede qui? >>

Putroppo la serie di minacce di Damon venne interrotta dall'arrivo di Stefan che vedendo le due ragazze a terra si preoccupò.

<< Non si reggeva sui tacchi. >> disse Bonnie scoppiando a ridere. Ora che sapeva che Damon non aveva neanche un graffio poteva tirare un sospiro di soglievo e cercare solo di sdrammatizzare.

Stefan non potè continuare a guardare la ragazza e non ridere. Come faceva una ragazza della sua età a non saper usare i tacchi?

<< D'accordo... dove la porto? >> domandò Stefas a Bonnie dopo che da bravo cavagliere, prese l'"invalida" in braccio e cominciò a portarla in casa, Bonnie dietro di loro non faceva che ridere: si immaginava la scena di Stefan con in braccio Damon, ma non nel corpo di Deborah, nel suo vecchio corpo!

Si poteva avere una mente più bacata?

<< Portala pure sul divano. >> disse Bonnie indicandoglielo.

<< Mi hai appena dato della donna, Rossa? >> domandò Damon alquanto alerato mentre Stefan lo adagiava sul divano.

<< Non lo sei? >> domandò Stefan con lo stesso tono usato da uno psichiatra che da ragione al proprio PAZZO paziente.

<< Certo che non lo sono, credevo fossi più intelligente fratellino. Come hai potuto non riconoscermi? >> disse Damon togliendosi le decolté e buttandole lontano.

Non voleva più rivedere quegli aggeggi infernali!

<< Ha sbattuto la testa per caso? >> domandò Stefan alla rossa, imperturbabile.

<< No, purtroppo no, ma sta dicendo la verità. >> replicò Bonnie ridacchiando per la domanda, più che lecita, dell'amico.

<< Lo sapevo! Ti ha messo qualcosa nel caffè, vero? Ti ha messo qualcosa nel caffé! >> esclamò Stefan convintissimo delle proprie parole.

<< Hey fratellino, modera i termini io non metto niente nel caffè delle mie donne. Cadono ai miei piedi di loro spontanea volontà. >> replicò Damon offeso, facendo nascere qualche dubbio nella mente di Stefan.

In effetti la ragazza e suo fratello avevano un modo di parlare molto simile.

Bonnie invece non faceva che pensare alla frase usata da Damon.

" Le mie donne " aveva detto. La considerava tale?

Ma presto i sogni ad occhi aperti di Bonnie si interruppero perché pensò anche alla frase detta dopo, dal ragazzo/a.

Cadono ai miei piedi di loro spontanea volontà.

<< La sottoscritta non è caduta proprio ai piedi di nessuno, caro il mio travestito! >> esclamò Bonnie alterata contro Damon.

<< Non sono gay, sono semplicemente un uomo intrappolato in un corpo di donna. >> si giustificò il ragazzo offeso.

<< É quello che dicono tutti i trans dopo l'intervento. E anche prima. >> rimbeccò Bonnie con un ghigno. Almeno quella discussione non l'avrebbe spuntata lui.

<< Io non sono Gay! >>

<< “Gay” non è sinonimo di “trans”, ignorante! >> eslamò la rossa mentre tornava in cucina, a finire di preparare la cena e fare del caffè per Stefan.

<< Cosa? >> domandò il "trans" di turno, confuso.

<< Tansessuale è chi tende ad assumere comportamenti e tratti tipici del sesso opposto a quello cui appartiene per nascita, anche mediante la modificazione, chirurgica, delle proprie caratteristiche anatomiche e fisiologiche. >> spiegò Stefan, incapace di trattenersi.

<< Che fai nel tempo libero? Mangi dizionari? >> domandò retoricamente Damon all'ennesima dimostrazione del fratello di non essere solo Santo Stefano, ma anche il figlio illegittimo di Sapientino.

<< Veramente no... >> rispose il ragazzo chiedendosi se la nuova amica di Bonnie fosse del tutto sana di mente vedendola appoggiare i piedi sul tavolino.

<< Prendi la crema e massaggiami i piedi, donna! >> disse Damon, rivolto a Bonnie.

<< Ma anche no! Cafone che non sei altro! >>

<< Oddio! Sono circondato da ritardati! >> disse disperatamente Stefan che lo aveva capito solo in quel momento. Il poveretto sembrava sul punto di piangere.

<< Dovremmo chiamare Oprah! >> esclamò Damon scattando sul divano, su di giri, per la sua "geniale" idea.

<< Che? >> domandò Bonnie che cominciava a domandarsi se l'amico avesse problemi mentali, come le aveva chiesto poco prima stefan.

<< Ho senttito delle ragazze parlarne in ufficio, oggi. Dicevano che è mitica a risolvere problemi e soprattutto che è una buona ascoltatrice. >> riferì con un sorriso a trentacinque denti.

<< Sì certo, prendi pure carta e penna che le scriviamo una lettera. >> disse Bonnie deridendolo, mentre toglieva il caffè dal fuoco e lo metteva nelle tazze, offrendone una a Stefan.

Damon non capì il sarcasmo per ciò corse in camera su, gridando "Ahi" ad ogni passo, per il dolore dei tacchi, che non portava più.

<< Dove va? >> domandò Stefan per nulla tranquillo.

<< Non lo so, ma comincia a preoccuparti. >> rispose la ragazza spegnendo il fuoco anche per la pasta.

Neanche un minuto dopo Damon tornò con in mano carta e penna e seduto sul divano cominciò a scrivere la famigerata lettera comunicando ad alta voce ai due quello che scriveva.

<< Cara Oprah. La mia vita sta cambiando. Come posso depilarmi se il mio fidanzato mi ha lasciato? - >> cominciò a scrivere, ma venne interrotto da Bonnie.

<< Hai un fidanzato? >> gli domandò la ragazza fra le risate.

<< Cosa? No! >>

<< E allora perché quella domanda? >>

<< Mary ha detto che è una domanda da fare assolutamente! >> rispose lui innocentemente.

<< Fai comunella adesso? >> domandò ancora la ragazza ridendo.

<< Mi stai distraendo. >> le disse Damon rileggendo quello che aveva scritto per poi continuare.

<< Sta mattina mi sono svegliato nel corpo di una donna, perché la ragazza che mi portavo a letto ha voluto vendicarsi. Le lampadine ecologiche salveranno il pianeta? Sarà possibile depilarsi anche senza ceretta prima o poi? - >> sta volta il ragazzo venne interrotto dal fratello.

<< Veramente è già possibile, esistono degli aggeggi chiamati “rasoi”! >> disse Stefan, convinto più che mai che la ragazza era più ignorante di una cozza morta.

<< Mi torneranno mai i peli sull'inguine dopo la ceretta? >> continuò il ragazzo ignorando il fratello, ma venne nuovamente interrotto dalla rossa.

<< Ti sei fatto la ceretta? >> domandò sbalordita.

Quella mattina aveva fatto una strage per i tacchi. Le sembrava impossibile che avesse acconsentito alla ceretta.

<< No, perché ? >>

<< Perché le chiedi dei peli nell'inguine? >>

<< L'ha detto Mary. >> rispose lui rileggendo ancora una volta, per poi completare la lettera.

<< Rispondimi per favore. >> scrisse infine mettendo il punto finale.

Non era male come lettera.

<< ...Tua, marjuana. >> finì per lui Bonnie, suggerendo la firma da mettere e facendo scoppiare a ridere Stefan.

<< Damon non è possibile che tu voglia veramente inviare una lettera del genere ad Oprah, non ti crederanno. Finirai in un ospedale psichiatrico, se ti va bene, e se ti crederanno diventerai carne da laboratorio. >> gli fece presente l'amica.

<< Tu credi veramente a questa storia? Di Damon in un altro corpo? >> le domandò Stefan, preoccupato.

Bonnie non gli rispose, si limitò ad andare in camera sua, prendere il telefono, portarlo a stefan e far partire l'ultimo messaggio in segreteria: quello di Tanya.

Stefan dopo aver sentito il messaggio cominciò a guardare Deborah/Damon come se provenisse la/o vedesse per la prima volta

<< Damon? >> domandò guardandolo.

<< No! Gesù Cristo, Piacere. >> rispose l'altro tendendogli la mano.

<< Ha le mestruazioni? >> domandò Stefan all'amica, per i continui sbalzi dumore di Damon.

<< No, tuo fratello le aveva 365 giorni l'anno anche prima di diventare donna. >> rispose la ragazza alludenso al fatto che Damon aveva sempre avuto sbalzi d'umore.

<< Ehm... com'è essere nel corpo di una donna? >> domandò Stefan al fratello, non riuscendo a trattenere la curiosità.

<< Orribile! Uuh beh il lato positivo però c'è... >> disse Damon, ora Deborah palpandosi il seno.

<< Damon, ti rendi conto che ti stai molestando da sola... solo? Quello insomma... >> gli disse Bonnie confusa sul reputarlo maschio o femmina e disperata dal maschilismo mostrato.

<< Ne ho parlato con me stesso di questa cosa.... abbiamo deciso che ci sta bene. >> le comunicò Damon continuando l'opera.

<< Ma è deficiente? >> domandò uno sbalordito Stefan alla rossa.

<< Vedi Stefan... nella testa di Damon ci sono due neuroni, dei quali uno sta nastacosto tutta la vita.... e l'altro lo cerca. Puoi capire quindi che la sua mente piccola e bacata non potrà mai fabbricare nulla di più ingegnoso. >> disse Bonnie facendolo ridere.

<< Guarda che ti sento... strega! >> disse Damon offeso.

<< Approposito... per fortuna ti sei trasformato di venerdì, e quindi abbiamo il week end tutto per noi. >> gli disse Bonnie con un sorriso sadico.

<< Pe-perché? >> domandò Damon terrorizzzato. La faccia della ragazza non era affatto tranquillizzante.

<< Mentre parlavi della ceretta mi hai ricordato che dovresti fartela. Quindi domani andremo innanziutto a fare shopping, perché non puoi continuare ad usare solo quel tailleur, poi andremo in un centro di bellezza a fare un trattamento completo ed infine dall'estetista e anche lì ceretta dappertutto. >> elencò la ragazza tenendo il conto delle cose da fare con l'aiuto delle dita.

<< Cosa? Neanche per idea! StefaN dille qualcosa! >> disse Damon sperando almeno nel fratello, che li guardava divertito.

<< Non posso fare nulla... >> disse Stefan.

In realtà avrebbe anche potuto fare qualcosa, ma non voleva. Era troppo divertente quella storia.

<< Ragazzi. ora io dovrei andare. >> proruppe, poi Stefan alzandosi, per raggiungere la porta.

<< Aspetta! In ufficio che si fa quindi? >> gli domandò il fratello preoccupato.

<< Ti reggerò il gioco, mi sembra ovvio! >>

<< Ok. >> rispose semplicemente l'altro.

<< "Grazie Stefan, sei gentile." "Prego Damon, lo faccio con piacere." >> disse Stefan sarcastico.

Si aspettava almeno un “grazie”, ma Damon era Damon e neanche con la tortura sarebbe riuscito ad estorcerglielo.

<< Certo, certo. >> rispose il fratello liquidandolo con un gesto della mano.

<< Ciao Bonnie, ci sentiamo. >> disse Stefan alla rossa abbracciandola.

<< Certo. Grazie Stefan. >> disse lei ricambiando l'abbraccio.

<< Se hai bisogno io ci sono lo sai vero? >> le domandò abbassandosi per guardarla dritto negli occhi.

<< Certo. sei un tesoro, come sempre. >> rispose lei scoccandogli un bacio sulla guarncia.

<< Allora, ciao. >> li salutò ancora prima di uscire definitivamente dall'appartamento.

Dopo aver salutato un'ultima volta Stefan, Bonnie prese la cena, la mise in una scatola salvafreschezza e poi nel frigorifero; per quella sera nessuno avrebbe cenato. Dopodiché si mise a lavare i piatti.

<< Vai a letto con mio fratello adesso? >> le domandò Damon all'improvviso, mentre di guardava distrattamente i piedi arrossati dai tacchi.

Bonnie per poco non inciampò nei suoi stessi piedi rischiando di cadere con il piatto che aveva in mano.

<< Cosa? >> domandò sbigottita tornando a lavare i piatti.

<< Ti piace mio fratello? >> le domandò ancora.

Se non lo avesse conosciuto benissimo in quegli anni di coabitazione avrebbe pensato che il ragazzo fosse geloso.

<< Hai perso il cervello oltre che il piccolo Damon? >> gli domandò Bonnie alludendo al suo pene.

<< Non infierire. Mi manca quel ragazzo. >> disse lui ricordando i bei vecchi tempi in qui se la spassavano con le ragazze.

<< Ragazzo? >> domandò Bonnie un pò restia a definire "ragazzo" i suoi genitali.

<< Rispondi, non tergiversare. >> le disse Damon, quando così che si erano allontanati dall'argomento principale: Stefan.

<< E' un bel ragazzo... >> rispose Bonnie per stuzzicarlo.

<< Ah... ok. Vado a farmi la doccia. >> replicò leggermente irritato senza saperne il perché mentre andava, barcollando, verso la sua stanza per cambiarsi ed entrare nella doccia.

Bonnie rimase in cucina a rimettere le stoviglie nel pensile domandandosi cosa fosse preso a Damon improvvisamente.


 

Damon intanto nella doccia era in crisi.

Distutto. Sia fisicamente che spicologicamente, ciò che gli era successo non era normale, sensato. Era difficile per lui, o meglio, per lei guardarsi allo specchio e vedere un corpo alieno, strano che tuttavia era il suo. E pensare che avrebbe potuto rimanere una donna per il resto dei suoi giorni, non facilitava le cose.

Uscì dalla doccia con un mal di testa terribile. Andò verso l'armadio, prese una delle sue vecchie magliette, che ora gli andava a vestito la mise poi si sdraiò sul letto prendendosi la testa fra le mani nel vano tentativo di alleviare il dolore.

<< Tutto bene? >> gli domandò Bonnie che non vedendolo rientrare in cucina si peoccupò e decise di andare a vedere se stesse bene.

<< No. Sto male. Ho male ai piedi, mal di testa, non so come e se riuscirò ad andare avanti con questo corpo o se.... >> cominciò a lamentersi, al limite della sopportazone ormai, ma venne interrotto da Bonnie che con un << Aspetta. >> uscì dalla stanza.

<< E dove vuoi che vada. >> mormorò sarcasticamente chiudendo gli occhi.

<< Tieni. >> disse Bonnie rientrando poco dopo con un bicchiere d'aqcua in una mano e un'aspirina nell'altra.

<< Grazie. >> disse lui prendendo la pastiglia.

<< Come va? >> gli domandò Bonnie pochi minuti dopo.

<< Male. Ancora non riesco a credere come sia possibile che nel giorno più importante della mia vita sia successo tutto questo. La giornata non sarebbe dovuta andare per niente così. Io sarei dovuto andare al lavoro, nel mio vero corpo. Avrei concluso l'affare con successo, avrei festeggito in qualche club con Rick, ci saremmo fatti 3 o 4 ragazze l'uno. Ci saremmo divertititi e ora guarda cosa sono.... Oh Bonnie, non puoi immaginare come mi senta. Ho qualcosa qui. - disse indicandsi il petto, all'alteza del cuore. - qualcosa che mi opprime e non posso.... non so che... >> le disse ancora non sapendo come finire la frase.

<< Lo sai come si chiama sta cosa? >> gli domandò retoricamente la ragazza.

Non era lui l'unico che soffriva in quella situazione. Non era lui che si era ritrovato in mezzo a quella situaione senza avere l'opportunità di dire la sua, o di tirarsene fuori.

<< Angoscia. É una parola, che allude ad un sentimento che non avevi mai provato in vita tua. Si chiama “angoscia”. Sei solo angosciato. >> rispose quando l'amico scosse la testa.

<< Ah, non ritornerò mai come prima Bon. Non riavrò mai il mio corpo. >> proruppe poi il ragazzo, disperato.

Cominciava veramente a pensare che non c'era nulla da fare.

<< Andrà tutto bene. Troveremo una soluzione insieme. >> gli disse Bonnie accarezzandogli i capelli, intenerita.

<< Non ne sarei così sicuro. >>

<< Andrà tutto bene. Ora vai a letto. >> gli intimò.

<< Sì... >> rispose arrendevole lui mettendosi sotto le coperte e chiudendo gli occhi.

<< Domani è un'altro giorno. >> gli sussurrò Bonnie all'orecchio prima di lasciargli un bacio sulla fronte e andare anche lei a dormire.

Quel giorno in un certo senso era stato il più duro che i due avessero mai vissuto. Anche Bonnie non si era fermata un attimo, infatti, per aiutare l'amico aveva cercato di rintracciare questa Tanya, ma la ragazza sembrava scomparsa dalla faccia della terra. Non aveva trovato nulla su di lei.nessun precedente, nessun famigliare, nessuna casa.


 


 

Angolino dell'autrice:

Ciao a tutte mie care.

Ok giù fucili e forconi, chiedo umilmente scusa per l'enorme ritardo, ma tanti piccoli fattori messi insieme mi hanno impedito di finire di scrivere in fretta il capitolo. Innanzuitutto il caldo! E poi sono uscita molto in questi giorni ela sera tornavo esausta quindi neanche la sera riuscivo a scrivere e poi l'altro ieri ho comprato un iolino, perché ho ripreso a suonare ed ero felicissima, quindi mi sono presa due giorni, per rimettermi in esercizio e togliere un pò della nostalgia che si era accumulata :D

Ora però sono qui e ho finito il capitolo che è venuto lungo, non l'avrei mai detto!

Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno con questo capitolo. Spero mi direte che ne pensate.

Ora prima di salutarvi, e risentirci il prossimo aggiornamento vorrei ringraziare di cuore gli angeli che hanno recensito lo scrorso capitolo, chi ha messo la storia fra le tre categorie e anche i lettori silenziosi.

Un bacio a tutti

Immy

   
 
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