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Autore: Soul of the Crow    24/08/2012    8 recensioni
Ci troviamo nella serie GO, il Quinto Settore domina il calcio e come sappiano, i SEED sono stati mandati con lo scopo di controllare le varie scuole; un'altra organizzazione ha avuto la stessa idea, ma invece di mandare dei giocatori per controllare le scuole, lo fa per liberarle.
Chi sono questi giocatori? I vostri OC! Ho bisogno di voi.
Se volete partecipare, vi aspetto dentro coi dettagli.
(Riscrittura completata)
Genere: Fantasy, Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla Kaiou Gakuen…
Marina stava guardando il mare: quella enorme distesa le aveva portato via suo padre, e nonostante tutto, lei non riusciva a starci lontana.
- Dopo quel che ho visto nel tuo Incubo, credevo che odiassi il mare. - disse una voce alle spalle della ragazza: lei si voltò e vide Namikawa.
- Nonostante ciò che è successo a mio padre, mi è impossibile farlo: sono nata in un paese di Okinawa, potrei dire che ho imparato prima ad immergermi che a camminare: sono rimasta là fino a quando non è successo ciò che hai visto. Quella distesa d’acqua, in un certo senso, mi ha vista crescere, e non credo che riuscirò ad odiarla. Come non sono riuscita ad odiare te durante la Holy Road. - appena si accorse dell’ultima frase che aveva pronunciato, si coprì la bocca con le mani.
- Invece di odiarmi, mi hai aiutato pur essendo ancora tormentata da ciò che ti era successo. Non avevo mai incontrato qualcuno come te, nemmeno prima di diventare un SEED. - ammise il ragazzo.
- Non dirai sul serio… - l’ex Emissaria non ci credeva.
- Sì, invece: prima di diventare un SEED ero debole e nessuno ne ha mai voluto sapere di me. Così accettai la proposta del Quinto Settore: mi avrebbero allenato, così avrei potuto schiacciare i miei avversari. Ma alla fine, il mio odio ha finito per consumarmi. - spiegò il ragazzo cambiando improvvisamente discorso. Marina si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla:
- Ma adesso non ci sono problemi: da quando il Quinto Settore e la Confraternita sono diventati un ricordo, è stato come un nuovo inizio. E da quel che ho potuto vedere, avevo ragione. - disse lei.
Quello sarebbe stato un nuovo inizio per tutti.
 
Vicino alla Gassan Kunimitsu…
Fiammetta aveva chiamato Hyoudou per dirgli una cosa: molto probabilmente avrebbe dovuto lasciare la città e trasferirsi. Il braccio ingessato le faceva ancora male, ma non sarebbe stato niente in confronto al dolore che le avrebbe provocato dire quelle parole al portiere:
- Ciao Fiammetta. - la salutò il capitano della Gassan Kunimitsu, per poi notare il braccio fasciato della compagna:
- Che ti è successo al braccio? - le domandò.
- Diciamo che è successa una cosa allo stadio: Yamato e Nikora avevano chiesto a noi ex Quattro Grandi di tener d’occhio Senguuji, ma ci hanno scoperti e per liberarci, ho dovuto usare la Spada Micidiale. Solo che ho distrutto parte del soffitto, e alcune travi di metallo mi sono cadute addosso, più che altro sono finite sul mio braccio. All’inizio credevo che fosse una cosa da niente, ma mio fratello ha insistito per farmi andare in ospedale, e sono uscita con un braccio ingessato. Ma non è per questo che ti ho fatto venire qui. - disse l’ex membro dei Quattro Grandi, dopo quel discorso su come era finita con un braccio in quello stato. Quando vide che il portiere la stava ascoltando, riprese a parlare:
- Hyoudou, mio fratello Fideo mi ha informata qualche giorno fa che il suo capo, per chissà quale motivo, lo aveva licenziato e se non trova in fretta un lavoro, dovremo andarcene da Tokyo. - spiegò lei; il capitano della Gassan Kunimitsu rimase in silenzio, ma nei suoi occhi, la ragazza vi lesse paura.
Dopo minuti di silenzio che parvero ore, il cellulare della ragazza squillò, e lo prese col braccio destro, non ingessato:
- Pronto. Sì, sono io. Cosa? Davvero!? Grazie, è la notizia migliore della giornata. Grazie ancora fratellone. - e quella telefonata si concluse.
- Che cosa ti ha detto? - le chiese Hyoudou, travolto da uno strano moto di curiosità.
- è riuscito a trovare lavoro presso un’industria fuori città. Non dovrò andarmene Tsukasa.- gli rispose allegra Fiammetta.
Il capitano della Gassan Kunimitsu ancora non ci credeva: credeva che la avrebbe persa, e un attimo dopo viene a sapere che non se ne dovrà andare.
La vita a volte è davvero imprevedibile.
 
Non lontano dalla Gassan Kunimitsu… in un parco…
Aka si era recata là, molto probabilmente perché voleva starsene per i fatti suoi, ma non aveva calcolato una cosa: un ragazzo dai capelli viola di sua conoscenza le si era avvicinato.
- Minamisawa. Che cosa ci fai qui? - gli domandò lei.
- Passavo da queste parti e ti ho vista in questo parco. - le rispose semplicemente lui, per poi continuare:
- Stavi ancora pensando a loro? - le chiese.
Aka si limitò ad annuire.
- Te l’ho detto quando eravamo nell’Incubo, ma a quanto pare non mi hai sentito: preferisco vederti sorridere, e credo che anche le tue sorelle vogliano così. - le ricordò lui.
Anche se la sarebbe costato ammetterlo, quel ragazzo aveva ragione. Non doveva essere triste.
 
In Hokkaido… alla Hakuren…
- Haku-chan, a cosa stai pensando? - le domandò Yukimura, seduto su una panchina accanto alla ragazza.
- A quello che è successo ai miei genitori. Tutto ciò che ricordo di loro è il momento in cui sono stati investiti, e poi la neve che si colorava di rosso. - spiegò lei.
- Posso chiederti… - l’attaccante non fece in tempo a finire la domanda che Hakucho lo precedette:
- Come mai l’allenatore Fubuki è comparso alla fine dell’Incubo? Mi ha adottata dopo la morte dei miei genitori: per un breve periodo sono rimasta in un orfanotrofio dove ho conosciuto Luna. Un giorno, Shirou è venuto e mi ha portata con sé. In pratica sono la sua figlia adottiva. - rispose la ragazza, completando anche la domanda di Yukimura.
- Adesso ho capito perché avete lo stesso cognome: non ne hai mai parlato con qualcuno perché nessuno giudicasse te o l’allenatore. - aggiunse l’attaccante, per poi riprendere a parlare:
- Ma l’allenatore Fubuki, noi della Hakuren e anche le ragazze ti staremo accanto. E riguardo a questa storia, se un giorno ti sentirai di raccontarla, io sarò lì a sostenerti. -
Hakucho non lo avrebbe detto: qualche tempo prima lo aveva aiutato, e lui sarebbe rimasto a sostenerla.
 
A casa di Ally…
- Così… è per il fatto che l’allenatore era un tuo parente che è apparso in quell’Incubo. - disse Kitaki.
- Esatto: è il mio zio acquisito. I miei genitori erano stati uccisi in un incidente, e il fratello di Shirou mi ha adottata, ma se ben ricordi ciò che hai visto, lui mi ha abbandonata a causa delle minacce degli uomini del Quinto Settore. Per evitare di affidarmi a loro, mi lasciò sulla porta della casa di suo fratello. - gli spiegò la ragazza.
- Come mai lo vieni a dire proprio a me? - le domandò il centrocampista.
- Perché ormai sai tutto del mio passato e perché di te mi fido, e so che non mi tradirai. - gli confidò Ally.
Quel ragazzo non ci credeva: era convinto che Ally fosse interessata a Yukimura, ma era evidente che lei e le altre ragazze dovevano tenerlo d’occhio a causa del Quinto Settore; anche in quel periodo lui non aveva mai perso la speranza: questo dimostra che è proprio questa l’ultima a morire.
 
In un paese vicino alla Hakuren…
Luna era tornata alla casa dell’uomo che la aveva adottata, nemmeno a lei era chiaro perché, ma quel luogo le riportava alla mente solo ricordi dolorosi.
- Come mai sei tornata qui? - le domandò Itsuki, comparso dietro la ragazza.
- Per la verità non lo so nemmeno io. - gli rispose semplicemente Luna.
- Forse non dovrei farti questa domanda, ma cosa ti succedeva in quella casa? - le chiese il calciatore.
- Come avrai certamente visto nel mio Incubo, prima vivevo in un orfanotrofio, fino a quando quell’uomo non mi ha adottata. Al mio arrivo qui, capì di trovarmi all’Inferno: quell’uomo mi aveva usata come cavia per dei test su un sistema per aumentare artificialmente l’intelligenza delle persone. Sono stati dei mesi terribili per me, ma un giorno una telefonata anonima avvisò la polizia di ciò che stava facendo quell’uomo: venne arrestato e io tornai all’orfanotrofio dopo diversi controlli all’ospedale, ma venni adottata da una coppia qualche giorno dopo ciò che era successo. - spiegò lei.
- Ti ho fatto parlare di qualcosa di doloroso, ma come ti ho detto alla fine del tuo Incubo, sicuramente la famiglia con cui vivi adesso ti adora e poi hai ancora i tuoi amici ex Emissari e noi della Hakuren. - le ricordò lui. Luna, a quelle parole, sorrise.
Eh sì: tutto sommato, aveva una bella famiglia.
 
Fuori dalla Kidokawa Seishuu…
- Ciao Rin. - la salutò il maggiore dei fratelli Taki.
- Ciao Sousuke. - rispose Rinako, per poi domandargli:
- Che cosa mi volevi dire? -
- Ti volevo chiedere come mai l’allenatore Terumi è apparso nel tuo Incubo. -
- In un certo senso, me la sarei dovuta aspettare questa domanda, e dato che hai visto ogni cosa, ti dirò la verità. Ti chiedo solo di non giudicarmi prima che io abbia finito. - gli disse l’ex Emissaria, e quando ebbe l’attenzione del ragazzo, riprese a parlare:
- Se ricordi ciò che hai visto nel mio Incubo, avrai capito che mio padre è stato ucciso. E appena mia madre scoprì che il Quinto Settore mi stava cercando, per paura di fare la stessa fine di mio padre, mi abbandonò in un orfanotrofio, dove conobbi Lory e alcuni degli altri ex Emissari, ma nei primi tempi non riuscì ad aprirmi con nessuno. Perché? I miei sin da piccola mi avevano imposto un’educazione ferrea, e ciò mi rese calma e posata, ma dopo ciò che era successo con i miei genitori, mi chiusi in me stessa. Solo dopo qualche mese riuscì ad aprirmi con gli altri; poco tempo dopo, Lory venne adottata, e qualche mese dopo anche io, da Afuro Terumi, ovvero mio cugino, allora aveva 18 anni.
Quando mi portò a casa sua, con mia grande sorpresa vi trovai anche Lory. Per un po’ abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto, fino a quando la Confraternita non decise di allenare me e la mia amica per il motivo che sai. Immagina la sorpresa mia e di Lory quando lo abbiamo ritrovato alla Kidokawa Seishuu.
Credo che tu ora sappia tutto. - disse Rinako concludendo quel lungo discorso.
- Così è tuo cugino. Non hai detto niente perché nessuno ti giudicasse. - affermò lui, per poi continuare:
- Tu mi hai aiutato con la storia di mio fratello, e se mai un giorno deciderai di parlarne agli altri… io sarò al tuo fianco. -
- Grazie Sousuke. Non so se un giorno ne parlerò agli altri, ma se dovesse accadere, spero che ci sarai. - ammise lei.
Non se lo aspettava da lui, ma come lei aveva nascosto qualcosa che riguardava il suo passato, anche lui aveva nascosto questo aspetto del suo carattere.
 
In un quartiere vicino alla Kidokawa Seishuu…
Lory era seduta sull’erba a suonare il flauto, vicino al fiume dove Kishibe aveva saputo del suo passato, ma la ragazza non sapeva di rincontrarlo in quel modo anche quel pomeriggio:
- Ci incontriamo sempre qui. - disse la ragazza, dopo aver smesso di suonare il suo flauto e aver visto Taiga sedersi vicino a lei.
- Sì, ma stavolta non c’è di mezzo al Confraternita o il Quinto Settore e potremo star tranquilli. - aggiunse il ragazzo, per poi notare un particolare: gli occhi di Lory erano rimasti color argento, così come qualche ciocca dei suoi capelli.
- I tuoi occhi… come mai sono ancora… - stava per chiedere lui, ma la compagna lo precedette:
- Come mai sono ancora color argento? Per la verità non lo so, come non so se torneranno normali, ma immagino sia meglio così, almeno mi ricorderò di tutto quello che è successo. - spiegò lei.
- E poi anche se il colore dei tuoi occhi è cambiato non importa, tanto so che resterai sempre la ragazza dolce e gentile che… - appena il capitano della Kidokawa Seishuu si accorse di ciò che stava per dire, si fermò.
- Che… - lo incitò lei: voleva sapere cosa stava per dire il ragazzo.
Passò qualche minuto, ma alla fine Kishibe riprese a parlare:
- Posso esprimerti ciò che ti stavo per dire con un gesto. Renderebbe le cose più facili a me che te lo devo dire, e a te che vuoi sapere ciò che di cui ti devo parlare. -
Lei annuì, così lui si avvicinò e le diede un bacio delicato sulle labbra. Lory sgranò gli occhi, per poi chiuderli poco dopo. Il capitano della Kidokawa Seishuu stava per staccarsi, quando sentì la bionda ricambiare timidamente il bacio.
- Non credevo di piacerti, ma a dir la verità lo speravo. Volevo dirtelo io, ma sono felice che tu abbia preso l’iniziativa, Taiga. - ammise lei, con un leggero rossore sul viso, per poi abbracciare il suo capitano.
Nonostante ciò che aveva fatto, aveva trovato qualcuno disposto ad accettarla e a volerle bene.
 
 
Angolo di Emy
Qui, non so perchè, ma sento di aver descritto bene le vicende. Avrete capito che ognuna avrà una lunghezza variabile, quindi sulla lunghezza dei capitoli, non vi posso garantire proprio niente.
Anche stavolta mi piacerebbe ricevere un opinione su quale vi è piaciuta di più.
Come avrete capito, è il penultimo capitolo.
Ci stiamo avvicinando sempre di più alla fine.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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