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Autore: Imeh    24/08/2012    1 recensioni
Lei sorride dolcemente, assottigliando lo sguardo con un leggero velo di malinconia mentre si sporgeva allo stesso modo oltre la veduta, lasciandosi inebriare dal venticello e quel delizioso gioco di colori del tramonto: " ...Chissà cosa c'è oltre quelle montagne. " si annuncia prima, semplicemente. " ...Sai, a volte rimpiango i miei giorni da allenatrice. Andare in giro con un Pokédex, incontrare varie specie ancora sconosciute ed affermarsi come Campione alla Lega Pokémon! " l'aria sognante nei suoi occhi era tangibile persino per Cheren, che neppure si era voltato a guardarla durante quel discorso. " Ma di certo non rimpiango la mia scelta... è che crescere non mi è mai piaciuto. Non credo faccia per me. "
Sagge parole, pensa il ragazzo con ironia, alzando gli occhi al cielo e guardandola sottecchi. Era raro vederla in quei momenti di giusta riflessione, tuttavia di certo non se ne dispiaceva: " Io sono felice di essere diventato Capopalestra. Insomma, ho raggiunto il mio sogno di diventare forte, anche se... " riscontra un improvviso blocco nelle proprie parole. Certo, era stato in grado di mettere a frutto i suoi desideri, ma adesso qual era il prossimo sogno? Non ne aveva idea.

( Mini Spoiler! | Cheren x Bianca - Het Paring! )
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
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Bianca x Cheren









Dicono spesso di preservare la felicità poiché preziosa.
A volte, invece, dicono di viverla in tutta la sua interezza poiché difficile da ottenere; cogliere quell'attimo fuggente ed assaporarlo come se fosse l'ultimo della tua vita. Viverlo, farlo tuo.
A poco a poco, raramente, le persone si accorgono che talvolta la felicità diventa palpabile al tatto piuttosto che essere una ricerca astratta che in pochi riescono a guadagnarsi. Si resta ciechi dinnanzi ad una realtà evidente, dinnanzi a un sorriso espresso nel migliore dei modi, un sorriso dolce, puro, vivido.
Basta aprire gli occhi e smetterla di sognare.
" Cheren! ...Cheren! " uno squittio più acuto del pigolare dei Pidove innesca una reazione di sorpresa nel ragazzo che, intento ad essere voltato verso la veduta di Alisopoli, si curva quel poco per notare Bianca comparire oltre le scalinate in pietra.
Il basco verde un po' bislacco, l'immancabile giacca a vento color carota e due ciocche bionde sbilenche che si azzuffano quasi con le altre per trovare una sistemazione abbastanza corretta. Nulla di diverso, si ritrova a pensare mentre le cede uno sguardo interrogativo sul perché si stesse affannando così tanto.
Stretto e composto come un figurino lui invece, con una cravatta rosso fuoco annodata al collo, camicia bianca ed un paio di scarpe che qualunque ragazzino avrebbe definito ' da adulto ' cerca di non scomporsi più di tanto come sempre, impettito nella sua divisa da Capopalestra, gli occhi chiari e professionali si confrontano contro delle iridi sicuramente più vivaci e spontanee delle sue.
Probabilmente, l'unica pecca di Cheren era forse quel rigore che ostentava perennemente a mostrare dietro una facciata seria ed imperturbabile, qualcosa di cui presto o tardi si sarebbe stancato egli stesso.
" ...Cheren! " incalza Bianca con uno stridio appena più fievole, un po' come a volerlo riprendere: " Perché non mi rispondi mai quando ti chiamo? " si azzarda a gonfiare una guancia come una bambina capricciosa che non ha ottenuto ciò che desiderava.
Da quando aveva incalzato il ruolo di aiutante della Professoressa Aralia, si era ripromessa di mostrarsi più matura, rispettosa e ligia nei suoi doveri; peccato che non sempre riuscisse a cordinare pensieri ed azioni. Era più forte di lei.
Erano trascorsi quasi due anni da quando lei, Cheren e Hilda avevano intrapreso il viaggio da allenatori pokémon in giro per Unima; ognuno aveva coltivato con cura interessi differenti, tanto che i loro sogni avevano abbozzato i primi frutti sino a diventare la realtà attuale che affrontavano quotidianamente.
Cheren sospira affranto, cercando di non darlo troppo a vedere per non demotivarla ulteriormente: " Scusami, non ti avevo sentito arrivare. " cerca di cavarsela con una scusa, ritornando poi ad incrociare le braccia sopra la fredda ringhiera in ferro della facciata più sporgente della città.
Per tutta risposta, Bianca scuote il capo come a marchiare il fatto che ormai il suo comportamento lo conoscesse piuttosto bene, quindi non c'era nulla di cui meravigliarsi: " ...Deve piacerti proprio questo posto, ogni volta che devo trovarti, sono sicura al cento per cento che tu sia qui! " esclama come se ci fosse qualcosa di cui sorprendersi, e Cheren di certo non fa una piega nell'ascoltare quella frase. Un po' come se gli avessero appena detto che i pokémon si evolvono. Era palese.
" Abbastanza... " la butta lì, accompagnando quella singola, sforzata, parola dietro un mesto sguardo che va a puntare contro il crepuscolo inoltrato, qualche mezz'oretta e sarebbe svanito dietro le montagne innevate della regione.
Ed era così. Trovava quel posto rilassante, semplice e tranquillo, e Cheren adorava la calma, desiderata quanto impensabile da ottenere dato che Bianca era sempre pronta a travolgerlo con qualche strana omissione dei reali fatti nelle stramberie più ignote.
Lei sorride dolcemente, assottigliando lo sguardo con un leggero velo di malinconia mentre si sporgeva allo stesso modo oltre la veduta, lasciandosi inebriare dal venticello e quel delizioso gioco di colori del tramonto: " ...Chissà cosa c'è oltre quelle montagne. " si annuncia prima, semplicemente. " ...Sai, a volte rimpiango i miei giorni da allenatrice. Andare in giro con un Pokédex, incontrare varie specie ancora sconosciute ed affermarsi come Campione alla Lega Pokémon! " l'aria sognante nei suoi occhi era tangibile persino per Cheren, che neppure si era voltato a guardarla durante quel discorso. " Ma di certo non rimpiango la mia scelta... è che crescere non mi è mai piaciuto. Non credo faccia per me. "
Sagge parole, pensa il ragazzo con ironia, alzando gli occhi al cielo e guardandola sottecchi. Era raro vederla in quei momenti di giusta riflessione, tuttavia di certo non se ne dispiaceva: " Io sono felice di essere diventato Capopalestra. Insomma, ho raggiunto il mio sogno di diventare forte, anche se... " riscontra un improvviso blocco nelle proprie parole. Certo, era stato in grado di mettere a frutto i suoi desideri, ma adesso qual era il prossimo sogno? Non ne aveva idea.
Bianca lo guarda con focalizzata attenzione, attendendosi un continuo che però non ci fu, smorzato da una semplice scrollata di spalle da parte dell'amico. " Nulla. " dice a voce bassa, vergognandosene un po'.
La sua vita era divenuta piatta, incolore ed informe. Allenatori su allenatori da certificare, sfide, controlli ed ancora sfide. Era stanco, stanco della piega miserevole che aveva preso la sua vita, tanto che rimpiangeva persino lui i suoi giorni movimentati da allenatore. Pensieri che non avrebbe mai ammesso davanti a Bianca.
" Vorrei vedere oltre quelle montagne, ma non credo di riuscirci. " Bianca spezza un silenzio che non riesce a trattenere, vedendolo incupirsi più del solito con noto dispiacere: " ...Non è più il caso ormai! " la prende a ridere, accompagnandosi con una risata chiara e semplice che ricopre l'aria senza troppa irruenza.
Cheren resta perplesso a quella frase, abbastanza da far calare gli occhiali in tinta con la cravatta sulla punta del naso: cosa intendeva con ciò?
L'ingenuità, a volte, prendeva possesso di entrambe le controparti, rendendoli quasi immuni ai loro reali pensieri: si controbilanciavano con una semplicità disarmante. Disarmante quanto nobile da vedere.
Sbatte le palpebre, delucida la mente e poi si sfila le lenti con naturalezza, accurato nei movimenti nel calzarli perfettamente sui lineamenti dolci e femminili di Bianca.
Un gesto che da una parte la ragazza non si sarebbe attesa, mentre dall'altra la porta a scoppiare in un'altra delle sue risa cristalline; evidentemente Cheren non aveva compreso chiaramente ilvero significato della frase.
E' felice tuttavia di ricevere quel 'regalo', saggiandosi la montatura un po' spessa con i polpastrelli e facendo ovviamente finta di osservare una veduta migliore con quegli occhiali: " Wow! Ora si che ci vedo...! Non credevo che i Tranquill volassero così lontano ed in alto! " si dimostra entusiasta, compiendo persino un saltello per dare più veridicità alle proprie perole, smontarlo equivaleva a lasciarlo chiudere ancora di più in sé stesso, non si credeva capace di tale brutalità.
Le labbra rosee si incurvano verso alto, assumono una piega sfarzosa mentre poi con una mezza piroetta si volta completamente in direzione dell'amico d'infanzia. Desiderava da una parte abbracciarlo e stringerlo, ma sapeva che queste effusioni e dimostrazioni d'affetto non gli erano molto gradite, o per lo meno non calzavano in bilancio al temperamento freddo che possedeva.
Cheren dimentica. Dimentica tutto. Non pensa ai Tranquill, scorda momentaneamente anche la frase che riguardava quella specie di pokémon; guarda Bianca, la vede sorridere, nota le sue fattezze in quell'allegria coinvolgente che, bene o male, riesce a smuovere anche quel cuore un po' duro che si ritrovava. E sorride, non può fare a meno di abbozzare una sorta di mezzo sorriso che riesce a stupefare anche la stessa ragazza.
Forse, la sua vita non era così piatta come credeva. Per quanto Hilda fosse lontana in quel momento, il pepe nella sua monotonia era aggiunto da Bianca, capace di speziarla sotto ogni angolazione in modi differenti.
Sospira di nuovo, passandosi le dita fra la frangia scura ed accusando quel cambiamento con una piacevolezza indistinta: " ...Io non ho bisogno di vedere oltre quelle montagne. " le maniche ribaltate della camicia lasciano sfregare la pelle chiara contro il ruvido delle inferriate. Sbatte le ciglia scura, ancora una volta, la vista un po' annebbiata per l'assenza preziosa delle sue lenti che decide di lasciare in balia delle mani di Bianca, si stringe nelle spalle e schiude le labbra pallide per accentuare un'altra affermazione: " Io non ho interesse a vedere oltre quelle montagne. " asserisce con più decisione.
Certezza nelle proprie parole non era mai stata così ingente come in quel momento.
" Mh? Che intendi? " ingenua, domanda Bianca senza scoraggiarsi nello scrutare ancora il cielo attraverso quelle lenti rosso fuoco.
Cheren sorride. Ancora: " ...Perché cercare di vedere oltre le montagne quando ciò di cui ho bisogno è qui? " sussurra più a sé stesso, mentre la sua fugace attenzione viene catturata da uno stormo rumoroso di Pidove intento a migrare in direzione di zore più calorose ed accoglienti di quella Unima ghiacciata.
Lui, così tiepido in quelle parole. Lei, così frivola sia nelle gesta ch nei pensieri da non accorgersi neppure di quello che aveva appena proferito l'amico: " ...Come? " sorridente, inclina il capo verso di lui, aspettando un chiarimento dopo quella furia di conoscenza che aveva dimostrato grazie a quelle lenti.
Dicono a volte che la felicità basti a rendere completa una vita. Spesso, si introduce negli animi più cupi e tristi per portare luce e armonia.
Ma tutto ciò, a Cheren non interessa. La sua felicità è palpabile, è viva. Perché desiderare l'astratto, quando il concreto diversifica così piacevolmente la propria esistenza?
" ...Nulla, Bianca. Nulla... "
Ci avrebbe giurato quel giorno, Bianca, di avvertire una risata coinvolgente sgusciare oltre le labbra di Cheren.
Era vivo.











Authoress's Corner:

Una coppia a mio parere fin troppo ignota a tutti, o almeno oscurata in quanto parecchi considerano le altre superiori a questa. Ho voluto cedere anche a questi splendori di Cheren e Bianca uno spazio tutto per loro seppur discreto e un po' breve. Me ne scuso in anticipo.
Loro sono così, semplici, chiari e per nulla intricati come coppia. Io li adoro, li amo, li akjsd--. -Ammira.-
E beh, ho spoilerato qualcosina ina ina su Bianco e Nero 2 ma l'ho aggiunto fra gli avvertimenti, quindi non linciatemi gratuitamente. <\3


   
 
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