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Autore: katyjolinar    11/03/2007    1 recensioni
Un incidente sul lavoro coinvolgerà Ziva, e Tony l'aiuterà a superare il trauma conseguente. Tony/Ziva
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La luce negli occhi

4

Il mattino seguente, Ziva si svegliò, percependo le braccia muscolose di Tony che la abbracciavano. Si accorse anche di essere sdraiata sopra di lui, con la testa sul suo petto; aspirò il suo profumo, un miscuglio leggero di bagnoschiuma al pino e dopobarba.

La sera prima, nella solitudine della sua stanza, si era fatta trascinare di nuovo dal terrore per il buio che vedeva da tre giorni, e che non aveva idea di quanto sarebbe ancora durato. Aveva pianto per un'ora, poi Tony era entrato nella sua stanza per chiederle se stava bene, e senza che lei dicesse nulla, le si era sdraiato accanto e aveva cercato di farla tranquillizzare facendole qualche carezza. Lei si era addormentata poco dopo, nel calore di quelle attenzioni.

Non era in grado di sapere se l'uomo stesse ancora dormendo oppure era già sveglio, o almeno non ancora. Sapeva che una persona non vedente aveva gli altri sensi estremamente più sviluppati del normale, ma sapeva anche che ci sarebbe voluto un po' di tempo perchè succedesse anche a lei, anche se in realtà sperava di risvegliarsi prima possibile da quell'incubo oscuro. Aprì gli occhi, sperando che fossero tornati a "funzionare", ma era ancora buio pesto; però sentì la mano di Tony passare sui suoi capelli, quindi voleva dire che era già sveglio, o forse non aveva dormito.

Ziva: "Tony?"

Tony: "Ti sei svegliata, finalmente. Lo sai che ero sveglio da un'ora? Per fortuna non hai russato, stanotte, e mi hai lasciato dormire..."

Ziva: "Ma smettila!" gli diede un colpetto sul petto "E poi, tu non dovevi dormire sul divano?"

Tony restò in silenzio, poi, continuando a passarle la meno sui capelli, le disse:

Tony: "Credo di essere stato molto più utile qui... senti, oggi ti va di passare in ufficio?"

Ziva: "Certo, anche se non credo di essere molto utile, in queste condizioni..."

Tony: "Devo solo parlare con Gibbs di una cosa, poi passiamo a casa mia, visto che mi devo trasferire qui temporaneamente e quindi devo almeno avere il cambio di vestiti."

Ziva: "Ok. Se vuoi, stasera cerco, nel limite delle mie possibilità, di fare un po' di posto nell'armadio..."

Tony: "Farò tutto io, secondo le tue indicazioni. Sei ancora convalescente, è meglio se non fatichi troppo."

Si alzarono, poi l'uomo aiutò Ziva a vestirsi e le preparò la colazione.

Un quarto d'ora dopo erano in macchina, diretti agli uffici dell'NCIS. Rispetto al giorno prima, Tony era già migliorato nel dare informazioni sul percorso, e Ziva stava imparando a usare il bastone per controllare la strada, oltre che per picchiare gli stinchi dell'uomo.

Arrivati al palazo dell'NCIS salirono nell'ascensore per andare in ufficio.

McGee era già seduto alla sua scrivania, quando i due varcarono le porte e cominciarono a scendere le scale.

Tony: "Hey, Pivello! Che ci fai in ufficio così presto?"

McGee: "Potrei farvi la stessa domanda. Pensavo che Ziva non dovesse ancora tornare al lavoro..."

Ziva: "Tony doveva parlare con Gibbs... e poi... per caso Ducky è già arrivato?"

Tony: "Non lo so. Perchè?"

Ziva: "Volevo chiedergli se poteva farmi una visita di controllo."

Gibbs: "Ducky è già artrivato, se vuoi puoi farti accompagnare da Tony. Però che ci fate qui?"

Gibbs era entrato spedito, con in mano il suo solito caffè.

Tony: "Ehm, Capo, mentre Ducky visita Ziva, potrei parlarti?"

Gibbs: "D'accordo, andiamo."

Presero l'ascensore tutti e tre e scesero nell'obitorio.

Quando arrivarono, il Dott. Mallard stava mettendo a posto i suoi strumenti; per fortuna non aveva cadaveri da dissezionare.

Gibbs: "Ducky, ti ho portato una paziente da visitare!" disse, prendendo Ziva sotto braccio e accompagnandola verso una sedia.

Ducky: "Oh, ciao, mia cara! Come stai oggi?"

Ziva: "La ferita alla testa non mi fa più male, ma è ancora buio pesto..."

Il dottore prese delle garze e le medicò la ferita, poi procedette alla visita oculistica. Nel frattempo, in un angolo, Tony e Gibbs parlavano.

Tony: "Capo, avrei una richiesta da farti..."

Gibbs: "Dimmi tutto."

Tony: "Per caso sai quale sia l'attuale indirizzo di Sandy Watson e di sua madre?"

Gibbs: "Che cosa hai in mente, Tony?"

Tony: "Vorrei che Ziva la conosca."

Gibbs: "Si può sapere perchè?"

Tony: "Ieri sera ha avuto un crollo..."

Non aggiunse altro, Gibbs capì. Scrisse l'indirizzo e il numero di telefono sul cellulare di Tony, poi aggiunse:

Gibbs: "Tony, lo so che questa cosa non ti piacerà, ma per il momento sei escluso dal servizio attivo, ti occuperai solo di lavori d'ufficio e avrai gli stessi orari di Ziva. Non posso rischiare che succeda qualcosa al suo conduttore, mi capisci?"

Tony: "D'accordo, Capo."

In realtà, se non glielo avesse detto Gibbs, avrebbe avanzato quella richiesta lui stesso. Nonostante avesse cominciato ad essere il conduttore di Ziva da un giorno, stava prendendo molto a cuore la cosa; evidentemente anche il Capo l'aveva preso a cuore e voleva il meglio per la sua agente.

Quando Ducky ebbe terminato la visita, Tony accompagnò la donna fuori e andarono a casa di Tony a prendere il necessario da portarsi da Ziva; tornarono in macchina. Dopo poco la giovane si accorse che non stavano tornando da lei: erano in macchina da troppo tempo, e non sembrava avessero trovato traffico.

Ziva: "Tony, dove stiamo andando?"

Tony: "Stiamo andando da una persona ch vorrei farti conoscere."

Parcheggiarono davanti a una villetta a schiera, in un quartiere della periferia di Washington D.C.

Tony suonò il campanello, poi una donna aprì.

Sig.ra Watson: "Agente Dinozzo... cosa succede? Mio marito è immischiato in qualche altro crimine?"

Tony: "Non si preoccupi, signora. Non sono qui per parlare di suo marito. Sandy è a casa?"

Sig.ra Watson: "Sì, sta suonando il piano. Entrate pure."

Si sentiva, dall'altra stanza, una dolce melodia. Tony fece entrare Ziva e la presentò alla signora Watson.

Tony: "Lei è Ziva David, una mia collega. Ha perso la vista poco tempo fa, in un'operazione di polizia."

Sig.ra Watson: "Capisco. Venite! Agente Dinozzo, Sandy sarà molto felice per la sua visita."

Entrarono in salotto. Ziva sentì il pianoforte che continuava a suonare.

Sig.ra Watson: "Sandy, se vuoi puoi fare una pausa. Sono venute a trovarti delle persone."

Sandy: "Lo so: c'è l'agente Dinozzo con una sua collega."

La bambina si alzò dallo sgabello e andò a salutare Tony.

Tony: "Ciao. Sei sempre molto brava, lo sai?"

Sandy: "Grazie, signor Dinozzo." si rivolse a Ziva "Tu sei la collega del signor Dinozzo, vero?"

Ziva: "Sì." rispose, ma non aveva ancora capito per quale motivo fossero andati a trovare quella bambina.

Sandy: "Posso vedere il tuo viso?"

La donna non capì, almen finchè non sentì la mano della bambina di 10 anni toccarle il viso: Sandy era non vedente.

Sandy: "Sei bella, lo sai?"

Ziva: "Grazie." sorrise "Posso?" allungò la mano e le toccò il volto, cercando di immaginare i lineamenti.

Sandy: "Anche tu non ci vedi, vero?"

Tony: "E' vero, Sandy. L'agente David ha avuto un incidente sul lavoro poco tempo fa, e ha perso la vista."

Sandy: "Non ti preoccupare, non è così brutto come pensi. Si impara quasi subito a usare i sensi rimanenti per 'vedere'."

Tony osservò Ziva: era sorridente, ma sembrava ancora avere un velo di tristezza addosso. Conoscere Sandy le aveva forse dato un po' di forza per andare avanti, ma evidentemente ci voleva ancora un po' di tempo perchè si risollevasse completamente.

Si sedettero sul divano e, mentre la sig.ra Watson preparava un tè, Sandy faceva domande sugli altri.

Sandy: "E la signorina Todd come sta?"

Tony restò un attimo in silenzio, cercando le parole giuste da dire.

Tony: "Kate è... non lavora più all'NCIS. E' stata sostituita dall'agente David."

La bambina aveva percepito l'esitazione nella voce dell'uomo, e capì.

Sandy: "La signorina Todd è morta, vero?"

Tony non rispose. Era sempre molto difficile ricordare quel giorno, soprattutto ora che aveva rischiato di perdere allo stesso modo un'altra collega a cui teneva particolarmente. Strinse la mano di Ziva, che gliela aveva poggiata sulla spalla, come per farsi forza, poi chiese a Sandy:

Tony: "Perchè non ci fai sentire qualcosa al piano, piccola?"

La bambina si mise al piano e suonò per loro la "Sonata al Chiaro di Luna" di Beethoven, poi i due decisero di congedarsi e tornare a casa.

Alla sera, seduti sul divano, i due parlarono della giornata.

Ziva: "Chi era quella bambina?"

Tony: "La vittima di un vecchio caso di cui ci siamo occupati prima della morte di Kate."

Le raccontò del rapimento delle due donne e di come avevano aiutato il padre a liberarle, poi di come avevano scoperto che era stato lo stesso padre di Sandy a ordinare il loro rapimento, per poter intascare i soldi del riscatto, circa due milioni di dollari.

Tony: "Ora il Capitano Watson sta scontando al carcere militare di Stato una pena di 15 anni per truffa aggravata, appropriazione indebita e concorso in sequestro di persona."

Ziva: "Non capisco come abbia potuto farlo..."

Tony: "Non lo so, Ziva. E' un mistero anche per me."

Reastarono ancora un po' seduti in salotto, poi decisero che era ora di andare a letto. Tony aveva già preparato il divano per dormire, ma anche quella notte dovette trasferirsi in camera di Ziva per darle un po' di conforto e farle sentire che le era vicino.

CONTINUA...

   
 
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