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Autore: clairefarron    27/08/2012    4 recensioni
"Mi volto, immersa nei miei pensieri, e poi gli confido: - Sai, dopo tutto quello che sta succedendo ancora mi chiedo come possa essere possibile, se tutto questo è reale o solo un stupido sogno da cui mi sveglierò da un momento all'altro.- Lui mi mostra uno sei suoi sorrisi più belli, uno di quelli che ti riempiono il cuore, mi bacia la fronte e bisbiglia: - E' reale. -"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 9 Scusate il ritardo, ma ultimamente ho avuto parecchio da fare e poche idee! xD Lo noterete di certo dal fatto che il capitolo è alquanto sciatto. Se avete da lamentarvi fare pure con una recensione! :D

Un bacione,
Holly xx


    Il resto del viaggio è stato tranquillo e rilassante, la musica ci ha accompagnati fino alle nostre rispettive case.
La mia piccola villa sta sulla parte sinistra della strada, mentre la sua sta giusto di fronte alla mia sul lato destro. "Oh no, la bicicletta!" è il primo mio pensiero che mi balena in mente non appena apro la portiera della macchina, pronta per scendere. Gli occhi sono sbarrati, il colorito del viso è sbiadito e certamente Harry se n'è accorto. Però al momento non è quella la sua vera preoccupazione. Con gli occhi rivolti verso casa sua, dice quasi incredulo: -Credo proprio che oggi la casa sia piuttosto affollata. Peccato che non mi ha detto niente nessuno. Saranno i soliti amici di mia madre.- Parcheggia momentaneamente l'auto sul ciglio della strada, cercando di pensare a cosa fare. - Di certo non voglio perdere l'occasione di poter pranzare insieme a te,- ammette sorridendo -però la casa è occupata e di sicuro non ti farò passare momenti imbarazzanti con persone che nemmeno conosci...-
Senza neanche rendermi conto di quello che stavo per dire, le parole escono fuori improvvisamente dalla mia bocca: -Che ne dici di un picnic al parco?
Il luccichio dei suoi occhi e il sorriso smagliante lasciano intendere tutto, anche se aggiunge: -Non mi sarebbe venuta idea migliore.-
Ammetto che il mio pensiero è andato tutto alla mia bicicletta, significa troppo per me, ma l'idea di poter pranzare all'aria aperta mi solletica parecchio. Soprattutto quando sono in buona compagnia.
 -Prima di ripartire, però, che ne dici se ci fermiamo un attimo a casa mia? Sai... le nostre immersioni nel fiume mi hanno sporcata parecchio e direi che necessito di fare almeno una piccola doccia, cosa che in teoria dovrebbe interessare anche a te.- gli confido con il mio solito tono di sfida. La sua semplice conferma è la sua dolce risata.
 L'aria di casa mi accoglie tra le sue calde e amorevoli braccia. Dopo aver varcato la soglia della porta di ingresso, poggio le chiavi sul comodino, faccio due passi e, dopo aver preso un bel respiro, mi volto verso di lui e con le braccia aperte esclamo quasi esasperatamente: - Benvenuto nella mia umile dimora!- La sua aria parecchio divertita mi spinge a continuare la mia piccola farsa e quindi, a mo' di hostess, continuo illustrandogli le varie direzioni per le stanze: -Signore e signori, alla mia destra troverete il salotto, mentre alla mia sinistra v'è la via per la sala da pranzo ma se vi inoltrate ancora di più raggiungerete la cucina, luogo in cui riponiamo i coltelli, quindi fossi in voi starei bene attenta alle probabili molestie da parte vostra.-
I nostri sogghigni rimbombano in tutta la casa che, per la prima volta da quando l'abbiamo comprata, può capire cosa sia veramente una risata piena di gioia. Il ricordo di mio padre incombe su mia madre, tanto da averla costretta a tenere le poche cose che non s'era portato via. Infatti gli armadi di mamma sono in parte occupati da indumenti di lui. Ho provato milioni di volte ad affrontare questa situazione con lei, ma non c'era verso di farle cambiare idea: l'amore ormai s'era trasformato in una ossessione morbosa. Percorriamo le scale e arriviamo fino al bagno, quindi gli illustro il mio "programma":
 -Allora, comincio io. Quando ho finito, entra tranquillamente in bagno per farti una doccia. I vestiti puoi anche lasciarli lì, ti posso benissimo prestare dei vestiti di mio padre. Ti cambierai nella stanza degli ospiti accanto al bagno. Io mi preparerò in camera mia, cercherò di fare il prima possibile, poi preparerò qualcosa da mangiare. Tutto chiaro?- annuisce, e subito dopo mi viene in mente che ho dimenticato una precisazione - Ah, e non provare a sbirciare. Ricordati dei coltelli.-
 -Non lo farò di certo, ma anche se fosse, so che non mi farai niente di male.- ammette pieno di convinzione.
    Sotto la doccia, tutto è un altro mondo. Il forte getto sulla pelle mi provoca sempre qualche brivido. Mi abbandono alla tranquillità e ai pensieri: non è nemmeno passata metà giornata e ora mi ritrovo con un ragazzo dentro casa che cerca in tutti i modi, da quelli più ovvi a quelli più goffi, che conosco appena... Non mi ha raccontato nulla di realmente personale, come ho fatto io. Però, a differenza di lui, io conosco la sua famiglia ed il che va decisamente a mio vantaggio. So che quello non è realmente suo padre, ho conosciuto parecchio sua madre e qualche volte ho avuto il piacere di conversare con sua sorella. In realtà, ripensandoci, quella sconosciuta sarei io. Però non sembra gli dia in qualche modo fastidio. Mi lascio trasportare nuovamente dal dolce tocco dell'acqua tiepida fino a quando non mi sento realmente pulita. L'uscita dal bagno è quasi trionfale, apro la porta della mia stanza e faccio un cenno ad Harry per dargli il via libera. Non appena mi vede la sua espressione cambia completamente: mi fissa con aria trasognante ed è come se fosse rimasto senza fiato. Eppure tutto quello che ha davanti sono io, senza trucco, coi capelli bagnati e accappatoio.
 -Cosa?- gli domando.
 -N-Niente, pensavo solo... niente.- e, dopo essersi alzato dal letto, si avvicina lentamente. Dentro sento un miscuglio di emozioni che vanno dall'imbarazzo, perché effettivamente mi ritrovo quasi nuda e bagnata davanti a un ragazzo, alla gioia, perché per la prima volta sento di essere realmente felice. Per quanto sia una sensazione fastidiosa, che mi divora dentro, non posso fare a meno di sentirmi viva. Giusto quando arriva davanti a me, come quando eravamo in macchina, afferra delicatamente il mio mento con l'indice e il pollice e stampa un candido bacio sulla mia guancia, e dopo essersi lievemente allontanato dal mio viso dice: -Niente, è solo che è incredibile quanto tu possa continuamente sembrare così meravigliosa.-
    Lascia quindi la stanza, portandosi via con sé il mio respiro.
  
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