Capitolo 6
Si irrigidì all’udire il tono autoritario di Oscar. Sconcertato, si chiese se
lei fosse consapevole di aver usato le stesse parole di quando, impassibile e
risoluta, gli aveva comunicato la decisione di lasciare la Guardia Reale.
Strinse le labbra, ricordando con amarezza quello che, in seguito, era
accaduto tra loro.
Nel silenzio della stanza, la sua richiesta risuonava terribilmente
minacciosa. Comprese che non avrebbe retto il peso di un altro attacco verbale
del suo comandante.
- Oscar, non potresti comunicarmi gli ordini di servizio domani? – le chiese,
nel tentativo di sottrarsi al dialogo – è tardi e desidero coricarmi. Anche tu
dovresti riposare. Il generale Bouillé ti impone ritmi logoranti e suppongo che
tu sia molto stanca - proseguì, lasciando trasparire l’apprensione per il suo
stato di salute.
Oscar lo osservò, afflitta. Sarebbe mai riuscita a cancellare il dolore, che
lei stessa aveva causato, dal cuore di André?
Negli ultimi giorni, aveva evitato con diligente determinazione, di restare
sola con lui, confusa dal proprio comportamento.
I pensieri più segreti, che in parte gli aveva rivelato sotto l’effetto del
vino, continuavano a tormentarla. Non aveva più alcun dubbio sulla natura dei
propri sentimenti, ma si riteneva incapace di superare il muro di riserbo che,
con grande tenacia, aveva eretto tra loro.
Gli anni trascorsi a nascondere e soffocare le proprie debolezze, le
rendevano assai arduo sconfiggere la fredda impassibilità che si era
costruita.
Andrew le aveva rivelato, con sincero pentimento, di aver celato la propria
identità al solo scopo di provocarla, costringendola ad affrontare a viso aperto
la verità che, con lodevole fermezza, si rifiutava di riconoscere.
Vittima della rigida educazione e delle aspettative del padre, si sentiva
oppressa da un destino al quale confidava di non appartenere. Le sembrava, dopo
lunghe riflessioni, di essere tornata al punto di partenza.
Aveva fermato André, assecondando il desiderio improvviso di non voler
rimanere sola, ma ora lo fissava in silenzio, incapace di affrontarlo.
La voce dell’uomo si insinuò nella innegabile tensione creatasi tra loro.
- Buonanotte Oscar - disse asciutto.
Scosse il capo nervosa e, vincendo il proprio orgoglio, mosse un passo verso
di lui.
- Non è mia intenzione affidarti disposizioni per i soldati – ammise con un
sospiro – ti fa molto male? – gli chiese, indicando il punto in cui Andrew lo
aveva colpito, nella speranza di stemperare l’opprimente nervosismo di cui si
sentiva ostaggio.
- No, non è nulla Oscar – rispose portandosi una mano sul livido
bluastro.
- Mi fa piacere, André – mormorò, incapace di trovare le parole per
raggiungere il suo cuore.
Il giovane la fissò a lungo, prima di dirigersi in silenzio, verso la
porta.
********
Ascoltò con attenzione le parole del proprio comandante, prima di replicare
con ironica cortesia.
- Presumo che sia superfluo esprimerti il mio biasimo, poiché sia André che
madamigella Oscar hanno già provveduto in tal senso, Andrew.
Il colonnello Stewart chinò il capo senza rispondere, accogliendo il
rimprovero di William in un silenzio colpevole.
- L’atteggiamento che hai adottato per realizzare i tuoi nobili propositi –
continuò - è alquanto deprecabile, non credi?
- Ti riterresti soddisfatto, se ti dicessi che avevi ragione? – gli chiese,
irritata.
- Puoi ritenerti fortunata. André è un uomo molto equilibrato e non avrebbe
mai aggredito una persona disarmata. Devi averlo esasperato non poco, per
indurlo a disattendere gli ordini del suo comandante – rispose severo – e,
nonostante le tue provocazioni, ha mantenuto un atteggiamento degno di un
gentiluomo, al contrario di te che hai completamente ignorato il tuo alto
lignaggio.
Andrew scosse il capo, nervosa.
- Mi rendo conto di avere sbagliato e sono profondamente mortificata. Provo
per il comandante De Jarjayes una sincera amicizia – ammise – e desideravo che
si aprisse alla vita, vincendo l’inquietudine che la tormenta.
- Andrew, a volte dovresti contenere la tua esuberanza. Madamigella Oscar è
una donna estremamente intelligente e non si lascerà ingannare, nel suo
giudizio, dal tuo infantile comportamento – asserì pacato – ma sarà lei sola a
decretare il proprio destino.
Andrew annuì impercettibilmente, riconoscendo la coerenza nelle parole di
William.
- Spesso dimentichi di aver ricevuto un’educazione, in verità piuttosto
insolita per una fanciulla, che ti ha permesso di scegliere, senza alcuna
imposizione, il tuo futuro – le ricordò l’uomo.
- L’indulgenza della mia famiglia non mi ha impedito, tuttavia, di trovarmi
in forte contrasto con mio padre – mormorò pensierosa, stringendo le labbra.
William la fissò, serio.
- Ho ritirato una lettera per te da Parigi. E’ di tuo padre – disse laconico,
porgendole l’involucro bianco.
Andrew non nascose la sorpresa. Da quando aveva lasciato l’Inghilterra, poco
più di un anno prima, per visitare le più importanti Corti europee, non aveva
avuto più alcun contatto con lui. Solo sua madre le scriveva regolarmente e con
diplomatica gentilezza le offriva notizie del padre.
Ruppe il sigillo di ceralacca con mano tremante e si accostò al lume per
leggere. William si avvicinò alla finestra, scrutandola in silenzio.
Il carattere equilibrato, arricchito da una gioiosa visione della vita,
rendevano Andrew una persona estremamente affascinante.
Non aveva approvato il suo modo di agire nei confronti di Oscar, ma la
conosceva sufficientemente bene da sapere che era pentita.
Un sorriso luminoso le comparve sulle labbra, mentre posava la lettera sul
tavolino. William ne ammirò lo sguardo limpido ed attese. Era consapevole che
Andrew non gli avrebbe taciuto nulla.
- Il perdono di mio padre – mormorò semplicemente, sollevando una mano sul
volto.
Asciugò, con un gesto composto, le lacrime di gioia – sono felice che abbia
compreso – proseguì avvicinandosi a lui – torniamo a casa.
Senza aggiungere altro, si abbandonò nel caldo abbraccio di William che,
chinandosi su di lei, le sfiorò le labbra in un tenero bacio.
*********
André non desidero che tu te ne vada – lo richiamò, con un filo di voce.
- E’ un ordine Oscar? – le chiese ironico.
- No – sospirò – sai benissimo che non lo è. Non costringermi a ripeterlo, ti
prego. Potresti non considerarmi il tuo comandante in questo momento ed essere
semplicemente te stesso? - farfugliò, infine, turbata.
- Ti stai prendendo gioco di me, Oscar? – sbottò.
- Il tuo comportamento verso il colonnello Stewart mi ha colto di sorpresa –
esordì incerta.
- Che cosa vorresti insinuare? – le chiese con diffidenza.
Si avvicinò a lui, cercando di dominare il nervosismo - non ti vedevo così
adirato da quando… - tacque all’improvviso, senza riuscire a concludere la
frase.
- Dall’ultima volta che sono entrato in questa stanza – terminò André con
amarezza.
Entrambi erano consapevoli che quel lontano episodio aveva inevitabilmente
alterato il loro rapporto, allontanandoli l’uno dall’altra fino a creare un muro
di silenziose e colpevoli incomprensioni.
- Se avessi sospettato che il colonnello Stewart mi stesse deliberatamente
provocando – riprese André - non mi sarei lasciato trascinare dalla collera.
Oscar sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Mi stai dicendo che se tu avessi intuito la verità, non avresti raccolto la
sua sfida? – gli chiese, reprimendo l’ira che sentiva nascere in lei.
André la scrutò, perplesso. Era evidente che Oscar cercava di dominare la
battaglia che ardeva in lei.
- Se avessi saputo che è una donna? E’ questo che intendi dire? – intervenne
infastidito - non è questa la ragione Oscar, e tu dovresti saperlo – affermò,
stringendo i pugni - mi sarei rifiutato solo se non fosse stata abile con la
spada.
- Credevi, forse, che io fossi incapace di difendermi da sola? – lo incalzò,
nel tentativo di resistere ad una capitolazione che le appariva
ineluttabile.
Le labbra di André assunsero una piega ironica – non adirarti, Oscar. Nessuno
mette in dubbio le tue valenti doti militari. Avresti vinto anche senza il mio
aiuto. Ammetto di essere intervenuto esclusivamente in preda ad una folle
gelosia – disse, fissandola negli occhi chiari – ma ti assicuro che non accadrà
più – terminò afflitto.
Oscar deglutì a fatica, rendendosi conto di averlo ferito ancora una volta.
Le era chiaro che André avrebbe rispettato la sua decisione, pur non
condividendone le motivazioni.
- Scusami, André – farfugliò, muovendosi con passo nervoso nella stanza.
L’irritazione svanì nel momento stesso in cui lei chinò il capo, affranta.
Dedusse, dall’atteggiamento inquieto, che Oscar aveva ingaggiato l’ennesimo
conflitto contro se stessa.
Dopo aver trascorso una vita intera a mostrarsi impassibile, confidargli i
propri sentimenti doveva richiederle uno sforzo non indifferente ma, senza alcun
dubbio, aveva deciso di affrontare i propri fantasmi.
Al momento, gli era impossibile, pur muovendosi con cautela, supporne
l’esito.
- Che cosa c’è Oscar? – la incoraggiò dolcemente, riconoscendo, ancora una
volta, che non sarebbe mai riuscito a fuggire da lei.
- Vorrei chiederti scusa, André. Non merito la tua comprensione.
L’inflessibile severità con cui ho replicato al tuo comportamento non ha
giustificazioni. Ti ho inflitto un esilio dal mio cuore che tu certamente non
meritavi – riuscì ad ammettere con fatica – e non so come esprimere il mio
rammarico per il dolore che ti ho consapevolmente causato, se non implorando il
tuo perdono.
André la ascoltò, nascondendo il tumulto che lo agitava, dietro un sorriso
comprensivo.
- Oscar non essere così severa con te stessa – mormorò dolcemente – io non
potrei mai odiarti.
- Il tuo carattere, all’apparenza tranquillo, ma in realtà così determinato,
è la fonte della mia forza – gli rivelò -non mi ero resa conto, fino ad ora,
quanto la tua presenza fosse rassicurante per me.
André la ammirò in silenzio. L’impegno di Oscar di superare il muro di
impassibilità eretto negli anni era evidente e ne apprezzò le intenzioni.
- Le tue considerazioni sono influenzate dal chiarimento con il colonnello
Stewart? – le chiese pacato.
Oscar si incupì.
- La collera iniziale, avvertita nello scoprire che Andrew è una donna, è
scomparsa nel momento in cui ho riflettuto sulle tue parole. Il colonnello
Stewart non mi ha rivelato nulla che già non sapessi – ammise – tuttavia, più di
una volta, ho desiderato possedere la sua serenità d’animo – confessò
apertamente.
André sorrise. La battaglia stava volgendo al termine. Oscar accettava il
confronto con lui senza lasciarsi trascinare da una rabbia cieca né cercare di
fuggire come aveva fatto in passato.
- Siete semplicemente diverse – intervenne – il riserbo non ti impedisce di
essere leale e generosa ed il radicato senso del dovere non diminuisce il tuo
fascino.
- Mi sei rimasto accanto, nonostante il mio rifiuto – mormorò dolcemente – ed
il senso di colpa mi tormenta ancora oggi. Ho lasciato che soffrissi in
silenzio, ignorando i tuoi sentimenti.
Si accomodò di nuovo davanti al pianoforte accarezzandone i tasti. Sembrava
che cercasse le parole per continuare la propria confessione, consapevole di non
poter tornare indietro.
- Spesso mi sono chiesta se i miei tormenti nascano dall’educazione
tipicamente maschile che ho ricevuto – ammise in un sussurro.
- Sei un ottimo soldato Oscar ed anche una bellissima donna, ma ti rifiuti di
accettarlo - la incalzò.
- André, non ti biasimo se sei in collera con me. Ho calpestato i tuoi
sentimenti per oltre vent’anni – sospirò, costringendosi a proseguire – sono
confusa e mi tormento da quando tu ... – si interruppe, fissandolo inquieta.
- Da quando ti aggredii in questa stessa stanza, confessandoti di amarti? –
concluse Andrè.
Un pudico rossore le imporporò le gote, mentre annuiva in silenzio.
- Non mi resi conto di averti esasperato. Desideravo vivere come un uomo e
come un soldato e ti allontanai da me pensando che fuggire fosse la soluzione
migliore. Ti dissi che non avevo più bisogno di te, inconsapevole di mentire.
Solo ora comprendo il dolore al quale ti ho condannato con le mie sprezzanti
parole – gli confessò, mortificata.
- Nemmeno se lo volessi, potrei cancellare ciò che è racchiuso nel mio cuore,
Oscar. I sentimenti che nutro per te mi hanno procurato dolore, è vero - replicò
André – ma non ci è concesso scegliere chi amare. Nonostante il tuo rifiuto non
potevo allontanarmi da te, perché io sono e rimarrò la tua ombra, Oscar – le
confessò ancora una volta.
Oscar sospirò, cercando di controllare le emozioni contrastanti che
albergavano nel suo animo.
- Devo farmi perdonare molto più di quanto immaginassi – riconobbe,
incerta.
La tensione le sembrava insopportabile, ma non sarebbe fuggita questa
volta.
- Voglio essere un soldato – affermò pacata.
Fissò lo sguardo smeraldo divenire improvvisamente cupo. Si avvicinò a lui e
gli strinse una mano tra le sue.
– Desidero continuare a comandare i soldati della Guardia – affermò, di
nuovo, con convinzione – e voglio essere una donna – aggiunse, sorridendo
timidamente – io ti amo, André – confessò, infine, in un sussurro, sentendosi
finalmente libera di assaporare quel sentimento a lungo taciuto e negato che,
fluendo il lei con prorompente vigore, le aveva donato una forza nuova e
sconosciuta.
Si abbandonò tra le braccia di André e, lasciandosi guidare dal cuore,
rispose al suo bacio appassionato.
Continua
Aggiornato finalmente! Devo dire che rispetto alla 1° versione, questa è
diventata praticamente una nuova ff, poiché ho radicalmente modificato sia i
contenuti che la trama e la sto riscrivendo da capo.
Amando così tanto l’anime, ho inserito "frasi celebri" o richiami ad esse qua e là anche in
questo capitolo ^__^.
Purtroppo sono oberata di impegni e non riesco nemmeno a programmare il tempo
da dedicare alla ff. Portate pazienza, arriverò alla fine, anche se non so
quando…
Ed ora i ringraziamenti.
IceWarrior: ^^ analisi centrata! Effettivamente è proprio ciò che volevo ottenere nel confronto tra le due donne. Felice che ti sia piaciuto.
Frakkis: grazie per i complimenti e…sì il nick è proprio legato ad Oscar che adoro (non si era capito, no?)
Synnovea: spero che il capitolo sia di tuo gradimento. Grazie per essere sempre presente.
Faffy86: già, Andrew ha cercato di provocare Oscar, chissà cosa le riserverà il futuro? Seguito arrivato ^^
Leidia: felice che ti sia piaciuto il capitolo. Spero che tu abbia apprezzato anche questo.
Aurora: non sia mai! Niente speranze abbandonate. La finirò, non so in quanto tempo ma lo farò di certo! Intanto grazie.
Nisi: che dire ad una grande conoscitrice di LO se non grazie? Le tue recensioni mi fanno sempre piacere, ma questo lo sai già ^^
Ste: spero di aver calmato l’impazienza. Mi spiace che tu stia in ansia per i capitoli che tardano ad arrivare, ma, allo stato attuale, questo è il meglio che posso dare in termini di tempo… la finirò, certamente.,.
Valentina: rossa come un peperone per la tua recensione (magari mi chiamassi Ikeda!!), mi fa piacere che apprezzi i miei "sforzi", spero che la ff continui a piacerti, inoltre ne approfitto per ringraziarti anche per la recensione di "Ricordi" e ti rispondo dicendo che "no, non conosco Witch".
Cara: stessa risposta che ho dato sopra. Finirò sicuramente la ff, ma non posso prevedere quando. Lavoro e famiglia mi impegnano molto ed ogni tanto mi ritaglio il tempo per scrivere, ma senza alcuna previsione…
Rossella: grazie mille. Sono contenta che ti sia piaciuta. Spero apprezzerai anche il seguito.
Grazie di nuovo ^^
Oscar