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Autore: _Fy    29/08/2012    1 recensioni
Sara è una ragazza allegra e solare eppure così insicura e timida. Come ogni adolescente si troverà ad affrontare le problematiche della sua età. Frequenta il terzo anno di scuola superiore ed è sempre in compagnia della sua migliore amica storica, Liliana. Tra qualche gioia e qualche dolore tipico dei suoi 16 anni, Sara affronterà mille avventure e finalmente conoscerà l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo poche ore più tardi si rese davvero conto del gran pasticcio in cui si era cacciata, essere amica di Matteo le avrebbe fruttato innumerevoli grane nonchè la probabile ira di Liliana; tra fare da terza incomoda ad un'appuntamento a diventare amica del ragazzo che piace alla tua migliore amica c'era una grande differenza e Sara ne era fin troppo consapevole, come era consapevole che per quella volta non avrebbe potuto certo fare appello alla sua ingenuità affibiandola come scusa plausibile ad una sua, ormai evidente, cazzata.

No, si trovava decisamente con le spalle al muro e una grossa valanga di "cacca" pronta a sommergerla.

Sospirò ormai decisa a non prestare ascolto a ciò che il professore stava blaterando ininterrottamente da un'ora, si concesse anzi di riservare alcune occhiate al ragazzo che sedeva poco distante da lei e che a differenza sua sembrava alquanto interessato a quella noiosisissima lezione di storia, tanto da prendere appunti.

Si domandò come avesse fatto ad essere talmente stupida da farsi abbindolare da lui a tal punto da arrivare a mostrargli la sua anima ed il suo cuore ferito, con quale coraggio avesse tirato fuori tutti quei sentimenti che per anni aveva represso, che con fatica era riuscita a sopprimere fino a farli divenire un dettaglio poco importante, un dettaglio pronto a diventare vitale solo nei piccoli momenti in cui sentiva di star cedendo, di essere caduta ancora nel turbine dei suoi ricordi e nella sua stupidità, nella sua incapacità di andare avanti come le persone normali sapevano fare.

" E' passato tanto tempo, è inutile pensarci ancora " quella era la frase che sentiva più spesso quando qualche suo familiare, pungendola nel vivo nel suo dolore, riceveva qualche risposta piena di rancore per un passato ormai lontano; si rendeva conto che il tempo era passato, che molte cose erano cambiate, che lei non era più una bambina, che era cresciuta e maturata, che possedeva delle idee precise e delle risposte che prima non trovava, eppure una parte di sé, forse qualla più importante, il suo cuore, non era riuscito ad andare avanti.

Si riscosse da quei pensieri solo quando una pallina di carta le colpì la fronte lasciandola basita, facendo sorgere in lei un moto di stizza verso la persona che aveva osato distoglierla da quelle riflessioni; quando però incontrò lo sguardo di Matteo osservarla ansioso, il fastidiò svanì e con esso anche i suoi dubbi.

Le sue gote si imporporano al ricordo dell'abbraccio che li aveva uniti poche ore prima e Matteo sembrò intuire i suoi pensieri perchè le regalò un sorriso dolce, uno di quei sorrisi rari che poche volte gli aveva visto fare.

E tutti erano stati rivolti a lei.

Distolse con non poco fatica i suoi occhi da quelli del ragazzo e si concentrò in quella che a tutti gli effetti si stava rivelando un'impresa ardua: aprire il foglietto appallottolato alla perfezione. Quando riuscì nella sua missione, sorrise leggendone il contenuto.

- Ehi, cosa sono quegli occhietti tristi? Non credere che non li abbia notati! Ci vediamo sul terrazzo durante la pausa :) -

Alzò nuovemente lo sguardo puntando i suoi occhi in quelli di Matteo che non avevano ancora lasciato la sua figura e con convinzione, si ritrovò ad annuire. Matteo tornò a guardare il professore di storia pur non prestando ascolto alle sue parole; si sentiva felice, come non lo era stato per molto e questo era avvenuto solo grazie all'incontro con quella ragazza.

Più volte Matteo aveva cercato di dare un nome ai sentimenti che sentiva nascere dentro di sé ma come ogni volta si ritrovava a pensare che era troppo presto per spiegare quel nuovo calore, che era troppo presto anche solo per capire cosa fosse; Sara gli piaceva, questo lo aveva compreso, ma non si trattava solo di un discorso fisico, c'era qualcosa in lei che lo aveva chiamato a sé già dal primo istante in cui l'aveva notata, forse il suo modo di parlare o di gesticolare con le mani, il suo modo di sorridere, un sorriso sincero, uno che parte dal cuore e ti lascia scoperti i denti, il suo modo di sbuffare con gli occhi rivolti verso l'alto facendo muovere la frangetta, il suo modo di spostare le ciocche dei capelli dietro le orecchie, ciocche che irrimediabilmente le tornavano davanti agli occhi, il suo modo di scuotere la testa ogni qual volta stava pensando a qualcosa di negativo o magari la sua buffa espressione quando usciva fuori la lingua colta da un pensiero disgustoso, la sua risata e la sua espressione fiduciosa che si posava su qualsiasi persona che le parlasse, la paura nei suoi occhi quando qualcuno tentava di entrare più in profondità, nel suo cuore, il suo profumo dolce o semplicemente quel suo modo di guardarti capace di rimettere insieme il mondo che sembrava ormai distrutto, di destabilizzarti e trovare la pace.

Forse perchè anche lei aveva conosciuto la sofferenza e malgrato tutto sorrideva ancora, rideva ancora, viveva ancora.

Proprio come non era riuscito a fare lui, limitandosi esclusivamente a sopravvivere.

La campanella suonò e con un'ultima occhiata verso la ragazza, sfrecciò fuori dalla classe per dirigersi verso la terrazza; salì in fretta le scale sentendo i muscoli tendersi ogni qual volta tentava di aumentare il passo percorrendo i gradini due alla volta. Una volta arrivato in cima, si fermò per riprendere fiato, la sua mano chiusa a pugno si appoggiò sul suo petto in prossimità del cuore in modo tale da sentirne i battiti veloci e senza nessuna ragione apparente si ritrovò a sorridere.

Matteo abbassò la maniglia della porta che conduceva alla terrazza e una volta spalancata fu colpito da un soffio di vento freddo che mosse i suoi capelli facendogli istintivamente chiudere gli occhi.

- Matteo

La voce di Sara lo colse impreparato e ci mise qualche secondo prima di trovare il coraggio di girarsi.

- Ehi

- Ehi

Il silenzio era calato inesorabile tra i due costringendo Sara a fissarsi le scarpe in cerca di ispirazione.

- Allora.. Ehm... Oggi in classe ti ho visto giù di morale.

Sara sorrise ma i suoi occhi non lasciavano ancora il pavimento.

- Dici?

- Bhè, in teoria dovresti dirmelo tu.

Sara emise una risata strozzata mentre una sua mano aveva preso a stuzzicare la pelle del suo braccio destro, arrossandola.

- Che stiamo combinando?

- In che senso?

Sara trovò il coraggio di alzare lo sguardo ed immergere finalmente i suoi occhi in quelli di Matteo; per un attimo si guardaro intensamente, i loro occhi sembravano comunicare tutto ciò che le parole non riuscivano a fare lasciando libero sfogo alle emozione e a quei dubbi che spesso venivano a cercarli per mettere a dura prova quel già precario equilibrio che si era creato tra di loro.

- Non fare il finto tonto, sai bene che di mezzo c'è Liliana! Non puoi non aver notato le sue marcate attenzioni nei tuoi confronti.

- Ma a me non interessano le sue attenzioni.

- Ma a me si! E' la mia migliore amica e questo giochetto non è corretto nei suoi confronti! Che ci siamo messi in testa? Aprirci così, come se fosse possibile, come se ci conoscessimo da anni, come se..

- Come se ci fossimo aspettati da anni.

Sara lo fissò ammutolità per qualche secondo prima di tornare nuovamente lucida.

- Non dire idiozie, eravamo fragili e ci siamo sfogati con il primo sconosciuto che ci siamo trovati davanti.

La ragazza lo sorpassò dirigendosi verso la ringhiera; aveva bisogno di incamerare più aria possibile per rimanere razionale e non lasciarsi nuovamente sopraffare dalla sua insicurezza e dal suo cuore.

Matteo la seguì fermandosi a pochi passi da lei, perdendosi a contemplarla mentre i raggi del sole le baciavano le spalle e i capelli.

- No, io non ho affatto scelto la prima ragazza che mi sono trovata davanti, io ti ho scelto, ti ho vomitato addosso il mio dolore perchè una parte di me sapeva che potevo farlo, che avrei trovato finalmente quelle risposte che da troppo tempo cercavo, che mi avrebbero aiutato ad andare avanti. E sono convinto che anche per te è stato lo stesso, non ti saresti mai aperta con qualcuno, non lo hai fatto con nessuno fino ad ora, lo so, lo sento. Sei troppo orgogliosa e testarda per farlo, sei troppo codarda per coinvolgere qualcuno nel tuo dolore, sei troppo spaventata all'idea di non essere accettata, di farti vedere debole.

Sara si girò offrendogli nuovamente la vista del suo viso che adesso appariva sorpreso e infastidito.

- Cosa ti fa credere che io sia realmente così? Cosa ti rende così sicuro di aver capito tutto di me?!

- Non ho compreso tutto di te, ma so quello che provi perchè è lo stesso per me. Solo che, mentre tu sorridi e vivi imponendoti di vedere tutto normale, imponendoti di avere una vita tranquilla e serena come una normale adolescente mascherando le tue paure in diffidenza e il tuo dolore in sorrisi, io me lo sono precluso, ho mostrato al mondo il mio dolore mascherandolo in freddezza.

- Dove vuoi arrivare adesso?

- Voglio diriti solo che tutto quello che è successo non è un caso. Non precludertelo e non precludermelo. Viviamo questa amicizia, è solo questo che ti chiedo.

- Liliana?

- Non lo saprà, a scuola farò l'indifferente ma fuori da queste mura e su questa terrazza, permettimi di essere me stesso. Permettimi di avvicinarmi a te e di sentirmi ancora vivo.

Matteo sembrava implorarla con lo sguardo e osservando quegli occhi resi così dolci, ormai provi di quella freddezza che sembrava animarli nei giorni precedenti, si arrese.

Annuì priva di forze ricavando uno splendido sorriso da parte del ragazzo che adesso la guardava gioioso.

- Allora, ti va di andare al luna park domani?

 

   
 
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