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Autore: bulletproofAliz    29/08/2012    6 recensioni
''Lei mi griderebbe in faccia che ho sempre paura, e hai ragione, Emily. Io ho sempre paura.''
Naomily, angst, oneshot, ci sono dei contenuti non del tutto allegri e tranquilli.
Naomi POV.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Naomi Campbell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Note: è un missing moment, prima del tradimento di Naomi. (quarta stagione)
spero di non avervi spoilerato niente. Volevo solo descrivere lo stato d'animo che ha spinto Naomi a fare quello che già sapete.




I was scared.

The calm before the storm.








A volte mi sento soffocare. Mi siedo con la schiena contro il muro e fisso il vuoto della mia stanza. Il letto che fino a qualche ora fa era caldo e profumava ancora del suo odore, del sesso, dell'alcool. Non posso continuare così, penso. Un giorno tutto questo mi ucciderà. Lei, mi ucciderà.
''Naomi!'' sento gridare dalle scale. Non rispondo, mi alzo e mi chiudo a chiave in bagno. Nessuno deve vedermi, dato che nessuno capirebbe. Non ho bisogno di un abbraccio di consolazione, nè di una parola gentile di un amico, di una bella canzone, di... Emily. Non voglio sentire la sua voce, rabbrividisco solo al pensiero. Mi spoglio, entro nella doccia. Il getto caldo cade su di me; mi sono di nuovo dimenticata di struccarmi, quindi gli occhi mi si chiudono, incollati, sotto il peso del mascara. Non sento più niente, oltre al rumore dell'acqua. Non sento davvero più niente, neanche sulla mia pelle. L'acqua mi scivola addosso mentre la mente si allontana ad una velocità sconcertante. Prima che riesca a rendermene conto, sto piangendo. Me ne accorgo soltanto perchè singhiozzo molto forte. Mi chiedo per quanto dovrò ancora andare avanti a vivere così, sto toccando il fondo.
Mi lascio andare a un pianto disperato finchè non ho davvero più lacrime da piangere. Quando esco dalla doccia, non mi asciugo nemmeno, mi trascino davanti allo specchio e guardo intensamente la mia esile, inutile, sagoma. Ho ancora un po' di nero sul volto, nonostante sia stata tanto tempo sotto l'acqua, almeno un'ora. Mi osservo e inorridisco. Se avessi altre lacrime da piangere, probabilmente le piangerei per il disprezzo che ho verso me stessa. Con rabbia, e il dispiacere di non poter cambiare quello che sono.
Una stupida ragazza con qualche rotella fuori posto, ecco cosa sono. Allungo la mano davanti a me ed afferro una lametta. Posizionarla al giusto livello sul braccio non è difficile, anche premere contro la pelle bianca sembra quasi elementare, un gesto così naturale, per quanto non lo facessi da anni. Ci vuole qualche secondo in più prima, ma con fermezza poi ci riesco, e sento il bruciore, il caldo e umido del sangue che scorre, che mi abbraccia il polso e scivola sul pavimento, senza far rumore. Vedere il rosso sulle piastrelle bianche, vederlo colare silenziosamente... Non sento alcun dolore. L'unica cosa che sia davvero capace di fare in questa vita. Coprire il dolore con altro dolore. La pelle brucia, intanto ripulisco il pavimento dal mio stesso sangue. Mi vesto, esco senza degnare mia madre di uno sguardo.
Sul cellulare ho almeno quattro chiamate perse, allora lo spengo. Emily non deve sapere niente. Cammino per il parco davanti a casa mia. Detesto essere la persona che sono.
Lei mi ama, lei non capisce quello che provo. Emily sbaglia, dovrebbe stare con qualcun altro. Non sono la persona giusta per renderla felice, per quanto mi sforzi di farlo.
Mi sdraio sull'erba e fisso il cielo. Un anno fa, in una giornata come questa, ero andata al lago, in bici... con Emily. Cazzo, sempre lei. Nella mia testa c'è sempre un pensiero che vola fino a lei. Chissà cosa sta facendo, chissà se mi sta pensando... Stai pensando a me? Tiro fuori il cellulare spento dalla borsa, lo appoggio sull'erba. Mi accendo una sigaretta per calmare i nervi prima di fare quello che ho in mente. Appena si illumina lo schermo vedo un suo messaggio:
 
'' Mi manchi già. Ti amo.''
 
Lo spengo di nuovo, non ho il coraggio di rispondere. Non posso vivere ogni istante sentendomi come morire, perchè solo quando sono con lei vivo davvero. Non ce la faccio.
L'unico rimedio sarebbe... smettere di vivere. Oppure, semplicemente, smettere di farlo con lei.
Inizio di nuovo a piangere. Emily è l'unica persona che ami davvero lo schifo che sono. Emily è tutto quello che ho.
Ho paura di andare avanti perchè so che un giorno dovrò farlo senza di lei. E senza di lei non c'è niente.
Non riesco a continuare facendo finta di stare bene. Il mio problema è che sono innamorata fino a stare male, fino a piangere alla sera affogando le lacrime nel cuscino, o alla mattina nella doccia. Sono dipendente da lei. Devo allontanarmi prima di rovinare tutto. Prima di farla soffrire per colpa mia... Se dovessi ferirla, morirei.
Devo allontanarmi per proteggerla. Questa vicinanza porta solo a continuo dolore. La amo così tanto che è come se le stessi porgendo un coltello, gridandole ''avanti colpiscimi!''  ma lei non accetta di afferrarlo, allora io stringo ancora più forte le mie dita intorno alla lama, progendole il manico ormai già sporco del mio stesso sangue.
E lei sta facendo esattamente la stessa cosa. Finiremo per demolirci, già lo so, ma mentre stringo questa lama, la guardo negli occhi e giuro che non ho mai visto in vita mia qualcosa di più meraviglioso. Tutto questo mi spaventa. Lei mi griderebbe in faccia che ho sempre paura, e hai ragione, Emily. Io ho sempre paura.
Spero di non ferirti. Voglio solo proteggerti, credimi. Da me stessa.









Olè;
che ve ne pare?
E' depressa, lo so, ormai scrivo e pubblico solo queste cose. Mi dispiace .-.
lasciatemi una recensione comunque, vi do un biscotto çwç
Spero di non aver turbato nessuno con quello che ho scritto, di non aver spinto nessuno al suicidio ecc...
Meglio non dedicare questa ''cosa'' a nessuno. 
Ero in un brutto momento due settimane fa e questo è quello che è venuto fuori.

Grazie per aver letto :)

a presto!

Bulletproof
  
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