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Autore: _ScRiTtRiCe_    25/08/2012    1 recensioni
(L'introduzione principale è all'interno della storia)
Arches è una giovane Dea che non è a conoscenza del suo passato. In principio lei era stata creata da un mago ma venne portata nel Regno degli Dei e tutti gli altri umani vennere uccisi. Le venne cancellato il passato e le incisero un sigillo che durava diciasette anni per non farle usare il suo potere, la Creazione.
Ma cercando in vecchi libri nel Tempio trovò antichi tomi sul suo potere e iniziò a capire e ricordare il suo passato...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Terzo capitolo
Arches fece colazione in silenzio. Si era seduta vicino la Dea Madre. Finito di mangiare la Dea Madre parlò.
-Dimmi cara, c’è qualcosa che devi chiedermi?
-Sì.
Rispose semplicemente Arches.
-Ed è importante.
Aggiunse abbassando la voce.
-Andiamo nella mia stanza.
Camminarono in silenzio percorrendo i corridoi stretti e lunghi del grande Tempio. Salirono fino all’ultimo piano ed entrarono sorpassando il grande portone di vetro e cristallo. La Dea Madre prese due sedie e si sedettero. Ci fu un silenzio che sembrò interminabile, poi Arches si decise.
-Dea Madre. Sono passati nove anni, tra un mese esatto ne saranno dieci, io ho bisogno di sapere la verità.
Il cuore della Dea perse un battito ma continuò a fissare lo sguardo duro e deciso della piccola.
-Tutto coincide. Io sono una figlia di un mago. Non mi considero per niente una Dea. Mi scusi per la bestemmia, ma è la verità. Io non sono un miracolo. Ho uno stupido sigillo impresso nel cuore ed ho la magia della Creazione. Non mi avete lasciata sulla Terra proprio per questo. La leggenda dichiara la verità, mi descrive a perfezione. Il mio nome dovrebbe essere Susy. Ho sognato mia madre e mio padre che mi guardavano in modo affettivo e mi tenevano tra le loro braccia mentre mi davano il nome.
Arches concluse il suo discorso sottolineando le parole più importanti.
La Dea Madre fissò negli occhi quella ragazzina decisa poi parlò.
-Cosa stai dicendo?! Stai blaterando.
Disse la Dea Madre in tono sarcastico sussurrando, come se non fosse convinta di quello che stesse dicendo.
-Dimostratemelo allora. Fatemi vedere che io non ho un sigillo.
-Non si può. E’ troppo pericoloso.
La Dea Madre si alzò di scatto e prese per le spalle Arches. La ragazzina un po’ si spaventò ma continuava a persistere mantenendo lo sguardo duro e serio.
-Arches, ascoltami!
Aveva un po’ alzato il tono della voce.
-Tu non hai nessun sigillo! Non posso dimostrartelo dovrebbero aprirti il petto, dovresti soffrire un sacco, perderesti un sacco di sangue e rischieresti di morire! Il tuo passato è sempre stato qui non puoi avere ricordi!
Arches si tolse dalle spalle le mani della Dea Madre, arretrò di qualche passo facendo cadere la sedia a terra. Qualche lacrima iniziò a scenderle lentamente sulle guancie rosee.
-NO! Mi rifiuto di crederlo. Andrò sulla Terra e lei non me lo impedirà!
Una luce color oro avvolse Arches e svenne. La Dea Madre la guardò stupita. Cadde in ginocchio. Mandò il segnale alle guardie che accorsero immediatamente.
-Rinchiudetela… nella cella… che impedisce di usare i poteri.
-Certo Signora!
Presero Arches per le braccia e per i piedi e la trascinarono nei piani inferiori dove si trovavano le celle. Erano rinchiuse le persone che si rifiutavano di obbedire, che non avevano rispetto per gli altri e per le regole e chi aveva bestemmiato contro la Dea Madre.
***
La Dea Madre era rimasta scioccata dal comportamento di una sua Figlia, dopo che le aveva dato così tanto. Si alzò delicatamente, si aggiustò il vestito e mise apposto le sedie. Arches aveva lasciato una bruciatura sul tappeto dopo quello scatto d’ira. Aveva rilasciato il suo potere, ed era molto pericolosa per questo fu rinchiusa in una delle celle peggiori. La Dea Madre si strappò il vestito da dosso con rabbia. Non era mai successa una cosa del genere. Nessuno si era mai permesso di dire una bestemmia del genere. La Dea si lasciò andare sul letto. Poi si ricordò di una cosa. Scese di corsa le scale incurante dei guardiani che la osservavano. Arrivò all’entrata delle celle e con passo sicuro raggiunse quella di Arches. Era rannicchiata in un angolo che piangeva disperata. Appena vide la Dea Madre si asciugò le lacrime con rabbia lasciandosi dei segni rossi sulle guance. Si alzò ma si reggeva a mala pena in piedi. Aiutandosi con il muro trovò la forza per tenersi in equilibrio. In fondo anche lei aveva bisogno di un minimo di potere. Non le era mai successo perché non aveva mai rilasciato il suo potere dopo uno scatto d’ira. Si avvicinò con passo deciso alle sbarre. In quel momento odiava profondamente quella Dea dall’aria suprema con le mani incrociate sul grembo e l’espressione dura.
Arches strinse forte i pugni e la Dea Madre parlò.
-Hai visto cosa succede? Se ora risponderai alle mie domande e chiederai perdono… Ti lascerò solo una notte qui dentro. Sii ragionevole.
Arches avrebbe tanto voluto uscire da lì. Era una ragazzina di quasi dieci anni, non meritava quel trattamento. Non rispose. Tenne lo sguardo fisso negli occhi della Dea tenendo stretti i pugni, senza dare nessun segno di cedimento. Si sentiva forte anche senza avere il potere a disposizione. Rilasciando quella carica di energia aveva dimostrato di essere forte e di avere volontà.
-Chi ti ha detto dove trovare quel libro?
Arches rimase muta. La Dea Madre aspettò qualche secondo. Schioccò le dita e una guardia imponente apparve da dietro l’angolo.
-Procedi.
La guardia annuì. Guardò Arches con pietà.
-Non mi serve la tua pietà.
Disse seria Arches. La Dea Madre divenne ancora più dura e digrignò i denti. Detestava usare la parte cattiva di lei, ma doveva farlo.
La guardia aprì la cella. Per poco Arches non cadde a terra ma riuscì a reggersi. La guardia sbatté Arches contro il muro e le legò polsi e caviglie con delle catene.
-Chiama il Sacerdote.
Ordinò dura la Dea Madre. La guardia corse via e pochi minuti dopo tornò con un sacerdote.
La guardia aveva già spiegato la situazione al sacerdote, quindi l’uomo non disse nulla ed entrò nelle celle. Tirò fuori un bastone con delle rune incise.
Pronunciò poche parole a bassa voce e scosse violente percorsero il corpo di Arches dalla testa ai piedi. Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
-Allora, ti sei decisa?
-Ma ditemi… è così che si tratta un miracolo?! Siete ridicoli. Non dirò una sola parola. Se mi considerate un miracolo, non dovreste trattarmi così. Ve lo ripeto… NON DIRO’ NULLA!
Rispose Arches con il fiatone.
-Ragazzina impertinente.
La Dea Madre entrò. Fece arretrare il sacerdote. Alzò il viso di Arches con due dita e la guardò dritta negli occhi.
-Non conosci il potere della mia parte cattiva…
Arches continuò a fissarla.
-Posso continuare a fissarti così, fammi tutto ciò che vuoi. Non ho paura. Sono cresciuta in mezzo a voi, bugiardi. Ho la forza per sopravvivere.
Disse Arches in un sussurro.
-Allora non hai paura se…
La Dea Madre prese una ciocca di capelli oro di Arches e la bruciò.
Arches strinse forte gli occhi. Li riaprì ancora più convinta.
-Perché hai preso quel libro? Sai che è privato? Sai che non avevi il diritto di leggerlo? Chi è stato a darti le indicazioni per raggiungere lo scaffale?
Una parte del vestito di Arches diventò cenere e cadde lentamente a terra.
-Preferirei morire piuttosto di incolpare chi non c’entra niente.
-Non farò niente al sacerdote che te l’ha detto. Ti do la mia parola. Mentre lo interrogherò ci sarai anche tu.
La Dea Madre fece ricomparire la ciocca di capelli e la parte del vestito di Arches.
-Sarai libera, voglio solo sapere la verità. Te l’ho detto resterai solo una notte.
La testa di Arches iniziò a girare vorticosamente. Non riusciva più a pensare a nulla. Non aveva più forze. Forse era colpa di quelle catene o del bastone di prima.
-E va bene.
Sospirò Arches. Era stata costretta, era stata troppo debole. Una lacrima le scese sulle guancie sporche.
-Così iniziamo a ragionare. Scioglietela dall’incantesimo.
La guardia tolse le catene e Arches cadde in ginocchio. E così erano state le catene. La Dea Madre allungò un braccio verso Arches. Aprì la mano e un raggio arcobaleno ridiede un po’ di forze ad Arches. La guardia la aiutò per alzarsi e la prese sulle spalle. Arches fu portata in una grande sala scura.
-Portatemi l’elenco dei sacerdoti che erano in libreria quel giorno e a quell’ora. Portatemi anche le foto di tutti i sacerdoti.
La guardia fece un breve inchino e subito corse a eseguire gli ordini della Dea Madre. Ora sembrava più tranquilla.
Arches si sentiva malissimo. Non aveva avuto abbastanza forze per colpa di quelle maledette catene e del maledettissimo sigillo che aveva impresso nel cuore.
Dopo pochi minuti la solita guardia tornò. Porse alla Dea Madre ciò che aveva richiesto. La Dea Madre vide che erano segnati solo cinque nomi sull’elenco. Trovò le foto dei nomi dei sacerdoti e scritti e le sistemò davanti ad Arches.
-Lo riconosci tra qualcuno di questi?
Arches osservò attentamente le foto. La testa le girava ancora un po’. Le prime tre foto non corrispondevano ma quando guardò la quarta, l'immagine del sacerdote burbero le tornò alla mente.
-E’… è stato lui.
-Ne sei sicura?
-Sicurissima…
Balbettò ancora Arches.
“Perdono… chiedo perdono… avrà di certo una famiglia… mi scusi tanto… per la mia testardaggine e curiosità”
-Portatelo qui.
La guardia uscì ancora alla ricerca del sacerdote e di nuovo ritorno con il sacerdote alle sue spalle. Il sacerdote si sedette vicino a Arches che lo guardò con le lacrime agli occhi.
La Dea Madre iniziò.
-E’ stato lei a dare le indicazioni a questa ragazza per il libro del potere della Creazione?
Il sacerdote ci pensò un attimo su poi rispose.
-Sì, mi scusi tanto. Era cosi impegnato a pensare a come procurarsi quell’ “oggetto”… che non ho guardato chi fosse. Chiedo perdono.
-Sei perdonato. Passerai due ore nella cella.
-La ringrazio.
“Ha detto quell’ “oggetto…” cosa sarà mai?”
-Arches per quanto riguarda te… passerai due notti nella cella.
-Ma lei aveva detto una…
Cercò di controbattere Arches.
-Ne passerai due perché ti sei opposta, e sono anche poche.
-D’accordo Signora.
-Così si fa. Rinchiudetela.
Arches fu portata nella cella e dopo pochi minuti si addormentò piangendo in silenzio.
  
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