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Autore: Ayako83    26/08/2012    6 recensioni
Attn. Spoiler dal cap. 249 in poi (l'ho presa un pò larga, per avvisare chi è al passo con l'edizione italiana! ^^)
...
“Non saprei. Però vorrei incontrare Metallicana. Ho parecchie cose da chiedergli. Non posso credere che mi abbia allevato per aiutarlo a soggiogare gli umani. Sarà pure irascibile e scorbutico, ma sono sicuro che li ami”.
“Anche Igneel è così. E sono certo che anche Grandine, il drago di Wendy, lo sia. Ma se tutto fosse vero? Perché ci hanno lasciato qui?”.
“Se fosse tutto vero… Tu cosa faresti?”
...
Ovviamente è una Nalu (non posso farci nulla, mi piacciono troppo insieme)! Che altro dire... Non sono brava nelle intro, quindi.... Enjoy!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Levy McGarden, Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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 “Natsu sbrigati, o non troveremo più le ciambelle di quel chioschetto!” disse Lucy sbuffando rivolta al ragazzo che, seduto sulla panchina, si stava gustando un delizioso –quanto piccantissimo, a detta di Lucy- spiedino alla diavola.
 
Natsu guardò la maga leggermente accigliato, quasi a sottolineare il disturbo che questa stava arrecando al suo importantissimo rituale: visto il costo esorbitante di un singolo spiedino –si parlava di ben 10.000 jewels!!-  il Dragon Slayer non poteva permettersene più di una porzione e aveva quindi deciso di gustarsi quella prelibatezza con inaspettata lentezza.
 
 
“Voglio gustarmi questo nettare degli dei fino in fondo” replicò lui in tono asciutto.
 
 Lucy sbuffò, poi, deducendo che l’amico non si sarebbe smosso finché non avesse portato a termine la sua “missione”, si sedette accanto a lui, mentre Happy, che fino a quel momento stava svolazzando intorno a loro, andò a sistemarsi sullo schienale proprio dietro la ragazza. Questa riuscì ad aspettare forse trenta secondi poi, in preda a un tic nervoso, i suoi piedi iniziarono a battere freneticamente per terra; passati i trenta secondi successivi, anche le gambe iniziarono ad assecondare quegli scatti convulsivi. Lucy si voltò appena, giusto quel tanto che le permettesse di vedere a che punto fosse arrivato il drago di fuoco. Metà. Era solo a metà. Balzò in piedi decisamente seccata.
 
“Insomma, quanto tempo ci stai mettendo? Di solito per gustarti qualcosa ne devi trangugiare almeno sette o otto porzioni! Cos’avrebbe di diverso quello spiedino rispetto a tutto quello che butti giù di solito?”
 
“Tu non puoi capire” rispose senza alzare lo sguardo dal suo cibo.
 
“No, davvero. Non penso proprio di riuscire a capire” brontolò lei.
 
“Né, Lucy, il motivo per cui Natsu lo sta mangiando così lentamente è perché…. un solo spiedino costa 10.000 jewels” si intromise Happy.
 
“Coooooosa?” strillò lei.
 
“Happy, ogni tanto tenere la bocca chiusa?” lo rimproverò Natsu.
 
Lucy rimase ferma immobile, tesa nello sforzo di riuscire a controllarsi e di non mettersi ad urlare in mezzo alla strada.
 
“Né, Natsu…. Ti rendi conto che hai appena speso 10.000 jewels per uno spiedino quando tu, durante le ultime missioni, mi hai chiesto di dormire in tenda con voi per non spendere soldi in alberghi? Hai detto che stavi risparmiando per qualcosa di importante e ti sono venuta incontro, solo per essere assalita da mille insetti durante la notte, per poi svegliarmi la mattina con una zampa di Happy in bocca e tu che ti eri preso tutto lo spazio disponibile! Una volta sono rimasta ben tre giorni senza potermi fare una doccia” sibilò Lucy.
 
“Beh, è vero che sto… che io e Happy stiamo cercando di risparmiare, ma ogni tanto bisogna pure svagarsi…. E poi, dopo il primo giorno la tua puzza è pressoché uguale, non mi farei troppi problemi fossi in te. Gray puzza molto di più”.
 
Basta. Lucy poteva passare sui 10.000 jewels, sulle notti in tenda e sui loro concetti di spazio personale. Ma non che si dialogasse così apertamente del suo “odore”.
 
“Sei indegno!” strillò mentre assestava un pugno sulla testa di Natsu.
 
“Ahi! Perché l’hai fatto?” disse massaggiandosi la parte colpita.
 
“E me lo chiedi pure?” esordì la bionda con fare stizzito, per poi raddolcirsi subito dopo. In fondo non era capace di tendere il muso a quei due per più di qualche minuto.  "Comunque… Come mai state mettendo via tutti quei soldi? Sono sempre stata curiosa di saperlo. Avete per caso qualche progetto?” chiese quindi ai due compagni di team.
 
Natsu e Happy si guardarono negli occhi, poi il ragazzo rispose
“Beh, prima o poi partirò per andare a cercare Igneel e Happy verrà con me. Gliel’ho chiesto molto tempo fa e ha accettato”.
 
“Cì! Sono curioso di vedere un drago vero e poi… Vorrei tanto conoscere Igneel” confermò il gatto.
 
“Non sappiamo quanto staremo via, quindi ci vorranno parecchi soldi” finì di spiegare il Dragon Slayer mentre, momentaneamente tanto eccitato all’idea di partire alla ricerca di suo padre si dimenticò di mangiare lentamente quella delizia, ingoiando in un sol boccone tutto quello che era rimasto dello spiedino.
 
“Capisco” rispose con tono piatto Lucy. Avrebbe voluto –anzi, avrebbe dovuto- essere maggiormente contenta per la notizia, invece rimase parecchio turbata. Se i suoi amici fossero partiti alla ricerca del Drago di fuoco, che ne sarebbe stato del loro team?
 
“Aaahhh, maledizione!! L’ho ingoiato tutto d’un botto!” gridò Natsu sputando fiamme “E non ho nemmeno sentito il sapore!!!”.
 
Le urla del ragazzo ridestarono Lucy dai sui pensieri.
 
“Dai, calmati Natsu!” gli disse la bionda.
 
“Come faccio? Come faccio?” continuava lui, quasi non l’avesse sentita.
 
“Forse se provi a vomitarlo e poi rimangiarlo senti il sapore” lo canzonò Happy.
 
Il volto di Natsu parve illuminarsi alla rivelazione di Happy.
 
 “Assolutamente no, Natsu, non pensarci nemmeno. Ti offro due ciambelle se ti togli quella stupida idea dalla testa” si affrettò a dire Lucy, prima di assistere a chissà quale disgustoso spettacolo.
 
“Cinque ciambelle!” rilanciò il ragazzo.
 
“Ma sei pazzo? Tre, non una di più” ribattè lei.
 
“Quattro”.
 
“Mmmh…” fece Lucy, guardandolo pensierosa “Solo se fai tu la fila per comprarle!”.
 
“Andata”. E così dicendo, si alzò di scatto dalla panchina e allungò la mano verso Lucy.
 
“Allora, che aspetti? Non eri tu che avevi fretta di andare al chioschetto?” la canzonò, mentre un sorriso gli illuminò il volto.
 
Lucy afferrò la sua mano e si fece trascinare dal Dragon Slayer per le vie di Crocas, mentre sentiva il suo cuore battere all’impazzata per la corsa e, forse, anche per qualcos’altro.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Aaah, che mangiata!” disse deliziato Natsu, mentre con le mani si accarezzava la pancia decisamente arrotondata a causa della quantità di cibo ingerita.
 
“Natsu, maledetto! Hai mangiato anche le mie ciambelle!!!” strillò Lucy, mentre portava le sue mani attorno al collo del ragazzo col chiaro intento di strangolarlo.
 
“Né, Lucy… Dovresti ringraziarlo! Ha fatto in modo che non ingrassassi più di quello che non sei già!” le disse Happy in tono beffardo svolazzando attorno a loro.
 
“Gattaccio, scendi che ce n’è anche per te!” urlò, questa volta in direzione di Happy, mentre allentava la presa sul collo di Natsu.
 
“Già, Lucy! Io e Happy abbiamo visto che hai cambiato taglia di vestiti ultimamente! Se non ti controlli diventerai un maiale!” continuò Natsu.
 
“Aaaaahhh! Avete frugato ancora tra i miei vestiti? Siete dei maniaci!” ululò tornando a stringere il collo di Natsu con maggior forza di prima.
 
“Stavamo… scherzando…” cercò di dire Natsu, che iniziava ad assumere una colorazione violacea in volto.
 
Lucy mollò definitivamente la presa espirando rumorosamente.
 
Aveva sospirato parecchio, quel pomeriggio. Dopo che Happy e Natsu le avevano detto che un giorno sarebbero partiti, la tristezza e la paura di ritrovarsi nuovamente sola aveva attanagliato il suo cuore. E’ vero, c’erano anche gli altri membri della gilda, che erano per lei come una famiglia, ma con loro era diverso. Con Natsu e Happy era diverso. Erano… una famiglia nella famiglia. Da quando era entrata nella gilda era stata quasi sempre con loro e l’affinità che li legava non esisteva con nessun altro membro della gilda.
 
“Né, Lucy, oggi sei più strana del solito” disse Happy andando ad appollaiarsi sulla testa dell’amica.
 
“Cosa? Io non…” bofonchiò la ragazza.
 
“Hai lo stesso sguardo di quando scopristi che tuo padre… ehm…. ecco… beh… Di quando siamo tornati da Akrifa qualche mese fa” disse Natsu con fare imbarazzato.
 
Aveva appuratamene cercato di non dire “che tuo padre era morto” e Lucy apprezzò molto quella gentilezza, ricambiandola con un sorriso.
 
“Stavo solo pensando che mi sentirò triste quando voi partirete alla ricerca di Igneel” disse poi.
 
Natsu la guardò dubbioso per un attimo, poi il suo volto si allargò in un sorriso smagliante.
 
“Vieni anche tu Lucy”.
 
“Cosa? Non puoi dirlo solo perché ora mi sento triste, non..”
 
“No! No! Avevo già pensato di chiedertelo, ma poi con l’esame di livello S mi ero persino scordato. Se fossi riuscito a passare, allora saremmo potuti partire per missioni più lunghe in luoghi lontani e, in un certo senso, avremmo iniziato il viaggio. Sarebbe stato tutto normale” continuò eccitato.
 
“Ma quindi, anche se ottenessi il rango S mi vorresti ancora in squadra?” chiese Lucy in un filo di voce.
 
“Certo! Siamo un team. Io, te e Happy. Ma che domande fai?” chiese Natsu, indignato.
 
“Allora Lucy, vieni con noi?” chiese ancora.
 
“Perché proprio io? Ci sono altre persone che potrebbero esserti molto più utili…” domandò la bionda.
 
“Mmmh… Forse sì. Ma da quando ci siamo incontrati sento che molte cose sono cambiate. Nella gilda… e in me. Sono decisamente diventato più forte. E’ come se per un lungo tempo fossi stato in una posizione di stallo e il tuo arrivo abbia fatto ripartire l’ingranaggio che si era fermato. Sento che stando con te riuscirò a trovarlo. Me lo dice l’istinto”
 
Dagli occhi di Lucy iniziarono a scendere copiose le lacrime. A quelle parole il cuore di Lucy  aveva iniziato a tamburellare come impazzito: anche lei aveva avvertito un legame particolare che la incatenava al drago di fuoco, ma più volte aveva pensato che era soltanto lei a percepirlo. Sapere che anche l’amico provava qualcosa di speciale l’aveva resa immensamente felice. Quando Natsu vide il volto di Lucy rigato dalle lacrime, interpretò a modo suo la cosa pensando che forse l’aveva messa in difficoltà, perciò si affrettò a correggersi.
 
“Dai, Lucy, non fare così… Se non vuoi venire… beh, basta dirlo” farfugliò il Dragon Slayer decisamente imbarazzato.
 
Lei lo fissò un attimo, poi sul suo volto si dipinse un sorriso dolcissimo e mentre abbracciava i suoi amici rispose.
 
 
“Certo che vengo, stupido! Voi siete la mia famiglia, ormai!”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ricordo di aver cercato Gajeel in ogni angolo della città, senza però riuscire a trovarlo. Quando incontravo un qualche membro della gilda chiedevo loro se l’avevano visto, ma nessuno l’aveva più incontrato dopo la serata passata nell’infermeria. Mi era persino venuta la stupida idea di cercarlo dall’alto, così mi misi a fare il giro delle mura che difendevano la città, sporgendomi il più possibile nella speranza di scorgere il drago d’acciaio in mezzo a tutta la gente che passava lì sotto. Fallito anche quel tentativo, mi accorsi che ormai il sole stava tramontando, quindi decisi di ritornare verso la locanda, se avessi tardato ulteriormente gli altri si sarebbero preoccupati. Tuttavia, quando arrivai alla scalinata che conduceva dall’alto delle mura al paese, qualcosa catturò la mia attenzione. Era Pantherlily che, appena mi raggiunse, mi disse che era tutto il pomeriggio che lui e Gajeel mi cercavano. Stupita, stavo per domandargli il perché, ma quando vidi spuntare il Dragon Slayer alle spalle del gatto, ogni parola mi morì in gola.
 
“Non dovresti girare da sola, Gamberetto. Lo sai cos’ha detto il master. E’ tutto il giorno che io e Lily ti cerchiamo, ma sei talmente piccolina che abbiamo fatto una faticaccia per trovarti”.
 
Quello che mi disse era giusto, eravamo stati presi di mira e ci era stato richiesto dal master di girare in gruppi. E sapevo che Gajeel aveva ragione a riprendermi per il fatto che ero in giro per la città completamente sola e “disarmata”. Ma ogni volta mi trattava come una bambina ed io, come sempre, proprio come una bambina, mi imbronciai.
 
“Dici sempre che sono piccolina. Ma quando la smetterai?” gli urlai contro.
 
Lily si defilò all’istante dicendo che andava ad avvertire il master e gli altri che mi avevano ritrovata, anche se penso che lo fece per lasciarci parlare noi due soli. In questi frangenti era decisamente più intuitivo di Happy e anche di Charle.
 
Appena l’Exceed fu sparito, Gajeel riprese il discorso.
 
“Beh, se non vuoi essere chiamata piccolina, vedi di comportarti in modo diverso”.
 
A quelle parole sentii il respiro farsi affannoso, mentre un nodo alla gola mi impediva persino di deglutire.
 
“Io…io… Non sono una bambina! Sono una donna! Quand’è che te ne accorgerai, stupido Gajeel?” gridai.
 
“Quando mai avrei detto che sei una bambina? Anche se in questo momento non posso certo dire che sei tanto diversa da una di loro: sembra che tu stia facendo i capricci… Non sopporto queste fregnacce, quindi, se vuoi parlare con me, cerca di venire subito al dunque senza troppe sceneggiate”.
 
Decisamente , quella risposta me l’ero meritata. Cercai di regolarizzare il respiro e di ricacciare indietro le lacrime che prepotentemente cercavano di uscire. Passarono svariati secondi, forse minuti, prima che riuscissi a formulare una sola frase di senso compiuto, ma lui rimase lì fermo concedendomi tutto il tempo di cui avevo bisogno, contrariamente da quanto mi aveva detto poco prima.
 
“Perché mi cercavi?” chiesi.
 
“Perché sapevo che tu mi stavi cercando. Immagino tu voglia chiedermi qualcosa riguardo quello che hai sentito stanotte”.
 
“Come fai a sapere che ho sentito?” gli chiesi stupita.
 
“Beh, ho avvertito la variazione del tuo respiro. Respiri in modo differente quando dormi. Inoltre eri molto tesa” rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
“Quindi… Anche Natsu se ne è accorto?” chiesi con un filo di voce.
 
“Non saprei. Ma è probabile”.
 
“Cosa significa quello che ho sentito?” chiesi quindi a Gajeel, mentre la voce tremava leggermente.
 
“Quello che hai sentito. Niente di più, niente di meno”.
 
“Cosa vuol dire che i draghi vi avrebbero allevati per soggiogare gli umani?”.
 
“Come se lo sapessi. Se così fosse sarei in giro a mettere a ferro e fuoco un paese dopo l’altro. Ti sembro il tipo?” mi chiese seccato.
 
Lo guardai parecchio scettica: dopotutto era stato lui a picchiare me, Jet e Droy e ad appenderci a un albero… Aveva anche distrutto la gilda e quasi ucciso Lucy. Per chiunque sarebbe stato difficile credere alle sue parole che gridavano “innocenza”.
Non sentendo alcuna risposta, mi guardò in faccia per cercare di capire se avessi creduto a quello che diceva e dovette leggervi quello che pensavo, difatti rispose
 
“Beh, cioè… Non faccio più quelle cose… Fairy Tail è stata l’ultima… E credimi se ti dico che non ne vado fiero” rispose imbarazzato.
 
Sapevo che era sincero, anche riguardo l’intero discorso fatto con Natsu la sera prima.
 
“Ti credo” risposi.
 
“Altre domande?”
 
“No” mentii. In realtà la domanda che più mi opprimeva era l’unica che non riuscivo a porgli.
 
“Allora andiamo”.
 
E, così dicendo, si voltò iniziando a scendere le scale. Rimasi ferma, mentre lo guardavo andarsene senza di me. Mi avrebbe sempre lasciato indietro?
 
Quando arrivò a metà scalinata però, si fermò, voltandosi verso di me.
 
“Allora, gamberetto, vuoi muoverti? Guarda che non ti ci porto in spalla alla taverna, te lo scordi!”.
 
Ero così felice per il solo fatto che si fosse fermato che il cuore iniziò a martellarmi furiosamente nel petto. Iniziai a scendere, correndo giù per le scale per raggiungerlo il prima possibile.
Quando fui a pochi centimetri da lui, si voltò per riprendere il cammino.
 
“Se Metallicana ti chiedesse di seguirlo e di andartene da Fairy Tail, tu cosa faresti?”
 
Gajeel si bloccò, ma non si girò nella mia direzione.
 
“Che intendi dire?” mi chiese.
 
“Quello che ti ho chiesto. Niente di più, niente di meno”.
 
“Io…” iniziò, ma a questa sillaba susseguirono diversi minuti di silenzio.
 
Intanto il sole era ormai tramontato e pian piano le torce-lacrima si stavano accendendo a illuminare le strade della città.
 
 
“Te ne andresti, vero?” incalzai. Quello che più mi premeva era sapere se avevo anche una sola possibilità che rimanesse al mio fianco. Solo questo.
 
Alcune coppiette ci passarono accanto, mentre a braccetto, si dirigevano sulle mura della città per osservare quest’ultima illuminata dalla miriade di luci che andavano accendendosi.
 
Quando ormai pensavo che non avrei ricevuto risposta, si voltò verso di me.
 
“Mi sembra di avertelo già detto una volta: non staccarti da me per nessun motivo. Sai che non mi piace dover ripetere le cose due volte”. Rispose. Poi, sempre guardando dritto davanti a sé, ricominciò a scendere le scale.
 
“Sì” risposi, incamminandomi dietro di lui.
 
“Ehi, gamberetto. Non è che potresti metterti di fianco a me? Se stai dietro mi sembra di essere una chioccia coi suoi pulcini al seguito. E’… imbarazzante” disse secco.
 
Il cuore continuava a martellarmi nel petto, mentre sentivo la testa leggera. Affrettai il passo per riuscire ad affiancarlo, poi mi voltai leggermente, giusto per scorgere il suo viso.
 
“Solo per quello?” gli chiesi, maliziosa.
 
“Solo per quello cosa?” mi chiese in risposta.
 
“Solo perché sembriamo la chioccia coi suoi pulcini?”.
 
Deglutì, decisamente turbato. Maledetto orso. Non avrebbe mai imparato ad essere più sincero.
 
“Sì, solo quello. E se continui così ti lascio qui e me ne vado da solo, chiaro?” mi disse cercando di nascondere una certa agitazione.
 
“Non lo faresti mai” gli risposi.
 
“Come fai a dirlo?”.
 
“Lo so”.
 
 
Continuammo a camminare fianco a fianco in silenzio fin quando non raggiungemmo la taverna. Se solo potessi riprovare ancora quel senso di leggerezza che quella sera aveva attanagliato il mio cuore, sarei disposta a pagare ben più di migliaia di spiedini da 10.000 jewels l’uno. Allora pensavo che avrei potuto ritrovare quel silenzio così profondo ma in pari misura carico di affetto ogni volta che avessi voluto. Ma il nostro destino aveva ormai iniziato a girare e tutte quelle cose per noi importanti che allora pensavamo fossero lì a portata di mano, da lì a breve sarebbero volate via in pochi attimi, lasciando un vuoto pieno di rimorso per tutto ciò che non era stato detto.
Ignari di tutto, ci dirigevamo senza scampo verso il giorno in cui tutte le nostre speranze sarebbero state distrutte.
 
 
 
 
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Finalmente torno ad aggiornare questa long. Temo che non avrò tempo per altri aggiornamenti fino alla metà di settembre, quindi ho cercato di postare questo capitolo prima del mio ritiro spirituale che inizierà esattamente domani. Finalmente sono riuscita a scrivere del momento in cui Natsu chiede a Lucy di seguirlo alla ricerca di Igneel… Questo passaggio dovrebbe essere noto (o meglio sono noti i risultati) a chi avesse letto la prima fic che avevo pubblicato un po’ di tempo fa (Back to Fairy Tail again)… Ora.. non so assolutamente se questa long possa considerarsi una sorta di prequel per quella fic, molti avvenimenti potrebbero prendere una piega che potrebbe allontanarmi da quel finale… Però ho sempre avuto l’intenzione di trattare il momento in cui il nostro caro Dragon Slayer avrebbe chiesto a Lucy di seguirlo e in questa long era una cosa che calzava a pennello…
Inoltre potrei aggiungere che, oltre al pairing Nalu, tratterò anche Gale… Sono troooooooppo pucciosi insieme e mi stanno dando un’infinita fonte di idee!!! ^///^
E con questo si chiude il prologo. Dal prossimo capitolo si entrerà nel vivo della storia.
 
Ringrazio BellsSwanCullen, Distorted Soul, Junna, Kuro_rin, Libiky, nancyspungen93, Thedarkgirl96 e  _Alluka_per aver inserito la storia tra le seguite, Uhahu per averla messa tra le ricordate e giu94lovezoro per averla inserita tra i preferiti. Inoltre ringrazio Kuro_rin, _Alluka_, Junna e Thedarkgirl96 per aver recensito. E grazie anche a chi legge soltanto. E se vi venisse voglia di lasciare un commentino… Fa più che piacere.
Alla prossima
Un bacio
Aya-chan
  
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