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Autore: Akira14    24/08/2012    1 recensioni
POST 2x12 - Non è tua abitudine chiedere scusa. È una pratica che implica il pentimento per un'azione scorretta, una scelta sbagliata. Qualcosa a cui sarebbe meglio porre rimedio con i fatti, piuttosto che con le parole. Sempre ammesso che tu sia nel torto, certo. Eventualità, naturalmente, remotissima.
Tu e Danny siete sempre stati sulla stessa lunghezza d'onda al riguardo, perciò non capisci proprio che diavolo gli sia preso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pg/Pair: Danny Mahealani, Jackson Whittermore
Word Count: 1420
Rating: PG-13
Avvertimenti:SPOILER PER CHI NON HA VISTO LA 2x12
Disclaimer: I personaggi appartengono a Jeff Davis e pure ad MTV.


*******

Non è tua abitudine guardarti indietro, pentirti di azioni e scelte passate.
Certo, faresti volentieri a meno di macchiarti la fedina penale e daresti un calcio nelle palle al tuo ex invece di stringergli la mano, quando te l'hanno presentato. Non lo neghi.
Tuttavia, quello che è fatto è fatto. Nessuno possiede la facoltà di tornare indietro nel tempo e tu non fai certo eccezione. Che senso può avere, quindi, il piangere sul latte versato?

Se ti senti in colpa, piuttosto, fa qualcosa di utile per riparare. 
Ci sono occasioni, però, in cui non è possibile rimediare agli errori commessi.
In cui si smette di respirare per un istante, si viene attanagliati da una morsa gelida e poi da un caldo soffocante mentre il cervello fa in tilt. La razionalità ti abbandona, e vien inondato da una marea di “e se...”. 

E se avessi indagato più a fondo sul perché Jackson t'avesse detto quelle parole, prima della partita?
E se, fregandotene di non avere la sua autorizzazione o di tradire la sua fiducia, avessi dato uno sguardo a quel video? Forse ti avrebbe aiutato a capire cosa diavolo stesse accadendo al tuo migliore amico. Insomma: prima Matt, ora Jackson. Non può essere una coincidenza. 
E se ti fossi rivolto a Stiles e il suo ragazzo – se quello era suo cugino, tu sei Babbo Natale... e magari manco si chiama Miguel; che comunque come Stilinski abbia fatto colpo su un tipo del genere è un mistero a sé stante – soprattutto dopo che Stiles e McCall erano arrivati a rinchiudere Jackson in un furgone della polizia? Avevano tutta l'aria di saperla lunga sulla faccenda, quei due.
Così come Lahey, Reyes e Boyd che vedeva spesso in giro con 'Miguel'. E se si fosse unito al loro tavolo, durante il pranzo, con una scusa? O se avesse cercato di origliare le loro conversazioni, fatte sempre sottovoce come se stessero complottando di far fuori qualcuno?
E se... E se... E se...

Magari una sola di quelle opzioni avrebbe salvato Jackson. È una consapevolezza che t'impedisce di rassegnarti ad aver sbagliato. No, non puoi assolverti con la solita leggerezza.
Non c'è perdono. Non c'è tregua alle recriminazioni. 
Almeno non finché non ti convinci che tutto questo sia soltanto un brutto incubo. O un pessimo scherzo.
Nel momento in cui, esausto, ti butti a letto e chiudi gli occhi decidi che dev'essere così.

Domani ti sveglierai, andrai a scuola e Jackson si siederà nel banco accanto al tuo.
Oppure passerà a prenderti più tardi, sulla sua Porche, per andare a festeggiare la vittoria e far rodere il fegato al tuo ex facendovi vedere in atteggiamenti “equivoci”.
È stato Jackson a suggerirlo. Tu, francamente, non ne vedevi la necessità ma a lui non sta bene che qualcuno t'abbia fatto soffrire. Si sente in dovere di insegnarli personalmente che chi semina vento raccoglie tempesta. No, non l'ha decisamente detto in toni così poetici ma il succo è quello.
Vuoi ricordare delle belle parole uscire dalla sua bocca, è forse un crimine?

Ti sembra di sentire il rombo della sua macchina, proprio ora. Lui che scende, chiude la portiera e suona il campanello nel bel mezzo della notte. Wow, come allucinazione acustica è davvero dettagliata!
Potresti giurare che sia vero lo strillo di tua madre o il rumore del bicchiere che si frantuma a terra.
Quanto avrà bevuto? 
Dal suo “Daniel? Danny, tesoro, scendi! È Jackson! Non so come sia possibile, forse era uno scherzo e ci siamo cascati tutti... Oh, io di sicuro. Perciò devi perdonarmi se t'ho gridato in faccia, caro.” diresti parecchio. Non la biasimi, sei semplicemente preoccupato per la sua incolumità. Se per te Jackson era un fratello, per lei era come un figlio ed è comprensibile che affoghi il dolore nell'alcol dopo quello che è successo stasera. L'avresti fatto anche tu, se avessi avuto la forza di portarti la bottiglia alle labbra.
Ad ogni modo, meglio scendere a controllare.
Comprensibile. Il mio fascino suscita spesso queste reazioni.” scherza il suo interlocutore.
No, non può essere.

Ti alzi con uno scatto fulmineo e corri giù dalle scale, raggiungendoli in un batter d'occhio.
Ehi, Danny.” Ti saluta, come se vi foste visti l'ultima volta solo un paio d'ore fa. Il che è anche vero, ma... “Ho sentito dire che abbiamo vinto. Grazie a Stilinski. Dev'essere proprio la notte dei miracoli.” Non è sprezzante come te l'aspetteresti ma, Dio, è la suavoce. “Che ne dici, usciamo a festeggiare?” 

Sai cosa devi fare. 
Allontani tua madre dall'entrata, la prendi da parte e le chiedi di lasciarvi soli. 
Sorridi a quello schifosissimo bastardo di Jackson, accenni un sentitissimo abbraccio... 
E gli sbatti la porta in faccia.

**********

Non è tua abitudine chiedere scusa. È una pratica che implica il pentimento per un'azione scorretta, una scelta sbagliata. Qualcosa a cui sarebbe meglio porre rimedio con i fatti, piuttosto che con le parole. Sempre ammesso che tu sia nel torto, certo. Eventualità, naturalmente, remotissima.
Tu e Danny siete sempre stati sulla stessa lunghezza d'onda al riguardo, perciò non capisci proprio che diavolo gli sia preso.

Neanche saresti venuto, se non te l'avesse ricordato Lydia. 
Già: potevi startene comodamente tra le sue braccia, nel tuo letto, ed invece sei qui.
Potrebbe quanto meno apprezzare il gesto?

Ammettiamo pure che tu gli abbia tenuto nascoste un paio di cose. 
Che tu non ti sia fidato abbastanza di lui da fargli vedere il video. Che tu abbia preferito perdere tempo ad inseguire le tue chimere piuttosto che passarlo insieme a lui.
Lo ammetti: e quindi? Danny sa quali siano le tue priorità.
A meno che non si tratti di una questione di vita o di morte – come gli hai dimostrato su campo – è ovvio che tu venga prima.
Sei fatto così: prendere o lasciare.

Danny, andiamo, stai scherzando? Che ti prende?” Non è da te parlare ad una porta chiusa, ma è ormai appurato che questa sia una nottata piena di eventi mai visti prima.
Senti una risata di scherno, il che ti fa seriamente considerare di tornartene a casa ma non appena ti volti per tornare alla tua macchina senti la sua voce. È roca. Rotta dal pianto, diresti, se Danny fosse una ragazzina fragile e indifesa. O McCall.
Riesci anche soltanto ad immaginare come io abbia passato queste ultime ore, eh, Jackson? Non sono i segreti, non sono le stranezze. Non mi devi spiegazioni, se non mi ritieni in grado di comprenderle.” Cazzo, questo è un colpo basso.”Sono fatti tuoi, in fondo. Hai tutto il diritto di tenerteli per te. Non te ne faccio una colpa. Stasera, però, hai veramente esagerato. E siccome so già che non ti scuserai per lo spavento che m'hai fatto prendere, direi che...”
Mi dispiace.” Lo interrompi. Tu stesso sei sorpreso di ciò che è appena uscito dalla tua bocca.
Eppure, allo stesso tempo, parte di te sa bene che quelle due paroline gli erano dovute. 
No, non immagini neanche come abbia passato queste ultime ore. Nemmeno ci provi. 
A ruoli invertiti, però, sai che gli avresti tirato un pugno. Te ne saresti andato, senza sentire le sue patetiche scuse, e non gli avresti parlato per una settimana. O almeno un paio di giorni.
Ma Danny è fin troppo indulgente – tanto che la gente se ne approfitta e se mai metterai le mani sul quello stronzo del suo ex è un uomo morto – e ti avrà perdonato nel momento in cui ti ha sbattuto la porta in faccia. Vuole solo vendicarsi, ora, estorcendoti delle scuse.
Che vuoi che faccia, che mi metta in ginocchio e implori la tua clemenza?” domandi, seccato.
Potrebbe essere un inizio.”
Nei tuoi sogni, Mahealani. In quei sogni dove sono in ginocchio per fare ben altre cose...”
La vuoi piantare?” Apre la porta, esasperato. “Non sei il mio tipo, Jackson.”
Te lo ripeto: io sono il tipo di chiunque. E visto che ti tieni a farmi suonare come un disco rotto, ti ripeto anche che mi dispiace. Ho esagerato. Possiamo finirla qui, prima che il pathos di questo momento finisca per farmi commuovere?”
Se proprio ci tieni...” ti concede, con un sorriso. Poi si fa serio, ti mette una mano sulla spalla e ti dice ciò che aspettavi di sentire da quando sei arrivato – forse il motivo stesso per cui sei venuto, più che per rassicurare Danny – anche se, certo, non lo ammetteresti mai.
Bentornato, Jackson.”

  
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