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Autore: Afterlife_91    26/08/2012    1 recensioni
"Era incredibile scoprire come Jimmy, a più di due anni dalla sua scomparsa, potesse ancora stupirci facendoci un regalo così grande"
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con il capitolo n°6! Un enorme ringraziamento a MaryDay, Saretta95 e Strong Haze che hanno commentato lo scorso capitolo, risollevandomi il morale e dandomi la spinta giusta per continuare. Vi lascio alle vicende di Alex ed Emily ^^ ne vedrete delle belle.

Erano passati due giorni dall’Orion Music Festival ed il tour poteva finalmente dichiararsi concluso. I ragazzi salirono sul Tour Bus che li avrebbe riportati a casa ad Huntington Beach con uno strano senso di malinconia addosso. Avevano voglia di tornare a casa ma c’era qualcosa a trattenerli come un filo invisibile e sapevano tutti di che cosa si trattava.

Avevano passato due giorni in compagnia di Alex ed Emily, i due giorni più felici degli ultimi due anni probabilmente, a farsi stregare da quella bambina ghiotta di cioccolato e caramelle, dalle sue guance rosee e paffute e dai suoi occhi celesti così familiari.

Brian prese posto nella propria cuccetta, lanciando svogliatamente il borsone a terra, con l’unica intenzione di dormire in maniera continuativa durante i due giorni di viaggio che lo aspettavano. Senza volerlo, nel dormiveglia, ripensò ad ogni dettaglio dei giorni appena passati. Non avevano fatto nulla di particolare, eppure la sua mente continuava ad assillarlo con immagini della bambina e soprattutto di Alex.

Da quella famosa sera a Dublino non aveva mai nutrito un’intensa simpatia per la ragazza, le era subito sembrava la solita fan accanita, interessata solo a dieci minuti di celebrità accanto al suo artista preferito. Era bellissima già allora: alta, magra e con quegli occhi grigi che,da soli, erano in grado di mandare al manicomio ogni essere di sesso maschile nel raggio di chilometri. Nonostante tutto, lui ci aveva sempre trovato qualcosa di marcio in lei, anche quando Jimmy la descriveva come la cosa più bella che gli era capitata in tutta la vita, quando erano andati a convivere ed, infine, quando l’amico gli aveva annunciato che le avrebbe chiesto di sposarlo. Eppure, quando si era ritrovato davanti la stupenda donna che era diventata, il suo cuore aveva mancato un battito. Ingrassata lievemente, probabilmente a causa della gravidanza, non aveva perso il suo fascino anzi, il ruolo della madre seria e premurosa lo avevo letteralmente rapito.

<< Non ci pensare Brian, tu sei un uomo sposato e lei è la madre della figlia di Jimmy >>

Il riff di Cemetery Gates risuonò nello spazio angusto della cuccetta svegliando il chitarrista, guardò lo schermo del telefono, era Michelle.

-“Pronto”-

-“ Ciao amore, sei partito?”-

-“ Certo amore mio, tra meno di 48 ore sarò a casa”- Rispose,ancora intontito dal brusco risveglio

-“Non vedo l’ora di riabbracciarti, voglio che mi racconti tutto del tour”-

-“Non c’è molto da raccontare, non è successo nulla di interessante”- Mentì lui per evitare discussioni inutili

Dopo la breve chiacchierata di rito si salutarono e chiusero la telefonata. Brian non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno con se stesso, che il suo matrimonio più passava il tempo e più gli sembrava una bravata giovanile senza molto senso. Aveva sempre avuto il desiderio di avere una famiglia tutta sua ma, dall’esatto momento in cui aveva messo l’anello al dito di Michelle, aveva avuto l’atroce sospetto di aver brutalmente accelerato le cose.

Non che lei non gli desse tutto l’affetto che meritava, era una moglie attentissima ed amorevole, ma da qualche tempo a quella parte, specialmente da dopo la morte di Jimmy, aveva cominciato ad ossessionarlo con il suo maniacale desiderio di maternità. In altri periodi avrebbe acconsentito alle sue richieste con entusiasmo, ma il dubbio aveva cominciato a corrodergli l’anima impedendogli di fare qualsiasi scelta. Tuttavia attendeva fiducioso, aspettava solo che le cose migliorassero, amava sua moglie e prima o poi sarebbero stati di nuovo felici. Forse.

A metà pomeriggio, proprio mentre la pioggia cominciava a cadere confondendo i profili delle colline che scorrevano oltre il finestrino, risuonarono dei passi nel corridoio e qualcuno scostò la tenda della cuccetta.

-“ Syn, vieni a mangiare qualcosa, è mezza giornata che non esci da lì”- Gli fece notare Johnny con fare premuroso

Brian sorrise, quella era la famiglia di cui aveva bisogno in quel momento, gli unici con cui si sentiva a casa veramente. Scese dal letto e si avviò verso la zona giorno del tour bus. Matt si era messo ai fornelli, o per essere onesti al microonde, cercando di preparare qualcosa che, secondo l’etichetta del surgelato, doveva assomigliare alle lasagne alla bolognese. Brian, cercando di non pensare all’indegno pasto che lo attendeva, si aprì una birra e si sedette accanto a Zacky che, nel frattempo, stava messaggiando convulsamente con qualcuno picchiando sonoramente le dita sui tasti del Blackberry.

-“Baker, sei irritante!”-

-“Taci Haner, stò scrivendo ad Alex, il mese prossimo per il compleanno di Emily vogliamo organizzarle una sorpresa, stavamo pensando di portarle a visitare Los Angeles”- Rispose Zacky continuando a scrivere al cellulare

Un mese, 30 fottutissimi giorni senza rivederle. Non sapeva se fossero troppi o troppo pochi. Troppi perche gli mancavano e troppo pochi per disintossicarsi dalla loro benefica presenza.

I due giorni di viaggio passarono lentamente. All’alba del terzo giorno, dopo più di 2000 km di viaggio, si lasciarono alle spalle l’Arizona ed entrarono finalmente in California. Brian dormiva placidamente nella cuccetta quando i primi raggi fecero capolino dal finestrino illuminandogli il viso.

Era in un’asettica stanza di ospedale, di fronte a lui, una donna dal viso indefinito, giaceva sul lettino pallida ed affaticata, stringendo un piccolo fagotto di coperte candide. Si avvicinò e vide il viso del neonato che lo fissava di rimando, aveva gli occhi color nocciola e la minuscola manina si protendeva verso di lui come se volesse toccargli il viso. Alzò lo sguardo verso la madre del piccolo e rimase di sasso, due meravigliosi occhi grigi gli tolsero il respiro. Alex lo guardava sorridendogli felice. Improvvisamente, la creatura tra le sue braccia cominciò a piangere, allora lo sollevò e lo mise tra le braccia del ragazzo.

-“ Vuole il papà, mi raccomando non farlo cadere “- Gli disse lei con voce teneramente apprensiva

 

Brian si svegliò di soprassalto, le gocce di sudore colavano sul petto tatuato che si muoveva frenetico a causa del respiro affannato, l’aria secca della California entrava da un piccolo spiraglio del finestrino lasciato aperto, togliendogli il respiro.

Scese frettolosamente dalla cuccetta, gli altri ragazzi erano ancora profondamente addormentati così fece attenzione a non svegliarli. Entro nel claustrofobico bagno/stanzino del bus e si buttò sul viso una discreta dose d’acqua per riprendersi.

Non riuscendo a spiegarsi il sogno appena fatto, si accese una sigaretta, presa dal pacchetto che Zacky aveva lasciato sul lavandino, e si mise a fumare vicino al finestrino aperto cercando di fare mente locale.

<< Deve essere stato qualcosa che ho mangiato, dannato Matt! La prossima volta che si offre di cucinare lo chiudo qui dentro con tutti i suoi maledetti surgelati >>

Imprecò mentalmente, subito dopo la sua immaginazione riprese il volo e si ritrovò a guardare di nuovo il volto del bambino appena nato, e allora sorrise impercettibilmente.

  
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