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Autore: oscar1755    11/03/2007    9 recensioni
“Oscar si svegliò di malumore anche quella mattina. Ultimamente, non riusciva a riposare che poche ore per notte. I pesanti turni di pattugliamento, ai quali erano sottoposti i suoi soldati, le impedivano di essere serena.
L'esasperazione del popolo parigino sembrava diffondersi senza controllo, ed il compito di prevenire disordini diventava sempre più arduo.”
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 5

Capitolo 6

Si irrigidì all’udire il tono autoritario di Oscar. Sconcertato, si chiese se lei fosse consapevole di aver usato le stesse parole di quando, impassibile e risoluta, gli aveva comunicato la decisione di lasciare la Guardia Reale.
Strinse le labbra, ricordando con amarezza quello che, in seguito, era accaduto tra loro.
Nel silenzio della stanza, la sua richiesta risuonava terribilmente minacciosa. Comprese che non avrebbe retto il peso di un altro attacco verbale del suo comandante.
- Oscar, non potresti comunicarmi gli ordini di servizio domani? – le chiese, nel tentativo di sottrarsi al dialogo – è tardi e desidero coricarmi. Anche tu dovresti riposare. Il generale Bouillé ti impone ritmi logoranti e suppongo che tu sia molto stanca - proseguì, lasciando trasparire l’apprensione per il suo stato di salute.
Oscar lo osservò, afflitta. Sarebbe mai riuscita a cancellare il dolore, che lei stessa aveva causato, dal cuore di André?
Negli ultimi giorni, aveva evitato con diligente determinazione, di restare sola con lui, confusa dal proprio comportamento.
I pensieri più segreti, che in parte gli aveva rivelato sotto l’effetto del vino, continuavano a tormentarla. Non aveva più alcun dubbio sulla natura dei propri sentimenti, ma si riteneva incapace di superare il muro di riserbo che, con grande tenacia, aveva eretto tra loro.
Gli anni trascorsi a nascondere e soffocare le proprie debolezze, le rendevano assai arduo sconfiggere la fredda impassibilità che si era costruita.
Andrew le aveva rivelato, con sincero pentimento, di aver celato la propria identità al solo scopo di provocarla, costringendola ad affrontare a viso aperto la verità che, con lodevole fermezza, si rifiutava di riconoscere.
Vittima della rigida educazione e delle aspettative del padre, si sentiva oppressa da un destino al quale confidava di non appartenere. Le sembrava, dopo lunghe riflessioni, di essere tornata al punto di partenza.
Aveva fermato André, assecondando il desiderio improvviso di non voler rimanere sola, ma ora lo fissava in silenzio, incapace di affrontarlo.
La voce dell’uomo si insinuò nella innegabile tensione creatasi tra loro.
- Buonanotte Oscar - disse asciutto.
Scosse il capo nervosa e, vincendo il proprio orgoglio, mosse un passo verso di lui.
- Non è mia intenzione affidarti disposizioni per i soldati – ammise con un sospiro – ti fa molto male? – gli chiese, indicando il punto in cui Andrew lo aveva colpito, nella speranza di stemperare l’opprimente nervosismo di cui si sentiva ostaggio.
- No, non è nulla Oscar – rispose portandosi una mano sul livido bluastro.
- Mi fa piacere, André – mormorò, incapace di trovare le parole per raggiungere il suo cuore.
Il giovane la fissò a lungo, prima di dirigersi in silenzio, verso la porta.

********

Ascoltò con attenzione le parole del proprio comandante, prima di replicare con ironica cortesia.
- Presumo che sia superfluo esprimerti il mio biasimo, poiché sia André che madamigella Oscar hanno già provveduto in tal senso, Andrew.
Il colonnello Stewart chinò il capo senza rispondere, accogliendo il rimprovero di William in un silenzio colpevole.
- L’atteggiamento che hai adottato per realizzare i tuoi nobili propositi – continuò - è alquanto deprecabile, non credi?
- Ti riterresti soddisfatto, se ti dicessi che avevi ragione? – gli chiese, irritata.
- Puoi ritenerti fortunata. André è un uomo molto equilibrato e non avrebbe mai aggredito una persona disarmata. Devi averlo esasperato non poco, per indurlo a disattendere gli ordini del suo comandante – rispose severo – e, nonostante le tue provocazioni, ha mantenuto un atteggiamento degno di un gentiluomo, al contrario di te che hai completamente ignorato il tuo alto lignaggio.
Andrew scosse il capo, nervosa.
- Mi rendo conto di avere sbagliato e sono profondamente mortificata. Provo per il comandante De Jarjayes una sincera amicizia – ammise – e desideravo che si aprisse alla vita, vincendo l’inquietudine che la tormenta.
- Andrew, a volte dovresti contenere la tua esuberanza. Madamigella Oscar è una donna estremamente intelligente e non si lascerà ingannare, nel suo giudizio, dal tuo infantile comportamento – asserì pacato – ma sarà lei sola a decretare il proprio destino.
Andrew annuì impercettibilmente, riconoscendo la coerenza nelle parole di William.
- Spesso dimentichi di aver ricevuto un’educazione, in verità piuttosto insolita per una fanciulla, che ti ha permesso di scegliere, senza alcuna imposizione, il tuo futuro – le ricordò l’uomo.
- L’indulgenza della mia famiglia non mi ha impedito, tuttavia, di trovarmi in forte contrasto con mio padre – mormorò pensierosa, stringendo le labbra.
William la fissò, serio.
- Ho ritirato una lettera per te da Parigi. E’ di tuo padre – disse laconico, porgendole l’involucro bianco.
Andrew non nascose la sorpresa. Da quando aveva lasciato l’Inghilterra, poco più di un anno prima, per visitare le più importanti Corti europee, non aveva avuto più alcun contatto con lui. Solo sua madre le scriveva regolarmente e con diplomatica gentilezza le offriva notizie del padre.
Ruppe il sigillo di ceralacca con mano tremante e si accostò al lume per leggere. William si avvicinò alla finestra, scrutandola in silenzio.
Il carattere equilibrato, arricchito da una gioiosa visione della vita, rendevano Andrew una persona estremamente affascinante.
Non aveva approvato il suo modo di agire nei confronti di Oscar, ma la conosceva sufficientemente bene da sapere che era pentita.
Un sorriso luminoso le comparve sulle labbra, mentre posava la lettera sul tavolino. William ne ammirò lo sguardo limpido ed attese. Era consapevole che Andrew non gli avrebbe taciuto nulla.
- Il perdono di mio padre – mormorò semplicemente, sollevando una mano sul volto.
Asciugò, con un gesto composto, le lacrime di gioia – sono felice che abbia compreso – proseguì avvicinandosi a lui – torniamo a casa.
Senza aggiungere altro, si abbandonò nel caldo abbraccio di William che, chinandosi su di lei, le sfiorò le labbra in un tenero bacio.

*********

André non desidero che tu te ne vada – lo richiamò, con un filo di voce.
- E’ un ordine Oscar? – le chiese ironico.
- No – sospirò – sai benissimo che non lo è. Non costringermi a ripeterlo, ti prego. Potresti non considerarmi il tuo comandante in questo momento ed essere semplicemente te stesso? - farfugliò, infine, turbata.
- Ti stai prendendo gioco di me, Oscar? – sbottò.
- Il tuo comportamento verso il colonnello Stewart mi ha colto di sorpresa – esordì incerta.
- Che cosa vorresti insinuare? – le chiese con diffidenza.
Si avvicinò a lui, cercando di dominare il nervosismo - non ti vedevo così adirato da quando… - tacque all’improvviso, senza riuscire a concludere la frase.
- Dall’ultima volta che sono entrato in questa stanza – terminò André con amarezza.
Entrambi erano consapevoli che quel lontano episodio aveva inevitabilmente alterato il loro rapporto, allontanandoli l’uno dall’altra fino a creare un muro di silenziose e colpevoli incomprensioni.
- Se avessi sospettato che il colonnello Stewart mi stesse deliberatamente provocando – riprese André - non mi sarei lasciato trascinare dalla collera.
Oscar sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Mi stai dicendo che se tu avessi intuito la verità, non avresti raccolto la sua sfida? – gli chiese, reprimendo l’ira che sentiva nascere in lei.
André la scrutò, perplesso. Era evidente che Oscar cercava di dominare la battaglia che ardeva in lei.
- Se avessi saputo che è una donna? E’ questo che intendi dire? – intervenne infastidito - non è questa la ragione Oscar, e tu dovresti saperlo – affermò, stringendo i pugni - mi sarei rifiutato solo se non fosse stata abile con la spada.
- Credevi, forse, che io fossi incapace di difendermi da sola? – lo incalzò, nel tentativo di resistere ad una capitolazione che le appariva ineluttabile.
Le labbra di André assunsero una piega ironica – non adirarti, Oscar. Nessuno mette in dubbio le tue valenti doti militari. Avresti vinto anche senza il mio aiuto. Ammetto di essere intervenuto esclusivamente in preda ad una folle gelosia – disse, fissandola negli occhi chiari – ma ti assicuro che non accadrà più – terminò afflitto.
Oscar deglutì a fatica, rendendosi conto di averlo ferito ancora una volta. Le era chiaro che André avrebbe rispettato la sua decisione, pur non condividendone le motivazioni.
- Scusami, André – farfugliò, muovendosi con passo nervoso nella stanza.

L’irritazione svanì nel momento stesso in cui lei chinò il capo, affranta. Dedusse, dall’atteggiamento inquieto, che Oscar aveva ingaggiato l’ennesimo conflitto contro se stessa.
Dopo aver trascorso una vita intera a mostrarsi impassibile, confidargli i propri sentimenti doveva richiederle uno sforzo non indifferente ma, senza alcun dubbio, aveva deciso di affrontare i propri fantasmi.
Al momento, gli era impossibile, pur muovendosi con cautela, supporne l’esito.
- Che cosa c’è Oscar? – la incoraggiò dolcemente, riconoscendo, ancora una volta, che non sarebbe mai riuscito a fuggire da lei.
- Vorrei chiederti scusa, André. Non merito la tua comprensione. L’inflessibile severità con cui ho replicato al tuo comportamento non ha giustificazioni. Ti ho inflitto un esilio dal mio cuore che tu certamente non meritavi – riuscì ad ammettere con fatica – e non so come esprimere il mio rammarico per il dolore che ti ho consapevolmente causato, se non implorando il tuo perdono.
André la ascoltò, nascondendo il tumulto che lo agitava, dietro un sorriso comprensivo.
- Oscar non essere così severa con te stessa – mormorò dolcemente – io non potrei mai odiarti.
- Il tuo carattere, all’apparenza tranquillo, ma in realtà così determinato, è la fonte della mia forza – gli rivelò -non mi ero resa conto, fino ad ora, quanto la tua presenza fosse rassicurante per me.
André la ammirò in silenzio. L’impegno di Oscar di superare il muro di impassibilità eretto negli anni era evidente e ne apprezzò le intenzioni.
- Le tue considerazioni sono influenzate dal chiarimento con il colonnello Stewart? – le chiese pacato.
Oscar si incupì.
- La collera iniziale, avvertita nello scoprire che Andrew è una donna, è scomparsa nel momento in cui ho riflettuto sulle tue parole. Il colonnello Stewart non mi ha rivelato nulla che già non sapessi – ammise – tuttavia, più di una volta, ho desiderato possedere la sua serenità d’animo – confessò apertamente.
André sorrise. La battaglia stava volgendo al termine. Oscar accettava il confronto con lui senza lasciarsi trascinare da una rabbia cieca né cercare di fuggire come aveva fatto in passato.
- Siete semplicemente diverse – intervenne – il riserbo non ti impedisce di essere leale e generosa ed il radicato senso del dovere non diminuisce il tuo fascino.
- Mi sei rimasto accanto, nonostante il mio rifiuto – mormorò dolcemente – ed il senso di colpa mi tormenta ancora oggi. Ho lasciato che soffrissi in silenzio, ignorando i tuoi sentimenti.
Si accomodò di nuovo davanti al pianoforte accarezzandone i tasti. Sembrava che cercasse le parole per continuare la propria confessione, consapevole di non poter tornare indietro.
- Spesso mi sono chiesta se i miei tormenti nascano dall’educazione tipicamente maschile che ho ricevuto – ammise in un sussurro.
- Sei un ottimo soldato Oscar ed anche una bellissima donna, ma ti rifiuti di accettarlo - la incalzò.
- André, non ti biasimo se sei in collera con me. Ho calpestato i tuoi sentimenti per oltre vent’anni – sospirò, costringendosi a proseguire – sono confusa e mi tormento da quando tu ... – si interruppe, fissandolo inquieta.
- Da quando ti aggredii in questa stessa stanza, confessandoti di amarti? – concluse Andrè.
Un pudico rossore le imporporò le gote, mentre annuiva in silenzio.
- Non mi resi conto di averti esasperato. Desideravo vivere come un uomo e come un soldato e ti allontanai da me pensando che fuggire fosse la soluzione migliore. Ti dissi che non avevo più bisogno di te, inconsapevole di mentire. Solo ora comprendo il dolore al quale ti ho condannato con le mie sprezzanti parole – gli confessò, mortificata.
- Nemmeno se lo volessi, potrei cancellare ciò che è racchiuso nel mio cuore, Oscar. I sentimenti che nutro per te mi hanno procurato dolore, è vero - replicò André – ma non ci è concesso scegliere chi amare. Nonostante il tuo rifiuto non potevo allontanarmi da te, perché io sono e rimarrò la tua ombra, Oscar – le confessò ancora una volta.
Oscar sospirò, cercando di controllare le emozioni contrastanti che albergavano nel suo animo.
- Devo farmi perdonare molto più di quanto immaginassi – riconobbe, incerta.
La tensione le sembrava insopportabile, ma non sarebbe fuggita questa volta.
- Voglio essere un soldato – affermò pacata.
Fissò lo sguardo smeraldo divenire improvvisamente cupo. Si avvicinò a lui e gli strinse una mano tra le sue.
– Desidero continuare a comandare i soldati della Guardia – affermò, di nuovo, con convinzione – e voglio essere una donna – aggiunse, sorridendo timidamente – io ti amo, André – confessò, infine, in un sussurro, sentendosi finalmente libera di assaporare quel sentimento a lungo taciuto e negato che, fluendo il lei con prorompente vigore, le aveva donato una forza nuova e sconosciuta.
Si abbandonò tra le braccia di André e, lasciandosi guidare dal cuore, rispose al suo bacio appassionato.

 

 

Continua

 

Aggiornato finalmente! Devo dire che rispetto alla 1° versione, questa è diventata praticamente una nuova ff, poiché ho radicalmente modificato sia i contenuti che la trama e la sto riscrivendo da capo.
Amando così tanto l’anime, ho inserito "frasi celebri" o richiami ad esse qua e là anche in questo capitolo ^__^.
Purtroppo sono oberata di impegni e non riesco nemmeno a programmare il tempo da dedicare alla ff. Portate pazienza, arriverò alla fine, anche se non so quando…

Ed ora i ringraziamenti.

IceWarrior: ^^ analisi centrata! Effettivamente è proprio ciò che volevo ottenere nel confronto tra le due donne. Felice che ti sia piaciuto.

Frakkis: grazie per i complimenti e…sì il nick è proprio legato ad Oscar che adoro (non si era capito, no?)

Synnovea: spero che il capitolo sia di tuo gradimento. Grazie per essere sempre presente.

Faffy86: già, Andrew ha cercato di provocare Oscar, chissà cosa le riserverà il futuro? Seguito arrivato ^^

Leidia: felice che ti sia piaciuto il capitolo. Spero che tu abbia apprezzato anche questo.

Aurora: non sia mai! Niente speranze abbandonate. La finirò, non so in quanto tempo ma lo farò di certo! Intanto grazie.

Nisi: che dire ad una grande conoscitrice di LO se non grazie? Le tue recensioni mi fanno sempre piacere, ma questo lo sai già ^^

Ste: spero di aver calmato l’impazienza. Mi spiace che tu stia in ansia per i capitoli che tardano ad arrivare, ma, allo stato attuale, questo è il meglio che posso dare in termini di tempo… la finirò, certamente.,.

Valentina: rossa come un peperone per la tua recensione (magari mi chiamassi Ikeda!!), mi fa piacere che apprezzi i miei "sforzi", spero che la ff continui a piacerti, inoltre ne approfitto per ringraziarti anche per la recensione di "Ricordi" e ti rispondo dicendo che "no, non conosco Witch".

Cara: stessa risposta che ho dato sopra. Finirò sicuramente la ff, ma non posso prevedere quando. Lavoro e famiglia mi impegnano molto ed ogni tanto mi ritaglio il tempo per scrivere, ma senza alcuna previsione…

Rossella: grazie mille. Sono contenta che ti sia piaciuta. Spero apprezzerai anche il seguito.

Grazie di nuovo ^^

Oscar

  
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