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Autore: Henne029    27/08/2012    5 recensioni
'Sei di ghiaccio. Ma io so come batterti.'
Kurt alzò un sopracciglio, interdetto.
'E come faresti a battermi?'
'Io sono di fuoco. E il ghiaccio si scioglie toccando il fuoco.'
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ice melts by touching fire.

 

Capitolo 2.


“Amore? Svegliati… dai, amore, su… alzati…”

Kurt fu svegliato da un’irritante vocina che bisbigliava dritta nel suo orecchio, per poi girarsi e trovarsi davanti Chandler.

“Ma che ore sono, santo…” Fu la risposta di Kurt, che controllò la sveglia con la sveltezza di un capodoglio arenato.

“Sono le 6! Ho pensato che magari potevamo fare colazione qui in casa e poi andare a correre un po’!”

“A… Correre? Tu… alle 6 di mattina… vuoi andare a correre? Quando io ieri sera mi sono addormentato alle tre di notte?”

“Beh sì, sarebbe una buona idea, insomma, possiamo fare un po’ di attività fisica tanto per tenerci in forma e…”

“CHANDLER.”

Pronunciando questa parola con una voce carica d’odio, Kurt si spalmò sul letto con la stessa lentezza sopracitata, per poi scrollarsi di dosso il suo ragazzo con una serie di gesti eleganti.

Chandler uscì dalla camera borbottando, e Kurt si immerse di nuovo nel sonno.

 
Il ragazzo si svegliò di nuovo alle 9, orario più ragionevole, anche perché doveva essere in teatro alle 10. Kurt andò in cucina per fare colazione, e, attaccato al frigo, trovò un biglietto di Chandler.

‘Buongiorno Kurtie!
Come stai? Scusami per stamattina, non volevo svegliarti, cioè, sì, volevo, però non pensavo che ti avrei dato fastidio, perdonami :)
Magari oggi se riesco faccio un salto a teatro che ti faccio un saluto!
Ciao tesoro, a dopo!
-C.’

 
Kurt stropicciò il biglietto con uno sbuffo e lo lanciò nel bidone, facendo canestro. Non ne poteva più di questa storia. Era un anno ormai che diceva a Chandler di smetterla di venire in teatro.
Non era un fatto personale o altro, ma lui quando provava aveva bisogno di concentrazione... e un tizio saltellante che mandava baci e applaudiva alla fine di ogni FRASE non aiutava.
I suoi colleghi lo trovavano carino e divertente, dicevano che spezzava un po’ la seriosità di quei momenti, ma Kurt si vergognava molto, anche se questo non l’aveva mai detto a Chandler, per paura di ferirlo.
Gli aveva sempre detto che la sua presenza lo deconcentrava, Chandler si scusava e prometteva che sarebbe stato calmo e zitto, e che Kurt non si sarebbe nemmeno accorto di lui, e lo faceva davvero… per circa dieci minuti. Dopodiché, preso da turbe ormonali nel vedere il suo ragazzo, diventava irrequieto.

Comunque, Kurt si impose di non pensarci. Era un po’ di tempo che aveva questi pensieri un po’ cattivelli, e non capiva perché. Forse era il caso di fare una chiacchierata con Danielle.
 


“5, 6, 7, 8!” Urlava Stephanie, la ragazza che si occupava delle coreografie.

Da una sedia poco lontana Daphne, meglio nota come la strega cattiva, osservava le figure sul palcoscenico con aria arcigna.

Kurt stava provando la sua coreografia più difficile: un passo a due con la ragazza che avrebbe interpretato la sua promessa sposa. Il ragazzo non se la cavava malissimo, ma in certi punti si inceppava, o perdeva il segno, e non se lo poteva permettere. In quella scena sarebbero stati solo loro due, con un riflettore puntato contro, e anche un minimo errore sarebbe costato caro.

“STOOOOOOOOP!” Urlò Daphne, con aria piuttosto incazzata. Kurt cominciò a tremare come una foglia, mentre la sua partner era placida e tranquilla: sapeva di essere assolutamente impeccabile, e che quindi l’imminente rimprovero non sarebbe stato rivolto a lei.
Questo era uno dei più grandi difetti degli attori di musical: erano fin troppo consapevoli delle proprie capacità. Kurt, insicuro com’era, talvolta si sentiva un po’ fuori posto tra quelle persone.

“Kurt…” Daphne prese un respiro profondo “Quand’è che cominci con quelle lezioni di danza?”

“M-martedì” disse Kurt balbettando leggermente.

“La prima è fra tre mesi. Io te ne do uno. Se tra un mese non sarai… impeccabile, cambi ruolo. E con ‘cambi ruolo’ non intendo che farai l’amico del protagonista… intendo dire che il tuo ruolo sarà quello di…” Daphne sfogliò nervosamente il copione, finché non trovò quello che cercava. “Il tuo ruolo sarà quello di ‘Passante 1’. E la tua unica battuta, se così la possiamo chiamare, sarà… ‘Ehi!’, verso la fine del primo atto.”

Kurt strabuzzò gli occhi. Che cosa? Non era possibile. Non era possibile e basta.

“Kurt, vedi,” disse Daphne, avvicinandosi a lui. Il tono che aveva non gli piaceva per niente. Non era il suo solito tono incazzato in cui urlava così tanto da tirare giù il teatro. Aveva quel tono tagliente come la lama di un coltello, ma sembrava calma, e questo era… inquietante.
Kurt sapeva che sarebbe potuta esplodere da un momento all’altro.

La donna proseguì. “Tu hai tutta la stoffa per fare strada. Io ti ho preso sotto la mia ala protettiva per un motivo. La tua voce è spettacolare. Conosco bene Broadway, Kurt, e ti dico che una voce così non si è mai sentita qui da queste parti. Il tuo aspetto lascia spazio ad infiniti personaggi, davvero, io potrei farti essere chiunque. Le tue doti recitative sono davvero buone, ma vedi, c’è una terza arte, che proprio non si può trascurare. Chiunque l’abbia fatto, non è andato molto lontano. Con la voce ci incidi i dischi. Non basta quella per sfondare, qui a Broadway. Qui ci vuole tutto. Un giusto pizzico di ogni cosa. La situazione con la danza è tutt’altro che disperata, Kurt… ma non è ancora abbastanza. Ma tu puoi dare il massimo, e io lo so. Io pretendo il massimo, e so che me lo puoi dare. In questo mese io voglio che tu ti sprema come un limone. Balla, balla, balla, balla ovunque e in qualsiasi momento. È chiaro, Kurt?”

“Sì, sì.” Kurt era davvero colpito dal discorso di Daphne. Di solito i suoi rimproveri si limitavano a urla isteriche e confuse che Kurt cercava di non ascoltare. Qui era qualcosa di più serio.

“Ok, riprendiamo! Dal principio!”


 
Quel giorno fu estenuante. Ma la cosa più demoralizzante fu sapere che era solo il primo di una lunga serie. Kurt aveva sempre lavorato sodo, ma non era mai arrivato a quel punto… e d’ora in poi sarebbe sempre stato così.

Ma era giusto. Kurt non si lamentava affatto. Sapeva di aver avuto un enorme colpo di fortuna ad avere l’opportunità di essere lì, e se per continuare ad esserci doveva lottare, lo avrebbe fatto.

Uscì dal teatro alle 8 di sera, con soltanto un bagel al formaggio nello stomaco. Era riuscito a prendersi cinque minuti di pausa per prendere furiosamente a morsi quel povero bagel e chiamare Chandler, supplicandolo di non venire a teatro, dicendo che aveva trovato da dire con Daphne e che gli avrebbe spiegato tutto a casa, ma che in ogni caso per il momento l’aria era tesissima e non era proprio il caso di venire. Chandler aveva acconsentito, ma gli era sembrato abbastanza preoccupato. Pazienza, avrebbe chiarito l’equivoco appena l’avrebbe visto.

Una volta arrivato a casa, Kurt prese un po’ di robaccia dal frigo (del gelato, del prosciutto, dei Fruit Loops e un po’ di latte, mandando allegramente a fanculo la sua dieta) e si buttò sul divano a peso morto.

Prese il cellulare dalla tasca, rendendosi conto di non averlo minimamente considerato per tutta la giornata. Trovò un messaggio e una chiamata persa. La chiamata era di Chandler. Kurt si aspettava che fosse lo stesso anche per il messaggio, ma non era così.

‘Ciao Kurt, sono Blaine, ho chiesto il tuo numero a Brittany. Volevo scusarmi per la presentazione sbrigativa, ma purtroppo ero molto impegnato… in ogni caso, ci rifaremo domani :) -B.’

Kurt si avvicinò al cellulare strabuzzando gli occhi? Blaine? Perché Blaine gli aveva scritto un messaggio?  Perché… che diavolo stava succedendo? Non aveva senso.
‘Calmati, Kurt… è solo un messaggio. Se n’è dovuto andare subito e… e si voleva scusare. Tutto qui. E forse voleva ricordarti che… Oddio. Cosa vuol dire ‘ci rifaremo domani’? Con quella faccina?’

Kurt si passò una mano tra i capelli sbuffando e sospirò svariate volte prima di darsi una calmata. Sorseggiò distrattamente il suo latte, sapendo che non ci sarebbe stato verso di far uscire l’ambiguità di quel messaggio fino al giorno seguente.




Angolo dell'autrice.
Ave popolo! Uhm, intanto, volevo ringraziarvi tantissimo per le recensioni, i seguiti e i preferiti, ecco, io non so cosa dire, se non 'grazie' **
Il primo capitolo è arrivato a più di 200 visite e io boh, non penso di meritarmelo ç_ç
Scusate tanto se ci ho messo una vita, ma vedete, la mia enorme fortuna mi ha portata ad ammalarmi. Eh sì, ho avuto la febbre, ce l'ho ancora in realtà, ma in qualche modo sono riuscita a tirar fuori... questo xD
capitolo un po' di transizione, ma spero che vi sia piaciuto. :)
Eeee... nel prossimo, avremo la prima lezione di danza! Attenzione, ahah!
A presto ragazzi, e grazie mille :)
  
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