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Autore: Chocolatewaffel    29/08/2012    1 recensioni
Per chi ha letto "Katharin Kimmel, una ragazza come tante" questa sarà semplicemente una riscrittura, più completa. In ogni caso spero che darete lo stesso un'occhiata veloce.
Tratto dal quinto capitolo: "TOM: tu pensi che io sia un egoista, insensibile, puttaniere senza cuore, vero? Beh sai una cosa. E' vero sono un egoista di merda però tu lo sei più di me, e sai perché? Perché quella che si ostina a farci soffrire entrambi sei TU! Quella che deve crescere sei TU! TU non io! Sei tu quella che deve superare quello schifo di passato per poter essere felice.. con me. CAZZO KIMMEL IO TI VOGLIO E TU VUOI ME! Perché devi creare altri problemi?
La voce della ragazza era resa insicura da un groppo alla gola, non voleva piangere lì, davanti a lui"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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kat 5  

                                                                                      

                                                -Ti piace confondermi, vero?-


Ed eccola lì, era già passato un anno dall'ultima volta che era venuta a trovare la zia e che Lo aveva rivisto eppure le sembrava che quell'arco di tempo non fosse niente. Le sembrava che tutto fosse accaduto solo il giorno prima, e invece no. Ne Tom ne Bill ne Andreas l'avevano cercata dopo quella volta. Da quel giorno tanto, anche se avessero voluto, non avrebbero potuto rintracciarla quindi non poteva essere delusa eppure, un po', lo era.
Uscendo dal cimitero non era riuscita a trattenersi dal sospirare, senza neanche capire se lo avesse fatto per il sollievo o per la delusione di non averlo rivisto. Nel preciso istante in cui aveva finito di formulare il pensiero aveva sentito una voce, a lei molto famigliare, chiamarla. Non ci poteva credere quel tipo era davvero testardo, ottuso, egoista e incredibilmente.. irresistibile. 
La domanda le sorse spontanea "che ci fai qua?". 
Il ragazzo, non calcolando minimamente la domanda fatta dalla rossa, si era guardato un po' intorno e, alla fine, si era degnato di emettere suono per parlarle.
"Fa un freddo cane, è da questa mattina che ti aspettavo. Andiamo al bar."
Senza neanche darle il tempo di rispondergli si era incamminato verso la direzione opposta a dove aveva parcheggiato l'auto.
La prima tentazione della rossa era stata quella di girarsi dall'altra parte, prendere l'auto, andarsene e, se ce ne fosse stata l'occasione, investirlo. Questi buoni propositi, però, erano andati in fumo quando Tom si era voltato verso di lei sorridendo dolcemente e intimandola di seguirlo.
Dopo tutti questi anni ancora non riusciva a resistergli e a non rinnegare se stessa pur di stare con lui.

Il piccolo Tom si aggirava per i corridoi della scuola con lo sguardo annoiato quando una bisbiglio alle sue spalle aveva attirato la sua attenzione.
"T-T-T-Toooooo-T"
Una ragazzina dai capelli rossi spettinati, con lo sguardo basso e le guance arrossate si stava torturando le mani cercando di pronunciare il suo nome, eppure non gli sembrava che fosse un nome così difficile.
"Tom."
La bambina sorrise imbarazzata. "Ehm.. sì. "
"..."
"..."
Un sospiro per non scoraggiarsi e un'occhiata veloce all'orologio."Dimmi Kat. Cosa vuoi?"
"Ah ehm, per quanto riguarda il nostro lavoro di gruppo pensavo che, beh, sì insomma, se puoi e se vuoi, cioè, non ti voglio obbligare, però, beh sì ecco, insomma.."
"Kat, arriva al punto, ti prego"
"Questopomeriggiovuoivenireafinirelaricercaacasamia?"
"Eh?"
Ci erano volute ore interminabili di preparazione psicologica. Non poteva ripeterlo un'altra volta. Insomma. Il suo cuore non avrebbe retto..
"Se non mi sbaglio abbiamo già finito"
Dì le magiche parole che possono interessare Tom, avanti; dille!
"..ho la casa libera.."
"Ah, ok. Allora, questo pomeriggio da te, per le quattro va bene?"
"S-sì"
"Bene"
"Già"
" ..."
"..."
Si sentiva un po' strano. Come se fosse in obbligo aggiungere qualche altra parola. L'ennesimo sospiro.
"Che ci fai qui? La lezione è già iniziata da un po'.."
"Al pulmino non si è fermato e sono dovuta venire in bici"
"Ah... IN BICI!??! Da casa tua fino a qua?!"
"Già, è stato un po' faticoso però.."
e ANCHE L'ENNESIMA RISATA INVOLONTARIA. "Ahahahhahahahahahhahahahah"
 "EHI! non c'è niente da ridere! Tu piuttosto, perché sei qui?2
"Mi hanno buttato fuori dalla classe"
"Ah"
A quel tempo proprio non riusciva a capacitarsi di come facesse il suo "amico" a restare indifferente davanti ad una cosa del genere. Se allora l'avessero cacciata fuori dalla classe se ne sarebbe vergognata tantissimo.
"Bene io vado in classe. A dopo."
"A dopo, ci vediamo questo pomeriggio."
Ed era con quella frase che si era resa veramente conto di quello che stesse facendo. Lei si stava rinnegando solamente per non stare senza di lui.
Dopo Quel pomeriggio passato insieme non riusciva più a stare senza che i loro occhi si incrociassero, senza che si rivolgessero la parola, senza che si toccassero. Dal suddetto giorno però, non si erano più neanche salutati.

 Il bar in cui l'aveva portata era proprio di fronte al cimitero. Come si faceva ad aprire un bar con "vista panoramica" su un cimitero?
I due giovani si erano accomodati in un tavolino appartato e dopo poco una cameriera, che sembrava aver preso troppo confidenza con Tom, era andata a prendere le ordinazioni.
La ragazza, leggermente infastidita dal comportamento della donna e del silenzio che si era creato, decise di fare lo sforzo immane di rivolgergli la parola per prima. "Poco fa hai detto che sei qui da questa mattina.."
"Per la precisione da ieri. Non volevo rischiare che tu venissi il giorno prima pur di evitare di vedermi."
Doveva ammettere che l'idea l'aveva sfiorata poi però aveva deciso che non doveva cambiare le sue "tradizioni" per lui. Sì, come no. Voleva solo avere una, anche se piccola, possibilità di vederlo.
"Quando sono entrata non ti ho visto.."
"Ero qui, cioè, lì"
Il ragazzo aveva indicato un tavolino attaccato alla vetrina senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Kat per poi sorridere sghembo. Conosceva quel sorriso, voleva riprendere in mano la situazione. Voleva essere lui a tenere le redini della coversazione.
"Non avrai mica pensato che ti avessi aspettata per due giorni fuori al freddo, vero?"
"..perché?"
"Perché rischiavo di prendermi un accidente, ecco perché!"
"No, non quello. Perché sei qui.. con me?"
"Perché l'anno scorso sei scappata e non abbiamo finito il discorso.."
"Ecco a voi, una camomilla per la signorina e un altro cappuccio da portare via per te".Con un sorriso che andava da una parte all'altra del viso la cameriera aveva ammiccato ai due clienti, per poi tornare dietro al bancone.
Ed eccola lì, nonostante non stessero insieme lei era incredibilmente e irrimediabilmente.. gelosa.
"Come mai ha così tanta confidenza con te? Ci sei andato a letto?". Doveva essere una frecciatina eppure percepiva chiaramente la paura di una sua possibile ammissione.
"No, però abbiamo passato insieme quasi due giorni quindi un po' di confidenza l'abbiamo. Noto una certa ostilità nella tua voce.."
"Scherzi vero?"
"Magari mi sono sbagliato, ma ne dubito"
"Tom, io ti odio, questo l'hai capito vero?"
"Balle, e lo sai. Se tu mi odiassi davvero ora non saresti qui con me"
"Sai una cosa? hai ragione. Non so proprio che mi sia preso. Ciao Tom è stato bello rivederti, si fa per dire, ovviamente."
Così dicendo la ragazza aveva lasciato i soldi per pagare la camomilla ed era uscita seguita dal ragazzo, il quale beveva tranquillamente il suo cappucino e che sembrava aver già previsto una reazione simile.
"Dove andiamo?"
Lo guardò truce per qualche secondo, ma quel tipo era serio? "Io a casa, te dove ti pare"
Mentre stava per inserire le chiavi nella toppa dell'auto aveva sentito che qualcuno gliele stava togliendo di mano. Girandosi aveva visto il ragazzo mettersi le chiavi in tasca e osservarla con sguardo serio.
"Non costringermi a bucarti le ruote della macchina"
"C-cosa? Ma io ti denuncio!"
Il ragazzo sorridendo beffardo aveva alzato le spalle, dando poco peso alle parole della ragazza
"Sai cosa mi cambia. Tanto una denuncia l'ho già ricevuta"
"Beh. hanno fatto bene. Ora dammi le chiavi."
Il chitarrista, continuando a sorridere, si era incamminato verso una cadillac nera enorme per poi sedersi al posto del guidatore. Quindi, quella doveva essere la sua macchina? Accidenti, niente a che vedere con la sua misera automobilina.
Vedendo che il ragazzo stava facendo retromarcia per uscire dal parcheggio la rossa si era riscossa dai suoi pensieri e, senza pensarci minimamente, gli era corsa dietro per poi sedersi nel posto di fianco a quello di Tom.
"Ridammi le chiavi"
"Dove vuoi andare di bello?"
"A casa, con la mia macchina"
"Questa mi sa tanto di richiesta indecente"
"Tom, dammi le chiavi". La calma la stava lentamente abbandonando.
"Ok, allora decido io. Se non mi ricordo male una volta mi hai detto che ti sarebbe piaciuto andare al parco divertimenti Elbauenpark"
"Non ci credo. Te lo ricordi ancora?"
"Già. Sinceramente neanch'io pensavo di starti ad ascoltare. Evidentemente lo facevo inconsciamente"
"Ma che cosa carina"
"Beh, è la verità. E poi è questo il motivo per cui siamo qua"
"Ossia?"
"Voglio dimostrarti che ora potremmo riprovarci"
A quelle parole Kat, per quanto fosse in collera con il ragazzo, non era proprio riuscita a rispondere.
Il resto del viaggio lo avevano passato chiusi in un religioso silenzio, rotto soltanto dalla musica che passava dalla radio. Le piaceva quel silenzio, si sentiva bene, non era il solito silenzio imbarazzato era un silenzio di pace e forse, proprio per questo, ad un certo punto si era appisolata.
L'unico neo in quella scenetta di pace era proprio Tom, il ragazzo che la faceva sentire così bene. Non sarebbe dovuto succedere.. di nuovo.
A risvegliarla dal suo momento di pace ci aveva pensato lo stesso Tom annunciandole che erano arrivati. Ma che fortuna!

 L'inizio della giornata non era andata proprio come voleva ma, alla fine, Tom si era comportato da vero gentiluomo. L'aveva accompagnata su tutte le attrazioni, anche quelle che lui considerava "infami", non aveva tentato di baciarla o di metterla in situazioni imbarazzanti, non si era lamentato e, soprattutto, non ci aveva provato con tutte quelle che passavano, anche perché la metà di loro erano bambine e l'altra metà superava, o ci andava molto vicino, i 40 anni.
Sì, la giornata era stata decisamente piacevole, peccato che sulla strada del ritorno il discorso fosse ricaduto sul passato e la litigata era stata inevitabile, o meglio era stato inevitabile che lei si arrabbiasse costringendo Tom ad accostare per poi tornare alla sua macchina a piedi.
Sfortunatamente aveva iniziato a piovere e lei, naturalmente, non aveva l'ombrello.
Fortunatamente mancava poco al parcheggio del cimitero.
Sfortunatamente le chiavi della sua macchina le aveva ancora Tom.
Fortunatamente Tom era appoggiato alla sua macchina con le chiavi in mano e fregandosene altamente della pioggia.
Sfortunatamente aveva le mascelle contratte e lo sguardo duro, chiaro segno che voleva approfondire il discorso iniziato poco prima e che non era più particolarmente felice.
Fortunatamente.. no niente. I "fortunatamente" erano finiti, in compenso poteva elencare un lunga lista di "sfortunatamente", tra i quali il fatto che lei fosse irrimediabilmente attratta dal ragazzo che voleva investire.
Dopo aver fatto un profondo respiro si era diretta con passo sicuro verso la sua macchina
"Dammi le chiavi!"
"E io cosa ci guadagnerei a lasciarti andare così? Eh?"
"Beh, potresti maturare un po' e smettere di pensare solo a te stesso! Cavoli Tom, il mondo non gira intorno a te!"
Notando un lampo di rabbia nei suoi occhi Kat non era riuscita a trattenersi dall'indietreggiare. Dopotutto, l'ultima volta che lo aveva visto così arrabbiato, il piccolo Tom aveva mandato due ragazzi della sua età in infermeria, uno col naso sanguinante, l'altro con un dente rotto e un occhio nero.
"Tu pensi che io sia un egoista, insensibile, puttaniere senza cuore, vero? Beh sai una cosa. E' vero sono un egoista di merda però tu lo sei più di me, e sai perché? Perché quella che si ostina a farci soffrire entrambi sei TU! Quella che deve crescere sei TU! TU non io! Sei tu quella che deve superare quello schifo di passato per poter essere felice.. con me. CAZZO KIMMEL IO TI VOGLIO E TU VUOI ME! Perché devi creare altri problemi?"
La voce della ragazza era resa insicura da un groppo alla gola, non voleva piangere lì, davanti a lui
"Quindi tu, staresti dando la colpa a me?"
"No. Te l'ho detto lo stronzo sono stato io però ora sono qui, pentito che ti sto chiedendo, implorando, di perdonarmi ma tu sei troppo accecata dalla rabbia e dal dolore per accorgertene, o mi sbaglio?"
Tom non si era mai rivolto a lei in maniera tanto... dolce. L'aveva spiazzata. di nuovo.
Sentiva che la testa le pulsava, sentiva tutti i sentimenti repressi tornare a galla insieme alla speranza. Speranza che forse per loro un futuro potesse esserci. Il punto era; lei voleva mettersi in gioco, di nuovo?

Vedendo la ragazza indietreggiare ulteriormente il chitarrista l'aveva afferrata per un braccio e l'aveva baciata. L'aveva baciata con foga e aveva cercato di mettere in quel bacio tutto il dolore che aveva provato. Voleva lasciarlo di nuovo? Beh lui non le avrebbe reso il lavoro tanto facile.

La stringeva a se come se fosse sua e lei, alla fine, aveva ceduto e aveva risposto al bacio. A quel bacio bagnato, dalla pioggia e dalle sue lacrime. A quel bacio che aspettava da un anno. A quel bacio che si aggiungeva ad una fila di altri baci che avrebbe voluto dimenticare 

Quando era venuta a mancare l'aria Tom si era allontanato leggermente da lei senza però smetterla di guardarla negli occhi.
"E tu, vorresti rinunciare a questo?"
Senza rispondergli, anche perché non ci sarrebbe riuscita, Kat gli fece segno di ridarle le chiavi e, stranamente lui gliele porse senza fare storie. Per un momento lo aveva guardato stranita ma poi le aveva prese.
"E' inutile.."
L'ombra del sospetto iniziò a suggerirle che fosse successo qualcosa per cui lei non sarebbe particolarmente impazzita di gioia.
"..ti ho bucato le gomme"
Il momento di silenzio che era seguito all'affermazione del ragazzo era paragonabile solo alla calma prima della tempesta. La rossa, infatti, dopo aver constato lo stato effettivo delle sue gomme si era completamente ripresa dal bacio avvenuto poco prima e si era messa ad urlare imprecazioni varie, arrivando perfino a minacciarlo di segnargli l'auto.
Dopo dieci minuti buoni la ragazza si era finalmente calmata, o per lo meno aveva smesso di urlare.
"Bene. Allora oggi ti accompagno a casa e domani ti accompagno dal gommista. Sei contenta?"

Come risposta aveva ricevuto solo un grugnito però gli andava bene. Presto lei avrebbe ceduto completamente.



  
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