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Autore: IsaLim    28/08/2012    2 recensioni
la storia riprende dalla fine della prima stagione di OUAT.
come sarà il futuro di Belle e Rumpel a Storybrooke?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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CHAPTER IV - BEGINNING

 

“Sto cercando un lavoro… ho letto l’annuncio qui fuori”
“oh si si venga pure signorina”

&&&&&&&&&&&

 “oggi andrò di nuovo in città Belle, potrei prenderti qualche vestito”

“oh… si mi piacerebbe...”

Sorrise a stento, voleva andare anche lei in città, aveva trascorso solo una settimana in quella casa, e le sembrava fosse passata un’eternità! Si trattenne, sapeva già quale sarebbe stata la sua risposta.

Seguì un attimo di silenzio che la disturbò, c’era qualcosa che non andava?

“Belle… dovrei parlarti di una cosa”

“sono qui, parlami”

“sai dovrai pure rivedere  tuo padre prima o poi…”

Non si aspettava di certo che suo padre fosse la cosa di cui doveva parlarle. Abbassò lo sguardo. Non avrebbe voluto che quel discorso fosse uscito in quel momento, anzi, non avrebbe mai voluto affrontarlo. Era frustrata.

“dovrei?”

“potrebbe essere cambiato, essere pentito”

“potrebbe… ma comunque sarebbe tardi”

“Belle…”

“cosa? Mi ha abbandonata, quando avevo più bisogno di lui! Anzi no! Ha fatto peggio! Mi ha costretta a fuggire se non volevo vivere  in una cella per il resto della mia vita”

Alzò il tono, e non si sarebbe fermata. Non se ne parlava, rivederlo? E perché! Per essere rifiutata di nuovo. Poi ora viveva di nuovo con “quella bestia”, come l’aveva definito lui, non sarebbe cambiato nulla.

“Belle ascoltami, è successa una cosa un po’ di tempo fa”

Lo guardò negli occhi. Ascoltò quello che aveva da dirle.

Le disse che era stato proprio suo padre a derubarlo, a portargli via la tazzina, tutto perché Regina gli aveva detto di farlo. Le disse anche che avevano avuto una discussione molto accesa… l’aveva picchiato e mandato all’ospedale. Perché? Per averlo derubato? Si anche, ma soprattutto perché credeva fosse lui la causa della “morte” di Belle…

“avevo così tanto disprezzo per quell’uomo, condannare così una figlia…”

“fai bene ad averne”

Non sapeva più cosa pensare, dove guardare. L’uomo che amava aveva picchiato e mandato all’ospedale suo padre… avrebbe forse dovuto esprimere rabbia nei confronti di Rumpel? eppure non ne provava affatto.

---

“Belle”

Le alzò il viso in modo che potesse guardarla negli occhi. Non gli nascondevano più nulla ormai.

Non erano lucidi, non sembrava stesse per piangere, né sembrava arrabbiata, solo confusa.

“forse allora dovresti parlargli tu”

“ti accompagnerò!”

“non voglio andare”

“ma devi dargli una seconda possibilità! Tutti ne meritano una! Soprattutto se si tratta di tuo padre…”

Ora era lui che abbassava lo sguardo, aveva quasi dimenticato di chi si stava parlando.

---

“verrò con te”

Le rivolse di nuovo lo sguardo. Aveva capito perché la questione gli era molto a cuore, non si trattava solo di lei e di suo padre, c’era molto altro dietro, c’era la speranza. La speranza che se lei fosse
riuscita a perdonare suo padre probabilmente anche lui avrebbe avuto qualche possibilità con suo figlio.

“così andrò anche a scegliere qualche vestito!”

“non possiamo andare in giro liberamente Belle! Nessuno sa di te… di noi”

“ci muoveremo con cautela”

All’improvviso l’ansia di ritrovare suo padre era stata sostituita dall’eccitazione di visitare la città. Di uscire finalmente da quella casa che stava per diventare una nuova prigione.

---

Tutto sembrava essere tornato come prima, a parte alcuni pezzi di strada ancora malmessi, probabilmente la gente di Storybrooke aveva bisogno di trovare quel pizzico di normalità che gli era mancata da quando la magia era tornata.

“possiamo andare li per vedere qualche vestito”

Belle si fermava di fronte ad ogni vetrina cercando di imparare qualcosa da questo nuovo mondo in cui era stata catapultata improvvisamente.
La prese per un braccio e le disse dove sarebbe dovuta entrare e cosa avrebbe dovuto chiedere.

“ma non entri con me?”

“non possiamo farci vedere insieme!”

“ma…”

“entra li, trova un vestito in fretta, ti aspetto qui fuori”

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Non c’erano obiezioni. Entrò nel negozio, incominciò a guardare i vestiti sui manichini e poi quelli appesi con le stampelle. Era così che le aveva chiamate Rumpel. Le si avvicinò una ragazza biondissima e bellissima.

“hai bisogno di aiuto?”

Si guardò e si rese conto che ancora indossava i vestiti di Rumpel.

“oh vorrei un vestito… da donna”

Sorrisero entrambe.

“ho quello che fa per te”

Le mostrò una decina di abiti, gonne e maglie. Scelse un vestitino azzurro che le ricordava un po’ quello che le aveva fatto fare Rumpel molti anni prima. Pagò con i soldi che le aveva dato Rumpel e uscì dal negozio.

Rumpel era li fuori che la aspettava.

“scusami se ci ho messo molto! La ragazza mi ha fatto vedere un sacco di cose”

“se ti piacevano potevi comprarle”

“con i tuoi soldi”

“tutto quello che vuoi!”

Sorrise. Le pesava un po’ il fatto di dover pagare con i suoi soldi, ma in fin dei conti a lui non servivano. Però avrebbe voluto trovare un lavoro.

“andiamo?”

“oh… si”

Tutti i bei pensieri svanirono pensando a ciò che la aspettava. Ora pensava a cosa avrebbe detto a suo padre, di certo non poteva andare li e abbracciarlo, no non poteva, non ci sarebbe riuscita!
Poteva pure capitare che non le aprisse neanche la porta, lo sperava quasi, così si sarebbe risparmiata tutta la fatica. O magari che non l’avrebbero neanche trovato in casa.

---

“ecco la casa è quella… sei pronta?”

“a dir la verità no… però so che devo farlo”

“io sono qui Belle!”

“no voglio che vieni con me! Non rimarrai qui!”

“non credo sia una buona idea”

“Hai promesso che saresti venuto con me!”

“…”

“voglio che mi stai vicino, non ce la farei senza di te. Vieni almeno li vicino la porta”

“si, hai ragione”

Le sorrise e le accarezzò il viso tentando di mandare via tutta la paura e l’indecisione.

---

Erano li, avanti la porta. Suonò il campanello sperando che nessuno avesse aperto. Rumpel si era messo da un angolo per non farsi vedere. “non voglio compromettere il vostro incontro” ecco la spiegazione che le aveva dato.
Sembrava non ci fosse nessuno, ma non fece in tempo a fare un respiro di sollievo che la porta si aprì.

“Belle…”

Era immobile, incapace quasi di parlare o di muoversi. Abbassò lo sguardo a terra, sentiva che stava per scoppiare in lacrime. Avrebbe voluto urlargli tutta la sua rabbia ma non parlò.

“Belle sei davvero tu? Doève sei stata tutto questo tempo? Sei fuggita… perché sei fuggita?”

E chiedeva anche il perché? Di certo non sembrava aver capito i suoi sbagli

“padre…”

Era l’unica cosa che riuscì a dire. La tirò a sé e la abbracciò. Non ricambiò l’abbraccio, anzi si staccò. Era proprio quello che voleva evitare.

“padre”

“no Belle fammi parlare. Immagino sei venuta per sentire le mie scuse.”

“si”

Rispose con freddezza, mantenne una certa distanza con suo padre.

“ti chiedo perdono Belle per quello che ti ho fatto passare! Ho sbagliato lo so! Quando sei fuggita avrei voluto cambiare ogni cosa! Ti avevo perso di nuovo, come avevo potuto lasciare che accadesse!? Perdonami Belle ti prego”

“non so se posso perdonarti ora…”

Erano rimasti sull’uscio della porta, lui non era neanche uscito e per questo ancora non si era accorto di Rumpel, che si limitava ad ascoltare in silenzio.

“lo so, ci vorrà tempo. Se vuoi puoi venire a vivere qui, faremo un passo alla volta, ma potremmo vivere insieme di nuovo così!”

Rimase totalmente scioccata dalla richiesta del padre, non avrebbe mai immaginato le potesse già proporre di vivere con lui.

“io ho già una casa”

“ah si? E dove si trova? Potrei venire a trovarti”

Non rispose. Chinò la testa.

“cosa c’è? Non puoi dirmi dove vivi adesso? Non vuoi neanche che venga a trovarti?”

Le avrebbe voluto rispondere di si, ma non voleva ferirlo ancora.

“è che non vivo da sola, e poi la casa è lontana dalla città”

“…”

Sentiva il peso dello sguardo di suo padre. Stava sicuramente insinuando qualcosa.

“e dimmi… chi ti ospita?”

Si rese conto troppo tardi che aveva girato lo sguardo verso Rumpel come per chiedergli consiglio, e suo padre se ne era accorto.
La scansò dall’uscio con forza per poter vedere chi stesse guardando.

“Quest’uomo? Vivi sul serio con quest’uomo?”

Il suo tono era completamente cambiato, era così pesante, sembrava che dovesse farle una ramanzina, ma nella posizione in cui si trovava non ne aveva proprio alcun diritto. Cercò di strappare la mano di suo padre dal suo braccio per poter poi fuggire. Era sempre lo stesso.

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Rumpel vide che stava per portargli via Belle, non l’avrebbe permesso. Tentò di prenderle una mano ma non fece in tempo che già era chiusa in casa.

“lasciami andare, non hai il diritto di portarmi via da lui”

“ti ha stregata non capisci? Quell’uomo è un mostro”

“non è così! Non lo conosci! Sei tu il mostro adesso”

Sentì il rumore di uno schiaffo

“non osare parlare così a tuo padre”

Non ci vide più, tentò di sfondare la porta. Ricorse alla magia anche se le aveva promesso di non farlo.
La porta schizzò via.

Belle teneva il viso tra le mani. Non parlò. La prese e la portò via senza che suo padre potesse toccarla un’altra volta.

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Non riusciva a smettere di piangere anche se era la cosa che voleva di più in quel momento. Non voleva che Rumpel la vedesse così, voleva mostrarsi forte. Lui la stringeva a se.

“perdonami è colpa mia, è colpa mia”

Sentendo quelle parole le veniva ancora di più da piangere. Come poteva pensare che fosse colpa sua? L’aveva convinta a rivedere suo padre, ma non sapeva di certo che sarebbe successo tutto questo. Anzi se non gli avesse chiesto di seguirla fino alla porta probabilmente non sarebbe successo nulla perché suo padre non si sarebbe accorto di lui.

Teneva ancora il viso tra le mani e ce lo tenne finché non finirono le lacrime. Quando finalmente aprì gli occhi vide che erano a casa sul divano.

“non devi usare la magia”

“questa è magia buona Belle”

Continuava ad accarezzarle i capelli si addormentò tra le sue braccia.

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La portò nella sua camera e la lasciò dormire.

“non lasciarmi da sola”

“no sono qui…”

Si stese dietro di lei finché il sonno non la portò via di nuovo e poi si alzò. Era troppo doloroso.

Provava così tanta rabbia contro quell’uomo, lui che per suo figlio avrebbe fatto di tutto... non riusciva a capire.
 
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ANGOLO AUTRICE
Ecco qua concluso anche questo capitolo! Spero proprio vi sia piaciuto!!! Non ho mai tempo di scrivere e così mi tocca farlo di notte XDD quindi come sempre scusate in anticipo per eventuali errori di scrittura o grammaticali xDDDD non vedo l’ora di andare avanti e di mettere insieme tutte le idee che mi frullano in testa! Speriamo che troverò presto il tempo per farlo!

Sto aspettando sempre più con ansia la seconda stagione di OUAT!!! Non vedo l’oraaaaaaaaaa! Manca poco più di un meseee!! XDDDD *supereccitata*

Ciao ciao

Grazie mille per il tempo che mi dedicate ogni volta! Vi adoro! Un bacione

Isa
 
P.S. mi sento in dovere di scusarmi per aver dato questa personalità un po’ dura al padre di Belle, diciamo che sono stata ispirata da vicende personali per questo ha dei tratti parecchio forti[non preoccupatevi mio padre non mi ha mai toccato con un dito! È un uomo d’oro e mi vuole un sacco bene U.U]
 
  
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