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Autore: hannover    27/08/2012    0 recensioni
Un carillon è un cilindro rotante munito di punte che fanno vibrare delle lamelle metalliche, producendo così una melodia. Per esteso, esso è anche la scatola che contiene tale meccanismo.
Si possono conservare molti oggettini in un carillon: in questa raccolta inserisco degli spezzoni di vita dei quali le protagoniste indiscusse sono Ino e Sakura, affiancate, all'occorrenza, dagli altri personaggi.
Le storie sono piuttosto brevi e, salvo qualche possibile eccezione, del tutto slegate tra loro per quanto riguarda la trama. Sono per lo più considerazioni che spesso mi ritrovo a fare, potrebbero per tanto risultare un po' sconnesse, a volte anche comiche. Altre volte sono solo storie.
Enjoy it!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto. Le storie invece appartengono a me.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ino ama cucinare ed è brava, Sakura non potrebbe negarlo. Sakura ama mangiare e non si lamenta, Ino non potrebbe negarlo.
Una delle noie più grandi che la bionda aveva dovuto sopportare nel corso della sua vita erano state le persone schizzinose in fatto di cibo: "non mi piacciono i formaggi, non mangio pesce, la carne solo cucinata in questo modo, pasta in bianco, odio l'insalata, non mangio dolci..". A Ino la buona cucina piaceva da sempre, non partiva mai dal presupposto che un piatto non le sarebbe piaciuto, aveva imparato ad amare i piatti insoliti e sofisticati, non rifiutava mai un nuovo assaggio. La migliore fortuna che potesse capitarle era stata andare a vivere nello stesso appartamento di Sakura. Le ragazze si erano divise i compiti e li rispettavano rigorosamente: a Ino spettavano la camera da letto, i pavimenti, la cucina e i piatti da lavare, Sakura provvedeva al resto.
Gli occhi azzurri dell'una avevano avuto un guizzo quando, dopo le prime settimane di convivenza, si erano accorti che quelli verdi dell'altra non rifiutavano alcuna pietanza venisse loro proposta, sia a casa che fuori. Ino aveva così cominciato a condividere le sue conoscenze culinarie con la coinquilina, educandola e rendendola una seguace della buona cucina. Sakura si prestava bene, ma non riusciva a sviluppare la stessa raffinata passione per gli alimenti dimostrata dall'altra. Ino però non se ne lagnava.

"Ino, io ti voglio bene, lo sai. Assecondo tutte le tue trovate e porto pazienza, non mi lamento quando lasci in giro il tuo spazzolino o quando fai sparire i miei elastici per capelli lasciandomene costantemente sfornita. Ma posso sapere perchè il nostro balconcino, che già era piccolo per conto suo, sembra diventato una selva oscura e non ci sta più una seggiola?"
Sakura guarda indispettita i numerosi vasetti disposti ordinatamente a terra seguendo il filo della ringhiera, ognuno con un piccolo sottovaso a prevenire un allagamento. Sono carini, non c'è nulla da dire, esteticamente danno al poggiolo un tempo completamente spoglio un tocco in più, ma la sedia sulla quale Sakura è solita leggere o prendere un po' di sole ha subito un drastico cambio di collocamento.
La cosa non le va giù. "INO! insomma?"
Non ottenendo neanche la parvenza di una risposta, gli occhi verdi roteano, innervositi. La ragazza appoggia il libro e il lettore MP3 che teneva in mano sulla sua seggiola, una seggiola di legno con la seduta di paglia, una seggiola della misura giusta per Sakura, una seggiola che Ino usurpa troppo spesso per i suoi gusti, e corre su per la scala che collega il soppalco al salotto. Trova l'autrice delle sue seccature sdraiata sul letto a due piazze, immersa in un libro di biologia; sul comodino una bottiglia aperta di vino rosso e un calice pronto per essere riempito alla prima pausa. Gli occhi verdi si rassegnano: non si può competere con la biologia.
Sakura si avvicina al comodino e versa un po' di vino nel bicchiere: solo allora Ino si accorge di lei e le fa notare che quello è il suo dannato vino, costa ben sette euro a bottiglia e sarebbe bello che quella spugna della sua compagna di appartamento non lo bevesse tutto. 'Spugna' le sorride e svuota il bicchiere.
"Ino, abbiamo per caso dimenticato di dare il diserbante sul balcone?". Ino abbandona il sistema circolatorio, fa una rotolatina sul materasso e si alza in piedi: "Di che parli, Saku? A volte ho paura che prendere troppo sole ti dia alla testa" "Parlo dell'improvviso inselvamento del nostro terrazzo che sembra diventato una serra. La mia sedia non ci sta più, non c'è spazio per sedersi!" "Oh! le mie piantine, le hai viste? Non sono adorabili? Ho deciso di dare una svolta importante al mio repertorio culinario! Dai vieni!"
La bionda scivola con le calze sul parquet della camera e scende velocemente le scale. In un attimo è sul terrazzo. Sakura si domanda come possa aver commesso il terribile errore di scegliere proprio lei come compagna di viaggio, proprio lei come co-abitatrice di vita. Ammette (solo con se stessa) che non potrebbe prendere nessun'altra.
Raggiunge la nuova botanica e si ripromette di non picchiarla.
"Osserva, fronte spaziosa, e non fare quella faccia: qui abbiamo diverse piantine aromatiche che ogni donna che si rispetti dovrebbe possedere per arricchire i suoi piatti! Inoltre devi ammettere che anche esteticamente sono molto carine. Vedi? Rosmarino, salvia, menta, basilico, timo. Niente prezzemolo, quello cresce a ciuffetti, lo trovo antiestetico e in ogni caso è molto più comodo averlo surgelato, così come è molto più comodo avere dell'origano essiccato!" "Dico, le piante per cucinare te le concedo, infondo anch'io ne traggo dei vantaggi.. ma tutti questi altri vasetti?" "Andiamo Sakura, non avrai mica il coraggio di pretendere che IO non acquisti dei fiori trovandomi in una serra in cerca delle piantine aromatiche! Quelli servono a completare l'insieme sia dal punto di vista cromatico che olfattivo! Guarda qui: lavanda (andiamo, tu ami la lavanda), dalie, lillà e cosmee, naturalmente."
Sakura si ferma un attimo. Osserva i vasetti in cotto con più attenzione: Ino li ha dipinti con un bel bianco sporco tendente al beige, ognuno di loro ha un fiocchetto che si intona o contrasta con il colore della pianta che contiene. Dannazione, dannazione e ancora dannazione al senso estetico di quella ragazza. Sono davvero belli.
Sbuffa, entra in casa e va a prendere la bottiglia di vino sul comodino, porta con sè anche il calice già usato, ne prende un altro pulito. Prima di uscire si avvicina alla borsa: prende anche le sigarette. Raggiunge la compagna sul balcone, sistema la sua seggiola a metà tra il pavimento della cucina e il piano del terrazzino. Fa lo stesso con un'altra sedia. Ino finisce di dare da bere alle piantine servendosi di un piccolo innaffiatoio di latta con dei girasoli dipinti.
Si siede poi accanto all'altra, afferra il bicchiere di vino e la sigaretta che le vengono poste, guarda il centro storico accavallando le gambe.
Sakura nota che con la sedia in questa posizione il sole non le arriva negli occhi e può osservare meglio la città dietro la ringhiera marrone.
"Il prossimo passo è far arrampicare dell'edera sul muro" dice Ino. "Oppure una buganvilla" commenta Sakura.
  
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