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Autore: Asmodeus    25/08/2012    4 recensioni
Storia scritta di getto, per un'ispirazione improvvisa, e subito pubblicata. Aprì il frigo e prese anche stavolta la solita birra tedesca in lattina, di bassa qualità e dal sapore acido che odiava, ma che continuava a comprare indefesso da anni per semplice abitudine. Assieme alla birra, decise di mangiare anche oggi un sacchetto di patatine, che recuperò dalla credenza a cui mancava da anni un'anta, ma che non aveva mai voluto far riparare per pigrizia.
Genere: Generale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: questo racconto non è stato scritto con scopi di lucro.

Buonasera! 

Rincasando questo pomeriggio sono stato colpito da un proiettile estremamente letale chiamato ispirazione, che m'ha obbligato a scrivere di getto questa one-shot nonchè a pubblicarla seduta stante. Cogliendo l'occasione, già che c'era, l'ispirazione m'ha permesso di scrivere una one-shot per la challenge "The four elements' challenge" indetta da xdxdxdxd, consentendomi allo stesso tempo di sfogare quello che ho dentro dalla fine di maggio, per la precisione dal giorno 29. Purtroppo abito nella Bassa Modenese, che come saprete è la zona maggiormente colpita col ferrarese e il mantovano dal terremoto dell'Emilia di quest'anno. Guarda caso, inoltre, nella challenge si parla dei quattro elementi, in specifico per questo racconto della terra, ed uno dei prompt è "terremoto". Non sono certo qui a scrivere qualcosa sul terremoto per farmi compatire, nè ho raccontato un'esperienza personale, anzi, dubito che qui da me esista davvero una persona come il protagonista del mio racconto. Però questa one-shot la sento davvero mia, sarà che mi ha permesso dopo mesi in qualche modo di sfogare la tensione accumulata in modo alternativo e utile, esorcizzandomi dallo stress che abbiamo provato tutti qui.

Ma ora la smetto di blaterare in modo assurdo ed inutile, ho svelato fin troppo le mie carte. Vi lascio alla lettura del racconto. Se volete commentare con una recensione, ciò è molto gradito. Buona lettura.

tabella: Earth 
prompt: terremoto 

_Asmodeus_

NON ERA MAI STATO UNA PERSONA ABITUDINARIA


Salì come tutti i giorni le scale che portavano al suo appartamento, come sempre molto stanco per la giornata di duro lavoro, come ogni estate accaldato all'inverosimile e bagnato fradicio di sudore a causa dell'afa.


Tirò fuori dalla tasca il solito portachiavi a forma di Tour Eiffel, provò come ogni volta ad inserire tutte le chiavi identiche del mazzo prima di trovare quella giusta per aprire.


La serratura della porta blindata scattò emettendo il suo classico rumore cupo, la porta ruotò sui cardini gemendo come ogni giorno. Si ripromise che stavolta l'avrebbe oliata, oliata per bene per cancellare quel tipico cigolio assurdamente forte, ma come sempre se ne sarebbe dimenticato di lì a poco.


Si slacciò con il solito miscuglio di impazienza e noia le scarpe, ritrovandosi per le mani il sempre presente doppio nodo che non voleva sciogliersi che, ovviamente, anche stavolta aveva attaccato entrambe le calzature.


Una volta liberatosi con fatica e i numerosi, classici, sbuffi anche i piedi sudati dalle calze come sempre troppo strette, si diresse in bagno per rinfrescarsi anche quel giorno e lavare via la stanchezza assieme al sudore.


Entrò nella doccia sbagliando come ogni volta la temperatura, ustionandosi anche quel giorno col classico getto impetuoso di acqua caldissima. Il solito schiocco cupo che seguì di lì a poco annunciò anche stavolta che la caldaia s'era spenta, privandolo nuovamente dell'acqua calda e costringendolo ad una doccia gelida. Per giunta, pure oggi aveva dimenticato di sostituire il flacone di shampoo che era ormai finito.


Uscì dalla doccia tremante e con gli occhi chiusi, poiché anche stavolta il bagnoschiuma gli era finito negli occhi accecandolo. Prese a cercare a tentoni l'accappatoio, ma l'aveva nuovamente dimenticato in camera da letto, così raggiunse l'asciugamano del lavandino con un balzo alla cieca, rischiando anche quel giorno di scivolare e rompersi l'osso del collo.


Finalmente ristorato dalle fatiche di una giornata classica d'estate, indossò come ogni volta solamente i boxer, rigorosamente neri, nemmeno stavolta evitando prima di aprire minimo due cassetti sbagliati prima di trovarne un paio pulito nel classico disordine di casa sua.


Uscì con il suo solito sorriso mezzo ebete sulle labbra per dirigersi in sala, dove avrebbe seguito la nuova puntata di quello stesso telefilm che veniva trasmesso, sempre sullo stesso canale, sempre alla stessa ora, ininterrottamente da dieci anni e di cui non aveva perso neanche una puntata.


Prima, però, si ricordò come ogni volta di avere fame, la pancia che brontolava alla ricerca di attenzioni, e cambiò direzione, aprendo la porta della cucina e consentendo al calore africano in essa racchiuso di fuggire come sempre dalla sua prigione alla conquista di tutti gli altri ambienti della casa, resi freschi dall'ininterrotto funzionamento del condizionatore.


Aprì il frigo e prese anche stavolta la solita birra tedesca in lattina, di bassa qualità e dal sapore acido che odiava, ma che continuava a comprare indefesso da anni per semplice abitudine. Assieme alla birra, decise di mangiare anche oggi un sacchetto di patatine, che recuperò dalla credenza a cui mancava da anni un'anta, ma che non aveva mai voluto far riparare per pigrizia.


Soddisfatto per aver conquistato anche oggi il suo bottino, si voltò per uscire dalla cucina quando rimase abbagliato dalla luce del sole morente, che lo colpì in mezzo agli occhi con le sue lame roventi.

Una bestemmia a mezza bocca fu la sua unica risposta alla grossa crepa che aveva nel muro esterno della cucina, ferito come il resto dell'abitazione dalle scosse del terremoto, un paio di mesi prima.

Il suo appartamento, dopo il terremoto, risultava inagibile, ma non gliene era mai importato nulla, nonostante le crepe si diramassero pericolosamente in ogni stanza della casa, per poi convergere tutte nella cucina dove avevano lasciato una cicatrice larga diversi centimetri e lunga dal pavimento al soffitto.


Molti mobili erano esplosi con la violenza delle scosse, riversando il loro contenuto ovunque; quasi tutti i piatti erano volati fuori dalla credenza ed erano deflagrati in una infinità di scintille una volta colpito il pavimento; i pochi libri erotici e i numerosi DVD, pornografici e d'azione, che custodiva sulla grossa libreria si erano tuffati nel vuoto per poi scontrarsi sulle mattonelle spaccate a causa della forza di gravità.


Nonostante tutto questo, lui aveva perseverato nel suo tran-tran quotidiano.


Quando la calamità naturale s'era abbattuta sulla sua terra, s'era spaventato, ma alla sera era di nuovo davanti alla televisione – che per miracolo non era caduta per terra ma s'era salvata – a guardare il suo telefilm, dopo essersi concesso la doccia e la birra giornaliere. Solamente una volta finito il telefilm s'era preoccupato di raccogliere, pian piano, tutto ciò che era caduto a terra, buttando i minuscoli frammenti di piatti e bicchieri nel bidone della spazzatura e riponendo con cura libri e DVD sulla libreria. I vestiti li aveva lasciati a terra, tanto li avrebbe dovuti indossare i giorni seguenti.

Mentre tutti gli altri si erano ritrovati con la vita sconvolta per le più varie motivazioni, mentre chiunque quella notte di fine maggio l'aveva trascorsa fuori casa pieno di paura e con un presentimento fortissimo di un tragico destino incombente, lui se ne era andato a dormire nel suo letto, tranquillo come se niente fosse.

Nei giorni seguenti non aveva nemmeno chiamato i vigili del fuoco per far controllare la casa; loro erano venuti lo stesso, una settimana più tardi, e avevano affisso sopra la sua porta un grosso foglio bianco, pieno di firme di personalità rilevanti, che a quanto pare classificava la sua casa come “inagibile”, ingiungendogli di non entrare per nessun motivo senza prima contattare e attendere i pompieri.

Come se niente fosse aveva strappato dalla porta dell'appartamento quel foglio inutile, presente su tutte le porte del condominio, ed era entrato in casa.


Nonostante non fosse mai stato una persona abitudinaria, nonostante non sopportasse chi ripeteva giorno dopo giorno la stessa identica vita, non sopportava quelle assurde modifiche ai suoi ritmi ben stabiliti.


Dopotutto, il telefilm stava per iniziare.


   
 
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