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Autore: Bani chan    28/08/2012    3 recensioni
ATTENZIONE !!! prima di iniziare a leggere vi consiglio di andare a leggere la One Shot What a disaster Shakespeare! Or maybe not? perchè questo è il suo continuato!
Tra problemi e crisi di coppia, la scuola che non da nemmeno un attimo di tregua e persone poco affidabili, riuscirà l'amore a trionfare o tutto si concluderà tutto in tragedia?
Buona Lettura!
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La ceretta NO!



What a disaster Shakespeare!...and we just started!

La ceretta NO!

 

Purtroppo Sasuke non aveva potuto prolungare la sua malattia. Ormai era più che palese che la febbre era completamente sparita ed era quindi giunto il momento per lui di ritornare a scuola e consegnare quel maledetto compito di letteratura inglese al professor Kakashi. Anche se fosse andata male, cosa di cui dubitava fortemente, il tempo che aveva passato con Sakura era stato il più bello della sua vita. Era una ragazza solare, comprensiva e non lo ossessionava come tutte le altre alle quali interessava solamente il suo aspetto esteriore e sopratutto i suoi soldi. Con lei si sentiva una persona diversa dallo scorbutico ed egocentrico maschilista a cui si atteggiava con le altre ragazze. Lei era speciale, lo aveva capito dal primo istante che l'aveva vista. Dal primo momento che aveva visto i suoi occhi di un vivace verde smeraldo.

Dopo il loro ultimo 'incontro ravvicinato' lei aveva mantenuto la promessa ed era tornata a fargli visita il giorno dopo, e quello dopo ancora. Purtroppo per loro non ci fu la possibilità di continuare ciò che avevano iniziato al loro primo incontro. Sembrava che la sorte gli fosse avversa, tra chiamate improvvise e la presenza quasi ossessionante del fratello di Sasuke, Itachi, avere un momento di intimità era diventata un'impresa impossibile. C'era appena il tempo di scambiarsi una carezza o un bacio a fior di labbra. Ma nulla di più. Ma grazie al cielo era tutto quello di cui avevano bisogno per potersi sentire, anche solo per un millesimo di secondo, non più due persone distinte ma un solo essere perfetto e autosufficiente: nessuna regola nessun fratello, nessuna futura matrigna. Solo loro, indissolubilmente loro.

E con questi pensieri si addormenta, felice di potersi godere anche solo una parte infinitesimalmente piccola di quella meravigliosa felicità che era riuscito a conquistare con così tanta fatica e dopo tanto tempo di sofferenza.

 

 

 

 

 

Ore 7:30 del 23 Gennaio 2012, Konoha High School.

Dopo il ritorno di Sasuke la compagnia era finalmente riunita. Erano tutti riuniti davanti al cancello e,  in attesa che suonasse la campanella che avrebbe dato inizio all’ennesima giornata di studio, avevano iniziato a raccontarsi del più e del meno: di come Shikamaru avesse battuto per l’ennesima volta Temari a scacchi, di come lei si fosse infuriata e a lui fosse toccato "addolcirla" con una sessione pomeridiana di coccole e baci; di come Ino avesse scarrozzato il povero Sai in giro per la città, svaligiandone ogni singolo negozio e facendo sì che il poverino prosciugasse completamente i suoi risparmi, perché non sia mai detto che Ino Yamanaka spenda i suoi soldi...gli altri li devono spendere per lei! Si é poi parlato di come Neji avesse presentato TenTen come sua fidanzata alla famiglia e di come loro l’abbiano persa, stranamente, bene e accogliendola come una figlia, complimentandosi con il ragazzo per la scelta dandogli affettuose pacche sulla schiena, l’unico non molto felice era come al solito Hiashi, lo zio di Neji; diceva che non era la ragazza giusta per il nipote e che non dava onore alla casata degli Hyuga e infrangeva le tradizioni. Al diavolo le tradizioni.

Mentre si parlava, la timida Hinata guardava intensamente con i suoi dolci occhi color madreperla, un ragazzo biondo con gli occhi color del cielo che si vantava con i propri amici di come ieri sera avesse battuto il suo record personale di abbuffata di ramen. Trentatré ciotole per l’esattezza.

"E smettila dobe! A nessuno interessa del tuo stupido record di abbuffata."

"Almeno io ho degli interessi a differenza di qualche stupido teme che come passatempo fa il playboy!"

"Quello che sta parlando è Naruto o il coso che hai in mezzo alle gambe?"

 

...Silenzio...

 

Tutti quanti si girarono ad effetto rallenty con un'espressione che raccoglieva un misto tra lo sconvolto e l'imbarazzato verso la persona che aveva pronunciato quelle parole così...scandalose? Giravano voci sul fatto che Sai fosse della sponda gaia ma nessuno dei suoi amici ci aveva mai dato tanto peso, pensando che fosse uno scherzo.

L'espressione di Ino era quella più sconvolta, ma non ci volle molto perché il suo volto si tramutasse in una maschera di rabbia.

"Ringrazia. Il. Cielo." inizió la bionda rivolgendo l'attenzione di tutti i presenti verso di lei "perché se avessi avuto un'altro paio di scarpe ti avrei già conficcato un tacco in quella tua  testa vuota. Ma queste sono le mie Gucci preferite e mi sono costate un'occhio della testa."

"Ma amore quelle scarpe sono orribili"

 

Ecco che ci siamo. Bomba innescata. Dieci secondi all’esplosione.

 

"Come Sai? Credo di non aver capito bene quello che hai detto." la sua voce era alterata...stava cercando di mantenere il controllo.

 

Otto secondi alla detonazione.

 

"Se Sai è furbo non oserà ripetere quello che ha appena detto" sussurrò TenTen all'orecchio di un Neji dallo sguardo rassegnato.

"Ti ho detto, amore, che quelle scarpe sono orribili"

 

Cinque secondi.

 

"Sai?"

"Si? Che c'é Sakura?" disse con uno sguardo perplesso.

 

Tre secondi.

 

"Ti conviene iniziare a correre"

 

Due.

 

"E perché mai?"

 

Uno.

 

Sakura si limitò semplicemente ad indicare dietro le spalle del povero ragazzo che voltandosi si vide passare davanti agli occhi i momenti più brutti della sua vita. Ma nessuno per quanto disastroso fosse era paragonabile a quello che aveva davanti. La sua fidanzata, più arrabbiata che mai che troneggiava sulla sua figura facendogli venire voglia di scomparire.

 

Zero.

 

"Comincia. A. CORRERE!!!!!!!!" urlò Ino prima di fiondarsi sul malcapitato che nel frattempo aveva iniziato a correre come un disperato per tutto il giardino sotto le facce allibite degli alunni e quelle divertite dei suoi amici che, mentre lui cercava di scampare a morte certa,se la ridevano a più non posso.

"Mai" inizió Sakura cercando di riprendere fiat "e poi mai criticare i gusti di Ino in fatto di moda. Sopratutto se si parla di Gucci. Potrebbe squartarti vivo."

"Già. Meno male che l'ho lasciata." iniziò Shikamaru " in compenso però me ne sono trovato una peggiore" disse indicando Temari.

Punta sul vivo, subito la bionda rispose a tono "Crybaby, non mi pareva che ti lamentassi di me ieri pomeriggio, ne quello prima ne quello prima anc-" ma non fece tempo a finire la frase che Shikamaru le aveva già tappato la bocca con un bacio.

"Bleah! Che schifo voi due! Andate a fare le vostre smancerie nella guardiola del bidello, in infermeria, oppure in uno sgabuzzino come fanno gli altri! Per tutti i Kami!"

"Dici così perché non hai la ragazza"

"E sta un po' zitto teme che che nemmeno tu ce l'hai"

"Oh é proprio qui che ti sbagli, io ce l'ho eccome la ragazza, e devo dirti che é la ragazza più bella di tutte"

A queste parole Sakura arrossì, ma prontamente si nascose il volto dietro le ciocche di capelli impedendo agli amici di vedere la sua reazione. Ma fortunatamente nessuno le badava; troppo impegnati a guardare allibiti Sasuke che aveva sfoderato un ghigno trionfante.

"E come mai non ce la presenti? Eh?" intervenne Shikamaru

"Perché stiamo aspettando di conoscerci meglio prima di rendere la cosa ufficiale. E poi voglio fare le cose con calma, senza fretta. Abbiamo aspettato una vita non penso che qualche altro giorno faccia la differenza."

"Sarà..." sbuffo Neji incurante.

"Dicci almeno com'è!" trilló Ino che nel frattempo era tornata trascinando per il colletto della camicia un Sai ormai distrutto e ricoperto di lividi.

“Povero Sai, guarda come l’hai conciato!”

Sakura si affrettò a cambiare discorso, sperando di chiudere la discussione.

“Ah non ti preoccupare frontespaziosa! Ho una punizione molto più severa in serbo per lui.”

“Se stai parlando di fare shopping” biascicò Sai allo stremo delle forze “ti avverto che non ho più nemmeno i soldi per comprarti una paiette del vestito più economico di tutti”

Ino si girò verso di lui e, sollevatogli il mento con due dita, sfoderò un sorriso che andava oltre il malefico.

“Ma io non intendo portarti a fare shopping. Quello deve essere una qualche forma di onore per il mio ragazzo...no no no no. Ti avevo promesso una cosa l’ultima volta che mi hai fatto arrabbiare, ti ricordi cosa ti avevo detto? al prossimo sgarro che mi combini io che cosa ti faccio?”

Il ragazzo deglutì, forse aveva capito cosa lo aspettava, ma non voleva dirlo per paura che fosse qualcosa peggiore di quello che la sua fidanzata aveva in mente.

“Ehmmm ... credo di aver rimosso questo piccolo dettaglio.”

“Ma come cucciolotto” Ino aveva deciso di recitare la parte, voleva farlo cedere “facciamo così. Ti do un piccolo aiutino. Piccino picciò. La tua tortura inizia con la C e finisce con la A. Avanti tesoruccio non è poi così difficile.”

“Forse...una coccola”

“Tesoro ti sto chiedendo una tortura non un divertimento...” il sorriso sulla faccia della ragazza si allargava sempre di più.

Sai iniziava a sudare freddo la situazione stava diventando insostenibile.

 

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN

 

La campanella. Le lezioni stavano per iniziare.

“Uffa non è giusto!!!” sbuffò Ino “proprio adesso che iniziavo a divertirmi”

Nessuno dei ragazzi sapeva quale dei Kami avesse invocato Sai per scampare a quel pericolo. La cosa certa era che sembrava averla passata liscia.

“Non cantare vittoria tanto presto tesoruccio”

Come non detto.

“Ci vediamo alla fine delle lezioni davanti al cancello. Vedi di presentarti altrimenti sono guai ancora più seri di quelli in cui ti trovi già” detto questo iniziò ad avviarsi verso la scuola con un sinuoso ancheggiare dei fianchi che le rendeva la camminata simile a quella di una pantera.

“Che seccatura. Sempre a fare ‘ste scenate tragiche.” sbottò Shikamaru prima di dirigersi anche lui verso la scuola cingendo Temari per i fianchi, erano poi seguiti a ruota da TenTen e Neji e da Naruto e da Hinata che si stava mangiando il bel biondo con ci occhi. Sakura si apprestava a seguirli quando qualcosa, o meglio qualcuno la trascinò verso i cespugli e con fare possessivo le cinse la vita da dietro e iniziò a sussurrarle all’orecchio

“Oh Sakura, dea, ninfa, perfetta, divina! A che cosa, amore mio, posso paragonare gli occhi tuoi? Torbido è il cristallo, al loro confronto. Come mi tentano le tue labbra, codeste ciliegie da baci! Oh lasciamelo baciare questo candore immacolato, lascia che suggelli la mia felicità!” stava per abbandonarsi alla passione che bruciava in lui quando la rosa si voltò e poggiò un dito sulle labbra di lui, chiedendogli di tacere.

“Sasuke dobbiamo andare. Non abbiamo tempo ora.” anche lei voleva continuare ma sapeva che non era quello il momento più adatto.

“Eddai Sakura...non farmi aspettare. Ho già aspettato troppo.”

“Faremo tardi alle lezioni”

“Al diavolo le lezioni” disse per poi fiondarsi sul suo collo niveo iniziando a ricoprirlo di baci

“Ti devo ricordare che devi consegnare il compito su Amleto al prof Kakashi?”

Sasuke si fermò di scatto per poi alzare gli occhi e iniziò a fissarla.

“Sei una guastafeste.”

“Lo so” disse prima di scattare in avanti lasciando un bacio a stampo sulle labbra del moro. Subito lo prese per mano e usciti dai cespugli si diressero correndo verso l’aula di letteratura inglese dove Sasuke doveva fare i conti con un voto da recuperare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La situazione non mi piace. C’è del marcio qui. E ho intenzione di porvi assolutamente rimedio.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La campana che segnava la fine delle lezioni, stava suonando. Per tutti quel suono rappresentava un momento di liberazione, la fine dell’ennesima mattinata di studi e un giorno in meno all’arrivo delle vacanze.

Solo un ragazzo in quel momento malediceva il fatto che quella giornata fosse finita. Se fosse stato per lui in quel momento avrebbe volentieri pulito tutta la scuola , i banchi, le lavagne, i pavimenti, gli armadietti e la palestra, tutti da solo e con uno spazzolino da denti piuttosto che andare in contro alla sua fidanzata che, come gli aveva promesso, si trovava davanti al cancello della scuola in attesa che lui arrivasse.

Questa volta però nessun amico e nessuna campanella avrebbe potuto salvarlo dall’apocalisse.

I suoi passi diventavano sempre più lenti nella speranza di poter ottenere più tempo e di trovare una scusa per saltare l’incontro. Ma sfortunatamente si trovava ormai faccia a faccia con la sua ragazza e tutte le sue possibilità di svignarsela erano svanite in una nuvola di fumo.

“Ciao amore” disse Sai prima di deglutire.

“Ciao tesoro” disse Ino sfoderando un meraviglioso sorriso.

Il primo pensiero di Sai fu che si fosse dimenticata della punizione. Il suo cuore aveva ricominciato a battere in modo regolare. Sai provava una sensazione di leggerezza talmente tanto intensa da sentirsi ad un palmo da terra...

 

“Allora vogliamo andare? La tua punizione ci aspetta!”

 

....per poi rovinare al suolo.

E ti pareva! Sarebbe stato troppo bello che non si fosse ricordata!

 

“Ma non dovremmo aspettare gli altri?” indugiò Sai

“Gli altri sono già andati via. Avevano deciso di andare fuori a mangiare un boccone tutti insieme. Siamo solo io e te. Quindi ora muoviamoci!”

La ragazza lo prese per mano e saltellando allegra lo trascinò verso casa sua. Il ragazzo in un primo momento sembrò non capire il perché la sua ragazza lo stesse portando proprio a casa sua ma non riuscì a formulare la domanda che subito la bionda lo anticipò.

“Se ti stai chiedendo perché siamo a casa mia, bhè ma è proprio perchè è qui che si svolgerà la tua punizione!”

Sai sentiva che stava per svenire. Se in quel momento gli avessero misurato la pressione, lo sfigmomanometro sarebbe sicuramente esploso.

La ragazza lo trascinò in camera sua e lo fece sedere sul letto.

“Aspettami qui. Se ti azzardi a scappare giuro che la punizione diventerà ancora più grave.” disse la ragazza prima di sparire dietro la porta.

Il silenzio riempiva la stanza in cui Sai avrebbe affrontato il suo destino.

Dopo pochi minuti la ragazza ritornò in camera portando con se una borsa viola e con contorni bianchi dal contenuto ignoto.

“Girati e togliti i pantaloni, poi coricati sul letto”

In quel momento Sai credette che la fidanzata avesse perso il senno. Prima voleva torturarlo e adesso voleva farlo? Valle a capire tu le donne.

Fece come gli aveva ordinato. Sbottonatosi i pantaloni e riposti piegati su una sedia si coricò sul letto.

Nel frattempo la ragazza si era cambiata e aveva indossato una semplicissima canotta bianca e dei pantaloncini fucsia super corti, e si sedette a cavalcioni sopra di lui e avvicinatasi al suo orecchio gli sussurrò poche parole.

“Solleva le braccia sopra la testa e chiudi gli occhi”

Sai la guardò con un’espressione interrogativa dipinta sul volto.

“Ti prego....” disse la ragazza guardandolo con i suoi grandi occhi azzurri.

Sai si arrese e ancora leggermente titubante sollevò le mani e chiuse lentamente gli occhi.

Un leggero tintinnio gli fece aprire gli occhi, ma era troppo tardi quando finalmente si accorse di essere stato letteralmente ammanettato alla testiera del letto della ragazza.

“Sei stato un bambino molto cattivo, Sai.” disse Ino prendendo la borsetta che aveva portato con se prima e che aveva abbandonato vicino all’armadio. “E tu sai che i bambini cattivi devono essere puniti.” la sua mano scivolò dentro la borsa.

“I-I-Ino... che cosa hai in mente di fare?” la voce di Sai era spezzata iniziava sentire un brivido di terrore lungo tutta la schiena. La ragazza intanto aveva iniziato ad estrarre una strana confezione dalla borsetta.

“Ora dovrai vedertela con me e con la...”

“Ti prego non farlo....!”

“CERETTA!!!”

 

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”

 

 

L’urlo giunse chiaro e tondo all’orecchio di un gruppo di ragazzi che si stavano tranquillamente gustando un delizioso piatto di ramen.

“A-avete sentito anche voi?”

“Purtroppo si Hina-chan. Ho paura che Sai non se stia passando tanto bene.” disse TenTen che si teneva stretta a Neji

“Non pensate che dovremmo andare ad aiutare” disse Temari

“Noooo. Penfo che Ino poffa cavarfela beniffimo da sola!” bofonchiò Naruto col la bocca piena di ramen.

“La smetti di dire cavolate una volta per tutte? Guarda che seccature” sbottò Shikamaru raccogliendo il consenso di tutti

“E poi” continuò il ragazzo “penso che sia Sai quello che necessita il maggior aiuto in questo momento”

Tutti si guardarono ed annuirono.

Di certo nessuno si sarebbe permesso di intromettersi in una vendetta. Sopratutto se quella era la vendetta di Ino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La biblioteca degli autori

 

Eccomi! Siccome sono a corto di idee per la mia altra fic di Naruto “Il popolo del serpente piumato” ho ripensato alle parole di ValetantovalE e di PiKaPiKaGiRl che mi avevano suggerito di tramutare la mia One-Shot di “What a disaster, Shakespeare!...on maybe not?” in una long in un primo momento non avevo considerato molto fattibile questa idea, in quanto ero impegnata con l’altra fic, ma ora che l’ho sospesa a tempo indeterminato posso dedicarmi a questa nuova fanfic! Purtroppo non so con precisione quando avrò la possibilità di aggiornare, anche perchè devo trovare le frasi giuste da inserire in ogni scena. Ma mi impegno sin da ora a informare chiunque recensirà e inserirà la storia tra le ricordate/seguite/preferite, degli eventuali aggiornamenti che effettuerò.

Vi ringrazio sin da ora per aver letto il primo capitolo della mia fic e spero che abbiate voglia di leggere anche il seguito.

 Prima di concludere dedico questo primo capitolo a ValetantovalE e a PiKaPiKaGiRl, grazie mille per tutto!

Al prossimo aggiornamento!

 

Bani chan


  
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