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Autore: Mugiwara no Rufy    28/08/2012    0 recensioni
Avvertenza: questa fic contiene spoiler, chi non e' spoilerato faccia attenzione.
Siamo nella saga di Bourbon e la storia parte dopo gli eventi del file 800. Come nel manga tutto torna alla normalita', e da qui inizia la storia.
Sembra una giornata tranquilla, quando una telefonata strana arriva a casa Mouri: Conan, Ran e Kogoro, insieme al suo assistente Amuro raggiungono una donna che ha chiamato Kogoro per un caso: da quel giorno la vita di Conan verra' sconvolta da mille eventi e non sapra' piu' che aspettarsi, specie con la minaccia di Bourbon, di Gin e di tutti gli altri, incluso il boss dell'Organizzazione.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“ Ma insomma papà, perché no?” disse Ran Mouri, sbattendo le mani sulla scrivania.
“ Perché io ti porto sempre con me, e la sai una cosa?” Kogoro Mouri, suo padre si alzò di scatto dalla sedia in cui era accomodato e pronunciò tre parole “Mi sono STU-FA-TO.”
Conan aprì la porta dell’ agenzia e chiese “ Che succede?”
Ran sbottò seccata “ A papà hanno affidato un incarico su un caso da risolvere… ma non vuole portarmi!”
<< Si comincia già con le rogne..>> pensò Conan seccato: a un tratto si trovò il volto di Ran vicinissimo; arrossì di colpo, scivolò e cadde all’indietro.
“ Scusami Conan!” si scusò Ran dispiaciuta “ Non mi rispondevi…”
Aveva il volto di Ran quasi appiccicato, e lui invece di essere razionale e pensare a cose ben più importanti, era arrossito ed era pure caduto! Lei gli faceva sempre quest’effetto….
“ Conan, mi ascolti?” La voce di Ran stavolta gli arrivò distintamente alle orecchie e sorridendo rispose prontamente “ Si, Ran-neechan?”
“ Oggi hai proprio la testa fra le nuvole” constatò lei “Volevo chiederti se anche tu vuoi venire con papà!”
Il piccolo detective stava per rifiutare: non aveva assolutamente voglia di andare, in più gli bruciava un po’ la gola, e voleva rilassarsi, ma quando vide il volto minaccioso di Ran cambiò subito idea.
“ Si, certo che ci verrò!” rispose con un tono falsamente entusiasta.
Ran, con uno sguardo vittorioso si rivolse al padre “ Hai visto? Vuole venire anche Conan, siamo due contro uno!”
Kogoro sbuffò “ E questo cosa dovrebbe significare? Quando dico che non verrete, vuol dire che sarà così!” detto questo, spostò la poltrona che aveva acquistato da poco, posizionandola davanti al televisore: poi inserì una cassetta nel videoregistratore e subito partì un concerto di Yoko, dove lei cantava con una voce quasi sovrannaturale.
Ran era alquanto seccata “Sei fissato con Yoko Okino, quando la pianterai?”
Purtroppo erano parole al vento, dato che Kogoro aveva alzato il volume della televisione e incitava Yoko a tutto spiano, mentre si apriva una lattina di birra, e la beveva quasi tutta in un sorso.
Il telefono improvvisamente squillò: Ran corse subito a rispondere “ Pronto?”
Dall’altro capo del filo, arrivavano respiri fiochi e deboli: Ran, iniziando a preoccuparsi, chiese con più voga “ Pronto? Pronto, chi parla?”  e la persona misteriosa sussurrò “ A- aiu…to…”
Conan afferrò la cornetta, strappandola dalle mani della ragazza, e chiese subito “ Pronto?”
Il bambino udì dei respiri fiochi, e a un tratto la voce sussurrò “ A… aiuto…” Conan, con una gocciolina di sudore sulla fronte, urlò preoccupato “ Chi parla? Ehi!” ma la persona aveva riattaccato, e alle orecchie di Conan arrivarono i classici e odiosi squilli che ponevano fine a una chiamata.
Conan inizio’ a tossire, e Ran preoccupata chiese “ Ehi Conan, che hai, stai male?”. Lui pero’ la rassicuro’ “ Non ho niente, ti avevo detto prima che avevo mal di gola, e urlando ora al telefono mi e’ venuta un po’ di tosse, ma niente di che non preoccuparti!”
Ran assunse un espressione piu’ sollevata, ma poi chiese al detective occhialuto “ Ma Conan, chi era secondo te?”
“ Non lo so, quando ci ho parlato io, ha chiesto aiuto….” disse lui preoccupato.
“Aiuto?” disse lei sbigottita.
Conan rimuginava tra sé e sé: chi poteva essere l’autore della telefonata? Che senso aveva fare dei respiri, chiedere aiuto, e poi chiudere la telefonata?
Era anche possibile che prima che potesse dire di più, qualcun altro avesse chiuso la telefonata...l’unica cosa di cui era certo senza ombra di dubbi riguardava la voce: di sicuro era maschile.
 “ Non preoccuparti, Ran-neechan, e’ stato di sicuro uno scherzo!” la tranquillizzò lui chiudendo gli occhi con un sorriso.
Lei sorrise “Spero sia così…”
Ran in realtà non era affatto tranquilla: aveva la sensazione che chiunque avesse chiamato, si trovasse in pericolo e inoltre quella voce…. l’aveva già sentita da qualche parte.
Conan per cambiare discorso si rivolse a Kogoro “ Ehi zietto, che caso ti hanno affidato?”
Kogoro spaparanzato sulla poltrona e mezzo ubriaco, circondato da lattine di birra urlò contro il bambino “Stai zitto marmocchio, che devo ascoltare Yokooo!!!”
Conan sbuffò: ormai quasi non ne poteva più di esser trattato come un moccioso da tutti, specie da Kogoro, che sapeva essere davvero pesante.
Ran spense il televisore rivolgendo uno sguardo minaccioso al padre: Kogoro assunse un aria spaventata, fino a quando non si decise a parlare “ Tanto vale dirvelo, visto che non verrete: si tratta di una ricerca di persona, infatti mi ha chiamato una donna che mi ha incaricato di cercare il suo salvatore di vent’ anni fa… pare che stava per essere investita ma questo ragazzo la salvò, anche se la ragazza finì comunque all’ospedale per l’urto violento contro l’asfalto… quando la ragazza si riprese, chiese dov’era il ragazzo in questione, ma le dissero che era già partito senza dare spiegazioni, questo è tutto.
“ Papà, ma non è strano che questa ragazza lo voglia cercare solo dopo vent’anni? Non poteva iniziare le ricerche molto prima?” prese parola Ran.
Kogoro sbuffò “ Bah, non avrà avuto tempo e voglia, i ricconi son tutti così!”
“Perché, questa signora e’ ricca?” chiese Conan, e gli fu risposto con un cenno del capo del detective che Conan interpretò come un si.
 Ma la questione non era per nulla chiusa: Ran aveva ragione, perché la donna non ha iniziato prima le sue ricerche?
A un tratto il russare assordante di Kogoro, che dormiva beatamente con la testa sul tavolo e la bava che gli colava dalla bocca, risvegliò Ran e Conan dalle proprie riflessioni: il piccolo detective uscì correndo dalla stanza urlando “ Ran-neechan, sono in camera mia a fare i compiti!”
La ragazza urlò di rimando “ Va bene, se ti serve qualcosa avvisa!”
Shinichi Kudo, per il momento nel corpo di un bambino, chiuse la porta della sua camera a chiave e prese il cellulare che usava abitualmente, e che ormai definiva il cellulare di Conan: voleva sapere chi era l’artefice di quella strana telefonata.
Cercò nella rubrica la voce Hattori e schiacciò il tasto di chiamata: alle orecchie del detective arrivò qualche squillo, e poi una voce allegra che urlò “ Ehi Kudo! Come te la passi!”
“ Hattori!” disse il detective dell’est a denti stretti staccando il cellulare dall’orecchio “ Per piacere, potresti evitare di urlare al cellulare, specialmente urlare quel cognome che ti e’ entrato in testa come un chiodo fisso?”
“ Oh scusami!” disse lui con un finto tono dispiaciuto “ Perché mi hai chiamato?”
“ Per caso sei stato tu a chiamare l’agenzia investigativa per scherzo, fingendo di aver bisogno d’aiuto?”
Hattori sgranò gli occhi “ Ma che cavolo stai dicendo? Io? Io non chiamo mai all’agenzia del vecchio, perché dovrei farlo oggi, per uno scherzo poi!”
“ Te l’ho chiesto perché oggi qualcuno ha chiamato: prima ha risposto Ran, poi ho afferrato la cornetta io. Sentivo dei respiri fiochi e qualcuno che chiedeva aiuto, poi la chiamata e’ stata interrotta, e l’unica informazione che ho, e’ che quella voce era maschile.” spiego’ Conan.
“ Non ho idea di chi possa essere stato… ma che hai Kudo? Mi sembri preoccupato… non sarà che c’entrano… loro?”
Kudo ribattè “ Ma va’, non e’ nel loro stile chiamare direttamente, poi non avrebbero motivo di chiamare qui, e per chiedere aiuto a chi poi? A Kogoro? Ma figuriamoci!”
“ Be’, io non ti so dire di più, ora devo andare a pranzare, sai c’e’ pure quella rompiscatole di Kazuha, e prima che inizi a gridare come una pazza preferisco andare adesso, ci vediamo, eh?” e riattaccò.
“ Hattori, aspe… bah, ha riattaccato!” sbuffò il bambino buttando il cellulare nel letto per poi sdraiarsi anche lui.
Ultimamente si sentiva strano: lui desiderava ardentemente tornare il detective liceale Shinichi Kudo, e correre da Ran per non lasciarla più sola, ma allo stesso modo… lui non voleva abbandonare le vesti di Conan Edogawa: a quella vita si era abituato, e tornando adulto sarebbe svanito tutto, ma soprattutto si sarebbe allontanato dalle quattro persone a cui si era affezionato di più nella sua vita da bambino: Ayumi, Genta, Mitsuhiko e Haibara.
Ayumi teneva molto a lui e se fosse sparito, lei che era innamorata avrebbe sofferto molto, mentre Mitsuhiko e Genta l’avrebbero odiato per essere sparito e aver fatto soffrire Ayumi, mentre Haibara…. bè lei era diversa.
Con lei aveva vissuto moltissime emozioni, sentendosi spesso sotto tiro dell’Organizzazione: come dimenticare l’avventura all’Haido City o al porto per incastrare Vermouth quando era spuntata lasciandolo di stucco? Inoltre niente le sfuggiva, e con quegli occhi che si ritrovava sembrava che gli leggesse dentro con una facilita’ pazzesca, a malapena era riuscito a nasconderle la questione Bourbon.
Il bambino si mise la mano sotto il mento riflettendo << Bourbon.. il membro dell’Organizzazione con abilità da detective di cui mi ha informato Jodie.. sembra che dia la caccia ad Haibara, ma io ne dubito fortemente.. quando Vermouth le dava la caccia avevamo costantemente il fiato sul collo e travestita da Araide ci teneva d’occhio indisturbata…ma se proprio come allora Bourbon ci tenesse d’occhio e noi non ci accorgiamo che ce l’abbiamo vicino? Ma se ho ragione e’ qualcuno che Haibara non ha mai visto, perche’ ultimamente la sua ansia verso gli uomini in nero scatta solo quando c’e’ vicino Subaru, per il resto niente…”
Conan scese dal letto e si sedette per terra a gambe incrociate, riflettendo “ Allora… qualcuno di sospetto effettivamente c’e’, cioe’ Sera Masumi, ma non credo proprio che lei sia Bourbon per svariati motivi:  Sera e’ una ragazzina e quei tipi non assumono membri cosi’ giovani, in piu’ lei sembra interessata a me, ma io finora neanche esisto per l’Organizzazione, e punto terzo non e’ interessata ad Haibara: a parte quando ha dimostrato di averla vista nel video del professore non l’ha piu’ nominata, anche se rimane il mistero di come abbia fatto a notarla…ma va’, dato che Sera e’ una detective come me, avra’ un occhio fine e inoltre unendo anche il suo ingegno, logico che si sia accorta di Haibara, non c’e’ da preoccuparsi!”
Improvvisamente una lampadina si illumino’ nella sua testa: e se fosse stata Haibara a farle lo scherzo? Dopotutto era tipico di lei: una volta dopo essersi svelata come Sherry, gli aveva fatto credere di essere una membra sadica tornata bambina, e che aveva scoperto tutto di lui, ed era pronta a rivelarlo agli altri membri: inoltre gli aveva fatto credere che Agasa era morto.
Poi un'altra volta gli aveva fatto prendere quasi un infarto quando in ospedale si era presentata puntandole una pistola, dalla quale poi erano uscite delle rose, per non parlare di tutte le sue frasi incomprensibili che liquidava con un semplice “ Scherzavo.”
Cosi’ il detective si alzo’ di scatto, afferro’ il cellulare, e chiamo’ subito Haibara, che dopo pochi squilli rispose con un freddo “ Pronto?”
“ Haibara, sono io: per caso sei stata tu a chiamare oggi all’agenzia investigativa chiedendo aiuto con una voce strana?
La scienziatina sollevo’ un sopracciglio e replico’ “ Perche’ mai dovrei perdere il mio tempo in queste sciocchezze?”
Conan rispose sarcastico: “ Sai, perche’ e’ tipico di una certa adoloscente in un corpo da bambina fare questi scherzi assurdi….” ma lei lo interruppe “ Kudo, non fai ridere, ora ti saluto, ho cose piu’ importanti da fare.”
Conan urlo’ “ Ehi, aspe…” ma lei aveva riattaccato: con un ringhio rabbioso lancio’ il cellulare nel letto ripetendo piu’ volte “ Certe volte la detesto!”
Si butto’ sul letto, senza pensare a niente, voleva solo stare un po’ in pace: e senza accorgersene, si addormento’.
Conan correva lungo un corridoio buio, a un certo punto davanti a lui apparvero tre porte: la prima era a sinistra, la seconda al centro e la terza a destra.
 Una voce maligna disse melliflua “ Quale scegli? Solo una di queste ti portera’ a casa sano e salvo, una ti portera’ nell’oblio puro, e un'altra nel posto che temi di piu’ dove ci saranno le persone che temi di piu’.”
Conan disse risoluto “ Scelgo quella al centro!” e sempre di corsa, l’apri’, e in un attimo fu catapultato in uno stanzino.
Davanti a lui, come per magia, comparve la persona che temeva di piu’: occhi sadici e iniettati di sangue, capelli lunghi e argentei, e un ghigno perfido: Gin.
Come se non bastasse teneva per il braccio una Haibara adoloscente, che tremava tutta: poi vide qualcosa che gli fece mancare il respiro.
Dal nulla comparve la spalla di Gin, ovvero Vodka, che teneva per un braccio Ran Mouri, che spaventata e con le lacrime agli occhi, non riusciva a parlare.
Gin disse perfido: “ Shinichi Kudo, ti abbiamo scoperto, e ora scegli: o ti fai uccidere tu, o ti uccideremo le due persone a te piu’ care.”
Shinichi stava per farsi avanti per essere ucciso, quando qualcuno ripeteva il suo nome in continuazione: la testa gli doleva e voleva che chiunque lo stesse chiamando la smettesse.
Vodka inizio’ a sghignazzare e il ghigno di Gin si fece piu’ largo: dopodiche’ risuonarono due spari e delle urla.
Conan pallido e tremante apri’ gli occhi e si sedette sul letto col fiatone: davanti a lui vide Ran, che sembrava molto preoccupata.
“ Conan, che diavolo ti e’ successo?” gli chiese lei, ma lui sorrise “ Non preoccuparti, ho solo avuto un incubo.”
Improvvisamente si senti’ avvolto da qualcosa, e poi si rese conto che Ran lo stava abbracciando.
“ Meno male” disse lei “ Eri cosi’ spaventato e pallido che pensavo avessi la febbre o qualcosa del genere, mi sono spaventata da morire. Sai… quando stai male tu, mi preoccupo come se stesse male Shinichi.”
E lo guardo con gli occhi lucidi, mentre Conan, triste per cio’ che stava passando Ran disse “ Capisco.”
Ran si alzo’, e con un sorriso smagliante disse “ Ma guarda te che dormiglione, non lo sai che e’ quasi ora di cena e hai anche saltato il pranzo? Vuoi che ti prepari qualcosa?”
“ No grazie, mi sono appena svegliato e non ho voglia di mangiare niente” disse lui con un sorriso tirato.
“ Sei sicuro?” chiese lei, e al cenno di assenso del bambino, lascio’ la stanza. Nonostante fosse vero che di solito quando si svegliava poco prima di cena, non aveva fame, stavolta era per un altro motivo: quell’incubo gli aveva chiuso lo stomaco.
Sebbene erano al sicuro dall’Organizzazione, temeva davvero che Ran e Haibara cadessero nelle grinfie dell’Organizzazione: e poi non erano totalmente al sicuro, questo Bourbon in giro gli metteva un po’ d’inquietudine.
A un tratto una voce maschile allegra arrivo’ alle orecchie di Conan “ Buonasera, Mouri-sensei! E ciao anche a te, Ran!”
Conan svogliatamente usci’ dalla sua stanza e ando’ in sala da pranzo dove insieme a Kogoro e Ran, c’era proprio lui: Tooru Amuro, l’assistente di Kogoro.
Ran sorridendo, gli chiese “ Amuro, vuoi restare per cena?” e ovviamente la domanda di Ran fu accolta con un “ Si, volentieri!” da parte del ragazzo.
Amuro si offri’ di aiutare Ran ad apparecchiare, e fu proprio la ragazza a dire “ Lo sai che papa’ domani deve andare da una donna ricca per aiutarla con un caso? Pero’ non mi vuole portare!”
Kogoro ribatte’ seccato “ E’ sempre appiccicata a me insieme a quell’altro marmocchio che si intromette sempre nelle indagini, ci credo che non li voglio portare!”
Amuro chiese “ Un marmocchio che si intromette nelle indagini? Intende il piccolo Conan?” e Kogoro confermo’, mentre Conan nascosto dietro il muro, sudava freddo.
I tre si sedettero a tavola, e mentre Kogoro inizio’ ad abbuffarsi, Amuro domando’ a Ran “ Ma in che senso si intromette?”
Ran rispose senza esitazioni “ Boh, ogni tanto fa qualche osservazione intelligente che da’ nuovi spunti a mio padre per il caso, poi quando mio padre e’ in posizione di trance e spiega il caso, qualche volta spunta da dietro di lui per dire qualcosa.. inoltre da quando e’ arrivato Conan, i clienti sono venuti uno dopo l’altro e mio padre e’ diventato famoso!”
Kogoro sbuffo’ “ Non esageriamo, da come parli tu sembra che sia lui a fare tutto!” ma Amuro fece un sorrisetto, mormorando “ Interessante…”
Conan sbuco’ dal suo nascondiglio, prese una sedia e si posiziono’ tra Ran e Amuro, urlando “ Ran-neechan, ho una fame, ho una fame da lupi, ti prego dammi qualcosa da mangiare!”
Ran era frastornata: prima non voleva nulla e ora aveva una fame da lupi? A volte Conan era proprio strano.
La ragazza sorrise e diede un piatto abbondante di curry a Conan, mentre Amuro lo scrutava di nascosto, con sospetto.
Il ragazzo prese parola “ Mouri-sensei, mi e’ venuta un idea: domani deve recarsi da quella donna per risolvere un caso, io, Ran e Conan potremo accompagnarla!”
Kogoro sgrano’ gli occhi, e dopo essersi quasi soffocato col cibo disse “ No! Al massimo porto solo te, ma loro due no!”
“ Per piacere, guardi che non gli costa nulla! Ran rimarra’ buona a guardare le sue gesta e il piccolo Conan…rimarra’ con Ran! Vero piccolo?” e gli sorrise.
Kogoro ci penso’ un po’ su, e poi decise “ E va bene! Ma voi due dovete stare al vostro posto, solo Amuro potra’ aiutarmi!”
Ran esclamo’ contenta “ Certo!” dopodiche’ ringrazio’ Amuro, e mentre lui sorridendo disse che non aveva fatto niente di speciale, Conan lo scrutava attentamente: Amuro non era un semplice assistente di Kogoro.
Lui aveva appena manipolato Kogoro con tante belle parole, e sapeva anche perche’ voleva lui e Ran li’: voleva vedere cosa faceva durante la scena del crimine per studiarlo piu’ da vicino, e se non invitava anche Ran, sarebbe stato sospetto: ormai aveva deciso, l’avrebbe tenuto d’occhio.
Amuro si trattenne ancora un po’ a casa Mouri, dopodiché se ne ando’, e mentre Conan si coricava cercando di prendere sonno, penso’ che ultimamente stava avendo troppi problemi.
  
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