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Autore: penguin    28/08/2012    3 recensioni
“Leeds 2011: Thirty Seconds To Mars” gli rimbombava nella testa da ore ed ore.
Era un continuo «Oh mio Dio!» ma anche «Piuttosto spostiamo una data del tour.» e addirittura «Farò in modo che i Leto mi rapiscano.» e davvero tutti volevano solo chiuderlo nello stanzino delle scope e lasciarcelo marcire per qualche ora.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Larry. Leeds 2011.
Parliamo dei Thirty Seconds To Mars, che sono un po' la mia vita.
E basta così, partecipa al contest "Revival: Leeds 2011" indetto dal #THEGAYSHAVEGAYEDAGAIN
Dedicata al Bakery project, e alla Second Generation. Love x
!Prompt 13: I believe in nothing, but the beating of our hearts.
 


The concert is a polite form of self induced (beautiful) torture.
 
 
Che Harry Styles fosse un Echelon ormai era chiaro a tutta la United Kingdom. E a tutta l'Europa, e la Terra e le galassie. 
Che gli occhi grandi e blu di Jared Leto gli mettessero i brividi, però, lo sapeva solo lui. E Louis.
Leeds 2011: Thirty Seconds To Mars” gli rimbombava nella testa da ore ed ore.
Era un continuo «Oh mio Dio!» ma anche «Piuttosto spostiamo una data del tour.» e addirittura «Farò in modo che i Leto mi rapiscano.» e davvero tutti volevano solo chiuderlo nello stanzino delle scope e lasciarcelo marcire per qualche ora.
«Louis, tu ci vieni con me? Vero?»
E Louis davvero non sapeva negarglielo: bastava leggergli negli occhi eccitati, bastava far scivolare lo sguardo tra le sue dita nodose e già sudate, e poi perdersi definitivamente, come un suicidio, nel solco che i suoi denti bianchissimi creavano sul labbro inferiore.
«Ci andremo.»

Il viaggio in macchina non era mai sembrato così lungo, ed Harry non riusciva a stare fermo neanche un po'. «Una volta l'ho baciato, Leto.» dice tutto d'un fiato verso Louis che quasi sbanda e va a finire su guard-rail. Ma poi aggiunge «Ho baciato un suo poster in realtà.» e Louis scuote la testa, con quella sensazione strana nello stomaco che non sa mai se è disperazione o completa adorazione.
«Tu l'hai mai visto Jared Leto, Louis?» non riesce a fermarsi, è un fiume imperterrito di parole, una valanga di frasi, e sensazioni, ed emozioni. Louis vorrebbe davvero prenderlo in giro, ma non ci riesce. Ogni volta che ci prova, si perde in quello sguardo di cui è un po' geloso, dove Harry guarda il vuoto e tende le labbra in un sorriso stupido. Ma tuttavia meraviglioso.
«No, Harry. Non dal vivo, almeno.»
«È l'uomo più elettrizzante del Creato, Boo. Dio, devi assolutamente vederlo. È bellissimo, da mozzare il fiato, ed ha la forza di mille uomini messi tutti assieme. Riesce a spostare una folla di trentamila persone solo con un gesto, riesce a farli piangere, farli pogare e creare i mosh-pit più surreali del secolo. Dio, Lou, voglio diventare come lui. Voglio davvero fare tutto questo.»
«Harry, credo mi piaccia di più Shannon.»
«Eresia, Tomlinson. Eresia.»
Ma Louis, davvero, spera con tutto sé stesso che i sogni di Harry si possano realizzare, che i loro sogni insieme si possano realizzare.

L'attesa è estenuante, per Louis. Louis odia le tende, i campeggi, le scomodità, l'erba fredda e umidiccia del mattina, i sassolini che ti entrano nelle scarpe, la pioggerella inutile delle quattro del pomeriggio. Ma ama i baci di Harry, impazienti ed eccitati. Ama il suo gesticolare quando è in
ansia, il suo parlare lentamente, i suoi “ehm” sconclusionati, il suo passare la lingua sulle labbra ad inumidirle, perchè seppur lentamente, parla davvero troppo.
«Louis! Manca poco! Manca poco! Dio, sono agitatissimo!» Harry non sta più nella pelle, da qualche ora sembra letteralmente impazzito, saltella qua e là ed è un continuo «Mi verrà un infarto.» e «Se dovessi morire, sappi che ti amo da impazzire.»
Louis non fa altro che scuotere la testa, ridere, abbracciarlo, baciarlo sulle labbra e ripetergli «Sarà l'esperienza più bella della tua vita, dopo il mio culo, ovviamente.» E allora Harry ride di gusto, lo guarda maliziosamente e «Dopo ogni concerto che si rispetti, c'è sempre un After Party. Attento Tomlinson.»

C'era la folla, il sudore, gli spintoni e le urla.
E poi, tutto d'un tratto c'è Shannon Leto che suona la batteria. E più lui suona, più tutti urlano, più tutti urlano, più Louis pensa d'essere in Paradiso. Con Harry.
Ed Harry sta già saltando come se dovesse morire qualche ora dopo, come fosse il suo habitat naturale. Allora si prende la briga di distrarsi un attimo da quei tamburi e da quei muscoli per soffermarsi sui ricci giù umidi di Harry, che già si appiccicano sulla fronte, che già si sposta con un gesto che conosce fin troppo bene, di come quando fanno l'amore.
Ed è come una tempesta interiore e tutto ha più senso. Di come riesce a farsi travolgere da quella musica, Louis non sa nulla. Di come la gente intorno a sé gli sembri così familiare, ancora meno. Harry aveva cercato di spiegarglielo l'Echelon. “Louis, si legge Escelon, non Ekelon, dai!”
Non l'aveva capito subito, ma quella sensazione di familiarità, quel senso di uguaglianza ma allo stesso tempo di unicità, non era eguagliabile a nulla: ed era esattamente quello che cercava di spiegarli Harry da due mesi.

«Oddio.» un sussurro: Louis.
Harry non può fare a meno di voltarsi, e trovare davanti a sé gli occhi enormi di Louis che brillano, estasiati e rapiti dalla band che un giorno rapì lui. «Te l'avevo detto.» gli sorride allora. Gli stringe forte la mano, ed inizia a sgomitare trascinandosi dietro Louis, arrivando il più avanti possibile. Con una mano si aggancia alla transenna e, dopo avergli creato qualche centimetro di spazio a suon di calci, «Vai! Attaccatti alla trasenna! Vai!» gli urla. Lo fa passare davanti a lui e fa in modo che riesca ad incastrarsi alla meno peggio tra le due ragazzine impazzite per gli occhioni blu di Jared Leto o per quelli verdi e felini di suo fratello Shannon. Louis è talmente rapito da tutto ciò che lo circonda, che quasi dimentica di avere ormai accanto a sé Harry. Non riesce a staccare gli occhi da Jared, carismatico ed elegantissimo ed allo stesso tempo tremendamente buffo con quel cappello da indiano circondato dalle piume. Lo vede, seduto sul palco con una chitarra acustica, un fascio di luce su di lui e poi, con voce flebile, decisamente diversa da prima, inizi a cantare su una melodia semplice ma tremendamente dolce.
«I believe in nothing, but the beating of our hearts.» se lo sente quasi urlare tra i capelli, e Dio, riconoscerebbe quella voce anche tra sette miliardi. Senza pensarci due volte, su butta sulle labbra di Harry e lo bacia. Lo bacia con foga, con amore, con violenza. L'adrenalina accumulata durante il concerto si scarica sulla sua lingua, che lotta animatamente con quella di Harry. Le gambe quasi gli cedono, le mani stringono i ricci bagnati di sudore e pioggia, ignora i dolori alle costole e inspira avidamente l'odore di Harry fino all'apice delle narici. Ogni minimo centimetro della sua pelle che non è a contatto con Harry, non riesce a sentirlo, non esiste.
Non esistono transenne, amplificatori, non esistono Echelon né tantomeno Thirty Seconds To Mars e la voce di Jared Leto come sottofondo. Esistono solo loro due, Harry Styles e Louis Tomlinson, che si baciano in un campo sconfinato, sotto la pioggerellina fredda, bretone e fastidiosa.
 
I believe in nothing, one hundred suns until we part. I believe in nothing, not in Satan not in God. I believe in nothing, not in peace not in war. I believe in nothing, but the truth of who we are”

 

  
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