Rubò
la luce e ne fece Arte.
Accadeva
miliardi di scatti fa o forse ancora prima. C’era la Francia, assai
diversa da
quella di oggi. Solcava allora le strade di Parigi un giovane che
sbuffava,
trascinando con se una borsa traboccante di pennelli e colori. Era
ormai il
tramonto e il tragitto sembrava più lungo che mai. La sua vita era lì,
in
quella borsa. Attento alla luce, alla posa, all’espressioni, ai colori.
Una
continua ricerca della perfezione. Sembrava fosse nato per fare ciò.
C’era
intanto un uomo che giocando con la luce ed impiastri vari si accingeva
a
cambiare il mondo. Costui era un pazzo, credeva di riuscire a catturare
la
luce! Di farne una sua schiava! Ma non capiva che era lei a renderci
schiavi, a
farci vedere il mondo come più le faceva comodo. C’erano stati filosofi
che
avevano azzardato che l’anima fosse composta di luce! Molti credevano
fosse
l’ennesimo nullafacente con un metodo che si sarebbe rivelato inutile.
Eppure
il nostro protagonista, nonostante militasse fra coloro che così
pensavano,
quella sera del 19 Agosto del 1839 si avviava affannando all’Accademia
delle
Scienze e delle Belle Arti.
Fortunatamente riuscii a trovare
posto nelle prime file. C’era un’atmosfera strana che aleggiava
nell’aula, il
tempo sembrava scorrere lentamente. Dopo quella sera capii che a volte
puoi
vederli stampati negli occhi e nei movimenti della gente quegli attimi
che
precedono un grande cambiamento. Mi guardavo attorno e ovunque vedevo
volti da
dipingere. Tutto tendeva alla perfezione, tutto si metteva in bella
mostra,
ogni cosa voleva apparire pronta per passare alla storia. Ma questo lo
capii
solo in seguito. Durante l’illustrazione del sig. Daguerre della sua
tecnica il
cuore perdeva battiti, rallentava per farmi assaporare appieno la svolta.
Quando il discorso si concluse da tutti gli artisti presenti partì un
grande
applauso. La pagina era stata voltata.
Matto,
eppure ci era riuscito.
Era
stato
in grado di fermare un paesaggio, catturarlo, catturando la Luce.
All’inizio
tutti pensavano che la
fotografia avrebbe screditato la pittura. Ma non c’erano paragoni. Il
pittore
era soggiogato dalla luce, dipendeva totalmente da lei. Il fotografo la
soggiogava invece, facendo di lei ciò che più gli era comodo.
Matto, eppure ci era riuscito.
La scienza e l’arte si unirono per cambiare le nostre vite, per sempre.
“Per concludere, la mirabile scoperta di monsieur Daguerre
ha reso un servizio immenso alle arti”
Paul Delaroche.
Heilà! :D
Eccomi con un racconto che ho scritto per partecipare ad un concorso nazionale, al quale la mia scuola partecipa ogni anno!
Beh per me la Fotografia è davvero essenziale e spero di averle reso giustizia attraverso le mie semplici parole.
Se vi state chiedendo se abbia vinto... Beh no, ma mi ha divertito tantissimo e ho deciso di partecipare ogni anno (:
Non ho altro da dire, fatemi sapere se vi è piaciuto..
Un bacio
stayalittlelongertonight