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Autore: Aout    25/08/2012    1 recensioni
La protagonista di questa storia è scostante, cinica, testarda e saccente.
Se non volete seguire le sue avventure, non fatelo. Altrimenti, preparatevi a viverle tutte dal suo sferzante punto di vista.
La trama è intricata e si svolge nel nostro mondo con qualche piccola, trascurabile modifica, che non sto qui a elencarvi. Non vorrei annoiare nessuno.
Ora, siete pronti ad entrare nella testa di un’irritante adolescente alle prese con una storia di magie potenti, saggi cattivi e spietati buoni (o forse il contrario?) tutto condito con tanta, tanta Ironia?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 
Fa caldo. No, fa mostruosamente caldo.
Indosso una magliettina leggera leggera di cotone bianco, così che magari qualche raggio di sole decida di riflettersi e smetterla di infastidirmi. I pantaloncini di jeans sono corti e ai miei piedi non ci sono altro che delle infradito a separarmi dall’afa scostante.
E allora come è possibile che mi senta sotto una trapunta di piume d’oca?
Peccato però che vi sia ovviamente una piccola e trascurabile differenza: non c’è nessun paesaggio invernale ad attendermi fuori dalla finestra, i pochi centimetri di neve caduti si sono sciolti ormai da tempo immemorabile ed anzi l’asfalto dei marciapiedi accoglie morbido le mie piante scottate.
Scorgo una pubblicità su un cartellone a qualche decina di metri davanti a me: un bicchiere di sfumatura rossastra è circondato da una schiera di pupazzetti che saltellano contenti. Inevitabilmente la mia mente si sofferma su un pensiero piuttosto pericoloso, soprattutto in situazione del genere.
La vedo, davanti a me, come se fosse lì ad aspettarmi. Una bottiglietta d’acqua ghiacciata bagnata dalle goccioline di umidità. La sento, mi sta quasi chiamando…
Prendo un respiro e scuoto la testa. Un’insolazione non farebbe proprio al caso mio.
Sto ancora osservando quella pubblicità e, ne sono sicura, i miei piedi sono saldamente ancorati a terra, quando improvvisamente vado a sbattere contro qualcosa che mi sbalza all’indietro.
-Hey!- è ciò che sento uscire dalla mia bocca poco prima di trovarmi seduta sul cemento caldo.
- Pf, ragazzine. – dice invece lo sconosciuto scortese davanti a me.
Un po’ confusa alzo lo sguardo e nella controluce non vedo niente, perché, benché i miei occhiali siano molto costosi, non valgono nulla più che un fondo di bottiglia.
Ovviamente non mi viene offerta nessuno mano per aiutarmi.
Avevo detto scortese? Intendevo maledettamente maleducato.
-Tutto ok?- il suo tono è così indifferente ed irritante.
Ecco: scortese, maleducato ed irritante. Quanto sto scoprendo di lui in questi brevi istanti!
Perché è un lui, decisamente. Una volta che mi sono alzata in piedi lo osservo per bene dato che il ragazzo non accenna a volersi allontanare.
È un lui ed è un ragazzo, forse della mia età.
È più alto di me, ma non troppo, ha i capelli scuri, scurissimi anche sotto il sole di mezzogiorno, gli occhi non riesco a vederli bene (stupidi fenomeni di rifrazione!) ma potrei scommettere che sono azzurri, di quel blu chiaro chiaro, come il cielo terso in un giorno d’autunno quando…
Cosa cosa? Perché adesso fantastico sui suoi occhi?
Scortese, maleducato, irritante e bellissimo. Fortunatamente i primi tre aggettivi mi aiutano a ritrovare la parola.
-Sì, tutto bene. - il grazie proprio non se lo merita.
-Sta più attenta la prossima volta e ogni tanto guarda dove cammini, magari. -  il tono è sempre lo stesso e questa volta è anche accompagnato da un brillante sorriso obliquo.
Il fatto di essere bellissimo non ti ha fatto guadagnare abbastanza punti bell’imbusto.
-Certo potrei…potrei sperare che il saggio ascolti il suo magistrale consiglio, anche…- il sarcasmo è l’arma più potente che ho, e non esiterò a utilizzarla, mio caro.
Che fai? Non ti è piaciuta la mia risposta? Scommetto che le ragazze, le poche che ammetti alla tua regale presenza, non riescono nemmeno a parlare sfolgorate da te.
Ma non io.
Insomma, non se posso evitarlo.
Alza il capo, mi squadra ancora un attimo con la testa inclinata, da sotto le lunghissime ciglia e poi…se ne va. 
Fantastico, un nuovo amico da aggiungere al mio personale elenco. Ma lui avrà di certo cose più importanti da fare che scrivermi nel suo libro nero, no?
In effetti è vestito in modo un po’ strano. Non capisco se è una divisa o cos’altro, ma quella giacca nera ha un che di inquietante. Deglutisco e mi fermo ancora una volta chiedendomi perché non riesco mai a stare zitta.
È proprio vero che esistono domande senza risposta.
Sento in lontananza il treno che fischia.
Correre in quel clima desertico non sarà per nulla piacevole.
 
 
Note:questa storia è stata scritta per puro e semplice divertimento. Non mi aspetto sinceramente che siano in molti ad interessarsene, ma vi assicuro che scrivere i primi capitoli è stato davvero fantastico.
Mi piacerebbe che qualcuno facesse un commento, questo è certo, ma l’Erba Voglio non cresce nemmeno nel giardino del re, giusto?
  
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