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Autore: Nonna Minerva    10/03/2007    10 recensioni
La canzone è "When I'm sixty-four" dei Beatles. Per il resto non c'è molto da dire... La mia coppia preferita, una canzone sentita alla radio e tante aspettative per il futuro.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quella canzone dei Beatles, di Paul McCartney in effetti, che si chiama “When I’m sixty-four”

Avete presente quella canzone dei Beatles, di Paul McCartney in effetti, che si chiama “When I’m sixty-four”?

L’altra mattina in macchina andando a scuola mi è capitato di risentirla, e non ho potuto fare a meno di pensare a loro, come al solito.

 

Lo so che avrei un sacco di altre cose da fare, al momento (tipo... tradurre un certo capitolo?), ma se non la scrivevo non mi lasciava in pace.

 

Piccola songfic senza tante pretese.

 

 

Grazie alla mia beta ( Little Fanny questa volta ), che ha corretto le imperfezioni, e ad Alektos, sempre pronta a leggere.

 

 

E buon compleanno di REMUS a tutti!!

 

Will you still need me when I’m sixty-four?

 

“Niente affatto” ribadì Lupin con fermezza. “Tonks merita qualcuno di giovane e sano”.

Ma lei vuole te” osservò il signor Weasley con un sorrisetto.

( HP and the Halfblood Prince )

 

Seduto da solo, in un angolo della stanza, la testa fra le mani, Remus ancora faticava a rendersi conto degli eventi delle ultime ore.

Si sentiva ingannato, ferito, svuotato e terribilmente solo.

Rifletté sulle parole di Ninfadora poco prima, così come su quelle di Molly, Arthur e infine di Minerva.

Avrebbe tanto voluto cedere alle richieste della ragazza, davvero, lo avrebbe voluto tanto, ma semplicemente non poteva.

Non chiedeva altro che prenderla fra le braccia e non lasciarla andare più, ma lei si meritava molto meglio che un povero vecchio lupo mannaro, e poco contava quanto il lupo in questione l’amasse.

 

Tonks aveva lasciato la stanza poco più di un’ora prima, un’espressione mesta e sconfitta dipinta sul volto.

La sua presa di posizione nei confronti della ragazza, aveva sortito l’effetto opposto a quello che si era augurato.

Non l’aveva dimenticato, non aveva rinunciato a lui, e non desiderava stare con qualcuno di giovane e sano.

Perché Tonks voleva lui. Nessun altro.

 

Si chiese se, fosse lui rimasto fermo sulla sua decisione, lei sarebbe mai riuscita a tornare quella di sempre ed essere felice.

Senza di lui. E lui senza di lei.

Era possibile?

Lui sapeva già che non ci sarebbe riuscito, ma quello che provava lui non aveva importanza.

Ci sarebbe riuscita lei?

Evidentemente no.

 

Sospirò profondamente ed alzandosi fece un cenno a Molly, che sembrò intuire le sue intenzioni e sorrise, battendogli piano una mano sulla spalla mentre lui la superava e lasciava la stanza a sua volta.

 

 

When I get older, losing my hair,

Many years from now,

Will you still be sending me a Valentine

Birthday greetings bottle of wine?

If I’d been out till quarter to three

Would you lock the door?

 

Tre discreti colpi alla porta la fecero sobbalzare.

Era l’una passata e Minerva le aveva assicurato che non avrebbero avuto bisogno di lei fino al giorno seguente. Chi poteva essere allora?

Si asciugò le lacrime col dorso della mano e si trascinò stancamente fino alla porta.

 

“Chi è?” domandò prima di aprirla.

Sono Remus, apri per favore. Ho bisogno di parlarti.”

Tonks non aveva nessuna voglia di ascoltarlo, era stanca delle sue scuse, di lui che la evitava, anche se lei sapeva benissimo che i suoi sentimenti erano ricambiati.

Nonostante questo, aprì comunque la porta e lo lasciò entrare.

 

Remus notò che teneva lo sguardo basso e che il suo volto era rosso e bagnato dalle lacrime che sicuramente aveva pianto.

“Senti, Remus, sono stanca, non dormo da più di ventiquattrore e sinceramente...

“Ti amo.” La interruppe.

La ragazza alzò gli occhi, incredula, incontrando lo sguardo di lui.

Che cosa hai detto?”

“Ho detto che ti amo. Ho provato a starti lontano, a nascondere i miei sentimenti nella speranza che tu continuassi per la tua strada e trovassi qualcuno che ti meriti, qualcuno che non diventi un mostro una volta al mese...”

“Remus...”

“Lasciami finire.” Disse piano lui. A quanto pare non ha funzionato. Mi manca la vecchia Tonks, mi mancano i capelli rosa e il tuo sorriso. Ti amo troppo e non ce la faccio più a vederti in questo stato.

 

 

Will you still need me, will you still feed me,

When I’m sixty-four?

You’ll be older too,

And if you say the word, I could stay with you.

 

I could be handy, mending a fuse

When your lights have gone.

You can knit a sweater by the fireside

Sunday morning go for a ride,

Doing the garden, digging the weeds,

Who could ask for more.

 

Tonks sorrise.

Cosa ti ha fatto cambiare idea?”

“Tutto quello che desideravo, tutto quello che desidero, è che tu sia felice, e se avermi al tuo fianco ti rende felice, allora non me ne andrò.”

“Mi rende tremendamente, infinitamente felice.

 

“Resto comunque pericoloso, ed un po’... lunatico, certi giorni del mese.”

“Saranno gli unici giorni che ti sarà permesso trascorrere lontano da me, d’ora in poi. Concesse Tonks.

“Non ho praticamente niente da offrirti...”

“Me lo hai già detto un milione di volte, e per la milionesima volta ti ripeto che mi basti tu.”

“... e potresti, un giorno, stancarti di me, accorgerti di desiderare altro e trovarti legata ad un povero vecchio lupo mannaro. Quando compirò ottant’anni, tu ne avrai appena sessantasei... sarò vecchio e completamente inutile, soprattutto dopo la luna piena.”

“Sarai sempre meno maldestro di me, e continuerai ad avere un equilibrio perfetto, mentre io inciamperò ancora come e più di adesso. E tu come sempre sarai lì per prendermi al volo, prima che cada. Io non vedo nessunissimo problema.”

“Volevo solo che tu fossi pienamente consapevole di quello a cui stai andando incontro.

“Lo sono, e non ho cambiato idea.”

“Allora mi arrendo.” Mormorò, accarezzandole delicatamente una guancia e sorridendole. “Ho esaurito le scuse.”

“Era ora!” esclamò allegra Tonks, annullando la distanza fra di loro.

 

 “E poi, anche da vecchio, resterai sempre l’uomo gentile ed affascinante di cui mi sono innamorata. Disse, scostandosi leggermente da lui.

Ed io che credevo che avresti voluto liberarti di me il prima possibile, non appena avessi iniziato ad invecchiare!”

“Non potrei mai.”

Will you still need me, will you still feed me, when I’m sixty-four?” scherzò Remus, canticchiando una vecchia canzone Babbana.

“Io avrò sempre bisogno di te, Remus.”

 

“Sarò lieto di essere sempre nei paraggi, quando si tratterà di prenderti al volo. Le assicurò, scostandole una ciocca di capelli dal viso. “Lo so che il mio amore e i miei riflessi non sono un’offerta molto allettante, ma ti dovrai accontentare...

Tonks lo zittì con un bacio.

“Sei qui, e hai detto che mi ami, cosa potrei desiderare di più?”

Ed i suoi capelli, improvvisamente di nuovo rosa, ne erano la conferma.

 

Will you still need me, will you still feed me,

When I’m sixty-four?

 

Every summer we can rent a cottage ,

In the Isle of Wight, if it’s not to dear,

We shall scrimp and save grandchildren on your knee

Vera Chuck and Dave.

 

“Michael! Smettila di tirare la coda al gatto! Julian, vieni qui e lasciati soffiare il naso! Grace! Quante volte ti ha detto tua madre di non cambiare continuamente il colore dei capelli?”

Tonks correva per la stanza, tentando di afferrare Julian, che continuava a scapparle e cercando di farsi ascoltare dagli altri due.

Era una monotona giornata di pioggia, così i bambini erano costretti a giocare in casa, combinandone una per colore.

 

Non avrebbe cambiato di una virgola la sua vita fino a quel momento, ma l’età avanzava anche per lei e aveva perso parecchia della sua agilità, e badare a Julian, Grace e Michael, anche se lo faceva con piacere, le portava via molte energie.

Una volta riuscita ad acchiappare la piccola peste e dopo uscita vittoriosa dall’impresa di soffiargli il naso, si lasciò cadere sul divano, sfinita.

Si passò una mano sul volto, scostandosi una ciocca di capelli grigi dal viso.

Certo, almeno quelli avrebbe potuto nasconderli dietro qualche colore cangiante, ma da qualche anno ormai aveva iniziato a mantenere la sua forma naturale, per evitare che Remus potesse sentirsi a disagio.

 

Quasi come avesse intuito che stava pensando a lui, Remus apparve in quell’istante sulla soglia, il giornale sotto braccio ed i suoi occhiali da lettura in mano.

Passò in rassegna con lo sguardo il caos che regnava nella stanza ed incontrò lo sguardo esasperato della moglie e sorrise.

 

I bambini quando lo videro, gli corsero subito incontro.

Lui li salutò e poi li guardò uno ad uno con espressione severa.

“Avete fatto arrabbiare la nonna?” chiese.

Grace scosse la testa, ed i suoi riccioli castani diventarono all’improvviso rossi, come tutte le volte che mentiva.

Remus inarcò un sopracciglio.

E va bene, forse un pochino.”

“Nonno, ci racconti una storia?” domandò Michael, tirandogli piano i pantaloni.

Lui fece finta di pensarci un po’ su.

“Peffavoreee!”  lo supplicò Julian, tirando su col naso.

“D’accordo,” acconsentì, “Ma prima andate a chiedere scusa alla nonna.”

I tre lanciarono un gridolino eccitato e si precipitarono da Tonks, promettendo di fare i bravi in futuro e stampandole tre grossi baci sulla guancia.

 

Ritenendosi soddisfatta, Tonks si alzò dal divano ed andò a scegliere un libro dalla libreria, mentre Remus si accomodava sulla sua poltrona preferita davanti al fuoco.

I bambini si arrampicarono sui braccioli della poltrona e si sedettero sulle sue ginocchia.

Alla fine Tonks prese un libro di favole dalla copertina colorata e tornò verso il divano.

Che ne dite di Biancaneve… oooops!”

Prevedibilmente, inciampò su uno dei giocattoli abbandonati di Michael.

Remus estrasse la bacchetta, e con un movimento distratto, fece comparire un enorme cuscino sotto di lei, in modo che atterrasse sul morbido.

Con cautela lei si rimise in piedi e porse il libro al marito.

“Visto?” disse mentre lui lo apriva e cercava una favola da leggere. “Lo dicevo io che  avrei sempre avuto bisogno di te.”

“Non ho più la forza per prenderti al volo, però,” commentò lui, con una scintilla divertita negli occhi. “Ma è il risultato che conta, suppongo.”

 

Rimasero a guardarsi per un lunghissimo istante, prima che Julian lo riportasse alla realtà, ricordandogli la favola.

Erano passati tanti anni, ma fra di loro non era cambiato niente.

Se il corpo umano non avesse bisogno di mangiare, bere e respirare, avrebbero potuto trascorrere tutte le loro vite così, semplicemente persi l’uno negli occhi dell’altra.

 

“Bambini,” iniziò Remus chiudendo il libro, la voce calma e contenuta che aveva ereditato durante quell’unico anno di insegnamento a Hogwarts, carcando con un sorriso lo sguardo di Tonks. “Vi ho mai raccontato del giorno in cui io e la nonna ci siamo messi insieme?”

 

Send me a postcard, drop me a line,

Stating point of view

Indicate precisely what you mean to say

Yours sincerely, wasting away

Give me your answer, fill in a form,

Mine for evermore.

 

Will you still need me, will you still feed me,

When I’m sixty-four?

 

  
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