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Autore: Julia_Fred Weasley    29/08/2012    2 recensioni
Questa storia parla di me (nella storia Julia Gray) che al 6° anno va a Hogwarts insieme a suo fratello Victor, all'inizio sembra andare tutto liscio come l'olio ma all'improvviso arriverà un mistero che scombussolerà la vita dei personaggi, oltre a Julia un altro personaggio importante è Fred Weasley che aiuterà la ragazza a risolvere il mistero, ma più avanti si innamoreranno facendo sorgere così altri problemi, all'inizio si sà la storia risulta banale ma leggendola più a fondo spero che vi appassionerete :-)
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 30
Sogni Infranti


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Ormai si era fatta sera e dopo il consueto banchetto ci dirigemmo nella Sala Comune di Grifondoro, ma prima che potessi salire nella mia stanza insieme a Hermione, qualcuno mi tirò il polso costringendomi a voltarmi
- Fred, che c’è?
- Niente... volevo solo dirti... ehm... fai bei sogni – cercò di tranquillizarmi
- Bell'incoraggiamento – feci ironica
- Si... ehm... lo so, non sapevo che dirti – continuò tormentandosi le mani, poi tornò improvvisamente serio – Vuoi che dormi con te?
- No, con te credo che riuscirò a dormire e anche profondamente quindi no, credo che questi sogni mi vengano quando sono da sola, quando meno me l’aspetto, ma spero che stanotte mi esca qualcosa
- Senti, io ho detto a Hermione che se per caso stanotte tu avessi avuto una delle tue “visioni”, di chiamarmi e avvertire anche gli altri, non voglia che ti succeda niente Julia
- Ohhhh, quante volte ti ho detto di non avere pietà di me! Io mi so difendere benissimo da sola hai visto Malfoy no? Come l’ho conciato alla partita di Quidditch – gli feci ricordare
- Si – fece un gran sospiro ansioso – Ma non è pietà ok? E che ho solo... solo...
- Solo? – lo canzonai
- Ahh, quant’è difficile – imprecò alzando lo sguardo verso il lampadario della Sala per poi coprirsi gli occhi cercando di trovare le parole giuste – Solo paura di perderti ok?
- Come sei sdolcinato! A te l’amore ti fa rammollire – scherzai indicandogli il petto, lui alzò l’angolo della bocca – Io voglio il ragazzo sicuro di sé e con la risposta sempre pronta e amante di scherzi che ho conosciuto sul binario
- Beh, credo che quel ragazzo sia andato in vacanza per un po’ da quando ti ha conosciuto – abbassò lo sguardo
- Ti prego – risi, anche se mi imbarazzai sentendogli quelle parole – Mi stai facendo venir da vomitare
- Che c’è?! – rise insieme a me – Non è questo che volevi?! Non volevi sapere la verità sempre e comunque?!
- Si, certo, ma evita di essere così vomitevole – alzai lo sguardo per guardarlo dritto negli occhi, lui rise
- Sei sempre la solita
- Si, si è così – affermai sorridendo a labbra chiuse, lui si avvicinò prendendomi il viso tra le mani, cercava di baciarmi ma io non ero ancora sicura quindi decisi di tenerlo ancora un po’ sulle spine – No, non ancora, non ti ho ancora perdonato del tutto – assunsi un’espressione finta accigliata, gli misi una mano sul petto allontanandolo da me, le sue mani scivolarono delicatamente dal mio viso, con sguardo sbigottito mi guardò poi facendo un passo indietro un po’ deluso ma con un piccolo sorriso che gli balenava sulla faccia
- Buonanotte, Gray – si girò dandomi le spalle e si avviò per il dormitorio maschile io feci lo stesso per il dormitorio femminile.
Sinceramente avrei sperato che quella notte nessun sogno mi avrebbe fatto visita, mi ricordo ancora come mi sentii l’ultima volta: terrore, ansia, paura, mistero ma soprattutto terrore, vedere mio padre che veniva torturato era stato terribile, era come se un masso enorme si fosse posato sul mio petto bloccandomi, non riuscendo ad aiutarlo, quel masso che non riusciva a farmi parlare, avvertirlo, mi sentivo impotente, debole, e io odiavo sentirmi così, e avrei fatto di tutto per impedirlo, come ho detto prima avrei voluto non fare nessun sogno ma invece:

Camminavo in un corridoio di marmo nero come la pece, ai lati del corridoio c’erano colonne di marmo bianco, in fondo ad esso c’era una porta anche questa nera con solo al centro un pomo d’ottone, ogni mio passo rimbombava e scricchiolava sul parquet nero, tutto era immerso nella solitudine, non c’era nessuno, volevo raggiungere la porta più in fretta possibile ma era come se tutto si muovesse a rallentatore, quando finalmente riuscì a raggiungere la porta, presi fra le mani il pomo d’ottone che brillava in tutta quella oscurità, lo girai, la porta emise un piccolo “clack”. Aprii lentamente la porta che cigolò, una volta aperta del tutto sentii delle voci provenienti da quella stanza, quando entrai vidi che l’aspetto non era per niente terrificante, anzi era un soggiorno con poltrone e divani tutte intorno a un camino anch’esso l’unico fatto di marmo bianco, le voci cominciarono ad avvicinarsi, una era molto familiare, quella di mio padre, l’altra più acuta, viscida e sibilante, probabilmente Voldemort. Attraversai il soggiorno deserto, superando la soglia di un’altra stanza e fu lì che li vidi, mio padre di nuovo in ginocchio e la figura nera di Voldemort che lo sovrastava con la sua potenza puntandogli addosso la bacchetta, come al solito Voldemort era circondato dai suoi fedeli Mangiamorte, uno dei quali Bellatrix Lestrange, non smetteva di avere una risata da iena stampata in faccia seguita da sguardi di ammirazione per il suo Oscuro Signore che in quel momento parlò alla figura martoriata di mio padre, il quale vidi il dolore solcargli la pelle, aveva delle grandi borse sotto gli occhi e il viso e il labbro pieno di sangue che si mescolavano al sudore, provocandogli così delle macchie nere sul tutto il viso
- Allora te lo ripeto per l’ultima volta James, dove hai messo il mio diario, lo rivoglio, nessuno ti ha insegnato che non si rubano le cose degli altri? – lo schernì Voldemort
- Io... io non so di cosa stai parlando – ammise mio padre quasi in lacrime, non c’è la faceva più a resistere
- Sai benissimo di cosa sto parlando, quel tuo caro diario dove scrivi i tuoi appunti James – la voce di Voldemort echeggiava nella sala insieme alle risate malefiche dei Mangiamorte
- Signore, posso farlo io, non c’è bisogno che vi affaticate – intervenne Bellatrix – Sono sicura che con me sputerà il rospo e nel vero senso della parola visto che nelle segrete non c’era nient’altro – tutti gli alleati risero alla battuta macabra della donna
- NO! – la voce acuta di Voldemort superò le altre – Voglio farlo io, di persona, voglio io stesso sentirgli implorare pietà
- Ma signore... - continuò Bellatrix
- Aspetta – la voce viscida di Voldemort proruppe dalla stanza – Senti anche tu, leale alleata – voltò di poco la testa da dove mi trovavo io, ora si girò completamente, i suoi occhi rossi puntarono dritti verso di me, io feci un gemito di paura
- Signore... – intervenne Bellatrix
- NO! – gridò di nuovo lui fermandola – Ci penso io, bisogna dargli il giusto benvenuto – puntò la bacchetta dritta verso di me poi aprì di nuovo la sua bocca facendo rivelare dei denti aguzzi e infine:
- Avada Kedavra!

- NO! – gridai, mi alzai di scatto dal letto, madida di sudore, alcune gocce penzolavano dai miei capelli, le lenzuola erano bagnate fradice, ecco di nuovo il terrore impadronirsi di me, Hermione si catapultò vicino al mio letto
- Julia! Julia! – mi scosse le spalle – Stai bene? – ci misi un po’ a prendere fuoco delle immagini attorno a me
- S-si – cercai di dire a fatica, mi alzai dal letto, la testa cominciò a girarmi ma preferii mille volte che fosse a causa del Whisky, non riuscii a reggermi in piedi così mi aggrappai alla colonna del letto a baldacchino
- Julia che fai?! – esclamò Hermione sorpresa – Ritorna a letto subito!
- Voglio solo andare in bagno, posso?! – cercai di trovare un tono di voce normale, cominciai a sentirmi stabile quindi lasciai la colonna del letto, Hermione mi si avvicinò preoccupata, respirava a fatica eppure ero io quella che aveva avuto l’incubo – S-sto bene – dissi, ed era vero, i giramenti di testa si facevano sentire meno e riuscivo a mettere un passo davanti all’altro – Ti racconto tutto dopo, adesso sta calma – le ordinai e poi andai in bagno per lavarmi quando uscì mi vestii mettendomi i soliti vestiti (jeans e felpa)
- Allora mi dici che ti è successo?! Hai avuto un altro dei tuoi sogni? – sbottò Hermione
- Si e credo che dobbiamo dire tutto a Malocchio – aprii aprendo la porta della stanza – Vestiti e sveglia gli altri, devono sapere anche loro. Hermione mi guardò allibita ma fece quello che gli avevo chiesto.




P.S - vedo che molti di voi visitate i miei capitoli ma quasi nessuno recensisce niente, io per fortuna non ho atteggiamenti assassini e vorrei sapere cosa ne pensate, grazie e grazie lo stesso anche per chi visita i miei capitoli :-)
  
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