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Autore: ElizabhetCooper    25/08/2012    0 recensioni
Lee Coper una giovane ragazza californiana che sta per vivere un sogno....
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ci credo, sono davvero su questo aereo DA SOLA. Non doveva andare così, no.
FLASHBACK
-Credo che questo viaggio sia inutile, quando abbiamo una casa da comprare- sbottò Alessia alzando un sopracciglio. 
-Cosa?- chiesi sbalordita. 
-Vuoi scappare dalle case infernali dei nostri genitori o no?- domandò.
-Certo che voglio andare via, ma Londra, cazzo è il nostro sogno da quando eravamo piccole, siamo spravvisute in queste case per diciotto anni. Altri due anni non ci faranno male, e potremmo raccimolare abbastanza soldi- esclamai,con le braccia conserte. 
-Lee, questo è il tuo sogno non il mio- borbotto alzandosi dal letto sparpagliando tutte le banconote appoggiate sopra. 
-Tu mi hai sempre....-
-Ti ho mentito cazzo. Odio quella fottuta città, odio questo viaggio folle ed estremamente inutile- disse decisa la ragazza. La rabbia al mio intenro saliva sempre di più. 
-I tuoi sogni non sono inutili vero? Sono volata con te da una parte all'altra per il tuo sogno, per accompagnarti nelle gare. Ed ora che voglio realizzare il mio, cosa fai ti tiri indietro?- urlai. 
-Sapevo che un giorno me lo avresti rinfacciato- dovevo ritrovare la calma. 
-Okay fai come vuoi.Partirò da sola- corrugai la fronte. La ragazza se ne andò sbattendo la porta. Non posso credere che in tutti questi anni mi abbia mentito 
fine flashback. 
Bhe che scenetta patetica no? Io mi fidavo di lei, era la mia migliore amica. Ma si è rivelata una troia come le altre. Chi sono io? Oh piacere di conoscervi mi chiamo Lee Coper, sono una ragazza californiana diciottenne da poco. Sono bassina, occhi grandi e azzurri, capelli biondo ramato che arrivano sul fondoschiena, ho sempre amato i capelli lunghi. Bhe credo che il quadro della situazione sia abbastanza chiaro sono la tipica californiana. Ora mi sto dirigendo verso casa mia, dio non ci credo ancora, ho una casa a Londra la città che sogno da sempre. Salgo le scale dell'appartamento fino ad arrivare alla porta di legno chiaro, infilo la chiave e apro leggermente la porta. Mi invade un odore di nuovo. Entro ad accogliermi c'è un parquè lucido, un tappeto arancione scuro posto ai piedi della porta ed un tavolo enorme al centro della stanza tappezzata da quadri di città. Mi infilai nella prima porta che trovai, era a due ante scorrevoli di legno e vetro e portava in cucina, tutta interamente di legno, era una meraviglia. E dato che amavo cucinare una cucina immensa sarebbe stato l'ideale. Uscii da quella stanza per ficcare la mia testolina in un'altra porta identica a quella di prima che però portava in soggiorno dove c'era un divano grandissimo bianco, poggiato su un tappeto blu scuro. C'era un tavolino di vetro con un vaso di deliziose orchidee rosa poggiato sopra. Una televisione a schemro piatto e un camino. Sallii le scale che mi portarono, nella mia camera da letto era lilla, con dei mobili bianco lucino, piena di foto e scritte ad eserpio "never say never" fatta interamente di foto di Justin Bieber. Poi c'era "skyscraper" di Demi Lovato ecc. Si una figata la mia nuova casa. C'era quella che era destinata ad essere la stanza della mia migliore amica, era rosa chiaro e non aveva niente di particolare. Poi c'era un bagno con una vasca spettacolare, e la stanza degli ospiti. Aprii una finestra e potei notare l'incredibile paronama. La cosa più bella che potessi mai vedere, ossia tutta londra.  iniziava con il big bang i primo piano fino ad arrivare al London Eye in lontanaza. C'erano così tanti posti da visitare, dovevo cercarmi un lavoro e iscrivermi all'unversità. Ce la farò mai? Bhe tentar non nuoce. Feci una doccia calda misi un jeans scuro e una t-shirt bianca, poi presi uno smanicato. Dato che tutti sappiano com'è il tempo di Londra. Presi  la borsa dove ficcai dentro una mappa della città anche se l'avevo imparata a memoria, un ombrello, il cellulare e altre robe da ragazza. Scesi in strada con l'adrenalina a mille e un sorriso stampato perennemente sul volto. Mi limitai a girare incantata tra le strade affollate di quella meravigliosa città. Fino a quando non mi imbattei nel mio sogno più grande, un cartello con su scritto "cercasi commesssa" posto sulla vetrina dello starbucks in centro. I miei occhi si illuminarono ed entrai senza perdere tempo. 
-Cosa desidera?- chiese la ragazza dietro il bancone. 
-Ho visto il cartello eh...-
-Oh certo mi segua- disse portandomi dinanzi ad una porta che aprì scorgendo quello che penso sia "l'uffico del capo" tutto in pelle scura, con mobili di legno anch'esso scuro, e una brillante scrivania che scorgeva una donna minuta e bassina su una sedia forse troppo grande per la sua portata. La donna indossava un tailier grigio, che mi accolse con un enorme sorriso. Mi accomodai su una sedia dinazi a lei. 
-Allora signorina lei vorrebbe lavorare qui?- chiese con tono gentile. Annuii educatamente. -Vedo che è molto giovane, e scommetto che non è di queste parti- rise. 
-No io vengo da Los Angeles, mi sono appena trasferita eh...-
-Ho capito hai lasciato casa di mamma e papà e ti servono soldi per andare avanti- annuii.            -Allora sei nel posto giusto- mi sorrise. -Tinei riempi questo, e presentati domani mattina alle otto- concluse stringendomi la mano. Mi alzai e mi avviai alla porta stringendo il mattone di fogli da compilare. -Mi raccomando la precisione- uscii da quell'uffico, sbalordita. Non credevo che fosse così facile ottenere un lavoro.  Uscii dalla caffetteria, ancora più felice di quanto non lo fossi già. Tornai a casa dove compilai il modulo cenai e andai dritta a letto. 
Katy Perry, sta cantando questo vuol dire che è ora di alzarsi. Buttai un colpetto alla sveglia che subito si zittì, mi alzai barcollando feci una doccia e indossai un jeans chiaro con una canotta  grigia e un golfino rosa.Lasciai i capelli ondulati, presi la borsa ed uscii di casa. Ci vogliono dieci minuti da casa mia allo starbucks, e dato che ero in anticipo mi avviai con calma. Arrivai dinanzi la vetrina del negozio alle otto precise. Entrai, c'era solo la ragazza del bancone era alta slanciata, con lunghi capelli rossi e fluenti, occhi nocciola e un enorme sorriso sulle labbra.
-Hey io sono Jade, tu devi essere la nuova arrivata- annuii sorridendo a mia volta. -Tinei indossa questi- disse lanciandomi una visiera a schacci bianca e verde, e un grembiule che andava dalla vita in giù con lo stemma della caffetteria. Li afferrai e li indossai senza obbiettare. 
-Io sono Lee- mi prese la mano e la strinse calorosamente. 
-Vai il capo ti aspetta- sorrisi e mi diressi verso l'ufficio del capo. 
-Buongiorno- esclamai con tono serio. 
-Buongiorno a Lei. Allora il modulo?- glielo porsi. -Okay perfetto per il prossimo mese sei in prova, se farai un buon lavoro ti assumerò a tutti gli effetti- sorrisi e poi uscii. 
-Okay i tavoli li ho puliti tutti io, quindi tu stai dietro al bancone, è semplice devi passare le ordinazioni attraverso questa finestrella a Dacota che come sempre è in ritardo, e occuparti della cassa ovviamente. Io invece servo ai tavoli- concluse sempre con lo stesso sorriso. 
-Posso notare che siamo solo donne al lavoro- 
- Si il capo è una tipa strana, ma è anche simpatica se la conosci bene- quell'affermazione mi rimase un pò interdetta, strana, in che senso strana? I miei pensieri fuono interrotti da una figura che entrò nella caffetteria più frettolosa che mai, intuii che quella fosse dacota, aveva un fisico perfetto, e dei capelli castani che le arrivavano a malapena sotto il mento. Due grandi occhi verdi e un espressione alquanto preoccupata. 
-Scusaa, questa è l'ultima volta giuro- Jade rise. -Oh tu devi essere la nuova arrivata, io sono Dacota- disse porgendomi la mano. 
-Io sono Lee, è un piacere- risposi con un sorriso. 
-E' ora di aprire- 
Passò una settimana il lavoro andava a gonfie vele, avevo legato molto con Dacota e con Jade, ma soprattutto con Dacota, era una persona energica, sempre felice. 
-Buongiorno splendore- mi abbracciò, le sorrisi  e mi diressi al mio solito posto dietro al bancone. 
-Giorno Lee- 
-Giorno J- erano le nove e un quarto e le persone all'nterno del locale si fecero sempre di più. Ma la situazione sembrava abbastanza tranquilla fino a quando uno stormo di ragazzine urlanti non si fermò dinanzi al negozio.
-Siamo alle solite- urlò Dacota dalla cucina, mi posai sulla finestrella che ci permetteva di comunicare. 
-Cosa?- 
-Oh giusto, tu non sai niente. Bhe, hai presente tutte le persone famose di Londra?- annuii.  -Bhe, questo è l'unico strabucks che si trova in centro. Ehm dove credi che vadano?- 
-Oddio quindi tu mi stai dicendo che, non ci credo- dissi con gli occhi che mi brillavano. Che figata.  Notai Jade lottare contro la folla urlante, qundi la raggiunsi.Un gruppo di ragazze entrò, ma non facevano parte della mischia. Avevano delle felpe e degli occhiali da sole forse per non farsi riconoscere, la mia curiosità mi stava uccidendo. Ma fu subito accontentata da Dacota che usci dalla cucina urlando
-Jesyy- la ragazza si tolse la giacca e potei vedere che era Jesy Nelson, delle Little Mix, e le eltre erano  Perrie Edwards, Leigh-Anne Pinnock e Jade Thirlwall. Era incredibile, non ero di certo una loro fan, ma cavolo sembrava tutto così surreale. Dacota dopo aver abbracciato le amiche corse in cucina per non essere richiamata, e tutto nornò alla normalità. Anche se non riuscivo a non guardarle, erano delle ragazze bellissime, simpatiche e sembravano così diverse da vicino. La giornata passò velocemente,così io andai a casa seguita da Jade che sarebbe rimasta a dormire da me. 
-Allora, principessina il principe dove l'hai lasciato?- chiese sorseggiano un pò di vino. Feci lo stesso, la gola mi bruciava, odiavo il vino, bhe odiavo il fatto di non reggerlo. Risi. 
-Cenerentola ha perso il ballo- sbottai alzando le spalle. 
-Oh andiamo non ci credo sei così bella- feci una smorfia. 
-Bhe, sto aspettando la persona giusta. Tu?- abbassò lo sguardo. 
-Io sono innamorata del ragazzo di Perrie Edwards- disse enfatizzando le ultime due parole. Ci riflesi su un attimo, aspetta un secondo. Il ragazzo di Perrie era ZAYN MALIK. 
-Tu conosci?- annuii. Cominciai ad andare in iper ventilazione. Jade scoppio a ridere. -Scusa- dissi tornando in me -A volte mi comporto da tredicenne, ma lui e gli altri della sua band sono i miei idoli da sempre- 
-Oh figurati, non li conosco tutti solo Zayn e Harry- passammo tutta la notte a parlare, Jade era fntastica. L'indomani mattina mi diressi al lavoro con la testa tra le nuvole, mi ritrovai a fantasticare su chi sarebbe entrato da quelle porte luccicanti. Entrai e presi il mio posto dietro il bancone, era presto, così decidemmo di fare un pò di pulizie a ritrmo di musica. 
-Uhuh, alza il volume- incitò Daconta appena sentì l'inizio di What Makes You Beautiful. Obbedii all'istante e ci ritrovammo a saltare da un tavolo all'altro con una scopa come microfono, cantando ovviamente a squarciagola. Tra un tavolo e l'altro mi abbadonai completamente alla canzone, ma quando voltai gli occhi verso la mia "compagna di duetti" potei notare la sua espressione colma di imbarazzo, la musica si abbasso, ed io voltandomi persi l'equilibrio volando giù dal tavolo. 
Fortunatamente sentii qualcuno prendermi al volo...

-Salve gente,chi avrà preso mai la nostra bella californiana al volo? mmh, lo scoprirete nel prossimo capitolo. Spero vi piaccia. Bacii.
  
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