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Autore: LostHope    25/08/2012    7 recensioni
Alice Wright percepiva i Posseduti. Non sapeva esattamente da cosa essi fossero controllati. Ma sapeva solo una cosa: quando una persona cambiava, diventava aggressiva, insomma, quando non era più lei, Alice riusciva a vedere un'aura nera attorno a quella persona. E cominciava ad avere paura. Una fottuta paura.
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STORIA AL MOMENTO SOSPESA
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Secondo capitolo....DIO SANTO XD

Mark Green era stato ricoverato al Caryophyllus’s Hospital. Alice aveva deciso, dopo aver pensato ore e ore, di andarlo a trovare. Dopo la scuola si era fiondata in bagno, aveva fatto la doccia ed era rimasta davanti allo specchio per almeno due orette. Aveva scelto poi di mettersi il suo vestitino azzurro preferito con gli stivaletti grigi e si era tirata i capelli all’insù. Voleva almeno sembrare carina, dopotutto stava andando anche all'ospedale di suo padre.
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“Scusami Anna ?...ANNAAAA ?” Alice era da un’ora che cercava di tirare l’attenzione su di sé, ma l’infermiera alla reception aveva le cuffie del mp3 al massimo. Alla fine, allo stremo, gli strappò le cuffie e gridò un “ANNA !!”
La ragazza, sulla ventina con una bella treccia nera e gli occhi simpatici, si sorprese e la guardò “Oooh sei tu Alice ! Scusa non volevo…cerchi tuo padre ?”
“No ma, per favore, sai dirmi dove posso trovare Mark Green ? Capelli marroni, occhi marroni, alto…?”
“Ok aspetta un secondino !” L’infermiera prese dei fogli dalla scrivania e li passò uno ad uno “Green, Green, Green…Eccolo qui ! Piano terzo, zona rossa , stanza 202 ! Tuo padre è il medico curante, guarda che coincidenza !”
Alice sospirò e salutò l’infermiera ma, dopo pochi passi, andò a sbattere contro qualcuno.
‘Ma com'è che sbatto sempre contro qualcuno, di questi tempi ?!’
Alice alzò lo sguardo e si trovò davanti ad un ragazzo altissimo (sarà stato due metri e qualcosa) che si fissava intorno smarrito, con occhi neri come il carbone pieni di preoccupazione. Si grattò i capelli corvini e con fare dispiaciuto, dopo essersi accorto di lei, chiese “Tutto bene ?”
“S-si scusami… ormai è una abitudine ...”
“Ma figurati, è colpa mia: non guardavo dove andavo ! Non sono bravo ad orientarmi.”
Alice sbatté gli occhi e lo fissò ancora un po’. Le sue spalle muscolose e la sua statura gli ricordavano qualcuno. “Sei per caso…Raphael Juniper ? L’amico di Mark,quello che ha vinto i 20 metri a farfalla nel nuoto ?”
“E tu” lui si concentrò “Tu…hai fatto il torneo scolastico di tennis con Mark ! Alice, vero ?”
Lei fece sì con la testa, poi andò verso l’ascensore "Scusami, ma adesso devo andare. Ci r-rivediamo !". Si accorse, però, che il ragazzo la stava seguendo e si fermò, con un sopracciglio alzato.
“Che stai f-facendo ?”
“Ah…ecco” il ragazzo arrossì “tu sei qui per Mark, vero ? Ecco, è da un ora che giro per quest’ospedale e non l’ho ancora trovato...”. La guardò con occhi pieni di speranza.
“Quindi…vuoi che ti porti da lui ?”
A Raphael si illuminarono gli occhi, come un bimbo a natale.
Ma perché Tammy è rimasta a casa…Lei e il suo stupido One Piece.
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Davanti alla porta 202 un uomo andava su e giù per il corridoio. Aveva una zazzera di capelli bruni e disordinati, due occhi scuri come un cerbiatto, una barbetta ispida sul mento e un camice bianco con qualche macchia di caffè in bella vista. Aveva uno sguardo che vacillava tra la rabbia e la preoccupazione.
“Hai visto quello ? Sembra uscito da qualche film dell’orrore !” Raphael rise e sorrise ad Alice, che lo fissò seria.
“Quello è mio padre”
Il moro arrossì e borbottò uno “scusa” ma lei alzò una mano e sorrise “Non ti preoccupare, non mi offendo mica !”
Il dottore alzò lo sguardo, che si addolcì, alla vista dell’amata figlia, un raggio di luce in quel momento di tempesta. “Ciao, fiorellino ! Sei venuta a trovare il tuo papà ?” poi vide Raphael e il suo sguardo si insospettì “E questo giovine…chi sarebbe ?”
“Papà … questo è Raphael … siamo qui per fare una visita a Mark …”
Lo sguardo del signor Wright si incupì e Alice si spaventò: era la prima volta che vedeva quello sguardo.
“Mi dispiace ma questa stanza è off-limit, non potete assolutamente entrare”
“Ma papà … facciamo in cinque minuti …” lo sguardo di Alice si fece tenero e il padre rimase silenzioso per un attimo infinito.
“… Va bene … vi accompagno. Ma solo cinque minuti !”
I tre entrarono nella stanza. Era una normale stanza d’ospedale, con un televisore, una grande finestra e sei letti d’ospedale vuoti. Vuoti.
“Ehm, mi scusi dottore” Raphael alzò la voce, titubante “Siamo sicuri che questa sia la stanza giusta ? Io qui non vedo nessuno …”
Ben Wright, spalancando gli occhi, sbiancò e uscì di corsa dalla stanza. Afferrò per le spalle la prima infermiera che gli capitò a tiro “Jane, dov’è il paziente della 202 ?!”
“Dottore … lo abbiamo rimandato a casa: aveva solo qualche graffio e livido … e dai controlli non abbiamo rilevato nulla di strano … quindi …” L’infermiera era terrorizzata: Wright stava digrignando i denti.
“MERDA !” scese le scale in fretta, come se volesse andarlo a cercare di persona.
Raphael si guardò intorno “E adesso ? Te ,Alice, che dici ?... Alice ?”
Alice non lo sentiva. In quella stanza sentiva che qualcosa non andava: aveva una strana oppressione al petto, gli cominciavano già a scendere delle copiose gocce di sudore e vedeva sfocato.
Non può essere … non può …
Raphael appoggiò una mano sulla sua spalla “Va tutto bene ?”
Lei cercò di sorridere e spostò la mano del ragazzo “Scusami … i-io devo andare … devo uscire da qui.”
Alice corse fuori dalla stanza e cominciò a correre. Aveva bisogno di Tammy.
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“Ora, mi spieghi perché mi hai portato qui, a casa del finocchietto senza nessun preavviso ? Spero ci sia almeno un ottimo motivo !”
Tammy era altamente scocciata: fino a cinque minuti fa era in pigiama,a leggere l’ultimo numero di One Piece, quando Alice l’aveva chiamata e lei aveva dovuto vestirsi in fretta e furia. Aveva solo un giubbotto di pelle, una minigonna nera e le scarpe spaiate verdi e gialle. Sembrava una barbona !
Alice si morse il labbro, in preda all'ansia “Tammy … i-io credo che Mark … sia un Posseduto”
“… E quindi siamo qui per esorcizzarlo ?”
“N-non lo so … Forse ?”
Tammy tirò fuori dalla tasca del giubbotto un paio di occhiali da sole neri. Se li infilò e fece una faccia da dura “Ho sempre voluto fare il Van Helsing della situazione !”
“Chi ?”
“Lascia perdere, dolcezza.” La ragazza passò il cancello e si diresse verso il portone della casa, seguita dalla mora. Prese la maniglia e spinse. La porta si aprì con un cigolio sinistro.
“H-ho c-cambiato idea” Alice cercò di svignarsela, ma Tammy la prese per una spalla “È solo uno stupido portone cigolante ! Nulla di così terrificante !”
Entrate, si diressero verso la prima stanza. Era tutto buio: qualcuno aveva messo delle assi di legno per non far passare la luce. Inquietante.
Tamara prese la piccola torcia attaccata alle chiavi di casa dalla tasca del giubbotto ed illuminò la stanza: divano nero e lucido, un televisore al plasma, un paio di quadri con paesaggi spettacolari, due vasi con piante esotiche sopra un peloso tappeto color crema. La ricchezza di quella stanza fu un colpo allo stomaco per la rossa: il finocchietto se la godeva parecchio, economicamente.
Alice tremava tutta “Ho la nausea …”
“Pure io … crema e nero … che orrore !”
“No … sento qualcosa” Alice si sedette sul divano e si guardò intorno “secon … secondo te perché ha messo delle assi di legno ?”
“Forse … è diventato un vampiro !!” e mimò due canini con le dita, tirando fuori la lingua.
“N-non s-s-s-scherzare !”
All’improvviso, un rumore di passi riempì la casa. “Merdamerdamerdamerdamerda” Alice si alzò di scatto e si aggrappò all'amica, mentre lei puntava la torcia da tutte le parti, cercando di capire da dove provenisse il rumore.
Poi, il tonfo di qualcosa che cade e si frantuma, dall'alto. ‘Il bastardo è al secondo piano’
Tammy cercò le scale e, appena trovate, le salì veloce come una lepre, con dietro la piccola Alice.
Il corridoio era tetro. Il pavimento era coperto da pezzi di vetro e di ceramica: qualche bimbo cattivo aveva rotto i vasi delle trisnonne, eh ?
La rossa si accorse di qualcosa che si muoveva, in fondo al corridoio. Puntò la torcia e vide Mark Green che cercava di aprire una porta. Aveva le braccia fasciate e un gigantesco cerotto sulla fronte. Tutto normale. Poi il ragazzo si girò e Tamara sentì l’amica sussultare.
“T-Tammy … quello non è … Mark” sentì l’amica reggersi sulla sua spalla.
“Cosa ?”
“Ha … gli occhi verdi …”
Mark riuscì ad aprire la porta e fuggì dentro.
“Fermo bastardo !” Tammy gli corse dietro. I vetri scricchiolavano mentre la ragazza inseguiva ‘Mark’  ed Alice rimase lì, pietrificata  Deve essere un incubo …
Poi decise di seguirla.
La stanza in questione era la stanza di Mark. Alice se ne accorse per il fatto che era piena di foto sue con gli amici, un letto singolo, una scrivania con sopra due trofei e piena di libri scolastici. Tamara era davanti alla finestra aperta e non si muoveva. Poi si girò verso Alice. Aveva uno sguardo terrorizzato.
“Si è buttato dalla finestra…e poi è fuggito…è impossibile: siamo al secondo piano, no ? E poi…aveva…aveva lo sguardo iniettato di sangue. Alice…che cazzo sta succedendo qui ?!”
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-Mentre tu dormivi ci hanno attaccato-
-Attaccato ?! Ma ti sei bevuto il cervello ?! Erano solo due ragazze !-
-Mi stanno cercando, stupido umano ! Potevano essere due Segugi travestiti…Uno di loro emanava una vibrazione ! Non l’hai sentita ?-
-Una vibrazione ?-
-E io che te lo chiedo pure: una delle due aveva una vibrazione fastidiosa ! Mi faceva venire la nausea-
-Almeno smettila di correre, mi sembra totalmente inutile: non ci insegue nessuno !-

‘Mark’ si fermò: in pochi minuti aveva raggiunto il centro della città. Era ancora veloce, anche dentro quel corpo umano.
-Vedo almeno che hai smesso di lamentarti, umano. Niente più “Questo corpo è mio !””MOSTRO””Ti prego liberami”?-
-Ho solo compreso che urlare è inutile. Penso sia meglio collaborare, no ?-
-Ma tu guarda ! Una voce nella mia nuova testa umana  che mi chiede di collaborare  !?
-Mark sorrise, mentre si sedeva su una panchina vicina -Interessante !-
-Noto del sarcasmo ! Comunque, se vuoi sembrare una persona normale, non buttarti dalle finestre e non distruggere vasi e quadri. E poi, domani mattina vai a scuola: non vorrai che qualcuno sospetti qualcosa, vero ? Ora, cerca nella tasca destra dei pantaloni e cerca il numero di Raph: ci potrà ospitare per oggi-
-Va bene va bene, adesso però torna a dormire, pulce-
Il giovane aspettò qualche secondo poi, quando sentì che la presenza nella sua testa si era ‘addormentata’, prese quel coso chiamato cellulare e cercò il numero. Si trovò davanti un ‘Dolce Sabrina’.
Sorrise. L’umano aveva una ragazza, eh ? Meglio lei di un suo pulcioso inferiore, aveva proprio bisogno di svagarsi un po’. Lesse la memoria di Mark e si scrisse l’indirizzo della ragazza sul telefono.
Poi, mentre teneva ancora il cellulare in mano, si ricordò quello che aveva detto la ragazza che emanava quelle tremende vibrazioni.
“Ha gli occhi verdi.”
Si guardò nel riflesso del cellulare: era sicuro di aver nascosto bene gli occhi agli umani, come aveva fatto, allora, a vederli ?
Scosse la testa e continuò ad osservarsi: le sue ferite ormai stavano finendo di rimarginarsi, ma doveva assolutamente cambiare quel taglio di capelli orrendo…e doveva fare qualche modifica al suo vestiario.
Quel corpo era suo ora, doveva esprimere la sua grandezza e la sua potenza.
Dopotutto era Samael, l’ottavo principe dei demoni. La classe non è mica acqua



Ho scritto la storia solo perchè mi hanno minacciato con coltelli, corde, pizzichi e morsi....Hanno persino sequestrato il mio cane (non è vero...ma sarebbe stato figo !) Ho avuto anche bisogno di una prof...GRAZIE FRANCI !!!

E ora... SCAPPO VIA CON VAN HELSING ( quando ne sento parlare, non riesco più a star nei collant XD)

  
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