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Autore: orphan_account    28/08/2012    42 recensioni
Ero a pezzi, fisicamente e mentalmente. Stavo cercando disperatamente di dire quello che pensavo, ma la mia gola era chiusa e non riuscivo a respirare dal dolore: "A-Avete la minima idea di quello che ho dovuto sopportare? Di quello che ancora sopporto, tutti i giorni?"
Li guardai con sfida. Due di loro era chiaramente confusi, come se non avessero la minima idea di cosa stessi parlando. Liam e Niall, invece, abbassarono lo sguardo.
[...]
"Per favore, Taylor! Lasciati aiutare." Liam mi stava supplicando, ma i suoi occhi non riuscivano a scollarsi dalle mie braccia. Niall era così disperato che per poco non si metteva a piangere. Dieci minuti dopo questo teatrino mi abbandonai alle lacrime, lasciandomi scivolare lungo il muro del bagno.
Basta, ora basta.
Srotolai le bende bianche e voltai le braccia verso di loro.
E proprio in quel preciso istante, la porta si aprì, e Zayn entrò nella stanza. No, lui no. Lui non doveva vedere i tagli, non potevo permetterlo.
I suoi occhi saettarono verso le mie braccia scoperte, e la sua espressione cambiò di colpo.
[Gli aggiornamenti sono molto lenti. Siete avvertite.]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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POV Gary:

14 settembre 04:20
Mi rigirai nel letto, sentendo le coperte attorcigliate attorno alle mie gambe come viticci. Per quanto ci provassi, non ero ancora riuscito a chiudere occhio. La stanza era buia, ma in un angolo lampeggiava la luce rossa del televisore e i numeri digitali della sveglia sul comodino di fianco al letto.
La finestra era rimasta aperta, e cominciava a fare abbastanza freddo, ma non riuscivo a trovare la forza per alzarmi e chiuderla. Sapevo che nel momento stesso che mi fossi alzato avrei perso anche l'ultimo appiglio che avevo al mondo dei sogni. Mi rotolai ancora sul materasso, fissando il soffitto.
Serrai le palpebre, cercando in qualche modo di mettere la parola fine su quella nottata infernale.

Zayn uscì dal bagno sbattendosi la porta alle spalle e bestemmiando peggio di uno scaricatore di porto. Io stavo aspettando fuori, sentendomi in qualche modo di troppo in quella situazione. Per un secondo sembrò voler tornare di là insieme a Harry e Louis, ma poi si accorse che ero lì. Il suo sguardo infuocato si concentrò sul mio volto, e si avvicinò a me.

Una folata di vento più violenta delle altre fece riaffiorare la mia coscienza, e in quel momento non potei che benedire le forze della natura, dato che la mia voglia di rivivere la serata era pari a quella di sognare il funerale di mio padre. Non osavo allungare una mano per sistemare le coperte ingarbugliate, nonostante stessero diventando sempre più fastidiose. Mi sentivo stanco morto, ma a quanto pareva nemmeno la pura esaustione era in grado di farmi addormentare. Sospirai pesantemente, sentendo un fitta di dolore all'altezza dei polmoni. Pian piano il mio cervello sembrò spegnersi, cedendo alla pressione di sbadigli e palpebre pesanti.

Il moro mi sbatte contro il muro, e io cercai di farmi piccolo per la paura. Non mi ero aspettato una reazione del genere da parte sua. Sembrava che una nuvola nera si fosse posata sopra la sua testa, inasprendo il suo umore. Lui avvicinò il suo volto al mio, e fui circondato dall'odore di sigarette.
Tu lo sapevi. In tutto questo tempo, tu lo sapevi e non hai detto niente.” ringhiò Zayn, sembrando sempre più arrabbiato minuto dopo minuto. Se non avessi detto qualcosa in quel preciso momento, mi avrebbe ucciso, o forse anche peggio. Non lo avevo mai visto perdere il controllo così, nei giorni in cui lo conoscevo.
Non l'avevo mai vista senza maniche, non avevo idea di cosa stesse nascondendo.” mormorai, la mia voce soffocata dal braccio di Zayn, che mi premeva debolmente contro la gola. In quel momento Taylor uscì correndo dalla porta, dirigendosi verso Harry senza notarci.

Fui svegliato dalle goccioline di sudore che mi stavano scivolando dall'attaccatura dei capelli verso le tempie. Il movimento lasciava una sensazione di prurito fastidiosa, che era riuscita a riportarmi indietro dai ricordi fin troppo vividi. Mi passai una mano sulla fronte, allontanando i capelli madidi dalla faccia. Com'era possibile che all'improvviso avessi così caldo, se un momento prima stavo gelando?
Cercai di allontanare quei dubbi che sapevo non avrebbero mai trovato risposta. I miei occhi si chiusero di nuovo automaticamente, cadendo di nuovo nella trappola della notte.

Sentii la voce di Harry urlare qualcosa, e poi il riccio corse verso di noi. Zayn mollò la presa su di me, guardando il suo amico. Riuscivo quasi ad odorare la paura che stava invadendo il corridoio.
Zayn, devi andarle dietro.” disse con voce spenta, fremendo sul posto.
Lui lo fissò con i suoi occhi freddi: “E perché dovrei?” riuscivo a sentire il mio volto trasfigurarsi al pensiero che fosse davvero così insensibile come dava a vedere. Nessuno sano di mente poteva reagire così dopo aver avuto la notizia che un'amica si taglia. Forse non aveva tutte le rotelle al posto giusto.
Harry digrignò i denti: “Dacci un taglio, siamo tutti stufi marci di vederti mentire a te stesso.”
I suoi occhi si ingrandirono per la sorpresa. Senza un'altra parola corse dietro a Taylor.

Un'ora dopo Liam mi riaccompagnò a casa in una macchina piena di ragazzi silenziosi, ancora sotto effetto delle notizie ricevute. Io stesso stavo facendo fatica a crederci, non era un'informazione facile da metabolizzare. L'unico che non era tetro era Louis, che stava canticchiando sotto voce qualche canzoncina di Natale, anche se eravamo ancora a settembre. Ma in quel momento nemmeno i suoi magnetici occhi azzurri riuscivano a risollevarmi il morale. Quando la macchina si fermò silenziosamente davanti a casa mia, in cui tutti stavano già dormendo, scesi senza una parola, troppo scosso anche solo per ringraziarli perbene.

Aspetta!” urlò la voce di Louis, uscita da chissà dove, e stranamente lucida. Mi voltai e davanti a me c'era Louis, bellissimo e sorridente. Rimasi a fissarlo per qualche istante, perso nel leggero bagliore che emanava la sua pelle e dai suoi occhi. Le tonalità di azzurro sembravano ruotare e mischiarsi tra di loro.
Si avvicinò a me e allungò una mano. Io la prese, titubante. Ero convinto che in qualche modo questo fosse tutto uno scherzo e che da un momento all'altro Mark sarebbe uscito da un cespuglio e mi avrebbe aggredito. E improvvisamente sentii le labbra di Louis premere sulle mie. Fu un momento soltanto, e poi lui sparì dal mio campo visivo. Il suo corpo si confuse con l'oscurità e i suoi occhi diventarono altre due stelle in cielo sotto il mio sguardo. Ma il calore delle sue labbra, e l'elettricità che era saltata da lui a me, rimasero nell'aria notturna ancora a lungo.

Una mano fresca di posò sulla mia spalla, scuotendomi fino a che i miei occhi si aprirono involontariamente. Davanti a me c'era il volto sorridente di Mia, che, vestita di tutto punto, mi stava sistemando le coperte meglio attorno alle gambe. Come per un riflesso, mi voltai verso la finestra, notando che era chiusa.
C’era qualcosa che non mi quadrava, una vocina che mi diceva che la cosa era strana. E poi mi ricordai le folate fredde di vento che avevano colorato la mia nottata.
Mia, l'hai chiusa tu la finestra?” domandai, schiarendomi la gola quando mi accorsi del raschio che mi sentivo dentro. Lei mi gettò un'occhiata confusa, scuotendo la testa.
Era chiusa quando sono entrata. Perché?” fu il mio turno di scuotere la testa, senza sapere cosa risponderle.
Poi mi ricordai qualcos’altro, un impulso irresistibile di toccarmi la bocca. C’era quell’ultimo ricordo, o forse era solo un sogno molto reale.
Mi portai una mano alle labbra. Erano secche, e indubbiamente fredde. Sentii una fitta di disappunto. Avevo davvero sperato che quello che avevo sognato fosse successo davvero? Eppure il confine tra realtà e fantasia si stava confondendo sempre di più, ed elementi dell'una sanguinavano nell'altra, confondendomi le idee.
Allora forse mi ero anche sognato tutta la faccenda di Taylor. Ma poi mi ricordai delle prove inequivocabili che avevo, e che non mi ero sognato anche lei in giro a maniche lunghe durante le giornate di giugno.
Mia mi stava ancora guardando con divertimento: “Dio, fratellino, non so cosa tu abbia bevuto, ma dev'essere stato forte per ridurti in questo stato. Vuoi che prenda qualche pastiglia per il mal di testa?”
In quel momento mi accorsi che, pur avendo bevuto la mia parte di alcolici la sera prima, non avevo dolori.
No, grazie. Che ore sono?” domandai, guardando l'orologio accanto a me e rispondendomi da solo.
Mamma ha fatto i pancake. Scendi?” mi domandò dopo qualche istante, in cui lei si limitò a guardarmi mentre controllavo di essere ancora tutto intero.
Allontanai i pensieri su Louis e Taylor e annuii, certo che se avessi messo in moto il cervello con un po' di cibo tutto si sarebbe schiarito, e la mia mente sarebbe riuscita a catalogare meglio ciò che era vero e ciò che era solo un parto della fantasia.
Inutile dire che non successe.

POV Taylor:

14 settembre 09:27
Ero sveglia da meno di un quarto d’ora, e avevo già commesso tre enormi errori, l’uno più grande dell’altro, facendomi pensare che quella giornata era condannata ad essere un totale disastro. Eppure, quando quella mattina mi ero svegliata, tutto propendeva verso il meglio.
L’autunno incombente aveva lasciato di nuovo il posto all’estate, e il sole splendeva in una maniera anomala sulla città, illuminandola come si vedeva raramente in quelle giornate di settembre. Dallo spiraglio sotto la porta veniva l’aroma del caffè e riuscivo a sentire il canto degli uccellini appollaiati sugli alberi. Era sabato, il che significava niente scuola. Insomma, sembrava il risveglio perfetto.
Poi però dovevo essere stata così stanca da non concentrarmi su nulla di quello che mi aspettava una volta uscita dal silenzio confortevole della mia camera.
Prima di tutto, non avevo riflettuto su cosa dire o fare una volta che mi fossi presentata in cucina, sotto gli sguardi accusatori dei ragazzi. Già quello sarebbe dovuto bastarmi a farmi morire di imbarazzo. Come ci si doveva comportare con le persone che hanno appena scoperto che ti tagli? Non avevo davvero scusanti per non averci pensato. Ma questa era solo una delle tante distrazioni di quel giorno, la prima e la meno importante di tutte.
In secondo luogo, non avevo fatto i conti con Zayn. Avevo relegato i ricordi della sera prima e del bacio in un angolo della mente, dando due mandate alla porta e gettando la chiave. Se dovevo essere sincera, la sensazione delle sue labbra sulle mie era stata così stupenda da farmi venir voglia di baciarlo di nuovo il prima possibile. E altrettanto sinceramente, quello che avevo provato mi spaventava. Non sapevo come far fronte alla cascata di emozioni che comportava lo stare vicino a lui, e quindi avevo cercato di allontanarlo, perché finché non avessi capito esattamente cosa mi aspettavo da lui era meglio non fare mosse false.
Ma non avevo pensato al fatto che forse Zayn non l’avrebbe presa troppo bene.
Il terzo, più grande errore di tutti, era stato uscire in maniche corte.
Tanto, mi ero detta, hanno visto tutto quello che c’era da vedere. Mai sbaglio più grosso nella mia vita.
Sta di fatto che quando entrai in cucina, con addosso una maglietta a strisce bianche e verdi (perché qualcuno una volta aveva detto che le strisce ingrassavano), la tensione nella stanza salì alle stelle.
Tutti tranne Louis e Zayn mi stavano fissando, con espressioni che variavano dalla rabbia all’incredulità. Hannah, che stava fischiettando una melodia basilare davanti ai fornelli, non sembrava essersi accorta di nulla. Louis aveva gli occhi cisposi, e sorseggiava un caffè probabilmente molto forte con aria rintontita. Non alzò gli occhi per vedere da dove venisse l’improvviso cambiamento di umore, ma forse aveva così tanto mal di testa da non essersene nemmeno accorto.
Zayn invece non stava guardando nella mia direzione di proposito. I suoi occhi gelidi sembravano voler incenerire il bicchiere di succo che gli stava davanti, stritolato in una presa che gli stava facendo venire le nocche bianche. La sua mascella era contratta, e vedevo gli spasimi dei muscoli sotto la pelle di tanto in tanto. Gli altri tre continuarono a fissarmi finché Louis non alzò lo sguardo, che diventò confuso non appena mi vide ferma davanti all’ingresso. Ci mise qualche istante a capire cosa non gli tornasse della visuale, anche se non capii se era stata la maglietta a maniche corte a metterlo sull’attenti o i tagli.
Louis scattò in piedi, rovesciando per sbaglio la tazza bianca che aveva di fronte e macchiandosi tutti i pantaloni di caffè mentre mi fissava le braccia. Mi costrinsi a deglutire il nodo di sconforto che si era bloccato in gola e abbassai lo sguardo per terra. Mi ero completamente dimenticata che con ogni probabilità Lou non si ricordava nulla della sera prima, men che meno la grande rivelazione.
La tazza, che nel frattempo aveva cominciato a rotolare verso il bordo del tavolo, cadde per terra, frantumandosi in mille pezzi sotto i miei occhi, con un rumore assordante che fece girare Hannah.
Aveva una spatola in mano, e riuscii a vedere le sue sopracciglia aggrottate mentre si girava, non avendo ancora capito cosa avesse provocato il trambusto: “Si può sapere cosa sta succedendo?”
Il suo sguardo cadde sulla tazza e le chiazze di caffè sul pavimento, e stava già per chiedere spiegazioni quando mi vide. Mi squadrò da capo a piedi, balbettando qualche suono incoerente.
Vergine Maria, perché diavolo... E quella maglietta da dove spunta fuori?” i suoi occhi erano così spalancati che riuscivo a vedere il bianco tutt’attorno. Alzai le braccia in segno di resa, ma il gesto sembrò farla concentrare di più sui tagli.
Cristo, Taylor, pensavo avessi smesso! E dove sono le bende?” il suo tono era isterico, anche che non riuscivo a capire perché fosse così agitata. Scossi la testa, lasciandomi cadere su una sedia vuota, l’unica a dire il vero. Di fianco a Zayn, che girò la testa dall’altra parte quando mi sedetti di fianco a lui.
Cercai di spiegarle la situazione in termini sintetici, sentendo la faccia prendere fuoco per lo sconforto: “Hanno capito tutto, quindi siccome fa caldo e sono in una casa piena di persone che sanno quello che faccio, non c’è bisogno di vestirsi pesantemente.”
Hannah lasciò cadere la spatola nella padella e si appoggiò alla lavastoviglie: “Stavi per farmi venire infarto. Se hai intenzione di fare una cosa del genere un’altra volta, dammi un po’ di preavviso, per l’amor del cielo.”
Poi si fermò un secondo e mi fissò con aria incuriosita: “Cosa intendi dire con ‘hanno capito tutto’?”
Che hanno capito, sanno che mi taglio, che sono a conoscenza del fatto che sono sottopeso, che-” Hannah mi interruppe con un gesto della mano.
E va bene, ho capito.” si girò a fissare i ragazzi ad uno ad uno, improvvisamente feroce, “Spero per voi che non l’abbiate stressata troppo, altrimenti mi rispedisco a casa a calci.”
Sono stati gentilissimi.” borbottai, omettendo di dire che non gli avevo precisamente lasciato il tempo di digerire l’informazione. Ero scappata da miei problemi ancora una volta. Stavo diventando piuttosto brava a farlo. Calò il silenzio, perché era chiaro che nessuno sapeva cosa dire.
Alla fine Louis mormorò qualcosa sull’andare a cambiarsi, mentre Liam aiutava Hannah a ripulire il pavimento dai cocci. Niall era andato ai fornelli per evitare che le uova cominciassero a bruciare, e questo lasciava me, Harry e Zayn seduti a tavola, evidentemente a disagio.
Guardai le venature scure del tavolo di legno finché Harry non mi richiamò alla sua attenzione. Alzai il viso verso di lui, notando lo sconforto sul suo volto. Sembrava essere invecchiato di cinque anni durante la notte, perfino i suoi capelli parevano essersi sgonfiati. Sentii una fitta al cuore al pensiero che ero stata io a ridurlo così. Ma sicuramente mi stavo sbagliando, e c'era qualcos’altro che lo turbava.
Ti tirai uno schiaffo mentale. Chi volevo prendere in giro? Era ovvio che era tutta colpa mia.
Harry spinse il suo piatto verso di me, che non aveva nemmeno toccato. Guardai il piatto, e sentii il mio stomaco brontolare piano all’odore pungente del cibo.
Mangia qualcosa.” mi supplicò, fissandomi con gli occhi smeraldo colmi di infelicità. Il mio sguardo slittò da lui al piatto, e mi ritrovai a fissare il cibo con desiderio. C’era un vocina dentro di me che mi stava pregando di mangiare il cibo che mi aveva offerto, fosse solo per fargli un piacere. Ma dall’altra parte una voce molto più forte mi diceva che se avessi mangiato quel cibo me ne sarei pentita in seguito, quando sulla bilancia avrei visto di nuovo un quaranta. Chiusi gli occhi e cercai inutilmente di trattenere una smorfia.
Scossi la testa e cominciai ad alzarmi dalla sedia, con l’intenzione di richiudermi in camera e fare qualcosa che mi avrebbe distratto. Ma una mano premette con forza, spingendomi di nuovo sulla sedia.
Non ti alzerai da questa sedia finché non avrai finito tutto quello che c’è nel piatto.” ingiunse la voce inespressiva di Zayn.
Mi girai verso di lui, una scintilla di irritazione che si accendeva nella mia mente: “Sei diventato mio padre per caso?” cercai di rendere la mia voce ferma e fredda come la sua, riuscendoci solo in parte.
Il mio quarto errore fu guardarlo negli occhi mentre lo dicevo.
Nel profondo dei suoi occhi riuscivo a leggere tutte le sue emozioni che si mescolavano, si fondevano per poi ridividersi e riversarsi contro di me come un fiume in piena.
Se lo fossi non ti permetterei di certo di farti del male.” mi rispose, e vidi gli sforzi che stava facendo per mantenere un tono di voce piatto.
Fermai una risposta velenosa e mi girai verso Harry, sospirando: “Va bene.”
Cosa?” mi domandò lui, confuso dalle mie parole. Ero certa che entrambi si erano aspettati una resistenza maggiore. Annuii, cercando di convincermi psicologicamente per quello che stavo per fare.
Ok, mangerò.” dissi, avvicinando il piatto a me e prendendo in mano la forchetta e inalando profondamente mentre mi mettevo in bocca il primo boccone. I sapori invasero la mia bocca, esplodendo come fuochi d’artificio sulle papille gustative. Dovetti sforzarmi per mandarlo giù, ma alla fine ci riuscii, incoraggiata dalla silenziosa presenza di Zayn di fianco a me.
Harry sbatté le palpebre più e più volte mentre mangiavo la più abbondante colazione che avessi mai fatto da due anni a questa parte. Quando arrivai all’ultimo boccone, sentivo i contenuti del mio stomaco cercare di tornare su, ma li costrinsi a stare dov’erano e chiusi gli occhi mentre respiravo.
Quando li riaprii, li feci scorrere da Harry a Zayn, notando che anche Liam e Niall mi stavano guardando con un’espressione che non riuscii a definire, qualcosa a metà tra affezione e fierezza.
Hannah guardò da me al piatto, e poi di nuovo me: “Non so cosa voi due abbiate fatto per convincerla, ma vedete di farlo più spesso.” disse alla fine, soppesando Zayn sotto i suoi calcolatori occhi azzurri.
Stavolta mi alzai con decisione dal tavolo: “Con permesso, vorrei andarmene ora.” mormorai acida, mentre tutti prendevano nota del mio umore pessimo.
Attraversai il corridoio e mi richiusi in camera mia, respingendo con decisione il fuggevole desiderio di rimettere tutto il cibo che avevo appena ingerito. Invece mi infilai un leggero cardigan bianco, circondandomi del leggero tocco del cotone contro i tagli, e feci una cosa che non facevo da quando avevo conosciuto i ragazzi. Mi sedetti alla piccola scrivania e, tirando fuori il mio quadernetto, cominciai a disegnare.
Se in un primo momento ero stata titubante, non sapendo esattamente cosa disegnare, il secondo che la matita poggiò sul foglio la mia mente cominciò ad elaborare un disegno.
Lavorai senza staccare mai gli occhi dal lavoro che stava prendendo vita davanti a me. Ogni tratto era studiato per adattarsi a quelli circostanti, giocando con le ombre sul volto del ragazzo.
Quando alla fine allontanai il disegno di me, socchiudendo gli occhi e piegando la testa di lato per osservarlo meglio, mi ritenni soddisfatta dal mio lavoro. C’era qualcosa che non era preciso nello sguardo, ma per il resto sembrava abbastanza reale. così somigliante che mi venne un groppo alla gola mentre guardavo la mia rappresentazione cartacea di Zayn.
Alla fine riuscii a capire cosa non mi tornava: aveva un’espressione troppo vulnerabile, e Zayn era tutto tranne che vulnerabile. Ma d'altra parte, cosa cambiava? Non era come se lui l'avrebbe mai visto. Non sapevo nemmeno il motivo per cui avevo disegnato lui e non, ad esempio, Niall.
Stavo provando l'impulso di accartocciare il disegno, ma cercai di trattenermi. Se l'avessi rovinato me ne sarei pentita in seguito. Tamburellai le dita contro il legno della scrivania, prendendo poi un altro foglio e cominciando a disegnare anche gli altri quattro ragazzi.
Non mi distrassi nemmeno un istante, dimenticandomi i miei problemi mentre cercavo il metodo migliore per disegnare i ricci di Harry e il sorriso di Lou.
Mi ritrovai con i loro ritratti sparpagliati sulla scrivania, con attorno almeno sei diverse matite. Li riordinai, e dopo un secondo di esitazione feci scivolare il ritratto di Zayn davanti agli altri.
Zayn era... Zayn. Era freddo e distante. La maggior parte delle volte le sue reazioni erano imprevedibili, e il suo volto sempre privo della benché minima espressività. Zayn era complicato da decifrare.
Quello che però mi stupiva, era il fatto che io volessi capire cosa si celava dietro a quella maschera che indossava come uno scudo invisibile. Volevo farlo aprire a me, e non riuscivo a capacitarmi del fatto che fossi così interessata a lui. Lui mi odiava, avrei dovuto disprezzarlo anch'io, e nessuno si sarebbe fatto male. Invece così... Certo, dovevo tenere in considerazione che non doveva odiarmi così tanto per avermi baciata ieri sera. Ma meno che non si fosse trattato di sensi di colpa. Sì, probabilmente era andata così. Si era sentito in colpa per non averlo capito prima, e aveva cercato di farsi perdonare in una sua strana concezione del perdono. Era inutile che mi scaldassi tanto per una stupidata.
Ma ero comunque a disagio. Quel bacio mi era piaciuto fin troppo.
Ed ero frustrata perché non riuscivo davvero a capire. Se dovevo essere completamente sincera con me stessa, avrei davvero voluto che significasse qualcosa di più.
Per un momento, mi persi nelle mie fantasie, in un mondo in cui avrei potuto dire a testa alta che Zayn era il ragazzo. Un mondo in cui lui mi avrebbe sorriso senza cattiveria o freddezza. Dove il privilegio di baciare Zayn era mio.
Mi riscossi dalla mia immaginazione, corrugando le sopracciglia con costernazione. Ora stavo davvero superando i limiti. Un conto era provare qualche sentimento in più del normale per un bacio, un altro cominciare a pensare a Zayn in quel modo.
Presi in mano il ritratto del pakistano, con l'intenzione di stracciarlo in mille pezzettini, ma in quel momento sentii qualcuno bussare energeticamente alla porta. Lasciai andare il foglio con una smorfia contrariata, e quello scivolò lungo la scrivania fermandosi proprio sul bordo e rimanendo in bilico per un lungo istante prima di cadere per terra.
Mi alzai di scatto per togliere gli occhi dal disegno di Zayn, e andai ad aprire.
Sì?” domandai, decisamente irritata, aprendo la porta solo quanto bastava per permettermi di vedere chi era. Solo per ritrovarmi davanti Harry, con le mani nelle tasche dei jeans e un sorriso imbarazzato. Aprii di più la porta e gli feci cenno di entrare.
Lui fece un paio di passi esitanti dentro la camera, e i suoi occhi caddero quasi subito sul ritratto abbandonato per terra. Alzò lo sguardo verso di me e fece un sorrisetto ironico, alzando un sopracciglio per domandare spiegazioni.
Scossi la testa, non riuscendo a trattenere un sorriso imbarazzato mentre scrollavo le spalle: “Ne ho fatto uno di tutti.”
I suoi occhi si illuminarono: “Posso vedere il mio?” chiese con interesse, avvicinandosi a quello di Zayn ed esaminandolo mentre lo sollevava da terra. Tirai fuori il suo ritratto dal quadernetto, porgendoglielo.
Lui lo fissò con aria attenta, inclinandolo di lato e mordendosi delicatamente il labbro inferiore mentre borbottava qualcosa di indefinito.
Poi lo abbassò e mi guardò negli occhi, annuendo: “Mi piace, posso tenerlo?”
Perché dovresti volere una copia quando sei l'originale?” domandai, confusa dalla sua richiesta. Non riuscivo davvero a capire cosa ci volesse fare, oltre ad appenderlo in camera.
Lui scoppiò a ridere: “Prendilo come un complimento al tuo talento.” mi disse con un occhiolino, sparendo dalla camera in un battito di ciglia e riapparendo nemmeno due minuti dopo, questa volta senza il mio ritratto sotto braccio. Lo guardai con divertimento, scuotendo la testa. Se avessi davvero voluto, avrei potuto farne un altro da tenere per me.
Allora, sei venuto qua per qualche ragione concreta o solo per rubare il mio ritratto?” gli domandai dopo una breve pausa di silenzio.
Lui spostò il peso da un piede all'altro, all'improvviso imbarazzato: “Ti va di uscire con me?” mi chiese tutto d'un fiato. Lo guardai senza respirare. Cosa diavolo avesse voluto dire con quella domanda lo sapeva solo lui, e non credevo di avere abbastanza coraggio da chiedere precisazioni.
Continuai a fissarlo fino a quando non cominciò ad arrossire sotto il mio sguardo: “Non mi guardare così, non ti ho mica chiesto di sposarmi!”
Non è che ci sia molta differenza.” borbottai, forse anche più imbarazzata di lui.
Lui fece un paio di passi verso di me: “Senti, Taylor, so che ti starai chiedendo se stamattina ho dimenticando il cervello sul comodino, e la risposta è no, so quello che sto dicendo.”
Tutto questo stava diventando abbastanza ridicolo. Prima dover far finta di stare con Niall per non finire in terapia intensiva all'ospedale, poi il bacio con Zayn, e ora questo. Mi chiesi che cosa fosse successo ai ragazzi in quella casa negli ultimi giorni; sembravo attrarli come il miele attrae le api. E per me, abituata ad essere invisibile, lo shock stava diventando quasi troppo.
Forse tu sai dove vuoi andare a parare con quella domanda, ma io sono confusa: da dove diamine ti è uscita?” gli domandai schiettamente, dando voce alle mie perplessità.
Sarò sincero, tu non mi piaci. Senza offesa ovviamente, sei una ragazza stupenda, ma non sei esattamente il mio tipo.” disse con un sorriso di scuse, passandosi nervosamente una mano tra i ricci.
Soppressi un verso irritato, sentendo le mie mani fremere per la voglia di colpire qualcosa. O meglio, qualcuno. Io non ero una persona violenta, ma Harry stava davvero mettendo alla prova la mia pazienza.
Harry? Sai che quello che stai dicendo non ha il minimo senso logico, vero?”
So che può sembrare strano, ma ne ha.”
Affondai la testa tra le mani per un momento, facendo respiri profondi: “Lasciami capire: io non ti piaccio, però vuoi uscire con me.” Lui annuì, sembrando sempre più serio ogni momento che passava.
Io invece scossi la testa: “Senti, vai a farti una dormita. Domani mattina, quando sei sobrio, ne riparliamo. Va bene?”
Harry però si lasciò scappare un gemito di impazienza: “Sono già sobrio, Tay. Ora, se mi lasci spiegare capisci quello che intendo dire.” Mi sedetti sul letto, facendogli cenno di cominciare a parlare, e di farlo prima di essere sbattuto fuori. Lui si schiarì la gola, cominciando con tono melodrammatico a raccontare.
Come ti sarai sicuramente accorta, Zayn è cotto di te.” Mi sfuggì un suono strangolato, e i miei occhi si ingrandirono.
Harry si immobilizzò: “Cosa?” domandò nervosamente, mentre io lo fissavo con la bocca aperta.
Ripeti.” gli ingiunsi, alzandomi in piedi e cominciando a camminare avanti e indietro per la camera. Di sicuro avevo capito male, non era possibile che io, Taylor Austen, gli piacessi.
Lui sbuffò, alzando gli occhi al cielo: “Hai capito perfettamente: Non dirmi che non te ne sei accorta?”
Scherzi? Mi tratta come se fossi una mosca fastidiosa.” obbiettai, dando voce ai miei dubbi.
Lui annuì: “Hai ragione, ma tu non conosci Zayn. Più si sente attratto da una ragazza meno la tratta bene. Io l'ho conosciuto alle elementari, e ci ho messo due anni anche solo a farlo smettere di guardarmi con diffidenza.”
Corrugai le sopracciglia: “Allontana le persone a cui vuole bene? Perché?”
Lui mi prese per mano, trascinandomi di nuovo assieme a lui sul letto: “Ha paura, suppongo. Non ha mai avuto tanta fortuna con le relazioni, tutte le ragazze stabili che ha avuto sono finite in tragedia. Una l'ha usato per far ingelosire il suo ex, un'altra solo per il sesso, e così via. Non ce ne è stata una con cui si è lasciato in buoni rapporti.”
Annuii, ma non riuscivo comunque a mettere assieme tutti i pezzi; “E dove rientra il tuo appuntamento con me in questa storia?”
Lui si lasciò sfuggire una risata poco allegra: “Dopo l'incidente di Niall e Liam abbiamo capito che l'unico modo per fare in modo che superi le sue paure è togliergli la persona dei suoi desideri.”
Stai dicendo che vuoi farlo ingelosire?” domandai, e finalmente compresi il suo piano.
Esattamente!” mi rivolse un grande sorriso, mettendo in mostra la sue adorabili fossette.
L'idea mi suscitava emozioni contrastanti. Da un lato, ero elettrizzata dal fatto che piacessi ad un ragazzo attraente come Zayn, che poteva avere qualunque ragazza desiderasse. Ma dall'altro sapevo che genere di ragazzo era. Non sarei riuscita a tenere in piedi una relazione con lui, non con i suoi scatti di umore e gli strani comportamenti. E poi, mi chiesi mentalmente, nessuno aveva pensato alla possibilità molto concreta che a me non piacesse Zayn?
A dire il vero, fu quell'ultimo pensiero a far scattare la mia ira: “Si da il caso che a me non piaccia.”
Lui mi guardo, e la sua espressione era scettica: “Forse ancora non sai di esserlo, ma credimi, abbiamo tutti visto come vi guardate.”
E di grazia, come ci guardiamo?”
Lui sorrise tristemente, i suoi occhi persi nel vuoto: “Come se non poteste vivere senza starvi vicini.”
Mi alzai in piedi: “Tu sei pazzo, siete tutti pazzi.” dissi, allontanandomi piano da lui, con passi misurati.
Lui scrollò le spalle: “È possibile. Ma tu devi farlo, se non per te, almeno fallo per Zayn. Ci tiene davvero tanto a te.”
Tanto quanto?” domandai, socchiudendo gli occhi e guardando la sua espressione diventare più sobria.
Si distese sul mio letto, i suoi capelli sparsi attorno alle coperte: “Più di quanto abbia mai visto. Non gli fa bene tenersi i suoi sentimenti dentro, ma se non gli diamo una piccola spinta non ti confesserà mai quello che pensa.”
Harry? Io non voglio che mi faccia del male.” avevo chiuso gli occhi mentre glielo confessavo, incapace di sostenere il suo sguardo smeraldo, e la mia voce tremava leggermente, colpita dalle emozioni.
Non ti toccherebbe nemmeno con un dito.” disse con dolcezza lui, alzandosi per venirmi ad abbracciare. Mi aggrappai disperatamente a lui, trattenendo un singhiozzo.
Non intendo quel genere di male.” sussurrai contro il suo collo.
Lui si allontanò per guardarmi in faccia, cercando qualcosa nella mia espressione: “Se succede tu vieni da me che lo raddrizzo.” gli sorrisi debolmente, apprezzando immensamente l'uso del se e non del quando.
Allora, esci con me?” mi domandò di nuovo dopo qualche istante.
Prima dimmi una cosa. Come mai hanno scelto te?” chiesi. Se, come credevo, avevano fatto questa scelta tutti e quattro assieme, sarebbe stato più ovvio scegliere Niall, con cui avevo il rapporto più stretto.
Gli angoli delle sue labbra si curvarono verso l'alto: “Zayn farebbe di tutto per far felice Niall, anche a sue spese, e avrebbe trattenuto la gelosia. Ti giuro, a volte quei due sono così affiatati che mi fanno quasi paura. Liam è interessato ad un'altra, e Zayn lo sa, quindi non ci cascherebbe nemmeno per un momento. Louis ha messo gli occhi su un'altra persona e, anche se lo sappiamo solo io e lui, non ha voluto per paura che la persona si facesse qualche strana idea. E quindi rimanevo solo io.” disse, spalancando le braccia con una mezza risata.
Chiusi gli occhi per un breve istante. Non era come se avessi molte possibilità, anzi, non ne avevo proprio. Sospirai per la centesima volta, riflettendo sul fatto che quando Zayn avrebbe scoperto l'inganno sarebbero stati guai per tutti: “Gli do una settimana di tempo. Se in sette giorni non riesce a confessarsi la chiudiamo qua.”
Harry sembrò sul punto di ribattere, ma poi annuì: “Perfetto, andiamo a dirlo ai ragazzi.” il suo tono era studiatamente allegro, come se gli avessero appena detto che Natale sarebbe arrivato prima quest'anno.
Intrecciò le sue dita con le mie, premendo il suo palmo contro il mio. Pensavo che non avrei provato niente, proprio come tutte le volte che toccavo Niall o Liam. Ma la sua mano era fresca e morbida, e sentii una scarica di elettricità passare tra di noi a tradimento.
Quando mi fui ripresa dal contatto, con Harry che mi trascinava in cucina, dove sembravano tutti spendere la maggior parte del loro tempo, riflettei che sarebbe stato proprio da me innamorarmi di Harry mentre cercava di far ingelosire Zayn.
Il nostro ingresso in cucina fu a dir poco spettacolare. Harry stava sfoggiando un sorriso a trentadue denti, mentre io cercavo di emulare la sua baldanzosa felicità. I ragazzi, seduti al tavolo a giocare a carte mentre Hannah sorseggiava una tazza fumante di tè, ammutolirono quando si accorsero delle nostre mani unite.
Ma ovviamente solo la sorpresa di Hannah e Zayn non era finta.
Hannah? Per te va bene se domani porto Taylor fuori a pranzo?” domandò Harry con il suo tono più convincente, mentre ci sedevamo vicino a Liam. Io tenni lo sguardo sulle, evitando accuratamente di girarmi verso Zayn. Ero certa che se avessi incontrato il suo sguardo avrebbe letto le nostre intenzioni nel verde muschio dei miei occhi. Dovetti ricordarmi che stavo facendo tutto quel teatrino non per me, ma per lui. Quando mi avrebbe dichiarato i suoi sentimenti gli avrei detto che non era il mio tipo o qualche scusa del genere. Non ero obbligata a professargli amore eterno. Ma ancora una volta quegli stupidi sogni ad occhi aperti mi distrassero, facendomi pensare ad un futuro tra me e Zayn.
Hannah sorrise: “Per me va benissimo. Cos'è, una specie di appuntamento?” chiese con il sorriso nella voce. Sentii le mie guance prendere fuoco, e Harry rise.
Sì, una specie.” rispose Harry, riprendendo la mia mano intrecciandole sopra il tavolo, in modo che Zayn vedesse chiaramente. Senza riuscire a controllarmi, mi girai a guardare Zayn.
Come al solito, il suo volto stupendo era freddo e impenetrabile, protetto dalle sue barriere invisibili. L'unico segno di tensione che traspariva dalla sua postura era la mano stretta in un pugno. Deglutii a fatica, sentendomi magneticamente attratta dai suoi occhi scuri ma sapendo che se non avessi distolto subito lo sguardo sarei crollata.
A salvarmi fu il cellulare, che cominciò a vibrarmi in tasca. Corrugai le sopracciglia, compilando una lista, molto breve tra l'altro, delle persone che avrebbero avuto bisogno di chiamarmi di sabato mattina.
Sfilai il telefono di tasca sotto gli sguardi di tutti.
Pronto?” domandai, essendomi dimenticata di controllare il numero. Anche se c'era da dire che erano poche le persone che avevano il mio numero, e ancora meno quelle che mi chiamavano.
Ciao tesoro. Come stai?” la voce era indubbiamente quella di mio padre, ma era molto più stanca di quanto l'avessi mai sentita prima. Immediatamente mi feci più cauta, percependo la tensione dall'altro capo del telefono. Chiusi gli occhi per cercare di fermare un primo momento di panico. Ero certa che si sarebbe trattato solo di qualche innocuo prolungamento del loro viaggio di lavoro.
Bene. Come sta andando lì?” domandai, cercando di mantenere la voce tranquilla. Non pensavo che sarei mai arrivata a dirlo, ma mi mancavano. Non erano mai a casa, e quando c'erano erano sempre occupati in questioni legali e cose simili. Io ero praticamente cresciuta da sola.
Dall'altra parte lo sentii sospirare: “Ecco, ti volevo parlare proprio di questo.”
Lo precedetti, sforzandomi di non piangere al pensiero di non vederli ancora per un bel po': “Dovete fermarvi più a lungo? Non ti preoccupare, sono sicura che me la caverò.”
Sentii lo sguardo di Hannah trapassarmi con intensità, e incontrai gli occhi sorridenti di Niall.
Taylor, torno domani sera.” disse con voce stentorea, e riuscii a sentire che c'era qualcosa che non tornava.
Sentii il mio cuore perdere un battito per poi ripartire al doppio della velocità: “Torni? E... e la mamma?”
Cominciai a temere il peggio. Poteva essere successa qualunque cosa, e nessuno me lo avrebbe detto.
Senti, Taylor, lei si ferma ancora per un po', solo per qualche giorno però. Ne parliamo quando torno a casa, ti va?” la sua voce si fece dolce, e sentii che si stava sforzando per non piangere, o forse mettersi ad urlare.
Sentii il mio tono salire di almeno due ottave, e aumentare di intensità: “Papà, non ho più cinque anni, voglio sapere cosa sta succedendo.” gli ingiunsi, alzandomi dalla sedia e cominciando a camminare avanti e indietro per la cucina come un animale in gabbia. Harry cercò di fermarmi, ma scrollai la sua mano dalla mia spalla. Riuscivo a sentire i buchi che stavano scavando i loro sguardi curiosi nella mia schiena.
Per favore, Taylor.” mi pregò mio padre, e quella voce stanca mi fece solo venir voglia di urlare.
Di sicuro non poteva essere successo nulla: “La mamma sta bene?” domandai.
Tua madre sta più che bene.” ribatté acido mio padre. Mi fermai sui miei passi, guardando il telefono con confusione, come se quell'apparecchio potesse darmi le risposte che cercavo.
Poi lo sentii mormorare qualcosa sottovoce e riprese a parlare: “Siediti per un secondo, tesoro, dobbiamo parlare.”
Mi sedetti sul bordo della sedia come un robot, senza essere veramente al corrente delle mie azioni, aggrappandomi al telefono come se fosse stato un salvagente e io stessi affogando.
Alzai lo sguardo per un istante, e notai che gli occhi penetranti di Zayn erano fissi su di me, senza un'espressione particolare in volto.
Papà?” il mio tono era intriso di panico che non voleva saperne di lasciarmi libera. Il mio cuore batteva così velocemente che non lo sentivo più.
Taylor, amore, io e la mamma abbiamo avuto dei diverbi negli ultimi giorni.” gli feci un verso per indicargli di continuare, anche se avevo una brutta sensazione di quello che stava per arrivare.
Vedi, tua madre è incinta.” sentii il mio morale risollevarsi e volare alle stelle. Mamma non stava morendo, non aveva una malattia terminale ed era incinta. Avrei avuto un fratellino o una sorellina!
Mi ritrovai a sorridere: “Ma è stupendo! Sapete già se è maschio o femmina?” domandai, deliziata dalla notizia. Mi girai verso Harry, sorridendo il primo sorriso sentito da giorni, settimane anche.
Sarei stata una sorella maggiore modello. Lo avrei portato al parco, e gli avrei cambiato i pannolini, lo avrei fatto giocare e gli avrei cantato una ninna nanna finché non si fosse addormentato.
Ascoltami, Tay, stiamo per divorziare.” Per poco il cellulare non mi cadde di mano per lo shock. Prima mi diceva che mamma aspettava un bambino e poi che divorziavano?
Sentii un viscido presentimento su dove voleva andare a parare tutto il suo discorso, ma cercai di ignorare la mia voce interiore e inghiottii un groppo alla gola: “Ma... E io bambino?”
Non è mio.” il telefono questa volta cadde sul pavimento, interrompendo la conversazione quando si aprì e la batteria cadde poco lontano dall'involucro di plastica..
Mi sentivo come se mi avessero buttato addosso dell'acqua gelata. Non riuscivo a fare un respiro abbastanza profondo, e mi sentivo girare la testa. Afferrai la tovaglia con entrambe le mani, sentendo la stoffa piegarsi sotto il mio tocco. Harry cercò di tranquillizzarmi, cercando di capire come mai avessi cambiato espressione così velocemente e il perché del mio panico.
Taylor, è tutto a posto?” domandò lentamente Hannah, fermandosi nell'atto di portarsi la tazza alle labbra. Scossi la testa, muta, mentre sentivo i miei occhi cominciare a pizzicare per le lacrime che le invadevano. “Vado a fare le valigie.” sussurrai, alzandomi dal tavolo e barcollando verso la mia camera.
Mi dovetti appoggiare al muro a più riprese per non cadere per terra. Quando alla fine riuscii ad entrare in camera mia, accecata dal dolore pulsante e dalle lacrime, l'unica cosa a cui pensavo era il mio rasoio.

BABY YOU LIGHT UP MY WORLD LIKE NOBODY ELSE, THE WAY THAT YOU FLIP YOUR HAIR GETS ME OVERWHELMED. BUT WHEN YOU SMILE AT THE GROUND IT AIN'T HARD TO TELL, YOU DON'T KNOW, OH OH,YOU DON'T KNOW YOU'RE BEAUTIFUL.
Ma buon pomeriggio lettrici care! Ahahahaha oddio, scusate, non ce la faccio oggi, sono preda di un attacco di euforia xD Scommetto che riconoscerete la canzone qua sopra. Ebbene, sappiate che è una delle mie canzoni preferite (assieme ad una trentina d'altre...) per questa settimana. E ora vi starate chiedendo: 'che diamine si è fumata questa? Non aveva mica detto di odiarli, i One Direction?' Ahahahaha li odio ancora!! Ma la amo, è una canzone stupenda, meravigliosa :D Ovviamente il motivo è che non è cantata dai One Direction. Ok, cerchiamo di essere seri nel resto dell'angolo autrice. Allora, il capitolo è una schifezza immane (non per nulla è stato scritto durante un periodo in cui sono decisamente al settimo cielo) e so che appena mi calmerò un attimo mi pentirò amaramente di averlo pubblicato, ma in questo momento è l'ultima delle mie preoccupazioni. In realtà dovevo aggiornare ieri, ma poi mi sono persa in una maratona di Punk Goes Pop e mi sono uccisa dal ridere ascoltando WMYB e You Belong with me (NON quella di Taylor Swift). No, davvero, sono magnifiche, me ne sono letteralmente innamorata. Andate su youtube e scrivete Punk Goes Pop what makes you beautiful e Punk goes pop you belong with me. Hanno trasformato le due schifezze immani che erano (senza offesa, ma le originali fanno davvero pietà #il modo perfetto di farsi linciare da fangirl impazzite...) in capolavori. In effetti, forse è meglio che non le ascoltiate... Penso che potreste avere un mini attacco di cuore.
Ma, tornando al capitolo e tralasciando la musica, l'unica cosa da dire è che fa veramente schifo, e che probabilmente scapperete urlando dopo metà. Anche perché, non ho idea di che cosa ho scritto. Davvero, non so che cosa sia quello che scritto, di certo non un capitolo della mia ff xD O almeno, non della ff che avevo in mente. Probabilmente con questo ho sconvolto le mie stime, credo che non siamo ancora a 2/3 di storia dopo questa sensazionale cacca (ma ormai vi state abituando ai miei capitoli caccosi...)
Poi sono felicissima per aver ricevuto la mia prima recensione neutra, e mi sento come una vera scrittrice ora! La mia logica contorta dice che non si può essere bravi se a tutti piace...
Tra-la-la-la, me ne vado ora :)
Eleonora :)
P.S. 359 recensioni. 359. Ne vogliamo parlare?? Siete magnifiche! Dite che ce la facciamo ad arrivare a 400? ;) No, con questo capitolo decisamente no. 
P.P.S. Lo so, lo so, sono pessima, ma proprio non ce la faccio a rispondere alle recensioni oggi (già che ho aggiornato mentre dovevo fare i compiti di latino...), entro domani rispondo a tutte, non vi preoccupate.

   
 
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