Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Sere_Ichi    27/08/2012    4 recensioni
L'apparenza inganna e sotto la superficie può nascondersi di più, molto di più. Le acque calme sono sempre state le più pericolose.
-Io credo che lei non ti abbia mai amato- dichiarò freddo Ryou perché doveva terminare il proprio racconto.
-Lo dici perché tu pensi di meritarla più di me!- lo accusò l’altro puntandogli un dito di minaccia. Il biondo scosse il capo.
-Aoyama, io credo che dentro di te ci siano delle tracce di Mew Aqua che rendono Ichigo… irreparabilmente attratta da te. E’ per questo che l’altro giorno non è riuscita a dirti che ora è la mia ragazza!- alzò a propria volta la voce nella speranza che l’altro riuscisse a carpire bene il concetto. Masaya rimase fermo a fissarlo. Il braccio ancora proteso, gli occhi vacui. Ryou rimase immobile e zitto di fronte a quella scena agghiacciante finché Masaya non cadde a terra con la testa tra le mani, il volto divenuto una maschera di terrore.
-Non mi ama… io… Mew Aqua?-.
D'improvviso cacciò un urlo devastante. [dal cap.9]
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Emmh… emmh… *Euterpe entra nella scena tutta vestita di nero, come se invece di essere nel fandom di Tokyo Mew Mew si fosse trasferita in quello di Occhi di gatto, ma non riesce a passare inosservata* lo so, lo so… settimane, ma che dico? Mesi di ritardo. Chiedo scusa per l’enorme attesa *piange* e vi prometto che non vi farò più attendere!!! La povera Serenity ha dovuto attendere pazientemente che mi dessi una mossa a scrivere questo nono capitolo dunque: scusate, scusate, scusate!! Abbiamo però notato che le letture/recensioni sono molto aumentate e speriamo di mantenere il vostro entusiasmo, nonostante l’enorme distanza tra i cap 8 e 9.

Dunque bando alle ciance e grazie davvero per averci aspettato!

I ringraziamenti al fondo

Serenity ed Euterpe <3

 

*Da un angolino spunta una testolina scompigliata*

Qualcuno: -E' Serenity!!!!-.

Serenity: -Saaaalve. Volevo solo dirvi ciao. Buona lettura ^_^-.

*Si ritira nel suo antro a mescolare occhi di rana e spine dorsali di mosche.

 

 

Beneath the Surface

 

9. Ricordi di tenebra

 

 

Il freddo stava rendendo Tokyo gelida e spenta. Ryou non riusciva più a sentire la magia del Natale nell’aria, non apprezzava la tiepida luce del cielo invernale né la neve che piano piano si stava sciogliendo agli angoli delle strade e sulle cime degli alberi. Avrebbe preferito ammirare la città che amava tanto insieme alla sua Ichigo, ma lei era sparita. Dopo quella rivelazione così grande per la rossina, lei aveva deciso di sparire. Non rispondeva alle sue chiamate né tanto meno si faceva vedere al Caffè. Quando era andato a casa sua, la madre aveva detto con aria triste che la sua Ichigo non stava bene e che non se la sentiva di vedere nessuno.

Ryou calciò un sassolino in mezzo alla strada poi gettò un’occhiata verso l’entrata del Caffè. Era così strano non sentire in lontananza la voce squillante di Ichigo che se la prendeva per l’inerzia di Minto o per l’ennesimo piatto che Retasu aveva fatto cadere. Un sorriso gli fece piegare appena le labbra al solo ricordo del sapore della sua rossina. Strinse un pugno: non poteva rimanere con le mani in mano e quella situazione si sarebbe risolta, costi quel che costi.

E proprio perché intendeva fare il tutto per tutto e perché voleva arrivare al fondo di quella faccenda così complicata, balzò in moto e corse da lui, dal suo rivale numero uno.

Quando Masaya uscì di casa, il volto ancora segnato dalla recente convalescenza, e vide Ryou Shirogane poggiato alla sua moto rosso fiammante, un nodo gli si strinse in gola. Gli occhi d’entrambi s’incrociarono e fu il moro ad abbassare per primo lo sguardo, in una tacita sconfitta.

-Ciao Shirogane-sama- disse il ragazzo con la sua solita gentilezza. Ryou mantenne le braccia incrociate, poi gettò un’occhiata dall’alto in basso a quel ragazzo che, in apparenza, sembrava essere così normale. Un semplice cappotto grigio addosso; classici lineamenti orientali dalla sottile regolarità; i capelli neri e folti. Come poteva conservare dentro di sé le tracce dell’acqua mew?

-Ho bisogno di parlarti-. Diretto. Freddo. Distaccato. Shirogane era così e forse era per questo che Masaya ne aveva una maledetta paura. Il moro fece qualche passo in sua direzione poi raccolse il proprio coraggio

-Certo, dimmi pure. Anche se immagino di sapere già di cosa vuoi parlarmi- disse tranquillo il giovane mentre il biondino inarcava un sopracciglio. Se avesse saputo anche solo la metà delle cose che Ryou avrebbe voluto dirgli se la sarebbe data a gambe in meno di cinque minuti.

-Qui fa freddo. Che ne dici di trovarci al bar della stazione tra mezz’ora?- chiese allora Shirogane. Masaya annuì, ma prima che il biondino potesse accendere il motore lo fermò.

-Shirogane-sama?- quello alzò solo il capo in sua direzione, il casco che copriva in parte il celeste degli occhi. -Hai sentito Momomiya-san?- chiese allora con quel suo formalismo tutto nipponico. Shirogane fece di no con il capo e Masaya parve sollevato da quella risposta.

-A dopo-.

 

Una cameriera dal sorriso un po’ troppo caloroso accolse Ryou in uno dei bar più esclusivi della stazione di Tokyo. Il biondo non aveva voglia di assecondarla ma comunque la giovane gli concesse di sedersi nel posto migliore e con un sorriso seducente porse il menù ai due ragazzi.

-Ti capita spesso?- domandò Masaya osservando la cameriera che andava via. Ryou inarcò un sopracciglio.

-Che intendi?-

-Le donne, cascano letteralmente ai tuoi piedi: da quando siamo entrati qui almeno mezza dozzina si sono voltate a guardarti, per non parlare poi della cameriera- ridacchiò il moro mentre Ryou gettava un’occhiata distratta al menù.

-Sì, capita spesso. La cosa irritante è quando l’unica di cui ti importa qualcosa è anche l’unica che non ti presta la minima attenzione-. Intelligentemente Masaya chiuse lì il discorso, comprendendo che se avesse cercato di approfondirlo non avrebbero raggiunto una buona sintonia. Ordinarono l’uno un caffè macchiato e l’altro un thè caldo.

-Immagino tu voglia parlarmi di quel che è accaduto al parco- disse coraggiosamente Masaya. Ryou annuì.

-Aoyama, tu sai qualcosa di ciò che ti è accaduto?-. Il moro s’affrettò a fare di no con il capo.

-Finché non mi sono trasformato davanti ad Ichigo io non sapevo nemmeno di essere il Blue Knight-. Era sincero, Ryou lo notava dai suoi occhi sofferenti.

-E’ dura Shirogane, molto dura. Non sapere chi sei, che cosa ti sta succedendo…- lo vide poggiare la tazza di thè sul piattino e stringere convulsamente il pugno. Era evidente che si era posto un mucchio di domande e, dall’occhiata che gettò poi sul suo interlocutore, che sperava davvero che Ryou avrebbe potuto fornirgli delle risposte.

Per lo meno non avevano un nemico in Masaya, questa era un’ottima cosa.

Ma Ryou dovette deluderlo scuotendo il capo.

-Io e Keiichirou non riusciamo a capire che cosa ti possa essere accaduto- poggiò la propria tazzina sul piattino, il liquido ambrato che rifletteva timido le loro immagini. -Crediamo, però, che sarebbe meglio che tu ti stabilissi al Caffè Mew Mew per un po’, in modo tale da non mettere in pericolo né te né altre persone-. Un’espressione preoccupata apparve sul volto di Masaya che indietreggiò impercettibilmente sulla sedia.

-Voi… Tu pensi che io possa rappresentare un pericolo?-. Non era una domanda che nascondeva un’accusa, quanto una paura che doveva avergli macchiato i pensieri a lungo prima di quel difficile confronto. Ryou, sincero, fece spallucce.

-Tu sei totalmente sicuro di non poter rappresentare un pericolo?- L’azzurro di quegli occhi lo fece rabbrividire, mentre Masaya si rendeva conto della terribile verità.

Lui era in grado di trasformarsi in un alieno e gli alieni erano pericolosi. Era un teorema così semplice eppure pieno ancora di punti interrogativi.

Abbassò lo sguardo mentre sentiva Ryou che si alzava e poggiava delle banconote sul tavolo. Quando Masaya ebbe il coraggio di alzare il capo per osservarlo mentre si infilava la giacca di pelle un brivido gli percorse la schiena.

-Fammi sapere che ne pensi- disse ancora il biondo mentre rimetteva la sedia al suo posto. Percorse silenziosamente i pochi passi che lo separavano dall’entrata del bar e diede un saluto distratto alla cameriera che, attenta, si era precipitata ad aprirgli la porta. L’aria gelida di fine dicembre gli sferzò il volto e i capelli, agitandoli in una danza non ben definita ma, tuttavia, estremamente elegante. La moto parcheggiata a pochi passi dal locale lo attendeva gelida e rossa, mentre il biondo si domandava che cosa gli avrebbe risposto Masaya. Aveva sempre avuto una certa soggezione nei confronti di quel ragazzo, anche se aveva sempre cercato di nasconderla: aveva attirato Ichigo nella sua morsa d’amore e, aqua mew o meno, ci era riuscito senza troppo sforzo. Lui, invece, ci aveva impiegato molto tempo e non poche discussioni e incomprensioni. S’infilò il casco e prima di partire una mano si poggiò sul suo braccio. Ne riconobbe subito il proprietario a causa della pelle olivastra e le dita affusolate.

-Avete ragione. Verrò da voi-.

Bene, non aveva dovuto rifletterci molto. Saggio il ragazzo.

 

-Prego, fa come se fossi a casa tua-.

Keiichirou era sempre stato una persona estremamente gentile ed ospitale e con Masaya Aoyama, certo, non avrebbe cambiato le proprie abitudini. Anche se era la causa della maggior parte dei problemi del suo migliore amico il pasticcere manteneva un comportamento cortese e Ryou notò immediatamente che era stato in grado di mettere realmente a proprio agio il moro. Masaya poggiò il proprio borsone sul letto della camera che Keiichirou aveva preparato per lui: un tappeto verde davanti al letto dalla coperta in tinta, tende chiare e un bagno sulla sinistra, raggiungibile direttamente dalla camera, proprio come quella di Ryou. Un armadio a due ante era sistemato alla destra della porta e Masaya pensò che sicuramente non sarebbe riuscito a riempirlo tutto. Non aveva programmato un lungo soggiorno anche perché non aveva potuto trovare una scusa troppo credibile con i propri genitori: un campionato di kempo organizzato all’ultimo minuto appena fuori città; nonostante i coniugi Aoyama avessero dimostrato apprensione a causa della recente convalescenza del figlio, Masaya aveva assicurato loro che avrebbe partecipato come riserva e che dunque le probabilità che prendesse parte alle partite erano pressocché nulle. Per questo per almeno tre-quattro giorni poteva considerarsi protetto da un buon alibi.

-Vi ringrazio- disse abbassando il capo in un gesto cortese. Shirogane rimaneva impassibile sulla soglia della stanza, le braccia incrociate e gli occhi socchiusi in un’espressione impassibile.

Un altro giorno era passato ed Ichigo non si era fatta viva. Questo silenzio lo faceva impazzire ed il pensiero che la causa era quel ragazzetto seduto di fronte a lui lo faceva imbestialire ancora di più.

-Quanto pensate che dovrò restare qui?- domandò ancora Masaya sollevando il capo. Keiichirou gettò un’occhiata interrogativa a Ryou che fece spallucce.

-Credo dipenda più che altro da quanto riuscirai ad essere collaborativo. Vorrei capire che cosa ti rende capace di compiere certe trasformazioni; perché non riesci a farlo a comando e, soprattutto, quanto centrano gli alieni in questa storia-.

Fece bene attenzione ad omettere il fatto che aveva il sospetto quasi certo che nel corpo di quel giovane ci fossero tracce di Mew Aqua; tracce che, con ogni probabilità, lo rendevano in grado di attirare a sé Ichigo, proprio come fanno i fiori con le api. Chissà come avrebbe reagito quel pacato ragazzo di fronte ad una verità così scomoda. Ryou si raddrizzò, allontanandosi dallo stipite poi si allontanò, silenzioso.

-Non pensare male, è così con tutti- s’affrettò a dire Keiichirou mettendo una mano sulla spalla di Masaya. -E’ un bravo ragazzo, se ha voluto che tu venissi qui è anche per proteggere te- concluse.

-Io credo che mi odi- sussurrò il moro chiudendo gli occhi.

-Non si tratta di odio, Masaya-. Keiichirou allontanò la mano, avviandosi a propria volta verso la porta. –Ryou è molto preoccupato per le sorti della Terra e ora come ora è chiaro che anche tu fai parte del puzzle di questa difficile battaglia- il pasticcere accennò un lieve sorriso. –Cerca di stare tranquillo. Ah dimenticavo: per le otto è pronta la cena, scommetto che con tutti questi cambiamenti ti sentirai affamato!- e sparì chiudendo dietro di sé la porta.

La cena era trascorsa silenziosamente, le leccornie preparate da Keiichirou erano davvero insuperabili e a Masaya tornò l’appetito. La recente convalescenza l’aveva reso piuttosto debole, per non parlare della trasformazione in Blue Knight: mangiare bene sicuramente l’avrebbe reso più forte. Più forte per affrontare tutte le novità che gli si stavano presentando così velocemente, senza uno straccio di preavviso. Quando Keiichirou poggiò un cesto di fragole sul tavolo, da mangiare con la panna, a Masaya venne in mente Ichigo. Lei era stata il cambiamento più bello e sconvolgente degli ultimi tempi, con quel suo sorriso così leggero e travolgente, con quella sua voglia di vivere che serviva da medicina contro la propria malinconia. Era sparita e notava che nel suo sguardo e nella sua voce c’era qualcosa di diverso. Come se fosse mille volte più felice ma, al contempo, altrettanto triste. Lo sguardo cadde su quello azzurro di Ryou che stava affrontando una discussione con Keiichirou riguardante il bilancio del Caffè Mew Mew. Era un giovane straordinario e Masaya era consapevole che l’affetto che provava per Ichigo non era platonico. Si era sempre fidato della sua rossina ma doveva ammettere che per il modo in cui si stavano evolvendo gli eventi lei avrebbe potuto benissimo decidere di lasciarlo. In fondo lui stesso non sapeva darsi un posto nel mondo, come poteva pretendere che lei riuscisse ad amarlo incondizionatamente? Aveva paura, una dannata paura che lo rese ansioso e preoccupato, tanto che l’aria iniziò a mancargli. Si alzò in fretta in piedi. Keiichirou e Ryou si voltarono di scatto, sorpresi dall’improvviso rumore.

-Scusate- s’affrettò a dire Masaya. –Ho bisogno di prendere una boccata d’aria. Credo che poi andrò a dormire, grazie ancora per la cena. Buona notte-. Corse di sopra, il fiato corto che fuoriusciva dalle labbra stanche.

-Cosa gli è successo?- domandò Keiichirou visibilmente preoccupato. Ryou fece spallucce.

-Diamogli un po’ di tempo, probabilmente è impaurito da tutto quel che gli sta accadendo- ipotizzò il biondino bevendo un sorso del proprio caffè. Keiichirou annuì.

-Come pensi di muoverti?-

-Farò ricerche in laboratorio, ovvio- dichiarò tranquillo. L’amico scosse il capo.

-No, intendevo con Ichigo-.

Ryou inarcò un sopracciglio poi poggiò la tazzina sul tavolo. Fece un sospiro leggero gettando un’occhiata alla porta chiusa della cucina.

-Non lo so. Da quando le ho detto che sospetto che il proprio amore nei confronti di Masaya è frutto della Mew Aqua è come impazzita. Sostiene di non saper amare…-. I suoi occhi assunsero una sfumatura scura, come se il solo pensiero di una Ichigo priva di sentimenti fosse assurdo.

-Ma noi sappiamo che non è così e dobbiamo dimostrarglielo, anzi, devi dimostrarglielo- sorrise ancora il moro, finché Ryou annuì e si alzò a propria volta.

-Vado a fare delle ricerche in laboratorio, vediamo se riesco a ricavarne qualcosa-. Keiichirou annuì.

-Cerca di non fare troppo tardi- lo ammonì manco fosse un padre premuroso.

-Certo-.

Tuttavia Ryou non aveva seguito il consiglio. Era rimasto alcune ore seduto in laboratorio, solo la luce del computer ad illuminarlo ed una sfilza di numeri e codici che avevano un significato solo per lui e per Keiichirou. L’unico modo per trovare realmente una risposta alle proprie domande era mediante un esame accurato dei tessuti di Masaya, ma non aveva idea di come chiederglielo. Inoltre i suoi sospetti ora andavano al di là della semplice Mew Aqua e dei sentimenti di Ichigo; dopo la conferma della propria ipotesi tendeva maggiormente a fidarsi del proprio istinto e doveva trovare delle risposte prima che fosse troppo tardi.

All’ennesimo calcolo decise che era diventato davvero troppo tardi per continuare a lavorare. Si stropicciò gli occhi stanchi poi afferrò la tazza di caffè che si era portato per combattere il sonno notturno. Arrivato in cucina si soffermò davanti alla finestra. La neve aveva cessato di cadere nel momento esatto in cui Ichigo aveva lasciato a bocca asciutta sia lui sia Masaya. Ironia della sorte, anche il cielo si prendeva gioco di loro. A Ichigo la neve era sempre piaciuta. Ricordava che un giorno l’aveva sentita chiacchierare con le sue amiche, dicendo loro che secondo lei la cosa più romantica che una coppia poteva fare era una passeggiata mano nella mano sotto la neve oppure un pomeriggio passato a bere cioccolata calda davanti ad un camino scoppiettante. Quando le aveva rivelato i propri sentimenti Ryou era sicuro che avrebbe fatto tutte queste cose per lei: l’avrebbe portata ovunque, sotto la neve e sotto il sole; le avrebbe regalato i momenti più belli della sua vita, solo per vedere i suoi occhi brillare di felicità. Un nodo al cuore lo fece quasi tremare e le lacrime batterono sotto le palpebre per uscire. Le scacciò via poi decise che non poteva più aspettare come un idiota che lei si facesse viva. Come aveva detto Keiichirou doveva dimostrarle che lei era in grado di amare, perché lui non si era mai sentito più amato di quando era in sua compagnia. Sfrecciò in camera propria e prese il cappotto e le chiavi della moto. Era tardissimo ma si poteva trasformare in Art ed introdursi in camera sua. Quando uscì dal portone del locale, però, vide una sagoma di fronte a sé e rimase basito nel notare Masaya che, le mani infilate nelle tasche del giaccone, osservava la strada di fronte a sé. Si voltò udendo il rumore del portone.

-Shirogane-sama- erano entrambi piuttosto stupiti.

-Aoyama, che ci fai sveglio?-. Solo dopo aver posto quella domanda Ryou si rese conto che il moro avrebbe potuto dire la stessa cosa. Per questo nascose le chiavi della moto in tasca.

-Non riuscivo a dormire, troppe preoccupazioni. E tu?- gli domandò innocente. Ryou socchiuse gli occhi.

‘Sto correndo a casa della tua ragazza ufficiale per dirle mille volte che la amo e per dimostrarle che può amare me, solo me’

Chissà se quella sua faccia così cordiale si sarebbe tramutata in un ghigno terribile se avesse detto una cosa del genere. Ma si limitò a fare spallucce.

-Ho appena finito le analisi in laboratorio e volevo prendere una boccata d’aria prima di andare a dormire-. Masaya parve crederci.

-Immagino sia duro il lavoro in laboratorio- disse piano. -Quanti anni hai? Sembri così dotto…- dichiarò, forse, con una vena di rimpianto nella voce.

-Ho quindici anni, ma ho avuto il tempo di prendere due lauree- non aveva l’abitudine di raccontare i fatti propri alla gente, ma forse per quella volta doveva seguire l’istinto e rispondere alle domande di quel ragazzino. E poi l’espressione di stupore e di referenza che era spuntata sulla faccia di Masaya era davvero impagabile.

-Com’è possibile?- domandò allora l’altro. Ryou fece spallucce.

-Basta un quoziente intellettivo nettamente superiore alla media ed una famiglia facoltosa. Ma Ichigo mi dice dei tuoi voti altissimi e dei tuoi successi nello sport. Dunque nemmeno tu sei proprio un ragazzo qualunque- precisò mentre gli costava un grande sforzo fargli quella sorta di complimento. Ma sentiva il bisogno di saperne di più del suo passato, probabilmente, a causa dei propri sospetti. Masaya era arrossito.

-Lei tende sempre a esaltare quello che faccio, è anche per questo che la amo-.

Quel candido commento era stato come un pugno allo stomaco per Ryou. Il solo pensiero di un altro che dichiara alla sua Ichigo i propri sentimenti era proprio un duro colpo per lui. Quasi barcollò per la sofferenza mentre prendeva un lungo respiro. -Devo però ammettere che mi sono sempre molto impegnato- Masaya rivolse gli occhi al cielo, manco stesse parlando con se stesso più che con un semisconosciuto. -Sono sempre stato il primo della classe, il bambino più adorabile che una maestra potesse desiderare. Avevo sempre la sensazione di dover essere ciò che i miei genitori adottivi desideravano in un figlio. Loro mi avevano strappato via dall’orfanotrofio ed il minimo che potessi fare era dare loro poco fastidio e tante soddisfazioni-.

Ryou inarcò le sopracciglia: allora anche l’infanzia di Masaya non era stata delle migliori. Il moro continuò: -Sentivo sempre il bisogno di essere esattamente il contrario di ciò che magari sarei stato. Non rompevo i vasi con il pallone da calcio, non sporcavo mai il pavimento e facevo immediatamente il bagno quando mi veniva ordinato- un sorriso gli curvò le labbra e Ryou pensò che, invece, lui da bambino questi lussi se li era presi. -Se mia madre o mio padre alzavano la voce mi sentivo in colpa anche se la causa non ero io, per questo ho lasciato che il tempo mi rendesse ciò che in fondo non sono; un ragazzo troppo perfetto per essere vero. Più impegnato ad essere ciò che gli altri vogliono più che a domandarsi cosa realmente desidero io, al fondo del mio essere- ridacchiò poi fece un cenno con la mano. -Scusami, ti sto parlando di cose che magari non ti interessano!- nonostante il freddo le guance di Masaya erano rosse. Ryou aveva avuto un sacco di informazioni utili, doveva continuare ad indagare.

-Dunque non hai proprio idea di chi siano i tuoi genitori?- domandò il biondo con interesse sincero.

-No- si notava che era realmente motivo di sofferenza per il moro e Ryou decise di essere cauto.

-Forse dovresti iniziare ad essere realmente ciò che vuoi tu e non ciò che desiderano gli altri, non trovi?- disse allora Ryou. Gli occhi di Masaya si illuminarono nonostante il buio che li avvolgeva.

-Ho già iniziato- ridacchiò mentre un sopracciglio del biondo si inarcava. –Da quando ho incontrato Ichigo tutto sembra essersi capovolto. Guardarla sorridere mi permette di comprendere davvero ciò che voglio… mi fa sentire…-

-Vivo- dissero all’unisono e Ryou lo guardò dritto negli occhi, perché quella era la medesima sensazione che provava lui. Gli parve ingiusto il fatto che qualche Dio infernale che aveva deciso di dar vita ad un’acqua piena di poteri dovesse decidere delle loro sorti; in realtà Ichigo non amava Masaya e forse doveva fare in modo che questo puzzle iniziasse a mettere un paio di tasselli al loro posto.

Lo sguardo che si scambiarono era eloquente più di una qualsiasi parola. Ryou tenne le mani nelle tasche mentre Masaya sciolse le braccia lungo il busto, sorreggendo a fatica la lotta che era sorta tra i loro occhi.

-Tu…- sussurrò dando vita ad una delle paure più grandi che l’avevano colto la prima volta che aveva scoperto che la sua Ichigo lavorava per quel giovane uomo.

-Ci amiamo- dichiarò e a Ryou parve di sparare un colpo micidiale. Aveva visto che in quel giovane non c’era cattiveria; ma era ora che qualcuno prendesse posizione in tutta quella storia. Era vero, Ichigo gli aveva chiesto di essere lei a dire tutto al moro; ma gli eventi si stavano evolvendo in una maniera tale che non aveva avuto scampo.

-Correggiti- disse tremante Masaya, il corpo un fascio di nervi. –Tu la ami…- il respiro spezzato, le labbra socchiuse mentre Ryou scuoteva inesorabilmente il capo.

-No, lei mi ha detto chiaramente che mi amava, era sincera. Il giorno in cui ti sei trasformato nel Blue Knight ti aveva chiesto di incontrarvi per lasciarti definitivamente… per me- si indicò con l’indice poi mantenne lo sguardo freddo. Anche Masaya scosse il capo incredulo, mentre un’ombra di paura gli si disegnava sul viso.

-No, non è possibile… la mia Ichigo- si vedeva che voleva piangere ma qualcosa lo tratteneva. Vergogna? Disprezzo? Timore?

Ryou fece un passo avanti.

-Non devi essere arrabbiato con lei: Ichigo in questi giorni è scomparsa perché le ho fatto presente una verità scomoda…- Masaya lo interruppe.

-L’altro giorno si è stretta al mio braccio. Mi ha ascoltato con amore mentre le raccontavo del mio passato…- Masaya balbettava fissando il pavimento. Ryou era incredulo di fronte ai suoi occhi sconvolti, proprio come se il suo interlocutore si trovasse di fronte ad un trauma dal quale non sarebbe mai uscito.

-Io credo che lei non ti abbia mai amato- dichiarò freddo Ryou perché doveva terminare il proprio racconto.

-Lo dici perché tu pensi di meritarla più di me!- lo accusò l’altro puntandogli un dito di minaccia. Il biondo scosse il capo.

-Aoyama, io credo che dentro di te ci siano delle tracce di Mew Aqua che rendono Ichigo… irreparabilmente attratta da te. E’ per questo che l’altro giorno non è riuscita a dirti che ora è la mia ragazza!- alzò a propria volta la voce nella speranza che l’altro riuscisse a carpire bene il concetto. Masaya rimase fermo a fissarlo. Il braccio ancora proteso, gli occhi vacui. Ryou rimase immobile e zitto di fronte a quella scena agghiacciante finché Masaya non cadde a terra con la testa tra le mani, il volto divenuto una maschera di terrore.

-Non mi ama… io… Mew Aqua?-.

Ryou si inginocchiò di fronte a lui.

-E’ una sostanza molto potente dalla quale le mew mew sono molto attratte- spiegò frettolosamente chiedendosi cosa fare. Voleva con tutto il cuore che Ichigo fosse lì con lui.

-Non è possibile! Ichigo mi ama davvero, non è possibile che sia tutto frutto di… di una sostanza! Non è possibile…- un’aura azzurra iniziò a delinearsi attorno a Masaya, così potente che Ryou fu costretto ad allontanarsi da lui. –Tu menti!- si alzò in piedi, l’aura che diveniva sempre più potente e luminosa. –Lo dici solo per portarmi via da lei…-

D’improvviso cacciò un urlo devastante, che fece scatenare un’energia tale che Ryou venne scaraventato contro il muro del caffè. Dannazione, forse gli si era pure rotto qualcosa. Masaya si era tramutato nel Blue Knight e nei suoi occhi ardeva una fiamma che non era più simile all’amore che provava per Ichigo ma, piuttosto, alla rabbia nei confronti del suo rivale. –Come osi tentare di portarmela via!- sfoderò la spada mentre un più che preoccupato Keiichirou compariva sulla soglia, assonnato e sconvolto. Il sonno gli andò via dagli occhi quando vide il Blue Knight con la spada sguainata mentre correva contro Ryou che, indifeso, non aveva potuto fare altro che alzarsi in piedi e prepararsi a ricevere il colpo. Non sarebbe mai fuggito come un vigliacco.

-Fattene una ragione, Aoyama! Torna in te!- non sapeva da dove fosse saltato fuori tutto quel coraggio. Forse perché la vita non aveva senso se non poteva stare con la sua Ichigo. L’ennesimo urlo saltò fuori dalla gola del Blue Knight e Ryou si preparò a ricevere il colpo definitivo abbassando il capo. Ma quando un’ombra scura si frappose tra lui e la spada quasi non poté crederci.

Mew Ichigo, avvolta da un’aura luminosa, si era gettata sul suo Ryou, strillando il proprio amore per lui.

-Lascialo in pace, vattene!- tuonò convinta, le braccia avvolte attorno all’uomo che davvero amava. Il Blue Knight interruppe la propria corsa, gettando lo sguardo azzurro su quello rosato di Mew Ichigo che, il volto contratto in una smorfia di dolore, si era voltata verso Ryou per controllare che il suo bellissimo volto non avesse subito danni. –Mi dispiace- disse la mew mew voltandosi verso il ragazzo che per tanto tempo aveva pensato di amare. –Ma quel che c’è stato tra noi è stato frutto di uno sbaglio… o meglio, di qualcosa che non si avvicina nemmeno lontanamente al vero amore- si asciugò una lacrima e Ryou rimase ipnotizzato dall’immagine della sua guerriera avvolta dalla luce più luminosa del mondo e gli occhi lucidi. –Io amo Ryou, ti prego, rispetta i miei sentimenti per lui!- lo pregò unendo le mani a preghiera. Il Blue Knight scosse il capo.

-Voi mi avete preso in giro- tuonò ormai fuori di sé. Né Ryou né Ichigo riconoscevano in quel volto il Masaya gentile e spensierato che conoscevano. Era come se si fosse volatilizzato, lasciando il posto ad un alter-ego totalmente differente.

-Ichigo, scegli o dovrai morire-.

In lacrime Mew Ichigo si alzò in fretta in piedi, prendendo tra le braccia la propria arma. Sapeva cosa doveva fare.

 

 

 

Ed ora è tempo dei ringraziamenti. Grazie ancora per la vostra pazienza, siete fantastiche!!!

 

-Sweet96: tranquilla cara, se tu sei in ritardo noi (o meglio io, ovvero Euterpe) siamo in ritardo spaventoso ç_ç quindi stai tranquilla XD ma non picchiare ancora Ichigo, ci serve ancora per qualche capitolo… poi te la lasciamo con piacere!! Eh sì, ormai lo pensiamo tutti: Ichigo deve stare con Ryou e non con quel fagiolino fritto di Masaya! Spero che questo nono capitolo ti sia piaciuto tanto quanto quello precedente, compreso il contenuto =) grazie davvero per i complimenti!! A presto!

 

-xXdix_infernalXx: sono davvero felice che trovi che la storia tra Ichigo e Ryou non sia scontata. Ormai di fic su di loro ne girano talmente tante che è difficile non renderli scontati ç_ç speriamo di rileggerti presto e grazie davvero per la recensione!

 

-oxygenia: grazie mille per i complimenti *_* effettivamente sì, è un po’ triste come fic, ma se leggi qualche storia mia o di Serenity (soprattutto le mie), noterai che “drammatico” è il nostro secondo nome XD Eh sì, Ryou è intelligente oltre che bellissimo! Non posso farti anticipazioni, ma spero che seguirai la storia per comprendere cosa accadrà tra Ryou e Ichigo. Grazie ancora per la recensione!

 

-Aniki_Chan: grazie mille per i complimenti e spero che continuerai a leggerci!

 

-ViolaGattina92: sono contenta che la storia ti piaccia tanto. I nostri eroi devono superare un sacco di difficoltà e chissà come andrà a finire? Spero che avrai la pazienza di seguirci ancora e ti prometto che non ti deluderemo! Grazie mille per la recensione, a presto!

 

-niky95: oddio, io e Serenity cattive?? Ma perchèèèèè!!! XD XD XD eh sì, il nostro passatempo preferito e far scervellare quel poverino di Ryou, ma altrimenti sarebbe tutto tremendamente noioso! Spero che con questo capitolo tu ci possa amare un po’ di più, anche se Ichigo non la si vede molto, Ryou ha avuto la sua rivincita! Alla prossima!

 

-ryanforever: emmh emmh… abbiamo promesso niente ritardi? Ok, ma sta volta è colpa mia!! Chiedo scusa ç_ç ma hai fatto un’ottima analisi: nello scorso capitolo Ichigo era confusa da tutti gli avvenimenti… diamo un po’di tempo a questa povera fanciulla! Purtroppo questo capitolo non ha dato risposta alle tue domande ma spero ti sia piaciuto comunque *_* facci sapere la tua!! A presto         

   
 
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